Boss

di Pandora1997
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Salve! ATTENZIONE! Questa one-shot è stata scritta al cellulare in una stesura sola quindi ci saranno degli errori grammaticali. Perdonatemi.
 
Sala interrogatori 3, sessione in corso.
Tempo: 13:04:21
Operatore : #A007
 
 
- Will, dici? Come io lo descriverei? Beh non lo vedo da anni, decenni. Non so bene cosa speri di ottenere ma... –
L'uomo fece una pausa per accendersi una sigaretta. Le braci ne illuminarono il viso, e il colore rubino si riflettè sulle lenti degli occhiali. Allargò il petto per accogliere quanto più fumo possibile, per poi buttarlo subito fuori in una densa nuvola.
La donna seduta dall’altro lato del tavolo non si lasciò sfuggire nessuna espressione, se era irritata non l’avrebbe certo mostrato. Gli operatori non hanno emozioni.
-Devo tornare agli anni del liceo, il 2022 se non ricordo male. Io e lui eravamo amici o meglio io ci consideravo tali. Adesso non rida signorina ma eravamo gli scapoli più ambiti dell'Istituto. Allora avevamo addirittura dei fan. Fu un periodo di grandi scopate! Hahahaha –
La donna squadrò attentamente l'uomo seduto davanti a lei . La sua bellezza era ancora evidente, nonostante i 50 anni abbondanti. Il petto era modellato, probabilmente in palestra, il viso era spigoloso e austero, ricco di angoli e linee rette. I capelli bruni erano di media lunghezza e gli coprivano la fronte in modo disordinato dando risalto agli occhi scuri. Gli occhiali, ormai necessari da qualche anno, gli conferivano un'aria ancora più seria.
L'impressione era quella di un uomo vissuto e sicuro di se, rigoroso e passionale. Della cenere gli cadde sul bavero della giacca ma l'uomo non sembrò accorgersene. I suoi occhi stavano guardando altro.
La donna annotò qualche appunto sul P-desk e incoraggiò l'uomo a proseguire.
-Si, mi scusi. Will fu mio compagno di banco per tre anni. Descriverei per primo il suo aspetto anche se lei lo conoscerà bene, almeno la versione datata. Le ho già accennato prima la nostra situazione di maschi più ambiti. Will era un ragazzo bellissimo, occhi e capelli scuri, quasi pece e pelle sempre abbronzata. L’unica cosa che stonava era una piccola cicatrice sul sopracciglio destro che lo tagliava proprio in due.
Scatenava sempre qualche rissa, e giuro che nemmeno una volta ne usciva sconfitto. Io non ero da meno ma mi consideravo più la spalla, un braccio destro. Will era un ragazzo benestante, credo suo padre fosse un pezzo grosso nella farmaceutica.
La donna annuì - Si è corretto - e riprese a scrivere con la sua P-pen.
L'uomo a sua volta annuì – Era un tizio così alla mano! Non lo avresti mai dato per uno di quei ricconi. Ma non credo fingesse, chi avrebbe mai le energie per stare dietro a noi bifolchi tre anni e fingere che ti diverti? Nah, era un tipo apposto. -
- Mi dica di più sul suo carattere, abitudini o vari comportamenti.-
- Va bene signorina, tutto quello che desidera.-
La donna alzò un attimo lo sguardo dalle sue annotazioni e vide l’uomo darle l’occhiata, quella che suggeriva piani per la serata e possibilmente la mattina dopo. Ci era abituata con il genere di individui con cui aveva a che fare ogni giorno, ma da questo signore non se l’aspettava. Beh al tempo non aveva ancora i dati dell’interrogazione e probabilmente questo passato da donnaiolo non era poi così passato.
Ignorandolo riprese a scrivere e l’uomo lo prese come segno di continuare.
- Credo di aver capito la sua vera natura troppo tardi, quando mai era troppo invischiato nei suoi affari e le nostre vite troppo legate. Dio, gli volevo un bene dell’anima ma era malato. All’inizio ero convinto fosse rabbia repressa o qualche stronzata simile ma poi…
C’era questo ragazzino che frequentava la nostra palestra, un tipo pieno di se che cercava guai. Li ha trovati. Oh se li ha trovati. Cercava di attaccare briga ma Will se poteva evitare di perdere tempo con i pesci piccoli lo faceva. Non ricordo precisamente cosa gli disse quel giorno ma qualcosa scattò nei suoi occhi.
