Something you can't choose
SOMETHING YOU CAN’T CHOOSE
Ci sono cose che
avrei potuto scegliere diversamente, altre cose sono successe e basta
senza che potessi muovere un dito a riguardo.
Kenma
si era ritrovato a svegliarsi di soprassalto col suono impellente
della sveglia sul telefono che gli ricordava che a breve Kuroo
sarebbe venuto a prenderlo per assicurarsi che arrivasse a scuola.
Nonostante
le tre ore scarse di sonno, il finto biondo riuscì ad aprire gli
occhi per accorgersi che se non si fosse alzato da li a poco il
ragazzo sarebbe certamente entrato in casa e lo avrebbe preso di
peso.
Stirandosi
ed esordendo in un sonoro sbadiglio, il ragazzo si diresse verso il
bagno per lavarsi faccia e denti prima di prendere la divisa
scolastica e la borsa per gli allenamenti del pomeriggio.
--Kenma, scendi
Kenma
sapeva che era solo questione di momenti prima che la voce del suo
amico disturbasse
l’intero vicinato.
Di
tutta risposta prese
il telefono e scrisse un veloce messaggio al ragazzo sotto casa sua
Kuroo, non gridare o sveglierai
tutti. Sto scendendo
-Kenma
Mise
il telefono in tasca, salutò la madre che gli stava augurando buona
giornata e scese le scale chiudendosi la porta alle spalle.
Era
una giornata soleggiata e abbastanza calda per essere autunno
inoltrato.
--Ci
hai messo stranamente poco, ti sei svegliato presto oggi?
Kenma
ripensò al trauma di essere svegliato di peso il giorno prima
--Prima
di ieri sicuro
Kuroo
lo guardò per un istante notando le occhiaie che stavano fiorendo
sul suo volto
--Se
non inizi a dormire bene ti ammalerai
Beccato
Pensò
Kenma guardando altrove e incamminandosi verso l’autobus seguito da
Kuroo.
–
A
lezione Kenma non riusciva a concentrarsi: un po’ per le scarse ore
di sonno della sera precedente, un po’ per quelle parole che gli
tornarono in mente le ultime parole che si ricordava del sogno fatto.
In
realtà non si ricordava praticamente nulla di quel sogno, però
essendosi svegliato con quelle parole in mente non riusciva a non
pensarci.
Non
era mai stata una persona che badasse molto ai sogni, tuttavia questa
particolare frase continuava a rimbombargli nella testa.
Ripensando
a molte cose della sua vita, alle scelte fate e dove era arrivato
quella frase era molto calzante: aveva scelto di seguire Kuroo
giocando a pallavolo, aveva scelto di impegnasi per i suoi amici,
aveva scelto di avere affianco qualcuno al suo fianco.
La
campanella lo riportò alla realtà, era ora di pranzo.
Era
troppo faticoso cambiare posto e andare sul tetto considerando gli
allenamenti che avrebbe dovuto affrontare da li a poco, meglio
evitare le rampe di scale.
Prese
la sua PSP sempre nella borsa e si mise a giocare mentre mangiava un
onigiri al salmone.
--Hey
Kenma, andiamo a prendere aria?
La
voce di Kuroo interrompeva sempre qualsiasi momento di pace che
stesse vivendo il giovane.
--Kuroo,
troppe scale
Non
fece in tempo ad aggiungere altro che l'alzatore venne preso
sottobraccio dal corvino ragazzo e, con ancora la sua PSP in mano,
trascinato verso il tetto
Perchè me lo
chiedi se tanto fai come vuoi?
Così,
mentre continuava a livellare il suo personaggio, Kenma venne portato
di forza sul tetto assieme al suo pranzo.
--Kenma
dovresti mangiare bene
Non
aveva tutti i torti dal momento che stava mangiando tenendo in bocca
il suo onigiri e masticandolo furiosamente per non staccare le mani
dalla console.
--Okay
sequestro
Kenma
non fece in tempo a ribellarsi che la sua console fu presa e messa in
tasca dall’amico
--Avanti,
Kuroo stavo per finire il livello
--No,
prima mangi
--Cosa
sei? Mia madre?
