[
...Guardami
Sentimi
Sono
qui
Toccami...
]
Sembra tutto così irreale per essere vero. Ma lo è. Da non crederci.
Persino la mia città appare come un qualcosa di fantastico, come se mi
trovassi in un sogno o in un altro luogo quasi fiabesco e completamente
diverso da quello che pensavo di conoscere.
Il buio sta divorando piano ogni cosa mentre cerco di evitare le
pozzanghere che mi stanno letteralmente inzuppando le scarpe da tennis.
Non c'è un'anima viva nei dintorni e non ci dovrei essere neanche io.
Bagnata fradicia, sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi
fermo di colpo sotto il primo lampione che illumina il marciapiede. Non
avevo mai notato prima d'ora quanto fosse splendida la mia città,
specialmente in una sera come questa.
Ad un certo punto, quasi come fossi io a comandarle, le gocce di
pioggia cessano di cadere. Non sento più l'acqua fredda sulla pelle,
solo gli ultimi residui che colano piano dai capelli.
Già, certo.
Acqua.
Il mio elemento. Sospiro, chiedendomi cosa mi sia preso all'improvviso.
Voglio tornare in palestra ad asciugarmi il prima possibile, non vedo
cosa dovrebbe trattenermi ancora.
Acqua.
Riprendo a camminare per la via buia, incrociando le braccia al petto.
Centro in pieno un'altra pozzanghera e digrigno i denti. No, non era
decisamente il giorno giusto per uscire, oggi. E poi succede tutto così
all'improvviso che non ho nemmeno il tempo per riflettere. Lo vedo.
Riesco a distinguere la sua figura scura dall'altra parte della strada,
un po’ più avanti, rannicchiata sull'asfalto freddo e umido. La fisso
per parecchi secondi o minuti che sembrano interminabili. Lì per lì non
mi accorgo neanche si star trattenendo il respiro.
Decido di avvicinarmi piano, senza far rumore. Passo dopo passo, la
sensazione familiare che mi obbliga in qualche modo a intervenire si fa
più decisa. E quel qualcosa che ho perso tempo fa, quella parte
importante di me che è stata sostituita da un senso di vuoto
indescrivibile, torna dentro me all'improvviso, colpendomi quasi come
una scarica elettrica assolutamente inaspettata.
Per un secondo - un solo secondo - riesco a sentire la vera Misty in
me, come fosse tornata da un lungo viaggio. Dove, forse, sarei dovuta
essere io.
Lo riconosco solo quando attraverso la strada. Il respiro, così come la
voce, sembra che non voglia sbloccarsi. Raggiungo il ragazzo
rannicchiato a terra con il cuore in gola, lasciando tra noi qualche
centimetro di spazio. E non credo ai miei occhi.
"Ash!".
Lui non si volta. Alza lentamente la testa, senza distogliere gli occhi
da un punto imprecisato davanti a lui, e la riabbassa subito dopo. Non
riesco a vedergli bene gli occhi, coperti dalla frangia nera
spettinata. Rimango in piedi dietro di lui, spostandomi a lato un'altra
ciocca di capelli ormai appiccicati, esterrefatta. Non è possibile
vederlo qui. Adesso. Così. Non so cosa fare nè cosa dire, sono come
paralizzata per una manciata di secondi, fissando le sue spalle
sussultare, il suo corpo tremare impercettibilmente.
"Ash" mormoro ancora, stavolta inginocchiandomi al suo fianco. Gli
appoggio una mano sulla spalla e gliela accarezzo piano. A malapena mi
accorgo delle microscopiche gocce di pioggia che ricominciano a cadere
leggere. Solo a quel punto Ash incrocia il mio sguardo. Uno, due
attimi. Ma noto comunque delle tracce umide che gli rigano il volto.
Sgrano gli occhi per la seconda volta, mentre lui continua a fissare il
pavimento scuro.
Acqua.
[... Sento il
freddo
Dell'asfalto
Salvami...
]
"Ash, stai... stai piangendo" dico quasi incredula. Aspetto una sua
reazione che però non arriva. Gli sollevo il mento con la mano,
costringendolo a guardarmi negli occhi e rimango spiazzata dei suoi,
sempre così incredibilmente profondi. Lui non riesce a reggere la
tensione nei miei.
"Ash...".
Cerca di mantenere un sorriso convincente e si sfrega le guance e gli
occhi con la mano.
"No, è la pioggia" sussurra, con voce incredibilmente roca. Scuoto la
testa, evitando di ribattere. Torna a concentrarsi sulle sue scarpe ma,
nonostante ci provi con tutte le sue forze, non riesce a trattenere le
lacrime. Un brivido mi percorre la schiena e le spalle, facendomi
tremare. Faccio scivolare la mia mano fino al suo braccio nudo. Glielo
stringo delicatamente.
"Che cos'è successo?" riesco finalmente a chiedergli, fissandolo
preoccupata. Mi chiedo quanto possa risultare angosciata la mia voce o
se lui riesca a sentire il tremolio lieve della mia mano. Dentro di me,
ho sempre saputo che se Ash si comporta in quel modo c'è un motivo,
dietro. Un motivo serio.
Si rannicchia ancora di più su se stesso, mettendo quasi la testa fra
le braccia. E le lacrime continuano più furiose di prima, scendono
incessanti dai suoi occhi, si mescolano con la pioggia, anche se non
vuole darlo a vedere.
[... Parlami
Ascoltami
Sono qui
Aspettami...
]
"Ho fallito" sussurra, nascondendo il volto certo che io non lo possa
vedere. Due parole semplici, e capisco tutto.
"Ho perso, Misty. E' finita. Non ce l'ho fatta".
Una fitta acuta al petto mi mozza il respiro, i polmoni, mi prende lo
stomaco, arrivando al cuore. E non ci penso due volte: lo stringo con
tutta la forza che ho, fino a ritrovarmi la sua testa sul petto.
Percepisco il suo battito cardiaco accelerare, il suo respiro più
frequente. Non dico nulla, mi limito a stringerlo più che posso,
facendogli sentire il mio calore.
"Non diventerò mai Maestro di Pokèmon".
Lo afferro bruscamente per le spalle, trovandomi faccia a faccia con
lui. Invulnerabile, senza maschera. E' il lato di Ash debole, quello
che ha bisogno di sentirsi dire che va tutto bene. Quello che ha sempre
cercato di tenere nascosto e continua a farlo inutilmente.
"Stammi a sentire, Ash!" dico, scuotendolo leggermente. "Tu sei un
allenatore eccezionale, non devi arrenderti così, chiaro?! Ci
riproverai. E se non funzionerà, ci riproverai ancora e ancora". Lo
lascio andare, mentre torna a rannicchiarsi sul pavimento freddo.
"... E un giorno ci riuscirai. Io continuerò a tifare per te, Ash. Sono
e sarò sempre con te, ricordatelo.".
Distolgo la concentrazione su di lui per un attimo, guardando per un
secondo un qualcosa di bianco che si è posato sui suoi capelli corvini.
Sollevo lo sguardo, osservando un punto qualsiasi della luce
proveniente dal lampione accanto a noi. E sì, quelli sono fiocchi di
neve.
[ ... Pioggia e
neve
Sulle Ali
Salvami...
]
Ash mi guarda titubante negli occhi, dopodichè si volta di nuovo.
"Misty".
Lo osservo senza capire.
"Salvami".
E ancora acqua.
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