Milano, ore 2.30
Il cielo era completamente buio, non c' erano stelle ad illuminarlo.
Una leggera brezza s' intrufolava tra i vicoli della città
colpita da blackout. Le strade erano deserte. Ad interrompere il
silenzio la Mercedes Benz del signor Martini.
< Non vedo l' ora di arrivare a casa e riabbracciare la mia
bambina!! > disse con tono dolce la signora Martini rivolta al
marito.
< Giusy, cara, Sabrina starà dormendo a quest' ora!
Non la vorrai svegliare!! > l' uomo le sorrise.
< No, certo che no! Cercherò di reprimere quel
desiderio per qualche altra ora!! > la discussione non
proseguì oltre.
Giusy, immersa nei suoi pensieri, guardava fuori dal finestrino dell'
auto. Aveva 40 anni, ma non li dimostrava. Era una bella donna, capelli
corti biondo cenere, due begl' occhi espressivi verde smeraldo, naso
all' insù. Quando sorrideva le si formavano delle lievi
rughe ai lati degli occhi e della bocca, ma non la facevano apparire
vecchia. Aveva ancora un bel fisico, invidiato da molte! Dagli uomini
riceveva sempre un sacco di complimenti, ma a lei non importava cosa
pensavano gli altri, le interessava solamente l' opinione del suo uomo!
Un 43enne alto, snello, che non l' aveva mai trascurata. Ogni mattina
non mancava mai di farle un complimento e di ricordarle quanto l' amava!
< Credi che ne sarà felice? > chiese Giusy
dopo qualche minuto con un po' d' amarezza nella voce.
< Non lo so... forse non troppo. Dovrà lasciare i
suoi amici, la sua casa, le sue abitudini... ma è per
lavoro, tesoro! E' necessario che ci trasferiamo in Germania entro un
paio di mesi!! Spero capirà che, in fondo, non è
la fine del mondo. Gli amici li potrà sentire ogni giorno...
ha il cellulare, ha internet... e poi sono sicuro che non ci
metterà molto a fare nuove amicizie, non resterà
sola! > la rassicurò il marito.
Giusy non fece a tempo a rispondere. All' improvviso, davanti a loro,
si materializzarono due luci. I fari di un' auto che correva a tutta
velocità contro di loro. Sabrina, il loro
ultimo pensiero. Un bagliore davanti a loro, l' ultima cosa che videro.
Lo scontro... buio.
La polizia e le ambulanze furono rapide ad arrivare. La scena era
orribile: vetri sparsi ovunque, le due macchine sembravano fogli
accartocciati... l' impatto era stato mostruoso! Dalle auto furono
estratte cinque vittime. I loro corpi erano in condizioni disumane!
L' agente Rossi si avvicinò alle barelle senza timore, ormai
era abituato a scene di quel tipo. I primi tre corpi che vide
appartenevano a tre ragazzi, poco più che ventenni.
Raggiunse le altre due. I volti sfregiati, coperti di sangue... ma non
aveva dubbi... "Oddio, no!!" < Io questi li conosco!! >
disse stravolto ad un agente della sua squadra < Sono Giusy e
Roberto Martini!! > fissava i loro corpi incredulo..."Povera
Sabrina..." < Hanno una figlia... ci penso io ad avvertirla!!
>
La luce del mattino entrava tenue dall' ampia finestra di fronte al suo
letto. Cominciò ad accarezzarle i lineamenti del viso, i
capelli lunghi, leggermente mossi, distesi disordinatamente sopra il
cuscino. Dormiva su un fianco, teneva una mano sotto il cuscino, in
corrispondenza della testa.
"...But I never really had a
doubt
Standing in the light of
your halo
I've got my angel now
It's like I've been
awakened
Every rule I had you
breakin'
It's the risk that I'm
takin'
I ain't never gonna shut
you out
Everywhere I'm looking
now
I'm surrounded by your
embrace..."
La radiosveglia cominciò a suonare sulle note di Halo di
Beyoncè. Sabrina allungò un braccio per
spegnerla. Ancora sotto le coperte, cominciò a stiracchiare
le gambe e a stropicciarsi gli occhi. Si alzò e si
guardò allo specchio di fianco all' armadio. "E oggi sono 18
bella mia!!! Fatti un po' vedere!!!" avvicinò il
viso alla superficie riflettente "Ottimo!! Ancora niente rughe!!" si
sorrise soddisfatta! Si voltò e posò lo sguardo
sulla fotografia incorniciata sopra la sua scrivania. C' erano lei e i
suoi in spiaggia. Era stata scattata l' anno prima, quand' erano andati
a Rimini per le vacanze. "Meglio fare piano! Saranno arrivati tardi
stanotte, non vorrei disturbarli mentre dormono beati!"
pensò dirigendosi verso il bagno.
Cinque minuti e tornò in camera. Aprì l' armadio
per cercare qualcosa da mettere... "Mmm... blue jeans e felpa viola
abbinata alle all star!! Perfetto!" Si vestì in fretta, un
velo di trucco, sistemò i capelli, prese il suo Eastpak
viola e si avviò in cucina. "Le 7.15, posso prendermela
comoda!!" guardò l' orologio mentre prendeva dalla credenza
il sacchetto del pane da toast.
