-Albus,
te lo ripeto, secondo me li hai dimenticati negli spogliatoi...
-No,
sono sicuro di averli riportati al castello dopo l'allenamento.
Louis
Weasley emise un sospiro esasperato, trattenendo l'istinto di mollare
una gomitata al cugino. Albus, dopo aver buttato giù il
dormitorio e
la sala comune di Grifondoro alla vana ricerca dei suoi guanti da
Cercatore, lo aveva agguantato per un braccio e l'aveva convinto a
seguirlo fino al corridoio del quarto piano con la tipica scusa che
gli rifilava quando aveva bisogno di compagnia per le sue scorribande
notturne; -Sei un Prefetto, se mi beccano insieme a te facciamo finta
che mi hai trovato in giro durante una ronda e che mi stai
trascinando a forza in sala comune.
Louis
non sapeva neanche dirsi perché aveva finito per
assecondarlo. Quel
ragazzo sapeva benissimo come muoversi nel castello anche senza un
Mantello dell'Invisibilità.
-Non
vedo perchè dovresti averli lasciati qui.- sbuffò
Louis mentre si
avvicinava insieme ad Albus alla porta della Sala di Ritrovo; una
sala comune accessibile agli studenti di tutte le case che la preside
Thorne aveva fatto allestire l'anno prima all'interno di una vecchia
aula dismessa. -Se non li troviamo risaliamo subito alla torre
perché
ho sonno. A proposito, che fine ha fatto Matt? Quando siamo usciti
non era ancora tornato in dormitorio.
-Doveva
vedersi con una tipa.- rispose Albus in tono noncurante.
Puntò la
bacchetta contro la serratura e la porta si aprì con un
cigolio.
-Spero per lui che passi la notte fuori a divertirsi.
Louis
seguì Albus all'interno della stanza buia, richiuse la porta
con una
spallata e si portò una mano alla bocca per soffocare uno
sbadiglio.
L'unica cosa positiva di tutta quella storia era che a breve sarebbe
scattata la mezzanotte, avrebbe compiuto sedici anni e Albus gli
avrebbe fatto subito gli auguri...
La
stanza si illuminò di colpo e Louis sobbalzò
mentre un coro di voci
urlava: -Buon compleanno!
Rose
fu la prima a corrergli incontro per gettargli le braccia al collo.
Louis ricambiò l'abbraccio della cugina e si
guardò intorno,
frastornato dallo stupore; le pareti erano state decorate con festoni
a righe rosso e oro e i tavoli da studio imbanditi con vassoi di
dolci e bottiglie di alcolici. Seduti su delle poltroncine c'erano
Roxanne, Matt e Scarlet – che per l'occasione teneva i lunghi
capelli biondi sciolti e aveva le palpebre pesantemente truccate di
nero – intenti a cantare una versione stonata di “Tanti
auguri a te”.
-Ragazzi...
ragazzi, grazie.- mormorò Louis quando i suoi amici finirono
di
cantare e gli si avvicinarono per abbracciarlo a turno. Il sonno era
sparito di colpo, sostituito dall'euforia e da un senso di
gratitudine che gli scaldava il cuore; era la prima volta nella sua
vita che qualcuno gli organizzava una festa di compleanno a sorpresa.
-Meno
male che volevi andare a dormire.- disse ironicamente Albus,
afferrando un muffin al cioccolato da una teglia. -Comunque ringrazia
Rose, si è occupata lei di preparare i dolci.
-Sei
fantastica.- disse Louis, dando un buffetto sulla guancia a Rose e
ricevendo in risposta un sorriso radioso. -Ho solo una domanda,
ragazzi. Sapete che vi voglio bene, sono felicissimo di questa festa
ma... di chi è stata l'idea folle?
Guardò
automaticamente Albus, che si stampò sulle labbra un finto
sorriso
innocente.
-Forse
mia, di Matt e Roxanne. O forse no...
-Sono
pronto a scommetterci. Quando succede qualcosa in questa scuola ci
siete sempre di mezzo voi tre. Più che altro non avete
pensato che
se Wees ci trova qui dentro ci ammazza tutti e poi ci dà in
pasto
alla Piovra Gigante?
-Non
devi preoccuparti di Wees.- rispose Roxanne, mentre si riempiva un
calice di Idromele e passava la bottiglia a Matt. -James e i suoi
amici ci hanno aiutati a lanciare un incantesimo di Insonorizzazione
sulla stanza. E anche un altro incantesimo parecchio complicato che
impedisce a chiunque non sia sulla lista degli invitati di
avvicinarsi a questo corridoio fino alle sette di domani mattina.
