Eccomi con il primo chappy,
posto oggi perchè domani non ci sono
e quindi non posso
postare....
è un
pò lunghetto ma spero che vi piaccia ^^
vi lascio alla
lettura!!!!!! baciiii ^^
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Michelegiolo: ciauuu mmm diciamo qualcosa
del genere eheheheheh cmq si eddy è al servizio della morte,
ma verrà
spiegato meglio il suo ruolo nel prossimo chap! cmq vedrai cosa
farà con il tempo siamo ancora all'inizio XD
mmm eccoti il primo
chappy spero che ti piaccia baci ^^
honeymoon: ciaooo grazie ^^ sono
contenta che ti incuriosisca, è una storia un pò
particolare... cmq per capire cosa sia edward
devi aspettare il
secondo chappy, li verrà spiegato più o meno la
sua natura XD intanto leggiti questo chap e dimmi cosa ne pensi eheheh
kiss ^^
feffira: ciau feffiraaa!!!! grazie
mille! eccoti il primo chappy spero ti piaccia ^^ baci ^^
1° CAPITOLO
PRIMO GIORNO A FORKS
Pdv
Bella
Ero da poco arrivata a Forks, dopo la morte di mia madre il minimo che
potevo fare era stare con Charlie, mio padre.
I miei genitori erano separati ormai da molto tempo, sin da quando
avevo quattro anni,
mia madre aveva abbandonato mio padre e mi aveva portato con se per
vivere a Phoenix.
Phoenix non era male come città, molto caotica,
io ero più una ragazza che amava la tranquillità
quindi tornare a Forks era perfetto per me, lì la
tranquillità regnava sovrana.
Mia madre era morta di tumore e piuttosto che rimanere a Phoenix
dove tutto mi ricordava lei, decisi di tornare a Forks la mia
città natale.
“Bentornata Bells” Charlie mi abbracciò
appena arrivai a casa e mi aiutò a portare le valigie dentro.
“Grazie papà” dissi.
“La tua camera è di sopra” disse
indicandomela.
“Ok” risposi e in un attimo salii le scale.
Charlie posò le valigie nella mia camera e dopo
scomparì lasciandomi sola.
Si vedeva che mi conosceva nonostante passassi poco tempo qui con lui
ogni anno.
Ma avevamo lo stesso carattere, sapeva cosa mi dava fastidio e cosa mi
faceva felice,
sapeva lasciarmi i miei spazi e sapeva quando era il momento giusto per
parlare o meno.
Charlie era tutto l’opposto di Reneè …
Lei era una donna sempre allegra che pensava solo a divertirsi, forse
faceva bene
ma io non avevo mai accettato i suoi comportamenti da bambina.
Incredibile parlavo io di queste cose, io che avevo solo diciassette
anni.
Ma certe volte ero più adulta io che lei.
Guardai l’orologio, erano le otto di sera, forse era ora di
mangiare.
Scesi in cucina e vi trovai Charlie intento ad apparecchiare la tavola.
“Ehi Bells già finito di sistemare?”
“No papà, visto l’orario pensavo che
dovevamo mangiare e non mi sono sbagliata” dissi facendo un
mezzo sorriso e lui ricambiò.
“Che ti va di mangiare Bells?”
“Non saprei fammi dare un’occhiata in
frigo” aprii il frigo e vidi due fette di carne e
dell’insalata,
bene per quella sera eravamo apposto, domani però sarei
dovuta andare a fare la spesa.
“Ti va della carne papà?”
“Certo Bells”
Mi misi subito ai fornelli, mentre Charlie si spostò in
salotto,
in poco meno di dieci minuti la carne era pronta e anche
l’insalata, li poggiai sul tavolo e poi chiamai mio padre.
Mangiammo in silenzio e prima di sparecchiare Charlie mi disse
che mi aveva iscritto alla scuola locale così che potessi
riprendere gli studi.
Lo ringraziai, sparecchiai e veloce lavai i piatti.
