Get out of my way!

di Demy77
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 “No. Non mi toglierò di mezzo.” – rispose fiera, meravigliandosi lei stessa della calma con cui aveva pronunciato delle parole.
“Che cosa? Non farmi perdere tempo, Demelza. Fammi passare, devo andare a Trenwith per impedire questa follia!”.
“Non ci andrai– ribadì lei, ritta innanzi alla porta, ostruendola con tutto il suo corpo, tenendo le braccia spalancate tra gli stipiti– a meno che tu non voglia passare sul mio cadavere”.
Ross le si parò contro, il viso ad un soffio dal suo, mentre sua moglie continuava a fare resistenza. Per passare avrebbe dovuto farle male sul serio, e non era sua intenzione.
“Non capisci che non ho altra scelta? – sibilò inviperito – devo lasciare mia zia e mio nipote, dei Poldark, in balia di quell’uomo spregevole, che odia la mia famiglia e non si farà sfuggire l’occasione di colpire loro per punire indirettamente me?”
“E’ solo per questo, Ross? O forse non riesci a sopportare l’idea che perderai di nuovo Elisabeth, e che il tuo peggior nemico la possiederà, corpo ed anima? Ti senti frustrato perché non sei al posto di George? Se è questo il problema, mi toglierò di mezzo sul serio, non solo lasciandoti passare”.
Ross sembrò vacillare per un attimo. “Che cosa vuoi dire?”
“Hai capito benissimo. Se esci da questa porta per andare a Trenwith, al tuo ritorno non troverai più né me né Jeremy”.
Ross non ebbe motivo di dubitare nemmeno per un attimo della veridicità di quella minaccia. Non aveva mai visto sua moglie così determinata, oltre che furiosa.
“Come fai ad essere così irragionevole? Non puoi mettermi di fronte ad una scelta simile; tu non c’entri nulla, non è una questione che ti riguardi, devo risolverla a modo mio, e devo farlo ora, non domani! Togliti di mezzo, te ne prego!”
Era la terza volta che le ripeteva quell’offensiva frase, seppure mitigata dalla supplica finale. Demelza ebbe la consapevolezza che sarebbe corso dall’altra, qualunque cosa lei facesse o dicesse. Si era giunti ad un punto di non ritorno: tanto valeva allora chiarire le cose una volta per tutte.
“Non mi riguarda, dici? Invece mi riguarda moltissimo! Perché non hai il coraggio di dirmi in faccia che, nonostante ti sia sposato con me, è Elisabeth la donna che ami, e che pur di impedire che sposi George saresti disposto a tradire i voti coniugali e gettare all’aria tutto quello che abbiamo costruito in questi anni? Che lei è il tuo primo, perfetto, intoccabile amore, mentre io sono stata sempre la seconda scelta? Da quando Francis è morto, non sei più lo stesso, Ross… ti sei trasformato nel suo cavalier servente, trascurando me e tuo figlio… perché non ammetti che se io non ci fossi e se le tue condizioni economiche fossero più floride, non perderesti un secondo a chiedere Elisabeth in moglie, coronando così il vostro splendido sogno d’amore?”
Il silenzio del marito la ferì più di quanto avrebbe fatto uno schiaffo in viso. Ross aveva abbassato lo sguardo e non era in grado di replicare. In fondo, sua moglie era sempre stata capace di leggergli nel cuore meglio di quanto sapesse fare lui. Si vergognò di averla ignorata ed umiliata, dandole ad intendere che non fosse abbastanza importante per lui, ma era vero che i sentimenti per Elisabeth non erano mai scomparsi del tutto dal suo cuore.
Demelza si spostò di lato e gli fece spazio per farlo passare: ma ora era lui che non aveva più voglia di farlo, come se una doccia gelata gli fosse piombata addosso e lo avesse paralizzato.
Le prese una mano, e si gettò in ginocchio per terra.
“Perdonami, perdonami per essere stato così arrogante e stupido! Ammetto di aver amato molto Elisabeth, molto tempo prima di posare gli occhi su di te; e sarei ipocrita se negassi che quella donna significa ancora qualcosa per me… eppure… il mio amore per te non è perfetto, perché non può esistere un amore terreno che sia tale, ma è reale, sincero e profondo… quello che tu rappresenti per me, lei non potrà esserlo mai, e l’ho capito solo stanotte, quando mi sono accorto che ero sul punto di perderti per rincorrere un ideale astratto… ti prometto che non mi intrometterò più nella sua vita, e che Elisabeth non sarà più un’ombra fra di noi!”
Demelza lo fissò, con gli occhi lucidi. Non sapeva fino a che punto il suo pentimento fosse sincero, e se un domani Ross le avrebbe rinfacciato di aver favorito con il suo comportamento le nozze di Elisabeth e George; ma il fatto che non si fosse lasciato guidare dalla furia di poco prima e si fosse fermato a riflettere era già un buon risultato. Lo amava, ed aveva un disperato bisogno di credere che anche lui provasse nei suoi confronti un sentimento altrettanto intenso ed autentico.
“Tirati su. Non sono abituata ad avere un uomo ai miei piedi” – gli disse soltanto.
Ross sorrise. Demelza era unica nel suo modo di sdrammatizzare anche i momenti più difficili. Si mise in piedi, chiuse la porta e la sprangò. Aveva fatto bene a non uscire. Era all’interno di quella casa tutto ciò di cui aveva bisogno per essere felice.




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