Un
passo dopo l'altro e la luce della torcia si faceva sempre
più
fioca,sebbene il timore del buio non era qualcosa che appartenesse
alla sua persona,Sesshomaru non sapeva né dove stesse
andando,ne
tanto meno quanto stesse scendendo. La sua mente era divisa su due
preoccupazioni differenti,da una parte c'era Akira,la cui presenza in
quel lato del paese era ancora fonte di mistero e la sua
familiarità
con il popolo degli Ainu aveva origini e motivazioni sconosciute,cosa
che di certo preoccupava gli incappucciati e questo aveva dato una
scusa a Sesshomaru per poter fronteggiare nuovamente sul suo nuovo
rivale. L'altra invece era più attuale,chi era mai l'uomo
che voleva
vederlo e perché sembrava così interessato al suo
arrivo in quelle
terre? E cosa intendeva dire che era stato il vento a dirglielo? Non
era certo di cosa stesse succedendo e per quanto si sforzasse di
comprendere non riusciva ad arrivare ad una soluzione razionale. Ora
come ora poteva solo scendere nel ventre della terra,sempre
più in
giù e sempre più infondo, lontano dalla
superficie e dalla luce del
sole,dove l'aria era abbondante e lo spazio di certo non mancava.
“Dimmi
una cosa cane, l'uomo che stai cercando,se non sbaglio si chiama
Akira giusto?”, chiese il lupo mentre avanzava nelle tenebre
del
sottosuolo.
“Si,i
tuoi due compagni mi hanno detto di averlo visto ieri sera,durante un
attacco a sorpresa. Tu cosa sai di lui?”
“Non
molto,ma pare che neanche lui sia giunto qui da non troppo tempo,da
quando è arrivato qui al nord abbia cominciato a infastidire
i clan
dei lupi insieme a quegli Ainu, molti dei nostri fratelli lupi hanno
difeso il territorio come potevano,ma la stregoneria di quel popolo
ha avuto la meglio su di loro e sono stati costretti a lasciare le
loro tane.”
“Stregoneria?
Che intendi dire?”
“Molti
dei lupi presenti su questa collina sono sopravvissuti agli attacchi
degli Ainu e hanno raccontato di cose strane successe durante gli
scontri. Alcuni dicevano che quando cercavano di ucciderli i loro
corpi sembravano fatti di legno,altri ancora quando venivano
circondati cominciavano a prendere fuoco e in preda alle fiamme
tornavano a combattere con nuova forza ed energia,altri ancora invece
si bagnavano del sangue dei lupi e si lanciavano nel mezzo del campo
di battaglia in preda ad una frenesia omicida. Immagino che se
quell'uomo vuole vederti forse è anche per parlati di
questo.”
“Non
vedo cosa possa centrare con me, se è di magia che vuole
parlare si
cerchi un mago, sono un guerriero non un incantatore,comunque, l'uomo
che vuole incontrarmi e lo stesso che qualche mese è venuto
nel tuo
territorio,giusto?”
Koga
si mostrò sorpreso a quella domanda e l'espressione sul suo
volto si
fece più nervosa.
“Come
fai a saperlo? Aspetta,te l'hanno detto Ginta e Hakkaku?”
“Precisamente,comunque,chi
è e cosa vuole da me?”
“Per
quanto riguarda il chi sia so solo che è originario di
queste terre
e che è venuto ad informarmi dei pericoli che correvano i
nostri
fratelli qui al nord, per quanto riguarda il resto mi ha solo detto
che stavi arrivando e che dovevo portarti da lui il prima
possibile,anche se mi chiedo cosa vorrà mai da un cane delle
terre
del sud.”
Sesshomaru
non rispose a quell'affermazione, il fatto di avere altre cose per la
testa gli impediva di focalizzarsi troppo su quel
“cane” detto in
maniera volutamente provocatoria,come a volergli ricordare che non
era il benvenuto tra i lupi,anche se la cosa non poteva interessargli
meno di quello che sentiva in quel momento,cioè niente.
Continuando
a scendere sottoterra sentì arrivargli un odore
strano,sembrava
muschio ma come se qualcuno gli avesse dato fuoco,l'odore era
qualcosa che non aveva mai sentito prima e di certo non avrebbe
saputo riconoscerlo subito,ma il sentore del bosco era vivo e
presente nelle sue narici e la cosa lo faceva sentire
stranito,perché
mai gli odori di una foresta si trovavano sotto la superficie?
“Siamo
arrivati.”,disse il lupo senza alcuna emozione.