Appena finii salutai Charlie e salii in camera, cominciai a svuotare le
valige
e in poco tempo riuscii a sistemare tutto, erano ancora le dieci,
avevo giusto il tempo di fare una doccia e di andare a letto.
Mi preparai mentalmente per il giorno seguente e poi dopo aver finito
la doccia
ed essermi asciugata mi coricai abbandonandomi nelle braccia di Morfeo.
La mattina arrivò presto così stiracchiandomi mi
alzai dal letto,
andai in bagno e mi lavai la faccia poi scesi in cucina ma non vi
trovai nessuno, trovai solo un foglietto sul tavolo:
Bells sono andato a
lavoro presto stamattina,
ti ho preso pure una
macchina,
non è un
granchè però è resistente …
Ora vado, buona giornata!
Papà.
“Bene!” dissi e poi mi avviai verso il frigo.
Presi un po’ di latte e lo misi in una tazza,
lo feci scaldare nel microonde e dopo misi i cereali dentro cominciando
a mangiare la mia colazione.
Mi alzai dal tavolo, dove poco prima mi ero seduta e andai verso il
lavandino,
sciacquai la tazza e il cucchiaio e dopo salii in camera.
Mi misi un jeans e una camicetta bianca, andai in bagno mi lavai i denti
e mi feci i capelli legandoli in una coda alta e poi tornai in camera a
prendere lo zaino.
Scesa in salotto presi le chiavi del mio nuovo mezzo e uscii di casa,
davanti ai miei occhi c’era un pick-up rosso,
anche vecchio direi ma alla fine come aveva detto Charlie era
resistente anche solo a vederlo da lontano.
Aprii lo sportello, misi in moto e mi avviai verso la mia nuova scuola.
Per fortuna trovai subito il parcheggio e scesi dall’auto
stampandomi un sorriso finto sulle labbra,
sapevo che oggi sarei stata al centro dell’attenzione,
d’altronde ero quella nuova.
Andai in segreteria per farmi dare l’orario e non appena uscii
urtai contro una ragazza dai capelli sbarazzini neri e gli occhi
marroni proprio come i miei.
“Perdonami! Andavo di fretta scusami!” disse
porgendomi una mano per farmi alzare.
“Tranquilla non è niente” dissi
raccogliendo lo zaino.
“Scusami ancora comunque piacere io sono Alice
Cullen!” disse porgendomi la mano.
“Piacere io sono Isabella Swan, ma ti prego chiamami
Bella!” dissi stringendole la mano.
“Ok Bella, che lezione hai ora?” chiese curiosa
sbirciando nel mio foglio.
“Uhm inglese tu?” chiesi guardandola e lei mi
sorrise.
“Anch’io!! Si vieni ci sederemo insieme!”
disse prendendomi per un braccio
e trascinandomi con lei verso la lezione di inglese.
Arrivate all’aula d’inglese, il professore ci fece
sedere all’unico banco vuoto.
Alice sorrideva felice e anch’io abbozzai un leggero sorriso.
Si era simpatica, anche se non amavo molto le amicizie ero sempre stata
sola a Phoenix, e a me andava sempre più che bene.
Quasi sempre Reneè si lamentava della mia solitudine ma a me
non importava.
Le due ore passarono veloci ed io non feci proprio caso al suono della
campanella.
“Bella ora io ho biologia tu?” chiese Alice mentre
sistemava i libri nello zaino.
“Mmm io trigonometria” feci una smorfia, sarebbe
stata un’ora dura quella …
“Ooook allora ci vediamo a mensa!” disse
schioccandomi un bacio.
“Che tipetto quella ragazza” pensai.
Raccolsi le mie ultime cose e mi avviai verso l’aula di
trigonometria,
non prima di essere stata bloccata da due ragazzi fastidiosi.
“Ciao, tu sei Isabella vero? Io mi chiamo Mike Newton,
piacere di conoscerti”
disse un ragazzino biondo facendo un sorriso ebete.
