Ante Scriptum: Fanfiction ispirata principalmente
all’episodio 19 dell’anime, “la morte
dell’immortale”, e alla citazione di Roy Mustang
rivolto a Riza Hawkeye “non devi rassegnarti mai alla
morte”.
-
Cicatrici -
-Tenente Hawkeye- Roy
pronunciò il nome del suo sottoposto con la solita fermezza
-ti sei resa conto di che razza di errore hai commesso?-
-quale dei tanti,
signore?- chiese la donna, ma alla sua domanda seguì il
silenzio.
Riza guardò
Mustang sdraiato sul letto dell’ambulanza. I medici erano
venuti a recuperarli al Terzo Laboratorio ed entrambi sapevano che
davanti a loro un’altra ambulanza trasportava Jean Havoc,
sospeso tra la vita e la morte.
Roy aveva accettato
malvolentieri di essere portato all’ospedale, ma il pessimo
stato fisico in cui si trovava gli impedì di opporsi con
tutta l’energia che solitamente mostrava. Riza, fedele come
sempre, aveva acconsentito ad accompagnarlo e ora, seduta alla sua
destra, se lo trovava di fronte con una ferita al fianco sinistro che
si era cicatrizzato da solo.
-ti sei rassegnata- le
disse spostando lo sguardo su di lei -ti sei rassegnata alla morte-
Gli occhi magnetici di
Roy, così come la sua voce, esprimevano severità
e durezza. Il rimprovero fu accolto dalla donna con magistrale sangue
freddo e autocontrollo, ma le iridi color miele non riuscirono a
resistere allo sguardo del suo superiore.
-non c’era
più nulla da fare- rispose in sua difesa -Lust era una
nemica che andava oltre le mie capacità. Sarei stata
sconfitta comunque-
-saresti morta in
maniera diversa- ribatté severo l’uomo -non
piangendo come una comune donna debole e indifesa, ma come un soldato
che combatte fino all’ultimo. Mi hai deluso, tenente Hawkeye,
mi hai deluso profondamente: se devi farti uccidere, combatti fin
quando è il tuo corpo a dire basta, non tu-
-mi dispiace,
colonnello- disse Riza con tono di amarezza nella voce -ma deve
considerare che corpo e mente sono difficili da separare. In quel
momento non sarei riuscita a muovermi di un passo e, sinceramente, non
mi importava della maniera in cui stavo per morire-
-dove è
finito il tuo orgoglio, tenente Hawkeye?- domandò sprezzante
l’altro -preferisci morire come tante altre donne comuni?-
-io sono una donna,
colonnello Mustang- ribatté a tono Riza -e non me ne faccio
niente dell’orgoglio, una volta morta-
-non doveva entrare
nell’esercito allora!- le disse Roy infuriandosi
-è il motivo per cui si muore che conta, dannazione! E tu
stavi morendo per niente, Riza!-
Sentendosi chiamare per
nome, la donna spalancò gli occhi, colpita da quel raro
gesto. Sfruttando la lunga frangia, abbassò lo sguardo e lo
nascose, velando il suo turbamento. Nel frattempo strinse in pugni,
mentre cercava le parole giuste con cui replicare .
-avevo appena capito che
eravate morto, signore- spiegò con voce controllata -e non
sapevo del destino di Jean Havoc. Mi sono fatta prendere dal panico, e
dalla paura. Mi dispiace, colonnello Mustang-
La voce si
indebolì fino a diventare un sussurro, ma non perse mai la
sua fermezza. Riza, come sempre, espresse la sua opinione senza che il
coraggio le venisse a mancare, ma non poteva nascondere il dolore che
provava.
Tuttavia
l’uomo non replicò e il silenzio che si era creato
le fece più paura di qualsiasi altra parola che avrebbe
potuto dire. Sentendo di non essere riuscita a convincerlo,
rinunciò definitivamente ad aprire bocca.
-insomma, mi hai
sottovalutato- esclamò, invece, Roy -un errore ancora
più grave. Sai che io sono imbattibile-
A
quell’affermazione Riza alzò istintivamente lo
sguardo per esprimere tutta la sua perplessità e diffidenza.
Con grande sorpresa trovò ad accoglierla il viso beffardo di
Mustang e un sorriso appena accennato che rendeva i suoi occhi
tenebrosi meno duri.
Incerta,
tornò a distogliere i suoi e così fece anche
l‘altro. La donna lo vide sfiorare delicatamente la pelle
ustionata al suo fianco sinistro e sentì il suo sospiro.
-per chi crede che mi
sia fatto questo?- le domandò senza togliere la mano -anche
io, tenente, avevo appena capito che stavate per morire quando ho
deciso di curarmi la ferita da solo. Ed è stata una pessima
idea, devo ammetterlo, ma ne è valsa la pena-
Riza non
trovò le parole per rispondere, l’emozione le
impediva di formulare una qualsiasi frase di senso compiuto. Per
rimediare, allora, allungò la mano e afferrò
quella del colonnello, ancora appoggiata sulla ferita.
-le prometto che da ora
in poi combatterò fino alla fine, signore- gli disse.
-non le piacciono gli
uomini con le cicatrici, tenente Hawkeye?- ribatté
l’altro provocandola e facendola arrossire -io le trovo molto
virili, danno quell’aria di uomo duro e coraggioso. Le donne,
invece, devono avere una pelle liscia e morbida, come quella della sua
mano. Tenente Riza Hawkeye- continuò assumendo un tono
più grave -non sono così idiota da non essermi
reso conto che lei è una donna, ma non è
certamente una donna comune e debole. Quindi veda di non farsi
più confondere dalla notizia della mia morte, grazie-
-questo non glie lo
prometto, colonnello Roy Mustang- ribatté Riza, sottraendo
la sua mano dalla presa dell‘uomo -piuttosto, faccia in modo
lei che alle mie orecchie non arrivi la notizia della sua morte. In
cambio le concedo di aggiungere un’altra cicatrice alla sua
collezione-
Roy tornò a
sorridere e anche la donna sedutagli accanto fece lo stesso. Riprese la
sua esile mano e la baciò, promettendole che avrebbe fatto
il possibile per aggiungere più cicatrici possibili al suo
corpo, dato che le amava
tanto.
Note
Autrice
Prima FF in assoluto che
pubblico su Fullmetal Alchemist, anche se lo seguo e lo adoro da
secoli. Roy e Riza sono una coppia splendida e se già avevo
qualche mezza idea di scrivere qualcosa, il capitolo del manga (e
l‘episodio dell‘anime) sono stati la giusta
ispirazione.
Quando l’ho
scritta non avevo ancora letto il seguito, ma siccome io me
l’ero immaginata così la scena, ho voluto postarla
lo stesso.
Spero vi sia piaciuta e
mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate, su tutto, qualsiasi cosa
insomma ^^.
Bye!
Dryas
|