-Quindi
possiamo fare tutto il casino che vogliamo.- disse allegramente
Scarlet. Puntò la bacchetta contro una radiolina poggiata su
un
tavolo e nell'aria si levarono le note vivaci di una canzone delle
Sorelle Stravagarie, che Albus e Roxanne iniziarono a canticchiare
sottovoce.
-Ottimo,
allora domani ricordatemi di ringraziare anche James...
-Ragazzi!
Si può sapere cosa state combinando?
Louis
si voltò di scatto con il cuore in gola e si
rilassò immediatamente
quando vide che sulla soglia della porta c'era Scorpius, in compagnia
di una ragazzina dai folti boccoli rosso scuro.
-Non
provarci mai più, mi hai fatto venire un colpo.- disse
puntando un
dito accusatore verso Scorpius, che si limitò a ridere e gli
si
avvicinò per abbracciarlo.
Era
strano pensare che dei Serpeverde – tra cui proprio Scorpius
Malfoy – fossero entrati a far parte della sua vita
e si
fossero integrati nel suo gruppo a tal punto da partecipare alla sua
festa di compleanno. Era strano anche essere abbracciato con
trasporto da Sophie Lennox, che dispensava raramente gesti di affetto
persino verso i suoi amici più stretti.
-Questo
è da parte mia, di Janet e Scorpius.- disse Sophie
mettendogli in
mano un pacco avvolto in una carta verde brillante. -A proposito,
Janet non è potuta venire perché oggi pomeriggio
le è salita la
febbre...
-Per
tutti i folletti, mi sono appena ricordato che io e Albus abbiamo
lasciato il nostro regalo in dormitorio!- esclamò Matt, che
si era
appena avvicinato a Louis porgendogli un calice di Idromele.
-Chissà
perché questa cosa non mi sorprende.- disse Sophie, tornando
ad
assumere il suo solito sono sarcastico. -Siete i soliti deficienti.
Louis
rise e afferrò il calice per portarselo alle labbra. Stava
per
iniziare a bere quando un pensiero lo colpì all'improvviso.
-Ragazzi,
solo una cosa e poi non rompo più!- urlò per
farsi sentire al di
sopra della musica. -Visto che stiamo per devastarci, dopo come
faremo a pulire e a tornare tutti nei dormitori?
-Beh,
per quanto riguarda il devastarci devi sapere che la nostra
meravigliosa Sophie è riuscita a procurarsi una pozione che
fa
passare le sbronze.- disse Albus avvicinandosi alla ragazza per
poggiarle una mano sulla spalla. -Ci ha praticamente salvato la vita.
-Si
chiama Pozione Temperante.- ribatté lei, e per un attimo
Louis poté
giurare di averla vista arrossire leggermente. -Cercate comunque di
darvi una regolata, le mie scorte sono limitate.
-Certo,
Soph. Per quanto riguarda tutto il resto... ce ne preoccuperemo dopo.
Ora pensiamo a divertirci.
Albus
aveva ben presto rinunciato ai suoi propositi di riempirsi lo stomaco
prima di bere e aveva finito per collassare su una poltrona con una
bottiglia di Vino Elfico quasi vuota tra le mani. Sentiva la nausea
contorcergli lo stomaco e la stanza aveva iniziato a girare
lentamente intorno a lui, ma non aveva alcuna intenzione di smettere
di bere.
Buttò
giù un altro sorso di vino e si guardò intorno;
Scarlet aveva
finito da poco di vomitare in un angolo e ora sedeva su un divano tra
Sophie e Rose, lo sguardo smarrito e il trucco nero sbavato intorno
agli occhi, mentre sorseggiava da un bicchierino colmo di Pozione
Temperante. Al centro della sala c'erano Scorpius, Roxanne e Matt,
che ballavano scoordinati levando le braccia in aria e cantando a
squarciagola una canzone di Celestina Warbeck.
-Al,
vuoi favorire?
Louis,
rosso in faccia e con i capelli biondi tutti scarmigliati, gli si era
avvicinato porgendogli un calice mezzo pieno di Idromele. Albus non
se lo fece ripetere due volte; glielo strappò dalle mani e
lo scolò
tutto d'un sorso, poi reclinò la testa all'indietro e si
godette la
visuale del soffitto che iniziava a sdoppiarsi.