“Si sono io, però chiamami Bella”
“Ok Bella” disse facendomi un altro sorriso idiota.
Ma questo da dove arriva? Aiutatemi!!!!!
“Ehm ciao io sono Jessica Stanley invece, piacere”
disse una ragazza con i capelli castano-rossicci.
“Piacere” dissi solamente e anche lei mi sorrise,
ma si vedeva lontano un miglio che era un sorriso finto, come finta
sarebbe stata la sua amicizia.
“Scusatemi ma devo scappare, sennò rischio di
arrivare in ritardo” mi affrettai a dire e con un gesto della
mano li liquidai.
Arrivata davanti alla porta chiusa della classe, bussai e il professore
di trigonometria mi fece entrare sbuffando.
Non era mica colpa mia se due deficienti mi avevano trattenuto!
“Lei deve essere Isabella Swan, la nuova allieva”
annuii.
“Bene può andarsi a sedere all’ultimo
banco, è l’unico posto libero” e con un
gesto della mano mi indicò dove andare.
Il mio cuore palpitò, a quel banco c’era seduto un
ragazzo niente male,
alto muscoloso, capelli ricci neri e due occhi bellissimi azzurri.
Raggiunsi il banco e lentamente mi sedetti.
“Ciao!” disse sorridendomi.
“Ci.. Ciao” balbettai rossa. No Bella non
cominciare!!!!!
“Io sono Emmett Cullen tu sei Isabella Swan vero?”
Emmett Cullen? Mmm quel cognome l’avevo già
sentito … Si!!!!!
Alice aveva lo stesso cognome!! Sicuramente erano fratelli!
“Piacere, si sono io, però chiamami Bella ti
prego” dissi sorridendogli e lui ricambiò.
Mamma che bello!!! A Phoenix non c’erano ragazzi
così!
“Prima ho visto che parlavi con mia sorella” disse
tutto d’un tratto.
“Ehm Alice?” dissi dubbiosa.
“Si si lei! Sai siamo fratelli, lei è una ragazza
solare e molto impulsiva”
“Ho notato” dissi cercando di trattenere una risata
e lui si unì a me.
“Bene se Swan e Cullen hanno finito di chiacchierare
lì in fondo possiamo riprendere la lezione”
disse il professore mandandoci un’occhiataccia.
Mi nascosi nelle mie braccia arrossendo di vergogna, oddio ma che primo
giorno!!!
La campanella suonò ed io accompagnata da Emmett mi diressi
in mensa.
Cercai Alice alzandomi in punta di piedi per vedere meglio, ma ancora
non era arrivata sospirai e mi rivolsi al mio compagno.
“Dove ci mettiamo?” chiesi e lui mi prese per il
braccio portandomi in un angolo della sala dove c’era un
tavolo isolato.
Sentivo gli occhi di tutti puntati su di me e mi sentivo tremendamente
in imbarazzo,
abbassai la testa e mi sedetti ancora guardando il vassoio che Emmett
aveva riempito per me.
“Ehm grazie” dissi indicando il vassoio.
“Di niente ora mangia” sorrise e
cominciò a prendere un pezzo di pizza e mangiucchiarla.
Lo guardai assorta, anche quando mangiava non era niente male devo dire!
“Non hai fame? La pizza è buona” disse
inclinando la testa in un lato.
“Si si” dissi e cominciai ad addentare la mia fetta
di pizza.
Mentre mangiucchiavo, ogni tanto sbirciavo verso la porta per vedere se
Alice si facesse viva ma niente.
“Se cerchi Alice mi sa che non viene, di solito salta la
pausa mensa quando può per stare con il suo
Jasper” sghignazzò.
“Jasper?” chiesi confusa.
“Si si, devi sapere che mia sorella è fidanzata da
un bel po’ direi,
lui si chiama Jasper Hale, aveva una sorella gemella Rosalie
…” disse rabbuiandosi.
“Bè non sei obbligato a parlarne” dissi
mentre bevevo un sorso di soda.
