A Silly Black Duckling

di artemide88
(/viewuser.php?uid=71400)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


PROLOGO

Picchiai la testa sul legno, vecchio di un secolo, della scrivania. Non riuscivo a trovare le parole adatte a esprimere quello che nella mia testa era fin troppo chiaro. 
Se avessi dovuto scrivere su carta, il cestino sarebbe stato pieno di palline accartocciate. Invece, battevo al portatile una serie di frasi che cancellavo dopo pochi secondi. 
La poltrona in cuoio scricchiolava sotto la mia irrequietezza da prestazione. Avrei dovuto riportare al precedente proprietario quella vecchia sedia e acquistare qualcosa di più moderno ed ergonomico. E tanti cari saluti alla tradizione, firmato: la mia schiena.
Mi stropicciai gli occhi, cercando di ritrovare la concentrazione. Il discorso nella mia testa era ben delineato e non riuscivo a capire da dove venisse tutta quella difficoltà di espressione. Mi sentivo così sotto pressione...battei di nuovo la testa sulla scrivania, sperando di avere più successo dell’ultima volta.
Sussultai quando vidi che avevo un ospite, appostato sulla soglia dello studio. Il mio predecessore mi osservava come un falco, preoccupato.
“Tutto bene?”
“Insomma...” Borbottai, non proprio felice che mi avesse sorpreso in un momento di debolezza.
“Ti serve una pausa, che ne dici se ti faccio fare un giro?” Fece quel sorriso sotto i baffi che adoravo e accettai volentieri il suo invito, anche se conoscevo quel posto come le mie tasche.
“Il tuo discorso procede bene?” Chiese con noncuranza.
Scossi la testa, sapeva bene che non stava procedendo affatto.
“Ti darò qualche consiglio non richiesto, mia cara.” Mi prese sottobraccio con fare cospiratorio. “È il tuo primo discorso e vuoi sia sensazionale.”
“Certo, dopotutto entro ufficialmente in carica con quel discorso.” Non potei evitare una nota di panico e disperazione nella voce.
“È qui che sbagli, tesoro. Non deve essere sensazionale, deve essere sincero. Ripensa a quello che vuoi esprimere, quello che è davvero importante per te.”
Passeggiamo ancora un po’ e poi mi concessi di dargli un bacio vicino ai baffi per quei consigli non richiesti che mi avrebbero di certo fatto scrivere un buon discorso. 
Sensazionale no, sincero sì.




p.s. dell'autrice. Questa storia nasce così, quasi per caso, verso l'inizio di maggio, quando avevo bisogno di qualcosa di leggere per distrarmi. Ieri è stata conclusa e ho deciso di pubblicarla, visto che qui siamo sempre più zona rossa. vi terrò compagnia per parecchie settimane, sperando di passare a un colore migliore. 
Buona lettura 
Sara




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3946506