Amava
alla follia bere e sentiva che avrebbe dato di tutto per poter
passare così ogni serata della sua vita, in compagnia dei
suoi
migliori amici e una bottiglia di vino. L'unica cosa che non andava
in quel momento era la musica; la voce di Celestina Warbeck era
orribilmente stridula e i suoni strascicati del violoncello
sembravano i lamenti di un condannato a morte.
-Ehi,
ragazzi, ascoltatemi!- La musica si interruppe di colpo e Albus si
rimise dritto a sedere; Matt, in piedi al centro della sala, stava
sventolando in aria una bottiglia vuota e impolverata. -Ho avuto
un'idea! Perché non giochiamo a Obbligo e Verità?
-Sì!-
urlò Scarlet entusiasta; la pozione sembrava averla fatta
tornare
pienamente in sé. Tutti gli altri si limitarono a scambiarsi
delle
occhiate confuse. Roxanne guardò Matt con le sopracciglia
aggrottate
e disse; -Obbligo e verità? Ma di che diamine stai parlando?
-Sei
seria? Nel mondo magico non esistono i giochi alcolici? Vanno
parecchio di moda tra i Babbani, quest'estate ci ho giocato un sacco
di volte. Adesso vi spiego le regole...
Qualche minuto dopo erano
tutti seduti in cerchio sul pavimento, Albus con la bottiglia di Vino
Elfico ancora in mano. Per quanto ubriaco, era ancora abbastanza in
sé da aver capito come funzionava quello strano gioco.
Louis
e nonno Arthur hanno ragione, a volte i Babbani hanno delle idee
davvero geniali.
-Allora,
tutto chiaro? Inizio io così vi do una dimostrazione.
Matt
fece roteare la bottiglia al centro del cerchio e quella si
fermò
puntando verso Roxanne.
-Obbligo.-
disse lei senza neanche aspettare la domanda.
-Okay,
fammi pensare.
Matt
si passò una mano tra i riccioli bruni e rifletté
per qualche
istante, poi sembrò illuminarsi di colpo. Sorrise, si
sfilò la
bacchetta dalla tasca dei jeans e la puntò contro i quattro
ritratti
dei Fondatori di Hogwarts – gli unici quadri immobili e privi
di
vita all'interno del castello – che sormontavano il caminetto
in
fondo alla stanza.
-Devi
limonare con uno di loro. A tua scelta. Posso lanciarti un
Levicorpus...
-Va
bene, ovviamente scelgo il caro vecchio Godric!- lo interruppe
Roxanne balzando in piedi – Albus ammirò la sua
capacità di
rimanere in equilibrio nonostante tutto l'alcol che aveva ingerito
quella sera.
L'intero
gruppo scoppiò a ridere nel vedere la ragazza librarsi in
aria,
volteggiare verso il ritratto e iniziare a baciare le labbra dipinte
di Godric Grifondoro, con una mano stretta intorno alla cornice.
-Ragazzi,
spero che vi sia piaciuto lo spettacolo!- esclamò Roxanne
quando fu
tornata a sedersi in cerchio, tra gli applausi e i fischi di
approvazione del gruppo. -Devo dire che Godric doveva essere un gran
figo, ci proverei volentieri con lui se non ci separassero dieci
secoli e una tomba. Ora tocca a me, giusto?
Afferrò
e girò la bottiglia, che si fermò puntata contro
Rose.
-Dicci,
cara, obbligo o verità?
-Verità.
Gli
occhi scuri di Roxanne si illuminarono di una luce maliziosa.
-Com'è
Dave a letto?
Rose
arrossì leggermente e iniziò a torturarsi una
ciocca di capelli tra
le dita.
-Dai,
ti ho già raccontato tutto di Dave...
-Vuol
dire che ce lo racconterai ancora. Andiamo, Rose, siamo tra amici.
-Beh...
è molto bravo. È più grande di me
quindi ovviamente ci sa fare
e... senti, tu mi hai chiesto solo come è Dave a letto, non
di
svelarvi i particolari.
-Va
bene, hai ragione. Allora tocca a te...
-No,
ragazze, voglio farlo io.
Albus
si allungò in avanti per dare un colpetto alla bottiglia ed
esultò
silenziosamente quando la vide puntare contro Matt che, dopo un
attimo di esitazione, disse; -Obbligo.
-Devi
baciare Rose.
Se
gli sguardi avessero potuto uccidere, quello di Matt avrebbe
fulminato Albus sul posto.
-Stai
scherzando, vero?
-No.