“No no, davvero è che Rosalie era la mia ragazza e
bè un giorno però in un incidente,
o almeno così dicono, è morta e il suo corpo
è scomparso, non l’hanno mai più
ritrovato” disse triste.
“Oddio Emmett non sai quanto mi dispiace!” dissi
sincera abbracciandolo e lui ricambiò.
La campanella suonò e io mi allontanai lentamente da Emmett.
“Grazie Bella, magari ne parleremo poi, sai non so
cos’è ma mi fido di te”
disse schioccandomi un bacio sulla guancia e poi abbandonò
la mensa lasciandomi imbambolata per dieci minuti buoni.
Dopo un po’ una ragazza spuntò in mensa e da
lontano mi chiamò
“Bella! Bella!! Vedi che c’è
lezione!!” urlò sbracciandosi.
Mi girai verso di lei, era una ragazza non molto alta forse un
po’ più di me
aveva i capelli scuri e portava gli occhiali sembrava gentile e
simpatica.
In quel momento mi ridestai dai miei pensieri.
Oh cavolo ma quanto ero rimasta qui imbambolata come una scema?
“Arrivo!!” dissi raggiungendola di corsa.
Veloci arrivammo all’ultima lezione della giornata: biologia.
Per fortuna il professore non ci disse niente per il ritardo,
così mi sedetti con la nuova ragazza incontrata in mensa
all’unico banco vuoto.
“Ehi ciao! Scusami per prima non mi sono neanche presentata,
io sono Angela Weber” sussurrò.
“Piacere Bella Swan” dissi sorridendo.
Eh si quella ragazza mi stava davvero simpatica!
Non avevamo parlato molto ma non era una ragazza impicciona,
tutt’altro era timida e silenziosa proprio come me.
Dopo poco tempo anche la campanella dell’ultima ora
suonò,
così appena uscii da scuola Angela mi salutò e
ricambiando il saluto raggiunsi la mia auto.
“Bella!!!!” urlò Alice con il fiatone.
“Ehi calma Alice non scappo mica!” dissi ridendo.
“Scusami davvero Bella per non essere venuta in mensa, ma
Jasper mi ha corrotto”
disse lanciando un’occhiataccia a un ragazzo biondo che stava
appoggiato a una Jeep insieme ad Emmett.
“Tranquilla Alice non è successo niente”
dissi accarezzandole la spalla e lei mi sorrise radiosa.
“Grazie Bella, senti per rimediare che ne dici di vederci
pomeriggio?
Magari facciamo una bella passeggiata ti va?” disse facendo
gli occhioni da cucciolo.
“Va bene Alice, accetto” dissi ridendo e lei mi
abbracciò di slancio.
In quel momento ricordai le parole di Emmett …
“Lei è una ragazza solare e molto
impulsiva” oh si che aveva ragione!!!
“Va bene Bella a dopo, ci vediamo al parco alle cinque! Non
tardare!!!” disse correndo verso la Jeep.
“Ok ciao a dopo” dissi salutando con la mano anche
gli altri due ragazzi.
Salii sul pick-up e mi diressi verso casa.
Charlie sarebbe stato via tutto il giorno, così mangiai sola,
feci i pochi compiti che avevo per il giorno dopo e quando furono le
quattro
mi fiondai nell’armadio alla ricerca di qualcosa di carino da
mettere.
Trovai un vestitino che adoravo molto mettere a Phoenix, era comodo e
bellissimo per me!
Era a quadretti bianchi e grigi senza spalline, sotto il seno aveva una
cintura nera che faceva da fascia
e mi arrivava fino alla coscia lasciando scoperta buona parte delle
gambe.
Era perfetto, oggi era pure una bella giornata, c’era il sole.
Presi un paio di ballerine bianche e andai in bagno a farmi una doccia
veloce,
mi vestii e mi lisciai i capelli fermando quelli ribelli con un
fermaglio.