Giunsero
alla fine del cunicolo dove all'uscita di esso si poteva vedere una
luce fioca illuminare i contorni della roccia,che determinavano e
davano forma all'uscita di quel lungo e tortuoso intestino fatto di
roccia,terra e umidità,molta umidità. Appena fece
il primo passo
fuori dalla galleria subito si guardò attorno per
comprendere lo
strano e curioso luogo nella quale si trovava ora. Era un caverna
dalla forma semisferica dove lungo i muri di nuda pietra erano
presenti numerose pitture a mano,in molte scene erano presenti omini
e creature rappresentanti in maniera grossolana oppure stilizzata e
dall'aspetto sembravano molto antiche. Scene di caccia e di vita
quotidiana erano le rappresentazioni più numerose e con le
scene
più dettagliate,ma di tanto il suo occhio da cane cadeva su
alcune
figure non ben definite,tanto grandi da ricoprire intere sezioni
della caverna e dall'aspetto parevano esseri dalle forme umanoidi,ma
non sapeva definire bene né il loro aspetto specifico
né tanto meno
una forma che avrebbe definito normale. In mezzo a questo grande
camera sotterranea ardeva un piccolo fuoco il cui scoppiettio
risuonava per tutta l'area mentre le lingue di fuoco illuminavano a
malapena i misteriosi murali,donando un area sinistra alle immagini
dal significato oscuro. Ed infine lo vide,un figuro dall'aspetto
selvatico alla stessa maniera del lupo che lo aveva portato li
sotto,ma il portamento era differente e se ne stava seduto accanto al
fuoco che rendeva il suo aspetto più chiaro e comprensibile.
Era un
giovane uomo dalla barba corta e folta, portava capelli corti e aveva
due lunghe corna da cervo,regali e maestose, con il petto nudo e
sotto la vita una lunga pelliccia che gli circondava le gambe fino a
coprire persino i piedi. Sembrava calmo e composto mentre di fronte
al fuoco se ne stava con gli occhi chiusi e aveva le mani appoggiate
alle ginocchia. Sesshomaru non sapeva bene cosa aspettarsi da
quest'uomo,ma se sapeva già del suo arrivo allora come mai
aveva
preferito incontrarlo sottoterra? Lontano dai suoi compagni di
viaggio e in mezzo ad un territorio dove gli occupanti era un clan di
lupi? Più ci pensava e più credeva che forse era
il luogo stesso la
risposta che stava cercando,o meglio,che risiedesse la dentro. Era
partito dal villaggio degli assassini per andare a nord,ma se quella
fosse un meta obbligatoria per capire qualcosa su quello che gli
stava accadendo non né era certo.
“ Lasciaci
soli Koga, per favore.”,disse l'uomo con voce calma che
riecheggiò
per tutta la stanza.
Il
lupo non disse niente e dando le spalle ad entrambi tornò
indietro
da dove era venuto con l'inuyokai,allontanandosi poco alla volta
lasciando dietro di se,solo la sua traccia olfattiva,cosa che per
Sesshomaru non era poi così gradevole.
“Prego
avvicinati Sesshomaru,era da un po' che ti aspettavo.”
Sesshomaru
si diede un occhiata attorno per verificare che quel luogo non avesse
nulla di più strano che non avesse ancora visto e
cominciò a
muovere i primi passi verso il suo interlocutore con la mano pronta a
sfoderare la spada in caso ne avesse avuto bisogno.
“C'è
stato un tempo in cui gli yokai erano molto differenti da come erano
oggi.”,disse l'uomo mentre il cane si avvicinava a lui,
“In
principio era il disordine,una grande massa di energia incontrollata
che si spargeva per l'intero creato senza alcuna regola e senza
controllo. Fuoco,acqua, terra,aria giravano vorticosamente e
disastrosamente per tutto Worei, il mondo vuoto. Ma da questo caos
ne venne fuori un essere dalla potenza e dalla grazia
ineguagliabili,era Daru, il primo yokai e mise ordine
nell'universo....o così credeva la vostra gente un
tempo.”
Sesshomaru
era giunto di fronte a quello strano essere che aveva di
fronte,nonostante l'odore del legno che bruciava gli fosse
così
vicino e il sentore della pietra così forte,sentiva
provenire da lui
anche l'essenza del bosco sopra le loro teste,l'erba,la neve
fresca,l'odore delle foglie e del legno che tornava alla vita,ma
percepiva anche un misto tra l'odore di cervo misto a quello umano e
la cosa lo mise sulla difensiva.
“Allora
sei tu l'hanyou che ha condotto questa tribù fin
qua,giusto?”
“Precisamente.”
“E
cosa vorresti da me?”
“Parlarti,prego
siediti.”
L'inuyokai
non aveva intenzione di sembrare ostile e decise di essere
accomodante,anche se gli si leggeva in faccia che non aveva alcuna
voglia di fare conversazione con hanyou che nemmeno nemmeno conosceva
e che tanto meno sapeva che intenzioni avesse con lui,l'ultima volta
che aveva ascoltato un hanyou senza farsi troppe domande,aveva finito
per attaccare suo fratello su consiglio di un essere ibrido che
portava un ragno onigumo stampato a fuoco sulla schiena. Quindi era
guardingo sul trovarsi di fronte ad un altro Naraku e per
ciò non
distolse l'idea di dover estrarre la spada al minimo segnale di
pericolo.
“Chi
sei tu?”
“Mi
chiamo Urtak è proprio come te sono qui per un problema che
abbiamo
in comune.”
“Allora
presumo che tu sappia chi sono venuto a cercare.”
“Precisamente,seppur
per motivazioni differenti anche io ho un problema con quello yokai
proveniente dal sud,possiamo aiutarci a vicenda,tu come me e come
Koga sai bene quanto sia pericoloso quell'individuo. Ma temo che non
lo conosciamo bene come le persone che ti hanno spinto a venire fin
qui.”
Sesshomaru
restò un attimo in silenzio quando sentì
quell'allusione riguardo
agli assassini e il suo sguardo si fece più torvo e affilato.