Fece una colazione abbondante e, prima di lasciare casa, scrisse un
biglietto per i genitori:
"Mamma, papà
buongiorno!!
Spero abbiate dormito
bene stanotte!!
Io mi sono alzata presto
e ho preferito non svegliarvi!
Ci vediamo dopo scuola!
Vi voglio bene,
Sabry"
Lo lasciò sopra il tavolo della cucina e uscì.
La mattinata passò veloce. Sabrina non riuscì a
seguire nemmeno una lezione. Era troppo euforica!! I suoi erano tornati
dal Sud Africa dopo tre settimane d' assenza e, arrivata a scuola
quella mattina, aveva trovato un cartellone appeso alla porta della sua
classe con scritto 'CHE MONDO SAREBBE SENZA LA SABRY?! AUGURI VEC!!'.
C' erano poi attaccate 18 foto di lei e i compagni di classe, ognuna
con a fianco una piccola dedica!
ore 13.30
Sabrina aprì la porta di casa.
< Mamma, papà sono tornata!! > posò
la cartella ed entrò in cucina. Vuota! Il biglietto che lei
aveva scritto era lì, nello stesso posto, nella stessa
posizione. < Mamma?! Papà?! >... nessuna
risposta. Attese ancora qualche secondo e si avviò verso le
camere. La porta della stanza dei suoi era ancora chiusa. "Possibile
che stiano ancora dormendo?!". Dopo qualche attimo di esitazione decise
di aprire la porta. Entrò. Vuota! Si guardò
attorno... non vide le valigie, il letto era perfettamente a posto...
"..Strano.." pensò raggiungendo la sua camera. Prese il
cellulare che aveva lasciato in carica e lo accese. '2 chiamate perse'
lesse sullo schermo. "Mh, vediamo... Max!... Max?!" premette un tasto e
inoltrò la chiamata. Un paio di squilli e l' uomo dall'
altro capo rispose
< Max, ciao! Sono io, Sabrina! >
< Oh, ciao Sabrina!... Auguri cara!! > "Che voce
strana..."
< Grazie Max!! >
< Ehm... senti... io ti dovrei parlare. Posso passare da te...
adesso? >
< Mmm... sì, certo! Nessun problema! Ti aspetto!
>
< Ok, a tra poco! > riattaccarono. "Chissà che
vuole!!"
10 minuti dopo l' agente Rossi bussò alla porta. Sabrina
andò ad aprire < Ciao Max!! Entra!! > gli
disse accogliendolo con un sorriso raggiante.
< Grazie > rispose lui con un filo di voce. Si tolse gli
occhiali da sole a specchio scoprendo gli occhi, rossi per la nottata
passata insonne.
< Hey! Perchè quella faccia? Che è
successo? > s' informò Sabrina preoccupata.
< E' appunto di questo che ti devo parlare. Vieni, sediamoci.
> Sabrina lo seguì e si accomodò su uno
dei cuscini del divano bianco che adorava.
< Dai Max!! Svuota il sacco!! Non farmi preoccupare! >
Max la guardò e abbassò subito lo sguardo. Non
sapeva da dove cominciare, non sapeva che tono assumere... alla fine si
decise e tentò l' impresa < Senti, Sabrina... non so
come dirtelo, non sono bravo in queste cose, perciò
arriverò subito al punto. > pausa. Sabrina
cominciò a giocherellare nervosa con le dita. < ... i
tuoi, questa notte, hanno avuto un incidente... >
< Un incidente?! Dove sono adesso? Portami in ospedale! Li
voglio vedere immediatamente!! Sono gravi? > Sabrina
balzò in piedi con l' intenzione di precipitarsi fuori dalla
porta, ma la mano di Max le bloccò il braccio. <
Dai!! Che fai ancora lì seduto?! Andiamo!! > disse
lei agitata.
L' uomo guardava fisso il tavolino davanti a sè... una
lacrima gli rigò il viso... Sabrina tornò a
sedersi. < Sabrina... i tuoi... i tuoi non sono sopravvissuti
allo scontro... > lei lo fissava. Non riusciva a muoversi, tutto
il corpo le si era irrigidito. < Non... non è vero!!
Max, dimmi che è solo uno stupido scherzo!! Ti prego!!
> l' agente Rossi la guardò negli occhi per la prima
volta da quand' era entrato. La ragazza aveva il viso sconvolto, lo
sguardo spaventato, gli occhi cominciavano a riempirsi di lacrime...
< Mi dispiace > fu l' unica cosa che Max
riuscì a dire. Sabrina cominciò a singhiozzare,
si nascose il viso tra le mani. La realtà fu una pugnalata
alle spalle! Niente aveva più senso! Le persone a cui teneva
di più, quelle che l' avevano aiutata ad affrontare i
momenti difficili, quelle che erano la sua forza non c' erano
più! Tutto il suo mondo era svanito in un attimo! Max l'
abbracciò, non avrebbe saputo che altro fare! Non era in
grado di consolare se stesso... come poteva tirar su il morale a quel
povero cucciolo distrutto dal suo stesso dolore?!
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