--Al
massimo tuo padre, e no
Esordendo in un sonoro sbuffo, Kenma si arrese alla volontà del corvino
rassegnato dal fatto che non avrebbe mai avuto abbastanza energie per
ribellarsi .
--Kenma,
stavo pensando: cosa faresti se non ci fossimo mai incontrati?
Era
solo un’altra delle domande senza senso di Kuroo, ma questa vola
Kenma rimase senza una risposta pronta.
Cosa avrei fatto
se non ti avessi incontrato?
La
verità è che non lo sapeva, era stato con Kuroo da una vita: si
conoscevano fin da quando erano piccoli, avevano sempre fatto tutto
assieme, le loro famiglie si erano sempre trovate assieme per
festività e varie. Era come chiedergli cosa avrebbe fatto senza
console. Non lo sapeva, era sempre stata la.
--N-non
saprei Kuroo, ci conosciamo da sempre
--Mh,
immaginavo
Il
volto di Kuroo si dipinse di un lieve, ma percettibile, velo di
rassegnazione.
Da dove viene
quell’espressione? È raro per Kuroo fare una faccia del genere dal
nulla.
Proprio
mentre Kenma stava per chiedere spiegazioni sul suo atteggiamento
qualcuno sbucò dalal porta che collegava il tetto alle scale
dell’ultimo piano
--Hey!
Anche voi qui per la pausa?
--E
Per che altro dovrebbero essere qui?
Erano
Lev e Yaku, probabilmente spinti dalla medesima idea di Kuroo di
avere un po’ di pace durante la pausa pranzo.
Il
volto di Kuroo cambiò espressione in un batter d’occhio,
nascondendo quel velo di rassegnazione che l’aveva assalito
l’attimo prima, rispose
--Sì,
la giornata è bella e non fa nemmeno così freddo e in più mi devo
assicurare che il nostro cervello mangi se vogliamo giocare bene
Kenma
non fece altro che voltarsi verso i due ragazzi invitandoli a sedersi
con loro per tornare a mangiare.
Dopo
quell’episodio, Kenma non seguì nemmeno quel poco di lezione che
prima riusciva a sostenere, venendo risucchiato dai suoi pensieri.
–
--Q-quanto
manca alla fine?
Kenma
aveva l’affanno, era come se oggi avessero fatto il doppio degli
esercizi che erano soliti fare e l’alzatore era allo stremo.
--Facciamo
un ultimo set
Esordì
Kuroo, scatenando la faccia di disappunto sul volto di Kenma.
Kuroo
si stava comportando in modo strano, non lo stava del tutto ignorano,
ma non si stava nemmeno comportando come al solito. Era come se ci
fosse qualcosa che lo avesse infastidito, nonostante Kenma non si
ricordasse di aver fatto nulla di sbagliato.
--K-Kuroo
non ce la faccio più, basta
Kuroo
si voltò e vide il volto rosso per l’affanno dell’alzatore, pure
gli altri erano stremati e lui compreso
--Okay,
per oggi basta
Tirarono
tutti inconsapevolmente un lieve sospiro di sollievo e si diressero
verso le panchine per bere e sedersi per prendere fiato.
Tra
le voci un po sopra i toni di Yaku che rimproverava Lev per gli
appoggi fatti male e il
casino generale, Kuroo prese la sua borraccia e si diresse verso le
porte della palestra per uscire a prendere aria.
Kenma,
non sapendo bene come comportarsi in una situazione simile, si limitò
a guardare l’amico sedersi sui gradini a prendere fiato.
Non saprei
comunque cosa dirgli se andassi la, non avrebbe senso.
Con
questi pensieri che rendevano la testa dell’alzatore pesante, andò
con tutti gli altri a cambiarsi in spogliatoio sentendo lo sguardo di
Kuroo sulla schiena.
--Kuroo
vieni? Guarda che ti lasciamo indietro
Fu
la solita voce di Yaku a riportare alla realtà il ragazzo
--Sì,
arrivo
Alzandosi
con l’aiuto del corrimano delle scale, anche Kuroo raggiunse gli
altri.
–
Col
calare del sole le temperature si fecero più fredde e se prima il
clima era mite adesso faceva decisamente freddo.