“Sei
uno di loro?”
“No,so
vagamente chi sono e so che sono anche qui al nord,la foresta se la
sai ascoltare ha sempre qualche cosa da rivelare. Però no
non sono
come quelli che portano il cappuccio bianco sulla testa e non sono
nemmeno uno di quelli che portano quella strana croce rossa.”
“ E
allora che cosa sei?”
“Diciamo
che sono un custode della natura di queste terre e fidati quando dico
che non sono pochi,ma forse anche tu,come quel nostro nemico sei qui
per delle risposte,anche se non per lo stesso scopo.”
“Come
fai a dirlo? Io nemmeno ti conosco e non ci siamo mai incontrati
prima d'ora e se anche fosse così,cosa ti fa credere che
sarei
disposto a starti ad ascoltare?”
“So
chi sei figlio di Inutaisho è sarà anche vero che
non ci siamo mai
incontrati,ma ho già visto il tuo volto...su un altro
inuyokai.”
Sesshomaru
aveva sentito bene quello che aveva detto ,il suo volto su un altro
Inuyokai. Era certo che quel figuro fosse molto più di
quello che
dava a vedere e sembrava sapere troppe cose sugli assassini,sui
templari,su chi fosse lui e le sue vere motivazioni per essere
nell'Hokkaido. Tuttavia non poteva ancora dire se era un nemico
oppure qualcuno che potesse aiutarlo e anche se fosse stato utile
per trovare delle risposte chi gli diceva che quell'hanyou non fosse
in combutta con Akira stesso per poterlo trovare e sapere la sua
posizione? Sarebbe meglio stare sulla difensiva e agire con
cautela,da un po' di tempo tutte le persone con la quale era entrato
in contatto o nascondevano qualcosa o lo volevano morto, nel caso di
Akira sembrava lo volesse dalla sua parte,chissà
perché poi,ma ad
ogni modo non era quello il momento per farsi prendere dai dubbi e
tornò con la mente alla situazione attuale.
“Come
fai a saperlo?”
“Te
l'ho detto,la foresta se la sai ascoltare ha sempre qualcosa da
rivelare,dalle cose di tutti i giorni a quelle più rare ed
incredibili. Prendi ad esempio l'accenno alla storia che stavo
raccontando prima,ne hai mai sentito parlare prima?”
“Le
favole non mi interessano,preferisco fatti più reali e
concreti.”
“Male,perché
quella che tu definisci come una storia per bambini,una volta i tuoi
antenati l'avrebbe chiamata fede e da ciò avrebbe tratto un
insegnamento. Le persone come me svolgevano un ruolo molto importante
nelle società degli yokai,quando ancora vivevano di quello
che il
mondo gli offriva e al posto dei castelli la capanna di un capo
villaggio era il luogo più sontuoso che si potesse trovare.
Una
volta gli yokai non erano così superficiali come lo sono
oggi,c'era
qualcosa di sacro nella vita di tutti i giorni,oggi solo gli yokai
che vivono a nord e gli Ainu ricordano ancora queste storie che
appartengono alla tua razza,storie che stanno scomparendo poco alla
volta,insieme alla memoria di esse.”
“Se
è vero quello che dici allora come mai un Hanyou sa
così tante cose
sugli yokai e visto che me ne stai parlando cosa c'entra con me tutto
questo?”
Tra
i due scese un improvviso silenzio,si guardarono un attimo e mosse
una delle mani dietro la schiena rivelando alla luce del fuoco quella
che sembrava una coppetta d'argilla. Al suo interno vi era uno strano
liquido verdastro e l'odore che proveniva da essa non prometteva
nulla di buono. Sesshomaru guardò il contenuto del piattino
con
curiosità mista a sospetto e con uno sguardo che non
nascondeva
affatto la sua preoccupazione verso quel piccolo oggetto.
“Che
roba è quella?”,chiese Sesshomaru con leggero
disgusto.
“E
per te,bevi.”
“E
perché dovrei farlo?”
“Mi
hai chiesto che cosa c'entra tutto questo con te,questo ti
aiuterà a
comprendere.”
“Non
mi hai ancora detto che cos'è questa brodaglia e comunque
non sembra
così invitante.”
“E
un misto di piante e funghi tipici di questa regione,tranquillo non
ti ucciderà,o forse il grande Sesshomaru teme il confronto
con
qualche foglia?”
Sesshomaru
non accolse bene la provocazione del cervo e lo fissò in
malo modo.
Era stato sfidato apertamente e senza troppi giri di parole. Ma forse
non era tanto per la provocazione in se di per se,ma il fatto che era
stato un Hanyou a dirgli quelle parole forse lo avevano toccato un
po' nell'orgoglio,per quanto non provasse più lo stesso
disgusto e
disprezzo per gli umani e gli ibridi come suo fratello non voleva
dire che certi pregiudizi erano duri a morire,anche per uno dayokai
come lui,che da tempo ormai era abituato alla presenza di altre razze
nella sua vita all'infuori della sua. Con gesto secco prese la tazza
e buttò giù il contenuto in un solo sorso,cosa
che gli diede un
saporaccio orrendo su tutta la lingua,era come ingoiare un misto di
fango,pesce andato a male e del sakè molto forte. Il suo
volto
mostrava chiaramente i segni del disgusto.
