-Chi sei? Che cosa vuoi?
Rispondi!
Cedric levò la bacchetta
contro la figura scura e incappucciata che si muoveva tra le lapidi
del cimitero. A rispondergli fu una voce, fredda e sibilante, che gli
fece correre un brivido gelido lungo la schiena.
-Uccidi l'altro.
Prima che avesse il tempo
di pensare e reagire, Cedric udì un'altra voce,
più stridula,
gridare; -Avada Kedavra!
Un lampo di luce verde
saettò nell'aria, investendolo in pieno petto. Interi
frammenti di
vita gli scorsero davanti agli occhi – il viso dolce di Cho,
gli
sfavillanti alberi di Natale nella Sala Grande, i pomeriggi passati
ad allenarsi nel campo di Quidditch, le urla festose e gli abbracci
con cui i suoi compagni lo avevano accolto in sala comune dopo che il
suo nome era stato estratto dal Calice di Fuoco – e in un
istante
di terribile, dolorosa consapevolezza, Cedric seppe di essere morto.
Poi ci fu il buio.
Quando riaprì gli occhi,
Cedric si trovò davanti la volta di un cielo azzurro e
sgombro di
nuvole.
Si rese conto di essere
disteso a terra, di schiena. I raggi del sole gli carezzavano la
pelle del viso e un profumo delicato di fiori aleggiava nell'aria,
risvegliando i suoi sensi assopiti e ancorandolo sempre di
più alla
realtà.
Sbatté le palpebre e si
mise lentamente a sedere, guardandosi intorno; si trovava in una
radura dall'erba finamente tagliata, delimitata da un cerchio di
alberi dalle fronde rigogliose.
Quello era davvero l'aldilà?
Il paradiso? O solo un frutto della sua immaginazione? Forse
ciò che
era accaduto in quel cimitero era solo un incubo dal quale si sarebbe
presto risvegliato...
-Benvenuto, Cedric.
Si voltò di scatto al suono
di quella voce. Davanti a lui era appena comparsa una donna vestita
con un lungo abito viola scuro, il viso delicato circondato da una
lunga chioma di capelli color mogano. La sua figura emanava
un'energia positiva e rassicurante, quasi materna, che avvolse Cedric
e lo pervase di una profonda calma.
Il ragazzo si alzò in
piedi, tossì per schiarirsi la gola e disse; -Tu... cosa...
cos'è
questo posto? Dove sono?
-Ovunque tu voglia essere,
caro.- rispose lei dolcemente. -Dopotutto questa è la tua
festa.
Secondo te dove siamo?
-Beh, somiglia un po' al
parco di Hogwarts. Anche se non si vedono né il castello
né il
campo di Quidditch.
-Il parco di Hogwarts. Molto
bene.
Dopo qualche istante di
silenzio, Cedric mormorò; -Io... sono morto, vero?
-Sì. Sei morto.- La voce di
lei suonò bassa, venata di tristezza. -Ci sono state persone
che
hanno addirittura sfidato le leggi del tempo e dello spazio per
provare a salvarti... ma il destino è qualcosa da cui non
possiamo
sfuggire.
Cedric
guardò la donna con aria sbigottita. Qualcuno aveva sfidato
le leggi
del tempo e dello spazio per salvarlo? Che cosa significava?
-Mio
caro ragazzo, devi sapere che non tutto è perduto.- aggiunse
lei.
-Io sono qui per offrirti una possibilità.
-Una
possibilità?- mormorò Cedric, sentendo un lampo
di speranza
accendersi nel suo cuore.
La donna
annuì.
-Vedi,
Cedric, la tua strada fino a questo punto era già stata
tracciata.
Tu eri destinato a morire, arrivare fin qui e ritrovarti davanti a un
bivio. Puoi compiere una scelta fondamentale che avrà delle
ripercussioni sul mondo lì fuori. Puoi scegliere se
lasciarti per
sempre alle spalle l'esistenza terrena oppure... tornare indietro. Io
sono qui per mostrarti cosa accadrà se deciderai di tornare.
Cedric
annuì e sorrise, le mani che gli tremavano per l'emozione.
Voleva,
anzi, doveva tornare.
Non poteva lasciarsi morire così, a diciassette anni, con
l'intera
vita davanti e un bagaglio di sogni ancora da realizzare.
-Allora,
cosa accadrà quando tornerò indietro?
La donna
ricambiò il sorriso.
-Lascia
che ti spieghi.
*
-Albus,
questa è l'idea peggiore che tu abbia mai avuto in tutta la
tua
vita. È la cazzata del secolo, anzi, del millennio.