Hai passato il secondo e il terzo anno a rompere il cazzo a me e
Louis sul tuo amore folle per Rose, ci tenevo a vedervi insieme
almeno una volta...
-Stai
zitto. Rose, lo faccio solo se per te va bene.
-Beh,
Dave ti ammazzerebbe se lo sapesse.- rispose la ragazza, rossa in
viso ma per niente sorpresa; sapeva benissimo che tempo addietro Matt
aveva avuto una cotta per lei. -Ma non c'è motivo per cui
debba
saperlo, quindi...
-Su,
datevi questo dannato bacio e finiamola qui.- disse Sophie roteando
gli occhi al cielo. -Tanto rimarrà tra noi.
Matt
esitò per qualche istante prima di girarsi verso Rose,
poggiarle una
mano sulla spalla e darle un bacio a stampo talmente rapido che
Scarlet emise un fischio di disapprovazione e Albus urlò;
-Avanti,
volevamo di più!
-Albus,
stai zitto o ti picchio.- fu la risposta secca di Matt mentre Rose,
ancora rossa in viso, scuoteva la testa e ridacchiava.
-Va
bene, come volete voi. È che speravo di vedere una limonata
degna di
questo nom...
-Albus.
Albus
si decise a zittirsi e tornò ad attaccarsi al collo della
sua
bottiglia di vino, fino a svuotarla del tutto. Dopo averla rimessa
giù chiuse gli occhi e si premette una mano sulla tempia, in
preda a
un capogiro più forte degli altri.
-Verità.-
stava dicendo Scorpius a Matt.
-Bene,
sono curioso di sapere se ti piacciono di più i ragazzi o le
ragazze.
-I
ragazzi.- rispose Scorpius in tono disinvolto. -Diciamo che ho
bisogno di stabilire una certa conoscenza con una ragazza per
sentirmi attratto da lei, mentre con i ragazzi l'attrazione
è più
immediata.
-Insomma,
sei come me però all'opposto.- biascicò Albus.
-Anche a me
piacciono entrambi però guardo di più le ragazze.
-Poi
ci sono io che sono un cinquanta e cinquanta.- intervenne Scarlet.
-Grazie
per questi coming out collettivi e assolutamente inutili visto che
sapevamo già tutto.- disse ironicamente Roxanne, tornando a
impossessarsi della bottiglia. -Al, è il tuo turno.
Obbligo o
verità?
-Obbligo.
-Scendi
giù nel parco, buttati nudo nel Lago Nero e poi torna qui
senza
farti beccare.
Il
cerchio fu attraversato da un'altra esplosione di risate.
-Sì,
certo, come no...- iniziò Rose con un sorrisetto sardonico.
-Sì,
certo, perché no? È un'idea fantastica.
Le
risate si spensero di colpo e Roxanne guardò il cugino ad
occhi
sgranati.
-Al,
guarda che stavo scherzando...
-Non
importa. Voglio farlo.
Albus
recuperò la bacchetta dalla tasca dei pantaloni, fece
spalancare
un'ampia finestra ad arco ed esclamò; -Accio
Firebolt!
Sophie, dammi un po' di Pozione Trampant... Terp... insomma,
qualsiasi cosa sia. Non posso volare da ubriaco.
-Ma
sei completamente cretino?!- gli urlò contro lei. -Mi stai
dicendo
che vuoi buttarti nel lago di notte in inverno?
-Sì
perché adesso Matt mi lancerà addosso un
incantesimo per regolare
la temperatura corporea. E poi verrà insieme a me al lago
per
testimoniare la riuscita della mia impresa. Giusto, Matt?
Albus
guardò il suo migliore amico, nella speranza che avrebbe
assecondato
quel suo folle piano, e fu lieto di vederlo stringersi nelle spalle e
rigirarsi la bacchetta tra le dita.
-Giusto,
Al.
La
pozione gli aveva fatto recuperare del tutto la lucidità nel
giro di
pochi minuti, lasciandogli addosso solo un lieve senso di
spossatezza. Il mal di testa e la nausea erano spariti e lui aveva
riacquistato la capacità di parlare e muoversi in modo
coerente; non
appena la sua Firebolt 3000 era schizzata attraverso la finestra
l'aveva afferrata al volo e si era seduto in sella insieme a Matt,
tra lo sguardo divertito di Roxanne e quelli apprensivi del resto del
gruppo.
