Bellezza eterea (o maledetta?)

di VigilanzaCostante
(/viewuser.php?uid=1142608)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Bellezza eterea (o maledetta?)

 
A Severa Crouch, che dedica sempre un momento del suo tempo a leggere ciò che scrivo.
Questo piccolo spaccato su Narcissa è per te; spero ti piaccia.
 
Narcissa Black, in Malfoy, possedeva una bellezza eterea invidiata da molte, bramata da nessuno. Era come un fiore ammirato ma mai colto, troppo bella, quasi finta.
Di certo ne era consapevole e sin da bambina aveva deciso che sarebbe stata una sua forza, non una sua debolezza. Anni dopo, seduta da sola a scolarsi una bottiglia di vino elfico, si chiedeva dove l’avesse portata quel suo marmoreo fascino.
Suo marito era chiuso ad Azkaban, insieme a quello di sua sorella, a Rabastan e ad altri dei suoi. Draco era ad Hogwarts, arrabbiato con il mondo per la sorte subita dal padre. Ma come poteva dire al suo bambino che, in fin dei conti, Lucius si era meritato quel destino?
Non riusciva a smettere di chiedersi per cosa stessero lottando, lavorando con il favore delle tenebre.
Eppure, lei, che si sentiva sola in quel castello enorme, non abbandonava la sua famiglia. Non si discostava da quegli orrendi ideali perché era loro fedele. Avrebbe accettato anche il Signore Oscuro tra quelle stanze, tra le sue cose e i suoi gioielli, ospite di Villa Malfoy. Avrebbe accettato di sacrificare perfino sé stessa per suo marito e per suo figlio.
Ma alla fine dei giochi, tra le mani, non rimaneva altro che la sua femminilità, la sua eleganza e compostezza. E poi c’era, da qualche parte, l’amore. L’amore che, in barba ai clichè, non era cocente e passionale, ma calma e compostezza.
Diamine – maledetto quel vino elfico che la faceva diventare sentimentale. Nessun Black lo era, almeno tra quelli che contavano.
 
Quindi, quando un drappello di Mangiamorte si presentò davanti al cancello mastodontico di casa sua, li fece entrare. Aprì le porte della sua dimora e della sua anima a quella tetra oscurità, al volto disumano di Voldemort e i suoi ossequiosi servitori. Non fece sorrisi, non regalò loro calore e ospitalità. Rimase ferma, fredda, maledettamente bella, ad accogliere l’inizio della sua fine.
 
 


NDA: questa piccola flash partecipa all’iniziativa “Un regalo tutto per te” del gruppo facebook Caffè e Calderotti. So che la cara Severa Crouch, destinataria di questo regalo, ama i Mangiamorte. Narcissa non è propriamente una di essi, però è il personaggio tra la schiera oscura che mi affascina di più (insieme a Regulus) e quindi ho provato a dipingerla nel momento prima che arrivino a casa sua Voldemort e i Mangiamorte.
Buon Natale in anticipo, Severa, e spero che questo pensierino ti piaccia! Anche se un po’ lugubre per l’atmosfera natalizia.
Ah sì, perdonatemi la citazione di Conte.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3951322