Se lo hai visto non puoi dimenticare quel suo sguardo. I suoi occhi si infuocano, ti bruciano dentro. Tutto dentro di lui è fuoco e quando ti guarda così non puoi far altro che cagarti addosso perché sai di aver fatto incazzare una bestia. Persone con tale forza di sentimenti non dovrebbero esistere.
E’ vero che lo avevo visto pestare qualcuno in precedenza ma non sono pazzo, di solito camminavo nella direzione opposta per evitare “fuoco amico”. Oppure me ne stavo buono nell’angolo. Ovviamente se era in svantaggio numerico facevo da braccio destro ma non c’era qualcosa come svantaggio numerico nel suo vocabolario se mi capisce.
Ma quel giorno mi trovavo proprio davanti a lui, gli tenevo il sacco. E’ stato…- L’uomo sembrava in difficoltà a trovare le parole e la preoccupazione che l’aveva attanagliata dopo la lettura del caso mesi prima fece ritorno di colpo.
Quello che le stava raccontando l’uomo non le piaceva per nulla. -… diciamo che è stato illuminante ed ho capito che il mio amico era probabilmente molto malato ed era una buona idea prendere il primo areo per un paese molto lontano.-
-Ma non lo fece. –
L’uomo la fisso intensamente qualche secondo.
-Ma non lo feci. Ed eccomi qua, interrogato da un Alfiere. Forse dovevo prenderlo quell’ aereo dopo tutto.-
-Non si deve preoccupare, lei non è investigato personalmente. Solo la sua connessione con il signor Mcmine ci è di interesse. Dopo questo incontro è libero di andare e tornare alla sua vita.-
-Beh, la mia è una vita noiosa, scommetto che avrà fatto le sue ricerche. Probabilmente questa giornata è la più cosa più emozionante di questa decade. –
La donna si lasciò scappare un sorriso. Era vero che aveva fatto delle ricerche. Ovviamente. Nessuno era più scrupoloso di lei. Aveva notato subito che la vita dell’uomo era la cosa più noiosa che avesse mai letto. Ma era un professionista e addormentarsi sul posto di lavoro non era contemplato.
Voti nella media, diplomato per un pelo e dopo un serie di lavori occasionali era finito a lavorare per una Cooperativa tanto per sopravvivere. Nessun hobby se non la costante visita ad un bar per una birra e la partita di P-sport della settimana. Nessun parente o amico stretto. Un normale Pedone.
Probabilmente avrebbe dato il resto dei suoi giorni per riviverne uno solo come compagno di banco di William III Mcmine, l’unica cosa interessante della sua vita.
-Fatto sta che dopo quel giorno credo si sia accorto che lo guardavo in modo diverso. Mi consideravo un amico migliore, ero convinto di essere l’unico che lo capisse e non avesse paura di lui ma… ho tradito la sua fiducia e mi sono tirato indietro. Il mese dopo ci siamo diplomati. Avevo organizzato una piccola festa tra amici e Will era invitato.
Si è presentato ubriaco fradicio anche se io non ero messo meglio. Ci siamo divertiti come matti ma sentivo ci fosse qualcosa di sbagliato. Sembrava un addio, l’ultima volta che avrei visto William e per quello dovesse essere speciale.-
L’uomo si fermò un attimo come assorto nei suoi pensieri.
-L’ha più rivisto? – fece la donna.
-Uh… no. Si potrebbe dire che quella sera ebbi l’unica intuizione giusta della vita. E se mi dovesse chiedere se l’ho visto ultimamente… la risposta sarebbe comunque no. Basta averlo conosciuto da giovane e una della SCACCO ti bussa alla porta.
Mi chiedo cosa mi succederebbe se un criminale super ricercato mi facesse visita ogni tanto per ricordare i vecchi tempi… -
La donna proseguì con qualche domanda di routine e poi congedò l’uomo. Erano informazioni ma pur sempre datate e sapere che tipo di teenager fosse Mcmine non era certo una priorità.
In pratica era a punto e a capo. Si considerava la migliore tra gli Alfieri, la miglior profiler, la miglior investigatrice, la migliore in azione, la migliore in tutto e dopo mesi di ricerche era finita con un insulso Pedone e la migliore informazione che aveva ottenuto sul criminale più ricercato del mondo era la frequenza con cui aveva rapporti sessuali quando era un giovane.
Fantastico.
 