“Bene
ho bevuto,non so che intenzioni avevi ma non ha avuto alcun effetto,i
veleni non mi fanno nulla.”
E
appena finì di dirglielo cercò di puntargli un
dito contro come
segno di risolutezza delle sue parole,ma non fece in tempo a tenerlo
dritto che sentì la mano col dito puntato cadere verso il
basso come
se fosse un sasso. Appena cominciò a preoccuparsi della cosa
anche
il braccio toccò terra e poco dopo cominciò a
inclinarsi su di un
lato fino a che,lentamente e dolcemente si accasciò su di un
fianco
con lo sguardo fisso di fronte a se,era immobile e dallo sguardo
assente assente,come un pesce spiaggiato che ha smesso di respirare
da qualche minuto. Urtak continuava a fissarlo come se non fosse
successo niente per poi spostare la sua attenzione sulla tazzina e il
suo contenuto,non né aveva lasciato neanche una goccia e nel
constatare ciò il cervo si lasciò scappare uno
sguardo di vero
stupore.
“Il
tuo corpo sarà pure allenato contro i veleni che tendono a
uccidere,ma forse quello che non sai è che in natura
esistono
piante,fiori,funghi e radici che se ingerite nelle dosi giuste
rilasciano veleni che non uccidono,ma fanno entrare la mente e
l'anima in uno stato in cui il mondo sembra avere tutt'altro
aspetto,sostanza e consistenza diverse da come normalmente lo si
concepisce. Noi sciamani facciamo uso di queste sostanze per
ascendere dal mondo naturale ed entrare in contatto con quello
spirituale in maniera più profonda e personale. Ora alzati e
seguimi,c'è una storia che è giusto che tu
conosca.”
L'inuyokai
sentì la voce di Urtak in maniera distorta e dalla
tonalità
deforme,più basse e cavernosa, mentre la terra che sentiva
sotto di
lui sembrava tremare leggermente e il fuoco gli parve più
luminoso e
accecante,quasi come se un frammento di sole fosse entrato sottoterra
e avesse cominciato a illuminare tutta la stanza. Provò a
rialzarsi
il più velocemente possibile ma le membra gli parvero
pesanti e la
testa molto più leggera e quando si rialzò
completamente la prima
cosa che fece fu di chiudere una delle mani e muovere un pugno verso
l'uomo di fronte a lui. Ma per quanto il colpo a Sesshomaru parve
veloce in realtà era stato talmente lento che sembrava
essere
tirato da un assonnato e quindi lo sciamano non dovette far altro che
fare un passo di lato e nulla più. Sesshomaru si
sbilanciò in
avanti e dopo due passi si fermò di colpo evitando
così di cadere a
terra,le sue movenze erano simili a quelli di un ubriaco e come tale
faceva a reagire a quello che gli stava succedendo. I suoi sensi
erano alterati in maniera drastica ed era la prima volta che si
sentiva in quello stato in cui tutto era rimasto uguale e allo stesso
tempo era diverso. Le immagini sui muri gli parvero vibrare e
prendere vita,le figure di caccia si mossero animati da un soffio di
vita dando spessore e realismo ai cacciatori,che tiravano pietre e
giavellotti a grandi prede che poi morivano e venivano squartati e
macellati sul posto. Fu così anche per altre scene,dove
anche qui le
figure sembravano muoversi da sole,nelle immagini non c'erano
villaggi nel vero senso della parola,erano state disegnate una serie
di quelle che sembravano tende e nel mentre le immagini che
popolavano anche quella scena cominciarono a muoversi, un gruppo di
bambini che giocavano e correvano per tutto il muro,mentre le donne
indaffarate cucinavano la carne fresca di cacciagione oppure
lavoravano le pellicce delle prede catturate mentre un uomo,vestito
di uno strano abito lungo decorato con ossicini e pietre di vario
tipo batteva un bastone su quello che sembrava una specie di
tamburo,mente girava su se stesso e nello stesso tempo guardava il
cielo. Sesshomaru sapeva bene che non avrebbe potuto dire normalmente
quali personaggi rappresentavano cosa fossero o cosa facessero nello
specifico,ma dopo aver bevuto quella strana bevanda sentiva in
qualche modo di aver assorbito il significato di quello che stesse
vedendo ma che non sapesse come ci era riuscito. Ma la sua attenzione
andava ad Urtak e nonostante la pessima coordinazione che aveva con
tutte le parti del suo corpo faceva fatica a girarsi dall'altra parte
e ricerca la figura dello sciamano. Lo vide in lontananza vicino ad
un muro,ma quando si era spostato? Non aveva importanza,ciò
che gli
importava era raggiungerlo è capire cosa gli avesse fatto.
Ogni
passo che faceva era come se al posto della carne i suoi piedi
avessero il piombo,erano pesanti e si muoveva continuamente in
bilico,in preda a chissà quale effetto.
“Che
cosa mi hai fatto maledetto?”