--Kuroo,
andiamo? Ho freddo
Kenma
incitò Kuroo ad accelerare il passo dal momento che ogni
sera, dopo gli allenamenti, dovevano tornare a casa a piedi per via
del blocco delle linee di trasporto pubblico.
Di
tutta risposta l’altro aumentò il passo in modo che Kenma
rimanesse comunque una decina di passi dietro di lui.
Ma che gli prende
oggi?
--Kuroo,
la smetti? Sei strano da tutto il giorno: prima mi trascini a pranzo,
poi mi fai domande senza senso, poi tenti di uccidermi al club. Che
ti prende?
Kenma
non stava urlando, però dalla voce Kuroo poteva capire quanto fosse
confuso il ragazzo.
Con
molta calma il corvino si fermò permettendo a Kenma di raggiungerlo
per poi voltarsi a guardalo.
--Davvero
ancora non capisci?
Le
parole di Kuroo confusero Kenma più che mai.
Cosa dovrei
capire io? Ti comporti in modo strano da tutto il giorno e dovrei
essere io quello che capisce?
--Kuroo
quello che stai dicendo non ha senso
--Ovvio
che non abbia senso per te
Le
parole di Kuroo furono taglienti e Kenma stava capendo sempre meno
come si fosse rovato in questa situazione.
--Me
ne torno a casa
Proferì
il biondo dopo una breve pausa, non sapeva come gestire quella
situazione. Ci avrebbe pensato di notte davanti ad uno dei suoi
giochi per sistemare il giorno seguente, era comunque troppo stanco
al momento.
Peccato
solo lui fosse di quell’avviso. Come disse quelle parole Kuroo lo
afferrò per un braccio appena gli passò affianco costringendolo a
rivolgere le spalle contro al muro e bloccargli la via col suo corpo.
--Non
ancora
--Kuroo
lasciami
Kenma
cercò di divincolarsi
con scarso successo.
--Kuroo
cosa stai facendo
--Pensi
davvero che te sia solo un
contorno nella mia vita?
--Cos-
Mentre
Kenma stava cercando di
formulare la frase che,
secondo lui, avrebbe messo fine alla conversazione, qualcosa di caldo
si adagiò sulla sua bocca.
Vide
il ragazzo avvicinarsi senza problemi, non fu precipitoso per non
farsi vedere, al contrario, fu lento e gli diede il tempo di
realizzare ciò che stesse accadendo.
Kuroo
lo stava baciando.
Non
c’era altro, non lo aveva respinto e non gli aveva detto di
fermarsi nonostante lo avesse visto avvicinarsi. Le sue mani si
aggrapparono d’istinto alla felpa rossa del club, fu
un gesto istintivo come lo fu quello di socchiudere le labbra per
permettere a quel bacio di farsi più intenso; occasione che Kuroo
colse appena gli si fu presentata l’occasione. Gli occhi di Kenma
si socchiusero lentamente mentre osservavano con attenzione quelli
del corvino già chiusi.
Sembrava
passata un’eternità quando Kuroo si staccò da quel contatto così
intimo e Kenma ci mise qualche secondo per rielaborare quanto appena
accaduto.
Non
ci mise molto prima che i suoi occhi si espandessero e le gote si
arrossassero. Se il flusso di pensieri che lo assalivano da tutto il
giorno si fosse fermato là, ne sarebbe stato molto felice, ma ciò
aggiunse una marea di pensieri al flusso che continuava già
dall'intero giorno.
--K-Kuroo
--Per
quanto mi riguarda, se non ti avessi mai incontrato avrei dovuto
trovare un modo per farlo. Se non mi avessi seguito
a pallavolo, avrei trovato un modo per stare con te. Se mi avessi
odiato, avrei trovato un modo per farmi apprezzare. Kenma, ci
conosciamo da sempre e non so da quando ho iniziato a sentire un
cambiamento nei tuoi confronti, non lo so davvero e non so davvero
darmi una spiegazione. Ci ho messo tanto ad accettarlo e a capire che
cosa fosse, ad averne la certezza. Non ti sto chiedendo di
accettarlo, se non vuoi, ma non mi ignorare e non respingermi ora che
sai la verità. Se preferisci posso fare anche finta di nulla, ma non
riuscivo più a fare finta di nulla ormai
Kenma
rimase in silenzio, sbigottito. Il cuore gli batteva all’impazzata,
come se avesse corso alla stessa velocità dei suoi compagni di
squadra durante gli allenamenti, come se avesse battuto il boss
finale con 20 hp rimasti. Per un attimo ebbe la sensazione di svenire
da quanto velocemente il sangue gli stesse pompando nelle vene.