Albus
era seduto su un divanetto nella sala comune di Serpeverde e si
rigirava tra le mani la Giratempo che era riuscito a trafugare
dall'ufficio della McGranitt. Sospirò stancamente e
lanciò
un'occhiata a Scorpius, che gli stava davanti con le braccia
incrociate sul petto e le sopracciglia bionde inarcate in
un'espressione contrariata, molto simile al cipiglio severo di Ginny
e della vecchia Molly.
-Non puoi capire, Scorpius. Io... io devo
farlo.- Gli occhi del ragazzo si addolcirono davanti all'aria
affranta e alla voce intrisa di amarezza dell'amico. -Ti prometto che
questa sarà l'ultima volta. Non farò nulla. Non
agirò per cambiare
il corso della storia. Mi limiterò a essere un semplice
spettatore e
una volta tornato qui porterò direttamente la Giratempo
nell'ufficio
della McGranitt.
Scorpius
lo guardò in silenzio per qualche istante, poi scosse la
testa con
aria scettica.
-Ancora
non capisco perché ci tieni tanto.
Albus si
lasciò sfuggire un altro sospiro triste.
-Vedi,
una parte di me si sente ancora terribilmente in colpa per aver
fallito nel salvare Cedric. So che era inevitabile, ormai abbiamo
capito fin troppo bene che pasticciare con il tempo significa causare
delle conseguenze catastrofiche ma... non riuscirò a trovare
pace
finché non avrò davanti agli occhi il risultato
del nostro
fallimento.
-Non ti
è bastato vedere la tomba di Cedric insieme a tuo padre?
-No. Ci
sono cose più terribili di una tomba, Scorpius.
Più terribili della
morte. Devo vederle con i miei occhi per l'ultima volta prima di...
di poterlo accettare pienamente. Solo così potrò
superare il
trauma, capisci?
Scorpius
si sedette accanto a lui e gli poggiò una mano sulla spalla.
-Allora
verrò con te. Farò qualsiasi cosa per aiutarti se
dovessi cacciarti
nei guai.- disse in tono risoluto, e Albus si sentì scaldare
il
cuore di un affetto profondo verso il suo migliore amico. -Abbiamo
mezz'ora, giusto?
-Sì.
Mezz'ora. Poi la Giratempo ci riporterà qui. Sei pronto?
-Prontissimo.
Scorpius
afferrò la catenella della Giratempo e Albus
iniziò a ruotarla,
concentrandosi intensamente sul luogo e sul tempo che voleva
raggiungere...
*
Albus e
Scorpius camminavano lungo la strada di una città Babbana.
Era tardo
pomeriggio e le luci dei lampioni iniziavano ad accendersi nella
penombra. Il silenzio che aleggiava tra loro era pieno di tensione e
aspettativa; Albus continuava a guardarsi intorno con aria frenetica,
ben consapevole che presto si sarebbe trovato davanti una visione che
gli avrebbe pugnalato il cuore.
Ma
doveva farlo. Doveva raccogliere tutto il suo coraggio –
nelle sue
vene scorreva pur sempre del sangue Grifondoro – e affrontare
faccia a faccia quell'incubo.
-Al...
fermati. È qui.
Scorpius
gli tirò una manica della camicia. Albus si
bloccò in mezzo al
marciapiede e si voltò lentamente, trovandosi a fronteggiare
il muro
di un palazzo.
Il cuore
gli saltò in gola.
Sapeva
che era stato necessario sacrificare Cedric in nome di un bene
superiore. Ma ora che aveva davanti i frutti del suo fallimento,
della scelta così sofferta di lasciare che un ragazzo
innocente
andasse incontro a un destino tanto spaventoso, non poteva fare a
meno di sentire una voragine di disperazione aprirsi dentro di
sé.
Il viso
di Cedric Diggory, più adulto e maturo rispetto all'ultima
volta che
lo aveva visto, era lì, stampato su quello stupido poster
incollato
al muro. La pelle ricoperta di cerone e i segni rossi intorno agli
occhi gli davano l'aria di un tossicodipendente in crisi di
astinenza.
La
ragazza che lo abbracciava aveva le labbra piegate all'ingiù
e gli
occhi da pesce lesso; se qualcuno le avesse infilato un paio
d'occhiali sul naso e uno scialle ricamato intorno al collo, avrebbe
potuto sembrare la figlia della professoressa Cooman.
-Al...
fatti forza. Sai che non potevamo impedirlo.