Disse
Sesshomaru ma dal suono della sua voce sentì che
arrivò alle sue
orecchie in maniera stridula e acuta,quale orribile mutamento stava
subendo il suo corpo. Urtak dal canto stava passando una mano sulla
parete con un movimento leggero e al tempo stesso pacato,come uno
studioso che sposta il dito delicatamente per seguire con attenzione
la riga da leggere ed imprimere nella memoria. Vide che Sesshomaru si
stava di nuovo avvicinando a lui con le stesse intenzioni di prima,ma
non rappresentava un problema in quelle condizioni,i diversi estratti
vegetali e il ricavato dei funghi bevuti in un solo sorso erano
pericolose anche per un dayokai, gli effetti sulla mente di quel tipo
di bevande cambiavano in maniera drastica,seppur per un determinato
lasso di tempo che andava da individuo a individuo, una forte
sensazione di confusione,seguita da paralisi motoria,forte stato
confusionale e sopratutto alterazione della realtà
circostante, che
stimolava l'immaginazione del soggetto che aveva bevuto quella
sostanza,gli sciamani la conoscevano come il latte degli
spiriti,veniva bevuta durante alcune cerimonie importanti per chi
doveva ascendere con la mente in uno stato di consapevolezza
superiore con gli spiriti della natura o in quel caso,per accedere ad
una conoscenza antica e quasi dimenticata. L'hanyou si aspettava che
l'inuyokai se ne sarebbe stato a terra e avrebbe fatto la sua
esperienza mistica fermo e immobile al suolo,dove solo la sua mente
avrebbe reagito a quello che stava per succedergli,anche se gli aveva
detto di seguirlo non credeva che ci sarebbe riuscito alla prima
volta. E invece si era rimesso in piedi,con molta fatica certo, ma
non per questo con meno successo dimostrando che Sesshomaru era
fisicamente e mentalmente più resistente del normale,potendo
così
reagire a quello che per il suo corpo era una sostanza dannosa,senza
subirne le conseguenze in maniera passiva. Urtak pensava che sarebbe
stato meglio così,se non altro l'esperienza che stava per
fargli
affrontare sarebbe stata percepita in maniera completa anche per
mezzo delle sensazioni fisiche.
“Molto
tempo fa....”, disse Urtak osservando il cane,
“Quando gli yokai
erano più rispettosi del mondo che li circondava e gli umani
erano
una razza più giovane,una barca navigava in mezzo al mare in
tempesta,su di essa vi era un giovane un ragazzo,esattamente uguale a
te,non sapeva dove stesse andando n'è tanto meno quanto
tempo ci
avrebbe messo,sapeva solo che le onde erano forti e il cielo non gli
dava tregua.”
Urtak
fece uno strano movimento con le mani e passò il palmo sulla
parete
umida e da essa raccolse poche gocce e le lanciò addosso a
Sesshomaru. Ma per quanto sembrasse una cosa da nulla il cane
avvertì
quelle poche gocce come un potente getto d'acqua che lo
buttò a
terra con la potenza degna di un fiume in piena e quando
cercò di
rialzarsi era cambiato tutto. Si ritrovò a galleggiare in
cerca
d'aria,circondato da acqua in tumulto e un cielo più scuro e
denso
di una coltre di fumo. Il cielo tuonava e le onde rischiavano di
travolgerlo,com'era possibile? Fino a un secondo fa era sottoterra e
adesso in mezzo al mare? Non era vero,non poteva esserlo. Si
guardò
attorno alla ricerca di qualcosa sulla quale aggrapparsi e sottrarsi
al moto impetuoso delle onde. Fu per un solo istante illuminato da un
tuono,ma la vide,una barca che scendeva dalla cresta di un onda e si
stava dirigendo nella sua direzione,si preparò ad
aggrapparsi al suo
passaggio e quando lo avrebbe fatto ci avrebbe messo tutto se stesso
per mettersi al sicuro. La vide scendere ad una velocità
impressionante e nel mentre chiamò a se la sua forza per
avere una
presa salda e sicura e quando l'imbarcazione arrivò vicino
al suo
volto mosse rapidamente le mani e subito si aggrappò al
bordo
scivoloso facendosi trascinare con lei in balia degli eventi,eventi
che per la sua mente non avevano alcun senso. Si tenne forte e appena
poté tirarsi su fece leva con entrambe le braccia e
spingendosi con
le gambe che a loro volta era mosse dalla forza del mare in burrasca
si lanciò dentro la barca come un naufrago in cerca di
salvezza,trovandosi così finalmente nel punto più
sicuro di tutta
quella baraonda. Completamente fradicio e preso alla sprovvista fece
a fatica ad osservare che dentro all'imbarcazione c'era qualcun
altro,era lui e lo riconobbe. Era lo yokai della spiaggia,quello
rappresentato nella statua,si teneva alla barca tenendo le mani sul
bordo della nave e con la testa abbassata restava fermo,con la testa
incassata tra le spalle e la schiena curva. Non poteva dirlo con
certezza dato la pessima illuminazione dovuta di tanto ai fulmini e i
tuoni che rimbombavano nell'aria,ma gli sembrava che i suoi occhi
stessero guardando qualcosa sullo scafo e sembrava fin troppo preso
dalla cosa per accorgersi che un altro yokai era sulla sua
imbarcazione. Curioso abbassò lo sguardo anche lui e vide
che in
basso era presente la tavoletta con i strani simboli incisi sulla
superficie ma questa volta parve diversa,c'era una piccola luce sopra
di essa a forma di freccia che sembrava indicare un punto ben
preciso.