Non amavo truccarmi ma dato che dovevo stare con i miei
“nuovi amici”
o almeno speravo che diventassero tali, ma i buoni propositi
c’erano, allora mi misi un po’ di lucida labbra.
Mi guardai allo specchio sorridendo felice, ok ora si che ero pronta!
Scesi le scale e guardai l’orologio in cucina, erano le
cinque meno un quarto, avevo fatto presto!
Bè allora dato che il parco era vicino potevo andare
benissimo a piedi!
Uscii di casa chiudendo la porta a chiave e mi diressi verso il parco.
In poco meno di dieci minuti arrivai e mi sedetti sulla prima panchina
libera che trovai.
Ripensai un attimo a quello che mi aveva detto Emmett a mensa, poverino
aveva perso la sua ragazza …
Sicuramente stava soffrendo, chissà quando era morta
…
A questo punto i miei desideri di conquistarlo sfumarono,
non volevo provarci, lui ancora non si sentiva pronto credo …
“Ehi Bella!!!! Sei stata puntuale!” disse Alice
saltellando verso di me.
Mi alzai dalla panchina e mi sistemai il vestito che si era spiegazzato.
“Eh si come hai detto tu” dissi abbracciandola e
dandole un bacio sulla guancia.
Nel frattempo i due ragazzi si avvicinarono ed Alice prese il biondino
con una mano e lo avvicinò di più a me per
presentarmelo.
“Bella lui è Jasper, il mio ragazzo!”
disse.
“Ehm piacere Jasper Hale” disse grattandosi la
testa, povero era in imbarazzo.
“Piacere Isabella Swan, ma chiamami Bella” dissi
con un sorriso e lui ricambiò.
“Scusa a me non mi saluti?” disse Emmett mettendo
il broncio.
“Oh scusa Emmett non ti avevo visto” scherzai e poi
andai verso di lui salutandolo con un ciao,
che sembrò non apprezzare infatti mi diede un bacio sulla
guancia e io inevitabilmente arrossii.
“Bene! Io e Jasper andiamo a prendere il gelato, ci vediamo
più tardi” disse Alice sorridendo al fratello
e trascinandosi dietro Jasper come se fosse un cagnolino.
Risi di gusto, povero Jasper nelle mani di Alice,
chissà come soffriva, era da precisare che la conoscevo da
poco eh!
“Che ti va di fare?” chiese Emmett dondolandosi sui
talloni.
“Uhm non saprei” dissi portandomi un dito al mento
con fare pensoso.
“Sai sei davvero carina vestita così” mi
sussurrò all’orecchio e io avvampai.
“Gr.. Gra... Grazie” balbettai abbassando lo
sguardo, sentii solo la sua risata e poi mi prese per il braccio.
“Dove andiamo?”
“Ti va di fare un giro sull’altalena?” mi
chiese dolce e io non potei fare a meno di dire di no.
Mentre mi faceva dondolare sull’altalena cominciò
a parlare …
“Bella devi scusarmi per oggi, forse sono stato troppo diretto
ma come ti ho già detto a scuola io sento che di te posso
fidarmi …
Io mi volevo spiegare meglio dato che oggi non abbiamo potuto parlare
bene” disse e poi si bloccò aspettando una mia
risposta.
“Ok ma forse è meglio che ci andiamo a
sedere” dissi e lui rise,
mi prese per i fianchi e mi fece scendere, ma quando appoggiai i piedi
a terra
ebbi un capogiro così mi aggrappai alle sue braccia.
“Ehi vedo che non hai molto equilibrio”
sghignazzò.
“Antipatico!” dissi facendogli la linguaccia e lui
sorrise.
“Vieni dai” mi fece sedere su una panchina un
po’ isolata
in modo che potessimo parlare tranquillamente senza essere disturbati.
“Chi comincia?” chiese mettendomi un braccio dietro
la spalla.
“Bè della mia vita non c’è
molto da raccontare, i miei si sono lasciati quando ancora ero molto
piccola,
e con mia madre sono andata a vivere a Phoenix, città troppo
caotica per i miei gusti” dissi con una smorfia e poi
continuai.