Scorpius
gli poggiò il mento sulla spalla e gli strinse un braccio
intorno
alla vita. Albus annuì e guardò sconsolato la
scritta in cima al
poster; Twilight – La più bella storia
d'amore mai scritta,
presto al cinema. 28 Novembre 2008.
-Lo so.-
disse con un sospiro. -Ma fa male vedere cosa è diventato.
Perché
ha accettato di tornare... così? In questa forma?
-È il
destino che ha scelto per se stesso. Non potremo mai conoscere le sue
motivazioni ma se adesso lui è felice così non ci
resta che
accettarlo.
Albus
annuì. Stava per tirare fuori la Giratempo e controllare
quanti
minuti fossero rimasti allo scadere del loro viaggio, quando un urlo
acuto alle sue spalle lo fece sobbalzare.
-Ragazze,
guardate come sono carini quei due!
Si
voltarono di scatto e sgranarono gli occhi. Davanti a loro c'era un
gruppetto che contava almeno una decina di ragazze; tutte quante
indossavano delle magliette nere, con su stampata le facce di Cedric
e Bella Pesce Lesso Swan, e avevano gli occhi contornati da quintali
di trucco scuro.
Una
ragazza bionda, che non dimostrava più di quindici o sedici
anni,
guardò Albus e Scorpius con un'espressione civettuola e
disse in
tono sognante; -Voi due state insieme, vero?
-No,
ecco, noi...- balbettò Albus, sentendosi arrossire
furiosamente,
mentre Scorpius scostava in tutta fretta il braccio dalla sua vita.
Molte
ragazze ridacchiarono, compresa la bionda, che occhieggiò il
poster
alle spalle di Albus e Scorpius e sospirò.
-Andrete
anche voi a vedere il film stasera?- disse, sempre nello stesso tono
svagato. -Se volete potete unirvi a noi...
-No,
grazie.- ribatté Scorpius.
-Il
primo spettacolo inizia tra mezz'ora.- continuò lei, senza
dar segno
di averlo ascoltato. -E noi non stiamo più nella pelle!
Abbiamo
aspettato un sacco per l'uscita di questo film. Vero, Kate?
La
bionda si rivolse alla ragazza alle sue spalle, che annuì
freneticamente.
-Sì,
Anne. Finalmente vedremo il nostro dio greco sul grande schermo!
-Dio
greco?-
mormorò Albus.
-Sto
parlando di Edward Cullen, naturalmente!- esclamò Kate. -Il
nostro
magnifico, etereo, stupendo Edward Cullen. Peccato che voi non siate
belli come lui.
Scorpius
sgranò gli occhi e mosse un passo in avanti, pronto a
ribattere a
quell'offesa, ma Albus fu più veloce di lui e
lasciò esplodere
tutta la sua indignazione.
-Quello
non è Edward Cullen, è Cedric Diggory!-
sbottò, fissando la
ragazza con aria di sfida; lei si limitò a restituirgli uno
sguardo
vacuo che fece assomigliare il suo viso a quello di Bella Pesce Lesso
Swan.
-Cedric
chi?
-Credo
che tu ti stia sbagliando.
A
parlare era stata una ragazza che squadrava Albus e Scorpius con aria
curiosa. Di tutto il gruppo, era l'unica il cui sguardo trasudasse
almeno un briciolo di intelligenza.
-Il nome
dell'attore non è Cedric Diggory.- continuò lei.
-Ma Robert
Pattinson.
Robert
Pattinson, certo, pensò Albus con amarezza. Il nome che
Cedric era
stato costretto ad affibbiarsi una volta tornato nel mondo dei
mortali per girare quella... quella roba che la gente si ostinava a
chiamare saga cinematografica.
-Sì, mi
sono sbagliato, scusate.- borbottò Albus, infilando le mani
nella
tasca dei jeans e iniziando a giocherellare con la catenella della
Giratempo. Presto lui e Scorpius avrebbero dovuto allontanarsi da
lì;
il tempo a loro disposizione sta per scadere e non potevano rischiare
di sparire nel nulla davanti agli occhi delle ragazzine Babbane.
-Non
pensate che Edward sia meraviglioso?
La
ragazza bionda, Anne, aveva ripreso a parlare. Si era portata una
mano sul cuore e guardava il poster con aria adorante.
-Io
vorrei così tanto un ragazzo come lui.- sospirò
Kate. -Anzi, un
vampiro. Un vero vampiro che mi guardi la notte mentre dormo e che mi
morda per farmi sua...
Albus e
Scorpius si scambiarono un'occhiata sconvolta.
