Stigma di guerra

di Monkey D Anjelika
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Buio.
È buio attorno a te.
Non riesci a vedere dove ti trovi.
Quel luogo non ti è familiare, anche se sei lì da molto tempo. 
Quanto? Sei mesi? Un anno?
Hai perso la cognizione del tempo. 
Hai perso del tempo.
Tempo che avresti voluto passare con ti ama.
Ma sei con chi ti odia.
Con chi ti vuole distruggere sia psicologicamente che fisicamente.
E ci sta riuscendo.
Non sai come sta andando la guerra lì fuori.
Ma dentro te sì.
Il tuo nemico sta vincendo.
Tu avevi già perso in partenza.
Ti è bastato quel suo sguardo sadico e crudele per cadere. 
E quando ti ha sfiorata, sei precipitata nell'oblio.
Ora c'è solo il buio, il vuoto...
Non senti neanche più il dolore.
Ormai la violenza è parte della quotidianità. Ci sei abituata.
È normale, per te. 
Sono normali i suoi baci ruvidi sulla pelle pallida e piena di lividi.
Lividi causati da lui, da quel serbo quando ti picchia.
Segni violacei su tutto il tuo corpo
 Il corpo ancora immaturo di un'adolescente.
Ma il livido più grande lo hai dentro. 
Nell'anima macchiata, contaminata.
Ti ha sporcato quando ti è entrato dentro con violenza la prima volta.
Quando ti ha posseduto con crudeltà.
Entrava e usciva da te con foga.
Ti graffiava la pelle, mordeva il seno.
Non pensava né al tuo né al suo piacere.
Voleva solo farti del male.
E mentre tu gridavi e piangevi, lui rideva. 
Si faceva beffe di te.
Ti considerava solo una lurida mussulmana bosniaca che doveva sparire.
I serbi vogliono eliminare la tua razza.
Preghi Alah.
Lo supplichi di salvarti.
Ma sai che nessuno salverà te e quella creatura che porti in grembo.
Quella creatura che non vuoi.




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