One day, one change

di Mari Lace
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Casa

(Casa.)

 

(Non solo) vivere

 

 

Trova Daphne, le rivolge un sorriso di convenienza e si dilegua all’esterno senza attendere una reazione – l’ha visto, tanto basta. Non voleva andare a quell’inutile festa, ma ha vinto lo sguardo preoccupato di sua madre: ha dovuto assentire e lasciare Villa Malfoy dopo mesi di reclusione voluta.

Nella sala allo stesso tempo familiare ed estranea si è sentito mancare il respiro. Troppe persone, troppo rumore – troppo.

I giardini, invece, sono silenziosi. Decide che sono il posto perfetto per passare un’ora o due – quanto resisterà? – prima di tornare.

«Ciao».

Sussulta riconoscendo la voce; l’ha seguito? Si volta e si blocca – si è sbagliato. «Greengrass» mormora con un cenno di saluto. La ragazza davanti a lui non è Daphne, come credeva, ma sua sorella minore: Astoria.

«Non ti piace?» gli domanda, accennando alla festa in pieno svolgimento all’interno.

«Non ho voglia di ballare» risponde, secco.

Astoria lo scruta curiosa. «Un tempo amavi ballare» dice, avvicinandosi. «Ricordi le nostre lezioni insieme? Ballavi con Daphne; io avevo Blaise. Era divertente».

È vero: gli piaceva eseguire con precisione i passi, guidare. Era divertente, ma ora non l’attrae per nulla.

«Le persone cambiano». Quando ha parlato così con Astoria Greengrass? Mai, forse.

«Cosa ti piace, adesso?»

La guarda interrogativo. Lei sorride.

«Le persone cambiano, è vero: tuttavia dev’esserci qualcosa che ti piace, se non il ballo».

Spiazzato, non sa bene come rispondere. Qualcosa che gli piace

«Non lo sai?» Astoria lo scruta, ancora. Cosa vuole da lui?

«Che importanza ha?» mormora, sulla difensiva.

«Le passioni sono vitali» afferma Astoria, convinta. «Non credi?»

«No» replica, indispettito. «Si vive anche senza. Una casa e del cibo, sì, sono vitali».

Astoria scuote la testa. «Vitto e alloggio servono a sopravvivere, nient’altro».

Draco non tenta di celare lo scetticismo, ma lei non si scoraggia.

«Non bisogna tenere in massimo conto il vivere come tale» dichiara, fissandolo serissima, «bensì il vivere bene».

«Sono vivo e sono libero». Stavolta muove lui un passo in avanti. «È più di quanto meriti».

«Ti senti in colpa. Per questo non vuoi vivere» sentenzia Astoria, annuendo.

«Assurdo, io—»

«Vivere davvero, intendo».

Vorrebbe ribattere, urlarle che si sbaglia – non può, non riesce.

A che servirebbe negare l’evidenza?

Si scopre a tremare. Astoria ora si limita a osservarlo. Solo musica ovattata turba il silenzio, finché Draco non inizia – piano – a parlare. Non la guarda.

«Non riesco» sussurra. «Non… è troppo. Delle persone sono morte, se chiudo gli occhi mi sembra di vederle – sentirle. Non posso fingere che non sia successo e ballare». Soffia l’ultima parola, gesticolando verso la sala.

Lei si avvicina e gli afferra la mano – Draco non protesta.

«È vero, è terribile» mormora. «Piangere per sempre, però, significherebbe morire».

«Forse sarebbe giusto». La stretta si fa più forte.

«No! Non rinunciare alla vita, tantomeno per i morti».

Facile.

«Non è facile. Ma forse…» Per la prima volta quella sera, Astoria esita. Draco la guarda. «Potrei aiutarti».

Non risponde subito; è una promessa dolce, forse troppo.

 

A fine serata i giardini sono teatro di un tacito ballo.

 

 

                                              

 

 

 

 

 

NdA

Ho inteso il prompt del writober, Casa, in modo molto “temporaneo” stavolta e, mi rendo conto, decisamente non protagonista.

Draco cambia casa per una sera, cosa che dopo mesi di reclusione equivale di fatto a cambiare aria, ma soprattutto compagnia. Personalmente trovo che questa flash si incastri molto bene con la #17, riprendendo la tematica del “troppo” e  mostrando il primo avvicinamento con Astoria.

Comunque, perdonatemi per il prompt sullo sfondo.

Ha preso decisamente più spazio invece quello del contest:

“Non bisogna tenere in massimo conto il vivere come tale bensì il vivere bene”.

[Questa storia si è classificata seconda al contest "Prompts letterari per un contest lampo" indetto da matiscrivo sul forum di EFP]

Le “persone morte” a cui pensa Draco sono, nella mia testa, Charity Burbage (morta davanti ai suoi occhi) e Vincent Tiger, che oltre a morire davanti a lui era anche una parte importante della sua vita, nonostante tutto.

Spero che il contesto sia chiaro, chiudo qui.

Grazie per aver letto!





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