Non
solo stavano ricordando ciò che avevano studiato per gli
esami di
Difesa Contro le Arti Oscure, ovvero che i vampiri avevano
l'abitudine di decapitare le loro vittime, farle a pezzi e mangiarne
le interiora. Scorpius sembrava star riflettendo su cosa gli sarebbe
successo se mai avesse avuto la malaugurata idea di infiltrarsi di
notte nella torre di Grifondoro per guardare Rose Weasley mentre
dormiva; probabilmente ne avrebbe rimediato un calcio nelle palle da
Rose, un processo al Wizengamot capeggiato da un'inferocita Hermione
Granger e un tentativo di omicidio da parte di Ron Weasley.
-Non
starete esagerando un po', ragazze?- disse Scorpius, con un
sorrisetto nervoso. -Voglio dire, i vampiri non sono esattamente
delle creaturine rose e fiori come le descrive la Meyer...
Ci fu un
improvviso cambio di atmosfera. Le ragazze trattennero il fiato,
scambiandosi delle occhiate allarmate. Anne e Kate avanzarono verso
Albus e Scorpius, gli sguardi improvvisamente gelidi.
-Sbaglio
o avete appena criticato Stephanie Meyer?- sibilò Anne.
Albus
si sentì attraversare da un fremito di paura ma
ricambiò lo sguardo
e replicò, con più coraggio di quanto se ne
sentisse in corpo; -E
anche se fosse? Vorrei farvi notare che i veri vampiri
non sbrilluccicano al sole come fatine.
Seppe di
aver detto la cosa sbagliata nel momento in cui una luce assassina
lampeggiò negli occhi di Anne e Kate. Scorpius, pallido come
un
cencio, afferrò il braccio di Albus e disse, falsando un
tono
allegro; -Ragazze, noi adesso dobbiamo proprio andare. È
stato un
piacere conoscervi, vi auguro di passare una bella serata al cinema
e...
-Prendeteli!
L'ordine
di Kate fu seguito da un ruggito di approvazione da parte delle altre
ragazze.
Pochi
secondi dopo, Albus e Scorpius si ritrovarono a correre fianco a
fianco, il cuore a mille per l'adrenalina e il terrore; alle loro
spalle, i passi in corsa e le urla inferocite delle Twilighters.
-IO TE
LO AVEVO DETTO CHE ERA UNA PESSIMA IDEA VENIRE QUI!- urlò
Scorpius,
lanciando un'occhiata allucinata all'amico.
-COME
FACEVO A SAPERE CHE SAREMMO STATI AGGREDITI DA UN GRUPPO DI
ADOLESCENTI PAZZE?- urlò Albus di rimando.
Non osò
voltarsi per controllare quanto scarto ci fosse tra loro e le
adolescenti pazze; continuò a correre, ignorando le gambe
doloranti
e i polmoni che sembravano sul punto di scoppiare da un momento
all'altro, guidando Scorpius lungo i vicoletti e le stradine della
città.
Quando
gli strepitii furiosi delle ragazze furono svaniti del tutto in
lontananza, i due ragazzi si fermarono di colpo. Albus si
passò una
mano tra i capelli scompigliati e cercò di riprendere fiato.
-Scusa,
Scorpius, non avevo previsto tutto questo.- mormorò,
guardandosi
intorno; erano finiti in un vicolo stretto e umido, pieno di
scatoloni abbandonati al suono e bidoni della spazzatura dai quali si
levavano odori nauseanti.
Sempre meglio che finire
nelle mani delle Twilighters.
-Non...
non fa niente.- mormorò Scorpius. -Quanto manca allo scadere
del
tempo?
Albus
tirò fuori la Giratempo dalla tasca dei pantaloni e
sospirò di
sollievo.
-Due o
tre minuti. Direi che siamo salv...
-Eccovi
qui!
No. Non è possibile.
Albus e
Scorpius si voltarono lentamente. Una ragazzina dai lunghi neri, che
indossava una maglietta del film di Twilight,
camminava verso
di loro con un'espressione allucinata negli occhi.
-Finalmente
ce l'ho fatta a trovarvi.- mormorò la ragazza, fermandosi a
pochi
passi da loro. -Io... voi...
-Senti,
ci dispiace!- esclamò Scorpius, alzando in alto le braccia
con aria
colpevole. -Te lo giuro, non volevamo parlare male di Edward Cullen e
di Stephanie Meyer, noi...
La
ragazza scosse la testa e sorrise con aria maliziosa.
-Ma chi
se ne frega di Edward Cullen! Io so chi siete voi! Siete Harry Potter
e Draco Malfoy!
-No,
guarda, in realtà noi saremmo i loro f... aspetta, cosa hai
detto?