Si
rassegnò, non era una battaglia che poteva vincere.
Ah, quindi è
questo quello che si prova.
È questa quella
sensazione pesante nel petto, la paura di essere rifiutati e gli
occhi lucidi.
È questo
l’amore.
--Kuroo,
non sono molto bravo con le persone e nemmeno ad esprimere come mi
sento o cosa provo, però voglio dirti una cosa: stamattina mi sono
svegliato con una frase in testa “Ci sono cose che avrei
potuto scegliere diversamente, altre cose sono successe e basta senza
che potessi muovere un dito a riguardo” e
sono arrivato solo adesso alla conclusione che sia proprio vero. Sai,
io non ho scelto di incontrarti, è successo. Ho scelto di giocare a
pallavolo per te, ho scelto di impegnarmi in qualcosa per te. Quindi,
anche se non ho scelto di incontrarti sei stato il “perchè” di
molte delle mie altre scelte. Se non ti avessi incontrato, avrei
comunque fatto queste scelte? Sarei comunque adesso col cuore in
gola? Sarei comunque felice? Non lo so, ma non mi interessa saperlo
perché se non ti avessi potuto incontrare per “caso” o “destino”
o chiamalo come vuoi, avrei trovato sicuramente un modo per vederti
Kenma
prese un gran respiro per la velocità con la quale aveva pronunciato
tutte quelle parola, cosa inusuale per lui.
--Non
so se sto dicendo qualcosa di sensato in questo momento, ma non
importa. Non so nemmeno se stai capendo cosa sto cercando di dirti
quindi-
Kenma
si aggrappò ancora una volta alla felpa di Kuroo per sollevarsi
lievemente sulla punta dei piedi e raggiungere nuovamente le labbra
del ragazzo davanti a lui, stavolta in un bacio fioco, timido, quasi
come se avesse paura di rompere qualcosa.
Si
staccò quasi subito, tornando coi talloni a toccare il suolo.
--Questo
significa che ance tu?
--Non
farmi domande alle quali non voglio rispondere, mi conosci. Sì, hai
solo dato un nome a tutti i pensieri che avevo da un po’ di tempo
Kuroo
era a metà tra il sorpreso e l’euforico, non sapeva come
trattenersi, non sapeva se ci sarebbe riuscito, ma soprattutto se
avesse voluto effettivamente farlo.
--Hey,
Kenma
--Cosa?
Chiese
Kenma prendendo il telefono tra le mani a controllare l’orario.
--Ti
andrebbe di fermarti da me stanotte? È comunque tardi e domani non
abbiamo le attività del club e nemmeno scuola, possiamo stare da me
a giocare
Se
c’era una cosa che Kuroo sapeva fare meglio di chiunque altro era
saper convincere Kenma a fare qualcosa mettendo in mezzo la sua
passione per i videogiochi.
--O-okay
ma solo se mi lasci il player 1
--Mh
mh
Annuì
Kuroo prendendo impacciatamenete la fredda mano di Kenma nella via
che portava alla sua casa, non comunque lontana da quella del biondo.
–
--K-Kuroo
a-aspetta
--Cosa?
Mormorò
il corvino nell’orecchio del ragazzo che si stava contorcendo sotto
di lui.
--A-avevi
detto che a-avremmo g-giocato
Kenma
sentiva le sue labbra umide percorrergli lo spazio tra il collo e la
scapola andando lentamente a scendere sulla pelle ormai libera dalla
maglia probabilmente ormai relitto sul pavimento.
