One day, one change

di Mari Lace
(/viewuser.php?uid=501353)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Futuro

Futuro.

 

Fissa torvo la porta chiusa in fondo al corridoio. In momenti come questo si sente del tutto inutile.

Non importa quanto combatta, non potrà mai cambiare il passato – lo sguardo che Potter gli ha rivolto quando l’ha visto con Neville ferito ne è promemoria eloquente.

Fissa la porta dell’infermeria perché oltre c’è Paciock, ferito gravemente; ci sono la Abbott, che cerca di salvarlo, e Potter, sbucato da chissà dove per stargli accanto.

Lui invece è fuori, frustrato, a riflettere su un mondo che dopo mesi gli appare più alieno che mai.

 

«Non sei scomodo?»

Sbatte le palpebre, riscuotendosi; stava quasi per cedere e assopirsi. Pessimo.

«Una volta ho dormito in una posizione simile. Neanche l’estratto di Radigorda ha potuto nulla per i miei muscoli, dopo».

Si volge verso Luna, ma non sorride. «Non importa» dice, tornando a fissare la porta tuttora chiusa. «Non andrò a letto mentre Paciock sta lì dentro a—» si zittisce, prima di pronunciare un verbo troppo definitivo – morire.

«Neville non morirà» dichiara Luna, un tono profondamente convinto e meno sognante del solito. «Ho già visto Hannah curare ferite simili. Forse nell’agitazione ti è sembrato più grave di quel che è, ma io ne sono certa: guarirà».

La voce di Luna è calda, rassicurante – allontana in parte le preoccupazioni. È difficile non crederle.

Draco sospira, sollevato e frustrato al contempo. Luna si siede al suo fianco, lo cinge con un braccio e poggia la testa sulla sua spalla. Non starà scomoda così? Dimentica presto la domanda e chiude gli occhi, cedendo al conforto di quel contatto.

 

«Finalmente. Iniziavo a pensare che non saresti mai venuto».

Il tono strafottente di Paciock stavolta non lo indispettisce, anzi. Si chiude la porta alle spalle.

«Stai bene» constata, avvicinandosi. Paciock è seduto contro lo schienale del letto; la pesante fasciatura al petto si nota nonostante la camicia leggera. Sembra un po’ più pallido del solito, forse per il sangue perso – forse è solo un’impressione.

«Certo che sto bene. Eri preoccupato, Malfoy?»

. Draco forza un ghigno. «Scherzi? Già pregustavo la stanza tutta per me».

Neville ride. «Ti toccherà sopportarmi ancora» replica, sistemandosi meglio sul cuscino. «Non me ne vado tanto facilmente».

Draco si siede accanto al letto, cercando di non fissarsi sulle bende.

«Raccontami che mi sono perso in questi giorni, dai».

 

La porta si apre e qualcuno entra – non Paciock, come ha pensato d’istinto, ma Luna.

«Sei turbato, Draco». L’ha annunciato nel solito tono sognante, sedendosi accanto a lui sulla branda, con normalità. «Neville è guarito, tornerà presto in azione, ma qualcosa ti preoccupa. Vuoi parlarne?»

Dovrebbe stupirsi, forse, ma non succede. Non si aspettava che qualcuno lo notasse, ma che l’unica a farlo sia Luna non lo sorprende davvero.

E sì, vuole parlare – lasciar uscire ciò che lo tormenta da giorni.

«A che serve?» domanda, senza guardarla. Chiude i pugni. «Volevo aiutare, rendermi utile… ma serve davvero ciò che facciamo? Anche quando vinciamo è solo per poco, nel complesso non cambia nulla. La guerra continua e anzi, siamo sempre più schiacciati. Il presente lì fuori non cambia mai: ha senso continuare a provare?» Riapre i palmi, per poi tornare subito a serrarli. «A volte credo di no».

Luna gli afferra una mano ancora contratta. «Forse non possiamo cambiare il presente» afferma, lavorando per aprirgli il pugno. Il suo tocco è calmante in modi che Draco non sempre si spiega. «Ma il futuro sì. È per questo che lottiamo» spiega, con semplicità. Poggia la sua mano sul palmo ora disteso, facendoli coincidere. «Non credi che sia un motivo sufficiente?»

Draco non risponde, ma tra sé torna a credere di .

 

«Depulso!»

«Bel colpo, Malfoy».

Recuperano in fretta il manufatto e si Smaterializzano.

«Sei diverso» decreta Neville quella sera, dopo averlo fissato per un po’. «Sembri più… motivato. È successo qualcosa di speciale, mentre non c’ero?»

Draco scuote la testa, sdraiato sul letto dove ha parlato con Luna solo pochi giorni prima. «Qualcuno mi ha ricordato…» mormora, assorto, senza concludere.

Non ascolta le pretese di spiegazioni di Paciock; gli dà le spalle e sorride.

Passato, presente, futuro – almeno una delle tre può controllarla.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3943002