Albus
iniziò a sudare freddo e si nascose la Giratempo in tasca,
continuando a stringere la catenina nel pugno. Chi diavolo era quella
squinternata e come faceva a conoscere i loro genitori?
-Harry e
Draco! È incredibile! Il modo in cui vi siete abbracciati
prima...
state insieme, vero? Ho sempre saputo che la Drarry era reale!
Albus
si ritrovò a boccheggiare, senza sapere come ribattere. La
ragazza
non solo li aveva scambiati per i loro genitori, era addirittura
saltata alla delirante conclusione che Harry Potter e Draco Malfoy
stessero insieme. E
poi Drarry? Cosa voleva dire quella stramba parola?
La
ragazza mosse qualche passo verso di loro, gli occhi sempre
più
sgranati e folli.
-Draco,
se tu non fossi gay ci proverei con te! Sei sempre stato il mio
Principe delle Serpi...
-Io
sono cosa?- mormorò
Scorpius. -Cosa
diavolo è un principe delle serpi? Una specie di... di
rettilofono?
-Ma no!
Il Principe delle Serpi, il ragazzo più bello di tutta
Hogwarts!
Dimmi, Dracuccio, tuo padre come ha preso la notizia della tua
relazione con Harry? Avete dovuto lottare per vivere il vostro amore,
non è vero? Proprio come Romeo e Giulietta!
Albus
aveva una sola certezza; la Giratempo doveva averli trasportati in un
universo parallelo dove Draco Malfoy era stato il ragazzo
più bello
della scuola e aveva avuto una relazione con suo padre.
Si
ritrovò a reprimere un conato di vomito. La testa
iniziò a girargli
e dovette aggrapparsi al braccio di Scorpius per non cadere. Tutto
quello non poteva essere reale... era quasi peggio che vedere Cedric
recitare in Twilight...
La
catenella che ancora stringeva nella tasca iniziò a
scaldarsi e
tremolare. Mancavano pochi secondi al momento in cui la Giratempo li
avrebbe riportati indietro, nella loro sala comune, e non potevano
fare niente per impedire alla ragazza di vederli sparire nel nulla. A
meno che...
-Cara,
ho una notizia per te.- disse Albus, rivolgendole un sorriso
accomodante. -Qui fuori dal vicolo c'è un'altra persona che
potrebbe
farti piacere incontrare...
-Davvero?
Chi è?
-Il
vecchio Lucius Malfoy. Sai, si è addolcito molto nel corso
degli
anni, ha finalmente accettato la nostra relazione... è qui
per
portarci le nostre fedi nuziali. Perché non vai a chiamarlo?
La
ragazza lanciò uno strillo entusiasta, girò loro
le spalle e si
precipitò fuori dal vicolo. Albus tirò fuori la
Giratempo, la ficcò
in mano a Scorpius ed entrambi si aggrapparono alla catenina con la
cieca disperazione di due naufraghi nel mezzo di una tempesta.
Albus
sentì uno strappo all'altezza dell'ombelico e il mondo
intorno a lui
iniziò a vorticare, trasformandosi in una macchia confusa di
colori
e forme irregolari. Chiuse gli occhi, sentendosi invadere dalla
nausea, e quando li riaprì si ritrovò nella sala
comune di
Serpeverde, vuota e silenziosa nella notte.
Tremando,
i due ragazzi lasciarono andare la Giratempo, che cadde a terra e
rotolò ai piedi di un tavolino. Si sedettero sul divano e
rimasero
lì senza parlare, lanciandosi di tanto in tanto delle
occhiate
sconvolte e riflettendo su quanto era loro accaduto.
Infine
fu Scorpius a infrangere il silenzio.
-Sai,
Albus.- disse, lasciandosi andare a un profondo sospiro e
abbandonandosi ancora di più contro lo schienale del divano.
-Avrei
preferito mille volte rivivere il Voldemort's Day.
*
NdA
Questo delirio è una parodia senza
pretese che ho scritto un po' di tempo fa e che è nata dalla
domanda "E se Albus e Scorpius avessero cercato di salvare Cedric per
impedire che lui tornasse in vita per recitare in Twilight?" (Mi
è stato d'ispirazione un meme molto famoso a riguardo)
Credo che a questo punto sia ben chiara l'identità della
donna incontrata da Cedric nel suo "altrove".
Ovviamente non ci sono intenti offensivi verso le fans di Twilight e le
Drarry shipper (io stessa ho fatto parte di entrambe le categorie!) ma
il concept di TCC mi ha dato l'ispirazione per fare ironia su queste
tematiche. Spero abbiate apprezzato questa piccola follia :)
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