Regina di Cuori

di Angel TR
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8. "E me lo dici solo adesso?"
32. "È il miglior regalo che potessi ricevere!"
33. "Che tempismo!"
31. "Ho provato a chiamarlo, ma non mi ha risposto!"
19. "Non avevi visto il messaggio? Ma se hai sempre il telefono in mano!"
3. "No, aspetta... era una battuta? Non l'ho capita!"
Quella volta in cui: 1. "Il tuo personaggio ne contatta altri due (o più) per una rimpatriata. Ma...qual è il suo vero fine?"


Organizzare feste e coppie


«Hwoarang, che tempismo, guarda! Ti stavo aspettando da mezz'ora!» sbottò Lili, afferrandolo per un braccio per trascinarlo in casa.
«Scusa, non ho visto» rispose lui, sornione, e sembrava tutto fuorché una scusa. Si infilò le mani nelle tasche e si guardò attorno: nell'ampio ingresso della villa Rochefort erano stipati pacchi e pacchetti sparsi, festoni, decorazioni, ghirlande, sketch di torte e vestiti… insomma, un caos. Hwoarang commentò con un fischio. «Però, Rochefort, tu sì che sai come organizzare una festa di compleanno!»
Lili lo fulminò con uno sguardo. «Non distrarmi! Com'è che non avevi visto il messaggio se hai sempre il telefono in mano? Cosa guardavi, eh? Ah, lo so: foto di Jin Kazama scattate chissà come. Sai che è illegale scattare foto senza il permesso del diretto interessato?» gli fece notare, alzando un sopracciglio, mentre iniziava a impilargli pacchi e pacchetti da abbellire tra le braccia.
Hwoarang ebbe la faccia tosta di non arrossire. «Io non rivendo le foto di Kazama, le tengo per me… come se tu non facessi lo stesso!» protestò.
Lili sembrò punta dal vivo. «Non è la stessa cosa! Io e Asuka stiamo insieme.» Posò forbici e nastri sulla pila di pacchi e poi batté le mani. «Su, su, datti da fare!» ordinò.
Hwoarang sollevò un sopracciglio ma obbedì. «Solo nella tua testa state insieme. Voi europei siete tutti così despoti?» fece, piccato. Rovesciò tutto il materiale sul tavolo nella stanza che gli aveva indicato Lili e si grattò la testa fiammante. «Ma quanti regali ha comprato la bionda a Kazama femmina?» domandò tra sé e sé, sbalordito.
La voce di Lili gli giunse più alta di un'ottava. «Ah!» finse una risata. «Aspetta, era una battuta? Non l'ho capita! Per tua informazione, Asuka mi ama» pronunciò la parola "ama" con particolare enfasi.
Hwoarang roteò gli occhi mentre cercava di sbrogliare la matassa di nastri e nastrini. «Sì, come no» commentò sottovoce. Non l'avrebbe mai ammesso a se stesso ma in realtà invidiava l'onestà e la sfacciataggine di Lili. Se anche lui avesse avuto un pizzico del suo coraggio… Gettò uno sguardo al telefono. E se avesse mandato un messaggino a Kazama? Scosse la testa: no, meglio di no. Affogò subito l'idea malsana tra i pacchetti di regali.
«Hwoarang!» chiamò Lili, improvvisamente. «A proposito del cugino di Asuka… sai, ho provato a chiamarlo ma non ha risposto. Comunque è sempre suo cugino, magari gli interessava darci una mano a organizzare la festa.»
La bionda sorrise astutamente quando sentì un certo trambusto provenire dal tavolo "di lavoro" di Hwoarang.
«Cazzo, Lili! E me lo dici solo adesso? Non sarei mai venuto se ci fosse stato pure lui, a meno che non avesse accettato di darmi la rivincita!» sbottò lui, nel panico più totale.
Lili ridacchiò sotto i baffi. «Beh, come puoi vedere…» cominciò ma fu interrotta dal suono del campanello della porta. Le sue dita smisero di annodare il fiocco e si bloccò, sconvolta. «Mon Dieu» fu tutto quello che riuscì a dire.
«Chi cazzo è, Lili!? Non farmi scherzi! Sono vestito una merda, non posso farmi vedere così da Kazama! Lili! Perché non mi hai avvisato prima!?» era il fiume di lamentele che proveniva dal tavolo di Hwoarang, improvvisamente fuggito verso il bagno per controllarsi prima di incontrare il suo acerrimo nemico – perché si sa, per darsele di santa ragione bisogna presentarsi in un certo modo, questione di rispetto, eh!
Stranamente elettrizzata all'idea di poter essere la Cupido del Giappone, Lili corse verso la porta e aprì senza nemmeno chiedere chi fosse. Le si spalancarono gli occhi dalla sorpresa quando vide Jin Kazama sull'uscio.
«Scusami per la chiamata, ho risposto subito al tuo messaggio dicendo che sarei venuto a dare una mano» salutò così lui, pacato.
Lili avrebbe voluto sfregarsi le mani. Hai visto, eh? Sei corso appena hai letto che ci sarebbe stato anche il rosso di Corea, pensò lei, stupita dalla genialità del suo piano. «Non preoccuparti!» finse il tono più mieloso che aveva. «Entra, prendi questi e vai nell'altra camera, c'è un tavolo dove puoi sistemarti» quasi strillò, frettolosa, rovesciandogli dei festoni e dei pennarelli glitterati tra le braccia. Avrebbe voluto spingerlo verso la stanza come aveva fatto con Hwoarang ma si trattenne e tornò saltellando verso le sue decorazioni. Attese pazientemente le urla che di lì a poco sarebbero giunte dalla camera.
E infatti…
«Kazama, che ci fai qua? La tua presenza è proprio il miglior regalo che potessi ricevere, vero, Lili?» arrivò forte e chiara la voce di Hwoarang. Fingeva di essere arrabbiato ma non poteva nascondere l'eccitazione nella sua voce.
Lili soffocò una risata. Chissà se tra un pacchetto e un nastrino…





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