“Chi
diavolo sei tu?”
Sesshomaru
parlò verso il proprietario della barca,ma questo non lo
guardò
neanche come se nemmeno ci fosse li,come c'era da
aspettarsi,esattamente come nella sua ultima esperienza dentro la sua
mente,non gli aveva risposto n'è tanto meno lo vedeva,era
inesistente per lui. Poi all'improvviso la barca si alzo
improvvisamente sospinta dalla marea furiosa,tanto forte fu il colpo
ricevuto che Sesshomaru fu sbalzato fuori non facendo in tempo ad
aggrapparsi al legno per restare sull'imbarcazione e proprio quando
stava per rientrare in acqua la scena cambiò di
colpo,tornado di
nuovo in quella caverna sotto la collina. Era disteso a terra,ancora
scosso e confuso su quanto accaduto. Si guardò attorno dando
rapide
occhiate attorno a se e cercando di fare mente locale della
situazione,ma la bizzarria della sua situazione era talmente
selvaggia e caotica che non poteva essere certo se quello che stesse
vivendo fosse semplicemente un illusione dovuta alla bevanda che
aveva ingerito molto poco saggiamente oppure era il luogo in se che
poteva influenzare la potenza della sua condizione. Cercò di
rifletterci su ma la sua testa gli girava a tal punto che ora la
stanza sembrava ancora più viva di prima,non solo le
immagini
avevano preso vita ma adesso sentiva anche i suoni provenienti dalle
diverse scene tutte attorno a lui,come ad esempio le voci degli
uomini e del verso degli animali abbattuti provenienti dalle scene di
caccia o ancora i tipici suoni di una comunità come quelle
dei
villaggi,con le donne che parlano e i contadini che lavorano nei
campi. Erano suoni e rumori che si mescolavano casualmente tra di
loro e tanto erano numerose che dato il suo udito finissimo,ma poi
tutto terminò quando ancora una volta la voce di Urtak
arrivò alle
sue orecchie con tono normale.
“Ma
nonostante la forza del mare agitato e la tempesta che lo
assalì
riuscì a giungere su una costa dalla sabbia fine e con in
mano la
tavoletta che aveva preso con se decisi di incamminarsi
nell'entroterra avendo solo la tavoletta come guida verso
ciò che
stava cercando. Passarono due giorni senza che incontrasse
nessuno,non conosceva la terra nella quale era giunto e non sapeva
cosa aspettarsi,sapeva solo quale direzione prendere,ma a parte
questo non possedeva informazioni su quel luogo e per lui il pericolo
poteva giungere in ogni direzione. Il terzo giorno giunse nei pressi
di una tribù di inuyokai,devi sapere che a quei tempi la tua
razza
non era molto dissimile da quella degli yoro,erano cani nomadi senza
una terra da chiamare casa,dormendo in tende fatte con pelle animale
e vivendo ancora di caccia e raccolta,mangiando quello che potevano
quando potevano.”
Sesshomaru
lo vide di nuovo vicino ad un altra pittura muraria con tutta la
scena che gli muoveva attorno. Lo vedeva tranquillo e statico,mentre
camminava a bordo del murale osservando le figure disegnate sopra.
“Appena
entrò nel loro accampamento gli uomini a difesa della
tribù gli
vennero incontro con le lance e i pugnali in mano e lo costrinsero a
seguirli per fargli incontrare il loro capo,temendo che appartenesse
ad una tribù nemica.”
Le
urla degli uomini provenienti dal murale si fecero più forti
fino a
che un fischio improvviso non urtò i timpani di
Sesshomaru,che per
istinto si portò una mano ad un orecchio e chiuse gli
occhi,reagendo
per istinto a quel fastidioso impulso uditivo. Appena schiuse le
palpebre la scena cambiò nuovamente. L'ambiente attorno a
lui ora
era dominato da un paesaggio montano,alle cui pendici sorgeva un
accampamento di tende in cui gli abitanti sembravano vivere in
maniera simile alle tribù di lupi. Erano tutti inuyokai e
nessuno
dei presenti che vedeva aveva un aspetto civile,vestivano di
pelliccia e andavano in giro scalzi,per quanto non fossero di aspetto
sgradevole non sembrava gente molto pulita e alcuni sembravano
più
trasandati di altri. Ma a parte questo non erano molto diversi dai
cani della sua epoca,avevano un aspetto gradevole e fisicamente
avevano corpi prestanti e snelli, ma i loro modi e costumi erano
così
diversi dai suoi che difficilmente riusciva a credere che quella
gente fosse la sua e si chiedeva se davvero un tempo la razza era
effettivamente così. Aveva altre domande su quello che stava
vedendo,quando la sua attenzione fu rapita da un grande clamore di
voci riunite in un unico punto e per tanto si incamminò in
direzione
del suo interesse, durante il tragitto vite le solite
attività di
vita quotidiana che si poteva vedere in un villaggio: un gruppo di
cacciatori intenti a tornare con la preda catturata,in quel caso un
cervo e alcune oche selvatiche,un intagliatore che lavorava su una
piccola figurina di legno,alcune donne intente nella preparazione dei
pasti e da quello che vedeva si direbbe qualcosa a base di riso e
uova messi a cuocere in un tegame di argilla. Continuava ad osservare
quell'esistenza che gli vorticava attorno e in qualche modo si
sentiva estraneo a quel luogo,cosa più che normale dato che
non
aveva mai visto nulla di simile,ma allo stesso anche incuriosito,era
la prima volta che vedeva dei suoi simili riuniti in una maniera
così
sociale e anche così rurale. Era abituato a pensare alla sua
gente
come una razza raffinata e legati all'etichetta di corte,alla
nobiltà
e alla raffinatezza,invece quella gente sembrava non conoscere niente
di questo. Il suo improvviso interesse per quella visione fu subito
catturato da qualcos'altro,un nugolo di voci si fece udire ad una
ventina di metri e farsi più forte nella sua direzione.
