La lanterna

di Hiroshi84
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Un aforisma di George Bernard Shaw dice: «L'uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare»
«...e di fantasticare» aggiungo io.
Se mi chiedono: «Quand'è che cresci?» rispondo sempre con un sorriso, tranne nell'udire la seguente e irritante esclamazione: «Sei proprio un bambino!»
Beh, in tal caso tendo a diventare monello. Ehi, bambino no, eh! Sennò faccio bisticcio e non pongo fine al dissidio se l'antipatico o l'antipatica della situazione non mi recita questa formula: «Pace, pace, pace, la cocuzza non mi piace.»
A ogni modo, essendo un grande lavoratore, di fantasia intendo, tra le varie cose, ciò mi permette di riadattare tutto ciò che voglio.
Ecco un esempio concreto: un paio di settimane fa, mentre camminavo lungo un vialetto, notai una lanterna collocata sul muretto di recinzione di una graziosa villetta. Il dispositivo di illuminazione era rivestito con corteccia verdastra che risultava chiaramente dipinta. Osservai per qualche minuto quell'oggetto dal caratteristico design e lo idealizzai in qualità di piccolo robot dalle capacità camaleontiche, complice il verdume della struttura muraria. 
Poteva benissimo trattarsi di un robottino creato dagli alieni, magari alimentato non con il plutonio, ma bensì con l'energia di Plutone che trascorreva le serate e le nottate a spiare i passanti.
Proprio adesso, mi ritrovo a passare nel vialetto, constatando con dispiacere che la lanterna non c'è più. Manco fosse partito E.T. l'extra-terrestre, guardo il cielo. 
Ritengo probabile che Green Lantern (così l'ho battezzato) ha completato la sua missione ed è in viaggio nello spazio. Chissà, forse ai proprietari di questa abitazione, prima di lasciare la Terra avrà rivolto le non udibili parole «Lanterna - Casa.»




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