Anche
la spossatezza era sparita – sostituita da quella scarica di
adrenalina che solo il volo riusciva a donargli – mentre
sorvolava
i cortili interni e le torrette del castello, il vento che gli
pizzicava le guance e gli faceva turbinare i capelli, le braccia di
Matt strette intorno alla sua vita.
-Ricordati
che l'incantesimo per la temperatura corporea dura al massimo
mezz'ora!- urlò Matt mentre Albus virava la scopa e puntava
dritto
verso le sponde del Lago Nero.
-Tranquillo,
lo terrò a mente!
Nel
giro di un minuto raggiunsero la riva e balzarono giù dalla
scopa.
Albus si guardò intorno per sincerarsi che non ci fosse
nessuno nei
dintorni, poi calciò via le scarpe e iniziò a
sbottonarsi i
pantaloni.
-Diamine,
Al, non credevo che ti saresti spogliato davvero. Sei sicuro di non
avermi portato qui per sedurmi?
-Mi
dispiace ma non sei il mio tipo. Sto solo tenendo fede all'impegno
che ho preso con Rox.
Finì
di sfilarsi la maglietta e la lanciò a Matt, che
l'afferrò al volo
per poi portarsi una mano al petto e ostentare una finta espressione
ferita.
-Per
Merlino, come sto soffrendo. Vedrò di farmene una ragione.
Non
pensare a quando avete limonato da ubriachi, Al. Non è il
momento.
La
scopa fluttuava a mezzo metro dal suolo. Con un balzo Albus
riuscì
ad atterrare con i piedi sul manico; inclinò il ginocchio e
la
Firebolt schizzò in avanti per qualche metro prima di
arrestarsi al
di sopra della superficie del lago. Albus chiuse gli occhi, trattenne
il fiato e si buttò all'indietro a braccia spalancate senza
nessuna
esitazione.
Fu
subito grato che Matt fosse così bravo con gli incantesimi;
mentre
sprofondava sott'acqua non avvertì neanche un briciolo di
freddo,
solo un piacevole tepore sulla pelle, come se fosse avvolto da una
coperta calda e vellutata.
Aprì
gli occhi, ritrovandosi la visuale oscurata e screziata da deboli
pagliuzze di luce verdastra, poi iniziò a spingersi verso
l'alto
fino a riemergere con la testa fuori dall'acqua. Spalancò la
bocca
per buttare fuori il fiato, si passò una mano tra i capelli
bagnati
e si girò per cercare Matt con lo sguardo.
Fu
proprio in quel momento che qualcosa di pesante e vischioso
iniziò
ad avvolgersi intorno alle sue gambe. Albus si paralizzò e
deglutì,
imponendosi di mantenere il sangue freddo.
-Ehi,
Nessie, aspetta...- mormorò. Sapeva che la Piovra Gigante
era una
creatura docile che non aveva mai fatto del male a nessuno, ma non
gli piaceva il modo in cui i suoi tentacoli stavano serrando sempre
di più la loro presa. -Nessie, possiamo parlarne...
Si
sentì sollevare in aria e fece appena in tempo a vedere i
grossi
tentacoli purpurei della Piovra Gigante avvolti intorno alle sue
gambe prima di essere letteralmente scagliato in avanti. Fece un volo
di qualche metro e atterrò lungo disteso sulla riva,
lasciandosi
sfuggire un'imprecazione nel sentire i rametti e le pietre sparse al
suolo graffiargli la schiena.
Quando
si rialzò vide Matt correre verso di lui, i suoi vestiti
appallottolati sotto il braccio e un'espressione a metà tra
il
preoccupato e il divertito negli occhi.
-Tutto
bene?
-Sì,
sì, tutto bene. Nessie è stata piuttosto carina a
riportarmi a
riva. Per un attimo ho pensato che volesse mangiarmi.
Matt
gli poggiò una mano sulla spalla e scoppiò a
ridere.
-Sappi
che questa è la cosa più stupida che tu abbia mai
fatto da quando
sei qui a Hogwarts.
-Lo
so. Senti, ho bisogno di asciugarmi, ti ricordi la formula
dell'incant...
-Per
la barba di Merlino, cosa diamine sta succedendo qui?!
Rimasero
entrambi pietrificati per qualche istante. Albus inalò un
respiro
profondo, raccolse tutto il suo coraggio e si voltò
lentamente –
fa che non sia lui, ti prego, fa che non sia lui – trovandosi
davanti Rohan Wildred, il professore di Trasfigurazione; l'uomo era a
pochi passi da loro, avvolto in un lungo pastrano nero, e li guardava
con gli occhi talmente sgranati che a momenti gli sarebbero schizzati
fuori dalle orbite.