Spostò lo
sguardo verso la fonte del suo interesse e quello che vide fu un
gruppo di inuyokai armati di lance e protetti da quelle che
sembravano delle rudimentali protezioni in osso disposti sulle gambe
e sulle braccia e attorno alla testa indossavano un coprifronte di
cuoio con alcuni monili in osso e pietra legati all'accessorio per
mezzo di treccine e cordicelle. E in mezzo a loro rivide la figura di
quell'uomo,lo stesso della barca e lo stesso che si trovava sulla
spiaggia,era di nuovo lui,questa volta però si trovava in
mezzo a
loro,con due di quegli uomini puntargli le punte delle loro armi
dietro la schiena. A giudicare da quello che stava vedendo non
sembrava passarsela bene,sembrava essere tenuto in ostaggio e
costretto a seguirli,anche se a vederlo bene però quel tizio
non
sembrava né preoccupato né tanto meno spaventato.
Le altre persone
li attorno guardarono stupiti la figura dello straniero che stava
passando accanto a loro,i suoi abiti e il suo aspetto erano
così
diversi dal loro,che erano vestiti in maniera più semplici e
primitiva. L'aspetto dell'uomo era più ordinato e la sua
capigliatura e più corta e curata al meglio,le sue vesti
erano
qualcosa che quei inuyokai non avevano mai visto e si chiedevano chi
fosse e da dove proveniva,stessa domanda che si poneva anche
Sesshomaru,ma per ragioni completamente differenti. Sesshomaru non
sapeva bene cosa fare in quel luogo né tanto meno dove si
trovasse,l'unica cosa certa e che quell'essere che tanto gli
assomigliava era l'unica costante che lo tormentava da quando aveva
lasciato il villaggio e lo aveva seguito anche li in Hokkaido,insieme
al timore degli strani viaggi che faceva quando dormiva e di quel Jin
che di tanto in tanto gli parlava da dentro la sua testa.
Perciò
fece l'unica cosa che gli passò di mente in quel
momento,seguirlo.
Mentre la gente restava immobile ad osservare l'arrivo dello
sconosciuto Sesshomaru si mise in cammino per seguire le guardie e
vedere lo stessero conducendo,a giudicare dal loro andamento
sembravano avere una gran fretta,con un aggiunta di nervosismo per
condire gli umori. Continuavano a punzecchiarlo,a spintonarlo e
quell'uomo invece sembrava cerca il dialogo con i suoi aguzzini,non
sembrava preoccupato ne intimorito dai loro modi e mentre parlava
muoveva anche le mani in maniera svelta e continua,come a voler dare
enfasi alle proprie parole con l'aiuto dei gesti,ma peccato che la
cosa non sembrava funzionare. Ad un certo l'inuyokai smise di seguire
il gruppo di guerrieri che si fermarono in quello che sembrava un
largo spazio vuoto in mezzo all'accampamento,dove in mezzo ad esso si
trovava una specie di trono,era fatto con ossa di animali,legno e
imbottito di pelliccia e un vistoso teschio animale,probabilmente un
rettile molto grosso e su di esso vi era seduta una ragazza,portava
una lunga chioma nera con una lunga treccia che le scendeva lungo la
schiena,aveva un viso dai lineamenti attraenti e duri,due occhi color
nocciola e una piccola cicatrice sulla guancia destra. Fino a qui
nulla di strano,se non fosse stato per le vesti in pelliccia che le
cingevano il petto,la zona del bacino e alcune strisce di cuoio che
le cingevano i palmi delle mani,la zona non coperta dalla pelliccia
mostravano un fisico muscoloso,ma in un qualche modo dalla forma
armonioso,grossa ma non esagerata,anche se prima vista sembrava
abbastanza forte da far impallidire persino un oni e l'ultimo
dettaglio erano delle strisce viola segnate in alcuni punti del corpo
come le braccia,le gambe e i lati del volto,che conferivano alla
giovane un aspetto ancora più minaccioso. Fu su quell'ultimo
dettaglio che lo sguardo di Sesshomaru si concentrò
maggiormente,il
colore dei segni e la loro disposizione sui diversi punti del corpo
erano gli stessi che possedeva anche lui sulla sua pelle,com'era
possibile una cosa simile e chi era veramente quella ragazza? Era
bastato un solo sorso di quella bevanda per spedirlo in un altro
mondo,forse non fisicamente,eppure tutto gli sembrava così
reale e
gli riusciva difficile non credere di trovarsi in un altro luogo,o in
un altra epoca come ormai credeva. Si stava accorgendo che l'effetto
di quella roba era simile ai suoi precedenti viaggi all'interno della
sua mente,ma con la differenza che la libertà di movimento
era molto
maggiore rispetto ai suoi sogni,seppur la percezione alterata della
realtà gli faceva vedere il mondo reale come qualcosa di
incomprensibile,dove la fantasia riusciva a sopraffare la
realtà con
successo garantito,per ora come vedeva la cosa era più un