 
Fuori dalla Stazione l’uomo si incamminò a passo lento ma sostenuto verso il centro città. Era una giornata fretta ed aveva bisogno di rinfrescarsi le idee. Il tuffo nei ricordi lo aveva lasciato pensieroso.
Dopo un’oretta buona si rese conto che era finito in una parte della città non proprio frequentata dall’elite. Di certo non avrebbe visto una Regina o una Torre spuntare da dietro l’angolo. Che fosse stato uno stupido riflesso involontario? Una ricerca di tempi passati dove era solo un teppistello e avere un migliore amico, un compagno, significavano qualcosa.
-Tempo di tornare a casa... –
Svoltato l’angolo fece due passi quando con la coda dell’occhio si accorse di una macchina nera e lucida che stonava dolorosamente con l’ambiente circostante. Come se non bastasse si muoveva a passo d’uomo, un brutto presagio.
Dopo qualche secondo in fatti la macchina si accostò di fianco al marciapiede fermandosi all'altezza dell’uomo. Non c’era modo di equivocare la situazione : la macchina era li per lui.
La portiera si aprì, ma era scuro all’interno e l’uomo intravide soltanto dei pantaloni di buona fattura e delle scarpe lucide.
-Sali-
L’uomo, in piedi davanti alla portiera, si girò intorno in cerca di persone o dei testimoni ma non c’era anima viva. Dalla macchina la voce si rifece sentire.
-Ho sgomberato le strade. Non hai incontrato nessuno per isolati non vedrai qualcuno adesso.-
Ah… ecco spiegato per non era finito derubato o peggio. Dopo un altro secondo l’uomo si decise ad entrare sedendosi alla parte opposta della figura con le scarpe lucide.
L’interno era lussuoso esattamente come suggeriva l’esterno, completamente nero e dai sedili in pelle.
-Amico mio…- Fece l’altro , con un tono quasi incredulo - ho saputo solo un’ora fa della tua intervista, non pensavo lo SCACCO sarebbe risalito proprio a te tra tutti. Non dopo tutti questi anni che sei passato sotto i radar. Ma dimmi, com’è andata? Dire che sono curioso è un’eufemismo. –
L’uomo squadrò la figura davanti a lui. Il suo migliore amico negli anni non era cambiato molto. Sempre dolorosamente bello aveva mantenuto quell’aria da teppistello, nonostante il completo firmato.
-La ragazzina è rimasta impressionata dalla quantità di donne che ti scopavi Will.-
-Tsk come se te fossi da meno…- Poi la faccia di Will si incupì. -Sul serio che le hai raccontato. Quella è il segugio della Scacchiera, se vuoi che ti protegga… dimmi tutto. Non so cosa potrebbe succederti altrimenti.-
L’uomo si trovava nella posizione di non poter dire no. Non dopo che Will lo aveva chiesto così gentilmente.
La macchina intanto era ripartita e in dieci minuti gli raccontò tutto senza lasciare nessun dettaglio.
 Alla fine del racconto Will scoppiò in una risata fragorosa-
- Ahahahaha… “ i suoi occhi si infuocano… ti bruciano dentro…”, ma che… cazzo dici?- non riusciva quasi a respirare.
L’uomo alzò gli occhi al cielo – Ho fatto club teatrale ed eri con me se non ricordo male. – Cosa che fee ridere Will ancora di più.
- Comunque la tipa se l’è bevuta, il ragazzino problematico senza autocontrollo ha sempre avuto un certo appeal. E poi hanno foto della tua faccia da teppista, cosa dovevo inventarmi? Un passato da studente modello? –
-No no,- disse l’altro- asciugandosi una lacrima- sei stato fantastico, quando lo dirò agli altri avremo di che parlare per mesi. Sapevo che potevo fidarmi di te. Quando ho scoperto che eri finito in mano allo SCACCO cosi’ di punto in bianco, hanno scommesso contro di te ma io ti conosco da una vita. Ti piace giocare ma segui sempre il piano, è quello che ci hai insegnato Boss.-
L'uomo sorrise.
-Esattamente Will, bisogna sempre seguire il piano. Mi dispiace solo metterti in questa situazione, forse avresti dovuto prendere per davvero quell'aereo quando eravamo giovani. Non saresti la faccia dell'organizzazione adesso. –
Will per attimo rimase sorpreso dalle parole del suo capo, non si aspettava del rimorso, non davvero dopo decenni che lavoravano insieme in quel modo.
-Nessun problema lo sai. Non sono mai stato una cima e la mia faccia bella com'è andava messa a buon uso. Per te questo ed altro. –
Il Boss sorrise soddisfatto. La lealtà dei suoi uomini lo lasciava sempre pieno d'orgoglio. Tutto era andato perfettamente eppure c'era ancora qualcosa che lo disturbava.
 -La ragazza, Alfiere 7, é brava. Non brava quanto me ovviamente o a quest'ora sarei in manette. Ma ci è andata vicina, molto più di quanto lei stessa immagini. Dovrai occupartene. Ma non ora, abbiamo tempo. –
-Si, Boss. –
L'uomo sorrise crudelmente lasciando la maschera da bravo Pedone cadere -Mi dispiace solo non averci giocato un po' di più, aveva un viso davvero incantevole... –
 
 
Fine




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