Il tuo migliore amico, la persona che veneri, una creatura meravigliosa
dal cuore così buono, il tuo tutto.
Lo sai, ma non ancora, fingi di non capire, ma la tua gelosia, il tuo
entusiasmo, ogni cosa ti tradisce.
Il tempo passa e ora lui ha una ragazza, quella che aveva sempre
desiderato e siete entrambi così felici, lui per davvero, tu
per dovere.
È il primo giorno di liceo, siete di nuovo nella stessa
classe e come se non bastasse ora condividete una stanza.
È abbastanza chiaro ormai, è scritto ovunque, sui
tuoi quaderni, sulla tua faccia, sulle parole che non osi pronunciare.
Sei già perso, ma te ne rendi conto nel modo peggiore.
Tossisci ed ecco il primo petalo, è bianco, puro, come una
promessa, come Tsuna.
Va bene, pensi a come nasconderlo, non ne parli con nessuno, chiudi la
bocca sperando che non se ne facciano vedere altri.
Erano mesi, ora sono anni. Sono petali, petali e rose, intere rose
bianche che vengono accolte solo dall'unico reale testimone della tua
sofferenza.
Rose bianche a volte rosse, macchiate così tanto dal sangue
da non distinguerne più il colore originale.
Tsuna non lo ha notato o se sospetta qualcosa non ha mai detto niente,
ma non sai più come celare i segni che si impongono
prepotenti su di te.
"È un tale onore essermi innamorato di lui" continui a
ripetere a te stesso. Non vuoi perderli i tuoi sentimenti, non importa
quanto faccia male.
Adesso lo sai: ti innamori e muori.
Fiori nei tuoi polmoni, fiori nelle tue vene e crescono con il tuo
amore per lui.
C'è sangue dappertutto, sul tuo cuscino, sullo specchio,
sulle tue mani, nel lavandino. Petali e fiori coperti di sangue, ma
Tsuna non vede niente di tutto questo, fai sparire ogni traccia prima
che i suoi occhi possano raggiungere, prima ancora che il suo intuito
possa incastrarti.
Succede davanti a lui, la tua mente vola a quell'unica visita che hai
fatto più per scrupolo che per un reale intento di guarire.
"Ho completamente dimenticato il mio primo amore" sono state le parole
del dottore e sentendone l'eco nelle tue orecchie non hai rimpianti.
Una vita senza Tsuna, senza ricordarti chi è stato per te.
Cosa significa tornare alla stessa vita che non vedevi l'ora di perdere?
Buffo o ironico, no? La tua triste sorte, quella di trovare l'amore
nella disperazione imparando così il valore della tua vita e
poi perderla sempre per lo stesso motivo, proprio adesso che ti ci eri
attaccato tanto.
Cadi e non importa più se le rose bianche sbocciano dalle
tue vene e coprono tutta la tua pelle, ora non puoi più
nasconderlo, ora devi mostrarti per forza.
Lui piange, ti stringe tra le sue braccia e grida "per favore, non
lasciarmi".
E tu stavolta non puoi, saresti felice di rimanere al suo fianco, ma
non hai scelta, in questo caso fai l'esatto opposto di ciò
che è tuo desiderio.
Nei suoi occhi vedi dolore, rimpianto, forse si sente in colpa
perché non se ne era mai reso conto?
Puoi quasi sentire i suoi pensieri "chi è stato a farti
questo?", "perché non ne sapevo niente?", "da quanto tempo
stai soffrendo così tanto?".
Domande mai poste che leggi chiaramente nelle sue lacrime.
Non importa, non è con se stesso che deve prendersela,
né con te o con il mondo che vi ha fatto questo, che vi ha
divisi nuovamente.
Il tuo, un accenno di sorriso, perché vuoi rassicurarlo per
quella che sai essere l'ultima volta, mentre avverti vagamente il
sangue che ti scorre lungo il collo come una lacrima inespressa.
"Mi dispiace, Decimo, la morte non è mai stata
più bella, ma non riesco a respirare".
È la fine, te ne sei andato e non glielo hai nemmeno detto,
così che non possa mai sapere che quei fiori erano per lui.
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