Albus
si sentì sprofondare la terra da sotto i piedi nel
realizzare il
significato di quella situazione; Wildred li aveva trovati nel parco
di notte, lui mezzo nudo e Matt che con una mano teneva i suoi
vestiti e con l'altra gli toccava la spalla.
-Professore.-
iniziò, con un nodo in gola e il viso che bruciava.
-Professore, non
è come sembra.
Matt
scostò la mano dalla sua spalla e aggiunse; -Noi non...
-Potter,
Arden. Chiudete il becco.
Wildred
chiuse gli occhi e si poggiò una mano sulla fronte. Il suo
viso
segnato dalle rughe di mezz'età appariva più
stanco che mai, quasi
rassegnato.
-Sapete,
ero andato da Hagrid per bere un bicchierino.- mormorò il
professore, la voce venata da quella calma fredda che precedeva
sempre le sue esplosioni di rabbia. -Speravo di passare una serata
rilassante. Ho passato una serata rilassante,
lontano da
quella massa di cavallette urlanti che sono i miei studenti. E
proprio mentre sto per rientrare al castello pregustandomi una bella
dormita trovo voi che... che...
-Professore.-
ritentò Albus. Si trovava improvvisamente diviso tra la
voglia di
ridere e quella di buttarsi di nuovo nel Lago Nero per non
riemergerne mai più. -Possiamo spiegare...
-VOI
NON DOVETE SPIEGARMI PROPRIO UN BEL NIENTE!- sbottò Wildred,
spalancando gli occhi ormai brucianti di collera. -Non m'importa un
fico secco di cosa fate nella vostra vita privata, m'importa di
avervi trovati fuori dal castello di notte in barba alle regole e al
decoro di questa scuola! Si può sapere cos'avete in quelle
teste
bacate?! Non vi bastava aver fatto crollare metà del terzo
piano
insieme a quella dissennata della Weasley alla festa di Halloween?!
Vi rendete conto che per colpa vostra mi verrà un infarto
prematuro?! Ora, Potter, rivestiti immediatamente. Poi voi due mi
seguirete fino alla torre in silenzio. Se provate a
parlare
l'espulsione immediata non ve la toglie nessuno.
-Verità.
-Hai
mai fatto un sogno erotico su una professoressa? Raccontacelo.
-Io...
ehm, ecco... smettetela di ridere.- Louis lanciò un'occhiata
di
fuoco a Scorpius, Scarlet e Rose – Roxanne, dopo aver avuto
la
malaugurata idea di stappare un'altra bottiglia di Vino Elfico, si
era mezza addormentata con la testa poggiata contro la spalla della
cugina – poi riportò l'attenzione su Sophie.
-No,
mai. Anche perché le nostre professoresse non sono poi tutto
questo
granché...
-Scusa?!-
esclamò Scarlet. -Mi stai dicendo che la Clayton non
è tutto questo
granché? Maureen Clayton, il motivo per cui adesso esiste un
corso
M.A.G.O. di Storia della Magia?
-Beh,
esisteva anche prima.- puntualizzò Louis. -Solo che lo
seguivano al
massimo tre persone. Comunque,
non per cambiare discorso, ma non vi sembra che Albus e Matt ci
stiano mettendo troppo a tornare? Sono partiti più di
mezz'ora fa.
-In
effetti hai ragione.- disse Rose, la voce lievemente tesa. -Dite che
potrebbero essersi imbattuti in Wees?
Scorpius
si strinse nelle spalle.
-Secondo
me saranno qui a breve. Quei due sanno benissimo come muoversi nel
castello... ehi, quello cos'è?
Un
rotolo di pergamena era appena volato all'interno della stanza
attraverso la finestra ancora spalancata. Louis si sporse per
afferrarlo al volo, lo dispiegò e non poté fare a
meno di scoppiare
a ridere, prima di leggere ad alta voce; -Sono Matt.
Wildred ci ha beccati e ci ha riportati in sala comune. Voi continuate
pure a divertirvi, domani vi raccontiamo tutto. Ehi,
Scorpius,
cosa stavi dicendo sulla capacità di Albus e Matt di
muoversi per il
castello?
-Errore
di giudizio, lo ammetto.- disse lui con un sorriso divertito.
-Non
vedo l'ora di scoprire cosa è successo. A quanto pare hanno
una
storia da raccontarci a riguardo.- sogghignò Louis.