--Sì,
ma non ho mai detto per quanto
--Ah...s-sei
proprio-
Non
riuscì a finire la frase d’insulto preparata appositamente per il
ragazzo che gli stava ormai calando i pantaloni della tuta
--F-fermati
K-Kuroo è- è troppo così
--Non
ti preoccupare, non andremo fino in fondo ancora, ma fammi soddisfare
questo bisogno che ho di toccarti, di assaporare la tua palle
direttamente
Come fa a dire
certe cose così imbarazzanti senza esitazione.
Pensava
Kenma con quel poco di lume di coscienza rimastogli, inebriatosi
dell’ardore che stava provando grazie a quello che era sempre stato
il suo migliore amico, il suo compagno inseparabile e adesso si stava
tramutando in un compagno di vita.
Kuroo
non perse tempo per leccare la pelle scoperta nell’interno coscia
del biondo, sentendolo gemere e guardando le esili mani aggrapparsi
alle coperte in quella fioca luce che entrava dalla finestra affianco
al letto della sua camera.
Quante
volte l’aveva sognato, quante volte si era svegliato maledicendosi
per fare certi pensieri così indecenti su un amico, quante volte su
quello stesso letto aveva dato sfogo alle sue fantasie e i suoi
istinti.
E
adesso era lì, l’oggetto del suo desiderio, la persona con la
quale avrebbe voluto passare il resto dei suoi giorni e per la quale
avrebbe fatto di tutto. Era li a gemere sotto il suo tocco vorace, le
sue mani curiose che lo toccavano ovunque, si stava inebriando
dell’odore della sua carne bagnata. Il membro ormai svuotato nella
sua bocca stava subendo ancora lievi spasmi per l’orgasmo appena
raggiunto.
--K-Kuroo
--Sh,
è tutto okay non farò altro per stanotte
Kuroo
si adagiò, stanco, vicino al corpo esausto del più piccolo.
Kenma
non sapeva come comportarsi in una situazione del genere, era
imbarazzato e ancora confuso: nella sua testa avrebbero giocato come
sempre a qualche gioco dove la sua supremazia sarebbe stata
indiscussa.
--H-hey
Kuroo
La
faccia di Kenma, ancora accaldata, si girò a guardare quella di
Kuroo
--Sì?
Dimmi
--Non
ho mai scelto di incontrarti sei...capitato se vogliamo dire così ma
sono contento che te sia una di quelle cose che mi siano capitate,
non avrei potuto chiedere altro
Con
quel poco di forse rimastogli il biondo si tirò a sedere sul letto
indossando una delle tante maglia sparse sulla sedia della camera di
Kuroo che gli fece da vestito. Si diresse vero il tavolino dove erano
stati abbandonati i joystick di prima.
--Non
avevi detto di volere la rivincita?
Kuroo
sorrise d’istinto alla domanda postagli, era sempre il solito
Kenma, il ragazzo che stava alzato tutta la notte per giocare ai
videogiochi e non voleva fare troppa fatica per nulla. Adesso era il
suo Kenma però, avrebbe avuto cura di quella persona che il
destino gli aveva messo davanti senza possibilità di scelta. La sua
decisione non presa, aveva deciso di prendere lui.
N.d.A.
Ciao
a tutti!
Oggi
vi propongo una Kuroken che mi ha travolto proprio. Ho scoperto di
avere un’affinità per questo piccolo micio non indifferente, tipo
Kenma mio soul spirit ormai.
Cooomunque,
sono stata indecisa fino alla fine se lasciarla verde, casta e pura o
spingermi un pochino più in là ebbeeeeene sì, ho CHIARAMENTE
optato per la seconda, perché why not.
Mi
sono divertita a scriverla, anche se non ero convinta dei saltini
temporali (barrette) usate, però rileggendola ho pensato non
stessero male (e mi evitassero altre 3 pagine di random scrittura,
almeno).
Quindi
si insomma, ecco a voi questi cuties **, detto questo mi auguro che
vi sia piaciuta e spero di avervi intrattenuto almeno un pochino.
Come
sempre, se vi va lasciate una recensione che mi fa sempre piacere, e
spero sempre di vedervi alla prossima fanfiction!
Vi
mando un bacino spaziale,
_AnotherWorld_
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