Arancione come il tramonto
Leo non sapeva spiegarsi perché Silvia avesse
decorato casa sua in arancione, invece che nel classico rosso: tovaglia,
bicchieri, piatti, era riuscita a scovare persino un portabottiglie per lo
spumante di quel colore inusuale. Nessuno dei loro amici avrebbe ritrovato l’atmosfera
celebrativa del 31 dicembre in un ambiente di impressioni d’autunno – foglie
secche al suolo, una zucca intagliata – oppure d’estate – sole cocente, un
aperitivo ghiacciato in riva al mare. Stavano insieme da poco, però la
conosceva profondamente da molto di più: quella sera non poteva non chiedersi
cosa gli sfuggisse dei suoi contorti ragionamenti.
Gli altri si erano semplicemente fatti una
risata alla vista di quel tocco di originalità, per poi soprassedere, distratti
da cibo e alcolici; lui no. Le aveva domandato alcune volte il motivo di tale
stravaganza nelle ore successive, ma la sua ragazza aveva finto di non sentire,
l’aveva preso bonariamente in giro per la sua insistenza, aveva inventato una
ragione strampalata, senza mai rispondere sul serio.
Fino a quando lui l’aveva trascinata per
mano in un angolo appartato e allora, lontani dal resto della compagnia, era
stato difficile per lei non cedere, nonostante la sua ritrosia. Silvia gli
aveva confidato di aver pensato che il rosso, per lui e quindi per lei, sarebbe
sempre stato Beatrice: non voleva ricordarla e non voleva ricordargliela più
del dovuto. E l’arancione ha del rosso, ma non proprio.
I lunghi capelli in cui amava immaginare
di perdersi, il sangue malato che l’aveva sottratta al suo mondo: Leo l’aveva dipinta
in tonalità scarlatte nel suo cuore, che non l’avrebbe mai dimenticata, tuttavia
gli ultimi mesi erano stati solo per Silvia e i nuovi sarebbero appartenuti
solo a Silvia. Nella sua lista di buoni propositi per l’anno venturo c’era impegnarsi
a renderla più felice del precedente. Glielo disse.
Poi si diede dello sciocco, perché non gli
era venuta in mente prima l’associazione appropriata. Ogni cosa è un colore.
Ogni emozione è un colore. L’arancione era il colore del tramonto che
aveva illuminato il bacio scambiato sulla loro panchina, labbra che si erano
sfiorate su una vicendevole confessione d’amore, su sorrisi familiari e nuovi.
Le rivelò anche quella riflessione, parlò finché non fu interrotto dalla bocca
di lei, che, premuta sulla sua, ne rendeva ancora più vivida la memoria.
Quando tornarono dagli altri, in tempo per
il conto alla rovescia, non gli sembrò più così bizzarro vedere calici
arancioni riempiti per il brindisi di rito. Li ponderò sotto una nuova luce –
erano quei raggi del sole morente tangibili nella notte scura – e decise che
sarebbero potuti diventare la loro tradizione delle feste, per il futuro che
avrebbero condiviso.
L’azzurro è il colore complementare
dell’arancione. Complementare significa completare, come si cercano per
completarsi le due metà in cui Zeus aveva spezzato ogni essere umano. Leo lo
ricordò guardando gli occhi azzurri di Silvia fissi nei suoi, nell’attimo prima
che li chiudesse per un bacio di mezzanotte.
Tre. Due. Uno.
Sentimenti rossi, ma non proprio, e fuochi
d’artificio in sottofondo.
Note:
La
struttura del titolo richiama palesemente l’opera su cui si basa la fanfiction
e l’arancione era il mio prompt nel contest per il quale la ff è stata scritta.
La
storia è ambientata durante il primo veglione di Capodanno che Leo e Silvia
trascorrono come una coppia, essendosi messi insieme dopo l’estate: anche
l’ambientazione tra il 31 dicembre e il 1 gennaio era una richiesta del contest.
“Ogni
cosa è un colore. Ogni emozione è un colore.” è una citazione del libro Bianca
come il latte, rossa come il sangue, l’incipit nello specifico.
“L’arancione
ha del rosso, ma non proprio” perché si trova tra il rosso e il giallo nello
spettro della luce visibile.
L’azzurro
è il colore complementare dell’arancione secondo la teoria dei colori e Silvia
ha effettivamente gli occhi azzurri nel romanzo.
È
Silvia nella sua lettera a Leo nella parte finale del libro di D’Avenia a fare
riferimento per prima al mito greco in cui si narra che Zeus divise in due metà
l’essere umano, originariamente sferico, e che queste da allora si cercano per
completarsi.
Il sentimento
rosso è l’amore, come Leo ribadisce più di una volta nel libro.
Grazie per la lettura. Buone feste!
Legar