Ovviamente gli
dispiaceva che Albus e Matt fossero stati costretti a rientrare in
dormitorio – e non voleva neanche immaginare la sfuriata che
dovevano essersi presi da Wildred – ma non aveva intenzione
di
smettere di godersi la festa.
-Di
cosa state parlando?- mormorò Roxanne, sollevando lentamente
la
testa dalla spalla di Rose. Senza neanche aspettare una risposta, si
distese sul pavimento con le braccia incrociate sul petto e chiuse
gli occhi, i lunghi dreads neri sparsi a ventaglio intorno al suo
viso.
-Dite
che è ancora viva?- disse Scorpius, preoccupato.
-Ma
sì che è ancora viva.- rispose Rose con una
scrollata di spalle.
-Si riprenderà tra qualche minuto come al solito. Male che
vada
abbiamo ancora un po' di Pozione Temperante. Allora, continuiamo a
giocare?
-Sì
ma cambiamo gioco.- disse Louis, che non aveva nessuna voglia di
farsi fare domande sulle sue fantasie erotiche. -Questo sta
diventando noioso. Scarlet, tu che cosa proponi?
-Beh,
potremmo giocare a Io non ho mai. Che ne dite?
Davanti
agli sguardi sconcertati che Louis, Rose, Scorpius e Sophie le
rivolsero in risposta, Scarlet scosse la testa e si lasciò
sfuggire
un sospiro.
-Per
la miseria, certo che voi Purosangue non sapete proprio come
divertirvi.
In
quasi sedici anni di vita, Albus non era mai stato così
grato e
felice di essere il figlio del salvatore del mondo magico.
Probabilmente era solo grazie al suo cognome se in quel momento si
trovava in Sala Grande a sorseggiare caffé insieme a Rose e
Louis e
non alla stazione di Hogsmeade a trascinare i suoi bagagli su un
treno che lo avrebbe riportato dritto a casa.
-Dai,
poteva andarvi peggio.- stava dicendo Rose, mentre infilzava un pezzo
di salsiccia con la forchetta. Lei e Louis si erano letteralmente
sbellicati dopo aver ascoltato il suo resoconto della notte
precedente e avevano ancora gli occhi lucidi per le risate.
-Perlomeno Wildred non vi ha ammazzati.
-Rose,
io e Matt siamo in punizione per due settimane di fila. E per di
più
sono punizioni separate.
-Beh,
ormai Wildred è convinto che voi due stiate insieme.-
intervenne
Louis con un ghigno. -Quindi pensa che separandovi vi
impedirà di
compiere atti osceni in sua assenza.
Suo
malgrado Albus si lasciò sfuggire una risata. Dopotutto
anche la
notte prima, una volta passato lo shock devastante dell'imbarazzo,
lui e Matt erano riusciti a guardare il lato divertente della
situazione e si erano dovuti sforzare di non ridere in faccia a
Wildred mentre questi li scortava verso la torre di Grifondoro
continuando a riempirli di improperi. (Siete la disgrazia di
questa scuola... neanche un briciolo di rispetto per noi
insegnanti... per colpa vostra in questi due anni non abbiamo avuto
un attimo di pace... scriverò subito ai vostri genitori...)
Ma
sapeva di doversi dare una regolata. Quell'anno aveva combinato
talmente tanti disastri a scuola da essere sicuro che, al prossimo, i
professori si sarebbero finalmente decisi a espellerlo. Forse gli
conveniva cercare di calmare un po' le acque, evitare di uscire di
notte e sperimentare i prodotti dei Tiri Vispi almeno per qualche
settimana. Soprattutto perché non gli andava di tornare a
casa per
le vacanze di Pasqua e farsi stressare dai suoi genitori con la
storia ormai trita e ritrita “Una volta eri un
così bravo
ragazzo, Al, si può sapere che cosa ti sta succedendo?”
-Ehi,
io inizio ad andare.- disse Albus, mettendo giù una tazzina
vuota di
caffè. -Tra un quarto d'ora devo essere nell'ufficio di
Rohan-Mi-Farete-Venire-Un-Infarto-Prematuro-Wildred a sprecare questa
magnifica domenica che avrei potuto impiegare dormendo.
-Aspetta,
faccio un pezzo di strada con te.- disse Louis, afferrando la sua
borsa dei libri. -Devo fermarmi in biblioteca. Ci vediamo dopo, Rose.