male che
un bene. La ragazza diede un occhiata al ragazzo e gli diede un
attenta occhiata,lo scrutò accuratamente e poi fece segno
con la
mano a quegli uomini di allontanarsi. Eseguito l'ordine gli uomini si
scostarono dal ragazzo lasciandolo libero dalla minaccia delle loro
armi,subito dopo la ragazza cominciò a parlare,ma anche lei
si
esprimeva in una lingua sconosciuta e incomprensibile,ma dal tono
sembrava voler essere autoritaria e intimidatoria. Il ragazzo da
parte sua allargò le braccia e alzò gli occhi al
cielo,forse in
segno di rassegnazione e subito dopo tirò fuori qualcosa
dalla sua
veste,la tavoletta,la stessa che lo aveva condotto fin li,la stessa
che Toran aveva recuperato dalla dimora di Akira. Lui mosse le dita
sulla superficie della pietra e questa subito reagì
emettendo
strisce di lucenti che formavano immagini che agli occhi di
Sesshomaru non sembravano aver alcun significato, tuttavia vedere uno
di quegli oggetti all'opera era uno spettacolo stupefacente,come la
strana sfera che Ezio si portava alla cintola dentro un sacchetto di
pelle. Poco volte l'aveva vista all'opera e non aveva idea di cosa
fosse o di come funzionasse,sapeva solo che gli Yuki li aveva
chiamati frammenti del paradiso e che c'entravano qualcosa con una
civiltà scomparsa nella notte dei tempi,qualunque cosa
fossero
possedevano delle capacità straordinarie,ancora ricordava i
vaghi
effetti che aveva subito per mano loro. Era stato paralizzato nel suo
primo scontro con Ezio,il tempo si era bloccato alla festa di Akira e
subito dopo sotto il castello il suo corpo era stato fatto a pezzi e
ricomposto in un luogo completamente differente,per poi tornare li
sotto,il loro potere era qualcosa che non aveva mai visto in vita sua
e non riusciva a trovare un collegamento con altre cose del suo mondo
altrettanto simili a quelle,ne la sua spada Bakusaiga né
tanto meno
la sfera dei quattro spiriti,quale mondo era mai stato in grado di
produrre oggetti simili? La sua attenzione fu distolta da un grido
improvviso,la ragazza parve essersi agitata in maniera rabbiosa a
qualcosa che aveva fatto il ragazzo della barca,non capì
bene cosa
dato che lui sembrò cercare di tranquillizzarla e anche se
non
capiva cosa si stavano dicendo comprese che le cose non sarebbero
andate bene. La ragazza abbassò la mano verso il trono dove
ad uno
sguardo più attento dell'inuyokai si accorse della presenza
di una
grossa ascia,dal lungo corpo di legno e della piatta testa dell'arma
completamente bianca,ricavata probabilmente dallo scheletro di una
qualche bestia molto grande. La maniera in cui muoveva la grande arma
faceva intuire che la ragazza non stava facendo solo scena,sembrava
molto competente nell'utilizzo di quel grande e impressionante
strumento di morte,la forza non le mancava e le intenzioni nemmeno
per adoperarla contro il nuovo arrivato,che tuttavia non sembrava
volesse combattere.
“ Chissà
perché ho la sensazione che sta per accadere qualcosa di
violento.”
Disse
Sesshomaru a se stesso dato che non c'era nessuno li che si sarebbe
accorto di lui,anche se parlare con qualcuno in quel momento era
l'ultima delle sue intenzioni al momento. Lei mosse l'ascia
all'ultimo in ampio fendente laterale tenendo l'arma con entrambe le
mani e lui in tutta risposta rotolò di lato facendo andare
il colpo
a vuoto e che sorprendentemente l'ascia non sbilanciò la
ragazza,che
riuscì a restare salda e si mise in posizione da tirare un
altro
colpo. Lui si riprese subito dalla rotolata improvvisa e con un mano
andò ad afferrare qualcosa che teneva sotto i vestiti,si
mise in
posizione di guardia e quello che tenne in mano lo mostrò al
suo
aggressore, un pugnale dalla lama in metallo,dalla lama ricurva e
sottile. Era chiaro come il la luce del giorno che i due stavano per
scontrarsi e Sesshomaru,in disparte,se ne restò a guardare
la
scena,consapevole come tutti gli altri presenti,che lo scontro era
inevitabile. Non sapeva cosa stesse succedendo né tanto meno
come ci
era arrivato,sapeva solo che quel mezzo cervo gli doveva delle
spiegazioni su quello che gli aveva fatto e su quello che stava
passando,consapevole che in un modo o nell'altro era opera sua se gli
stava succedendo questo....e anche per avergli proposto di bere
quella strana brodaglia inquietante. L'unica cosa certa era una
sola,la prossima volta che qualcuno lo avrebbe incitato a bere un
liquido strano e dall'aspetto poco rassicurante,sarebbe stato certo
di non farlo,mai più.
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