Il difetto fatale

di anonimo_21
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 Con voce rotta Percy pronunciò il di lei nome: -Annabeth…-. Il volto di lei si rilassò, per la prima volta da mesi. La ragazza lo aiutò ad alzarsi con mani delicate ma decise. Quando furono entrambi in piedi, lui sorretto da lei, poterono fermare ad ammirarsi l’un l’altro i volti. Annabeth non aveva dimenticato nulla, le cicatrici, i capelli neri disordinati, gli occhi verde mare… guardandoli capì che non c’era bisogno di parole. Ora erano insieme e in tutto il cosmo non c’era niente di più importante. Seguì un bacio, di cui nessuno dei due avrebbe mai più ricordato la durata. Sapevano solo che ad un certo punto il pretore Reyna (rimasta in disparte) si era schiarita la voce, i due se ne erano accorti e si erano separati, con i cuori ormai sincronizzati.
Reyna intimò loro di restare lì mentre sarebbe andata ad avvisare tutti del ritrovamento di Percy e soprattutto a chiamare un altro pegaso per il ragazzo. Il contatto con Annabeth sembrava aver dato forza al figlio di Poseidone, ma nonostante ciò era meglio per lui evitare sforzi inutili.  Annabeth e Percy si sedettero a terra, mentre guardavano il pretore e il suo pegaso sfrecciare nel cielo verso Nuova Roma. Per un po’ si godettero quel tramonto dai mille colori, poi fu Annabeth a rompere gli indugi: -Percy… sono stata in pensiero per mesi, e mai come oggi. Si… insomma, sono felice di rivederti…- Gli occhi di Percy erano l’unica parte di lui che sembravano non patire la stanchezza; la scrutavano, attenti ad ogni dettaglio. Il ragazzo accennò un sorriso:< Ormai capisco quando qualcosa ti turba Sapientona…>. Nonostante tutto Percy era ancora sfacciato come sempre. Entrambi sapevano però dove sarebbe andata la conversazione. Dovette fare un respiro profondo: -il mio difetto fatale… -. Non riuscì a proseguire, Annabeth intervenne: -La lealtà… Non sapevo come aiutarti. Mentre eri svenuto raccontavi storie a spezzoni, tutte le morti a cui hai assistito-. Guardò a terra. -E conoscendoti ti sei convinto di esserne stato la causa-. Percy annuì, un brivido improvviso lo scosse. Parlò con voce incerta.-Tutto questo mi ha segnato. Io… non so se sono lo stesso di prima-  Annabeth sospirò, ma poco dopo le sfuggì un sorriso: -Noi viviamo un cambiamento dietro l’altro, fidati se dico che nonostante tutto i tuoi occhi sono gli stessi di sempre, Testa d’alghe- Il ragazzo non ebbe il tempo di pensare ad una risposta, che il cielo davanti a loro era stato occupato dalla Argo II, con tutto il suo equipaggio a bordo che si sbracciava per salutarli. Percy si alzò per primo, subito seguito da Annabeth: -Forse hai ragione. Ma non voglio più pensarci- Disse il ragazzo mentre la nave atterrava. -Sei con me, per tutto il resto c’è tempo. È ora di andare a casa…-
 
 
Spazio autore:
vi ringrazio per avere letto la mia breve fanfiction, penso si sia capito che sono molto giovane e mi sono buttato totalmente allo sbaraglio pubblicando questa fanfiction. Spero che avrete voglia di commentare e di dirmi cosa ne pensate. Nonostante la breve durata ci ho messo due mesi per finirla (purtroppo non ho avuto molto tempo, sennò avrei finito prima), mi sono divertito molto. Vi ringrazio nuovamente e vi auguro tante buone cose!
 




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