“Per questo ho deciso di venire qui a Forks, anche
perché mia madre è morta e li avevo troppi
ricordi”
“Oh mi dispiace” disse stringendomi a lui.
“Niente tranquillo non preoccuparti e tu?” chiesi
curiosa.
“Io come hai visto ho una sorella Alice, che sta con Jasper.
La sorella di Jasper, Rosalie, come ti ho detto oggi a scuola, era la
mia ragazza …
Ma in un incidente due anni fa morì lasciandomi solo
…
Devo ammettere che ancora non mi sono ripreso, ci amavamo molto
…”
non sapevo cosa dire così non parlai per evitare di essere
scortese.
“Prima io e la mia famiglia vivevamo in Alaska ma ci siamo
trasferiti qui perché mio padre Carlisle
ha trovato vantaggiosa l’offerta che gli avevano proposto qui
all’ospedale.”
“All’ospedale?”
“Si mio padre è un medico, mentre mia madre Esme
è un’arredatrice diciamo
così” disse ridendo.
“Allora mi sa proprio che approfitterò di tuo
padre” dissi abbozzando un sorriso.
“Immagino” sghignazzò.
“Ma guardalo!!” sbottai dandogli una pacca sulla
spalla.
Mi fece gli occhi da cucciolo per chiedere perdono e io non potei
resistere.
Quegli occhi azzurri erano semplicemente unici, mi avevano preso subito!
“Bene ora che sai qualcosa di me possiamo andare al
chiosco!” disse prendendomi per mano.
In meno di due minuti fummo al chiosco, ancora con la sua mano stretta
alla mia,
quel contatto mi aveva provocato diversi brividi. Uffa! Ma
perché dovevo essere così???
“Allora io prendo un the alla pesca, tu?” chiese
guardandomi negli occhi.
“Io.. Io.. An.. Anche per me” dissi balbettando in
modo assurdo,
oddio ma perché mi guardava negli occhi così??
“Ok due the alla pesca” disse al ragazzo dietro il
bancone.
Ci porse i the, Emmett pagò e sempre tenendomi per mano
raggiungemmo il tavolino,
mi fece sedere e poi aprimmo le lattine.
Cominciammo a berle silenziosamente e quando finii cominciai a giocare
con la linguetta della lattina,
come facevo da piccola per vedere che lettera uscisse.
A-B-C-D-E la linguetta si ruppe e io sorrisi, forse la fortuna era
dalla mia parte.
In tutto quel tempo non mi accorsi che Emmett mi guardava curioso, non
sapendo bene cosa avessi fatto.
Mi grattai la testa arrossendo dall’imbarazzo e mi
riconcentrai sulla lattina vuota nelle mie mani.
“Cosa facevi prima?” chiese indicando la linguetta
rotta.
“Ehm un gioco che facevo da bambina” dissi
sottovoce.
“Me lo insegneresti anche a me?” disse avvicinando
il suo viso al mio.
“Ehm si si, bè devi fare così fino a
quando non si spezza e nella tua mente ripeti l’alfabeto, la
lettera che esce è l’iniziale del nome del tuo
prossimo ragazzo”
“Mmm interessante, e a te cosa è
uscito?” oddioooo fermate il mio cuore!!!!!
“Ehm … Ehm … La E” dissi alla
fine rassegnata, mi sorrise e poi fece il mio stesso gioco.
“Guarda si è rotta” disse facendo il
finto sorpreso.
“Ehm cosa è uscito?” chiesi titubante.
“Non te lo dico!” disse dandomi un bacio sulla
guancia e io sospirai sconfitta.
Bè come primo giorno poteva andare decisamente peggio!
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QUESTO E' IL VESTITO INDOSSATO DA BELLA PER L'APPUNTAMETO CON EMMETT:
Ringraziamenti *-*
Infinite grazie a chi mi ha
aggiunto tra preferiti
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