Albus
e Louis avevano quasi raggiunto l'uscita della Sala Grande quando
videro James entrare di corsa; il ragazzo si buttò addosso a
Louis
con un tale impeto da farlo barcollare, urlandogli all'orecchio;
-Auguri, cugino!
-Ehi,
Jamie, grazie... guarda che così mi soffochi.
-Scusa,
hai ragione.
James
lasciò andare Louis e mormorò; -Allora, come
è andata la festa
ieri? Mi dispiace non aver partecipato ma sapete che per colpa dei
M.A.G.O. sono parecchio stanco in questo periodo.
-Beh,
è andata alla grande.- rispose Louis con un sorriso. -Tuo
fratello
qui ha parecchie cose da dirti a riguardo.
-Davvero?
Per caso hai perso la verginità, Al?
-Oh,
stai zitto. Ti racconto tutto più tardi che tra poco ho una
punizione da scontare.
-Va
bene, va bene. Comunque volevo dirvi che sabato prossimo... ehi, ma
quello non è il tuo gufo?
Albus si voltò e gli saltò il cuore
in gola quando vide Palla di Piume volare nella sua direzione. La
busta che stringeva tra le zampe era di un inconfondibile colore
scarlatto e, quando arrivò tra le sue mani, già
tremolava emettendo sottili spirali di fumo nero. Albus fece appena in
tempo a
precipitarsi fuori dalla Sala Grande che la busta esplose e la voce
di Ginny tuonò contro le pareti della Sala d'Ingresso,
fortunatamente vuota.
-ALBUS
SEVERUS POTTER! La prossima volta che per colpa tua vengo svegliata
da un gufo nel cuore della notte giuro che vengo a Hogwarts e ti
trascino a casa per le orecchie!
La
lettera prese fuoco e le ceneri ricaddero sul pavimento, davanti allo
sguardo sbigottito di Albus. Si era aspettato una ramanzina di almeno
dieci minuti filati, come quella contenuta nella Strillettera che gli
era arrivata dopo la festa di Halloween.
-Beh,
ti è andata bene stavolta.- disse James, che era appena
comparso
alle sue spalle insieme a Louis. -Non ho idea di cosa sia successo ma
penso che mamma ti abbia mandato la Strillettera più che
altro per
fare scena. Comunque... vi stavo dicendo che sabato prossimo
è il
compleanno di Will e volevamo rubarvi l'idea organizzando una festa
nella Sala di Ritrovo. Se volete venire siete i benvenuti. Will vuole
fare delle cose chiamate giochi alcolici, dice che sono molto
popolari tra i Babbani...
-James.-
lo interruppe Louis, soffocando una risata. -Albus è in
punizione
per ben due settimane di fila. Farebbe meglio a tenersi lontano da
feste e giochi alcolici per un po'.
James
inarcò un sopracciglio. -Ma si può sapere che
cazzo avete combinato
ieri?
-Te
lo racconto stasera. Ora devo correre altrimenti Wildred mi stacca
gli arti uno ad uno.
Albus
fece sparire le ceneri dal pavimento con un colpo di bacchetta ed
esitò solo per un istante, un istante in cui
sentì crollare tutte
le sue flebili intenzioni di provare a fingersi uno studente
tranquillo e rispettoso delle regole, prima di girarsi verso il
fratello.
-Comunque
certo che vengo alla festa di Will. E digli anche che, almeno
finchè
non mi chiede di buttarmi nudo nel Lago Nero, può
organizzare tutti
i giochi alcolici che vuole.
*
Note
Era da tempo che volevo scrivere una storia come questa, introducendo
degli OC che fanno parte di un mio progetto più ampio sulla
Nuova Generazione, e il tema del contest "The one about the party game"
mi ha finalmente dato l'ispirazione e la spinta giusta. Spero di
scrivere presto altre storie con gli stessi personaggi, magari
approfondendo il disastro avvenuto durante la festa di Halloween in cui
Albus ha fatto saltare in aria il terzo piano :)
Qualche piccolo appunto; su internet gira una teoria non
confermata secondo la quale la Piovra Gigante sarebbe in
realtà il famoso mostro di Loch Ness. Da qui mi è
venuta l'idea di dare alla Piovra il soprannome "Nessie".
La Pozione Temperante è una mia invenzione, l'avevo
già utilizzata come espediente in una storia sui Malandrini.
Qui mi sembrava necessaria, visto che non potevo permettere ad Albus di
volare ubriaco marcio.
Spero abbiate apprezzato la storia, ringrazio chiunque
lascerà una recensione!
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