I
personaggi dei libri di Harry Potter presenti in questa storia non mi
appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling; i restanti
personaggi sono frutto della mia immaginazione.
Questa fan-fiction non tiene conto del sesto e settimo libro e della
fine del quinto. È stata scritta senza alcuno scopo di
lucro.
Mi
tirai le coperte sopra la
testa, tentando di ignorare la luce del sole che filtrava dalla
finestra tre metri più in alto. Sentii rivoli di sudore
colarmi
sulla fronte, mentre mi chiedevo se fosse meglio morire soffocata dal
caldo o alzarmi a quell’ora improbabile della mattina.
Approvai
la morte per soffocamento, considerato che così avrei potuto
dormire di più…molto di più, a
guardare bene.
- Fossi in te mi
alzerei!
– una voce interruppe per la seconda volta il mio
meraviglioso
sogno in cui vagavo per il Polo Nord in bikini.
- Taci, stupido
Cappello… - mormorai irritata, con la mente ancora
annebbiata dal sonno.
- Dai,
zuccherino del tuo
nonno, è una giornata da non perdersi! – disse
allegramente lo stesso scocciatore di prima.
Mi tirai seduta,
scalciando le coperte in fondo al letto, asciugandomi il sudore con il
lembo del lenzuolo.
- Quanto ti paga
Mago Merlino per rendermi la vita difficile? –
- A dire il vero
lo faccio gratis, è divertente! –
Nella stoffa
nera e
rattoppata del cappello apparve una piega che voleva assomigliare a un
sorriso. Sbuffai indispettita, non era l’unico a divertirsi
alle
mie spalle.
- Ti
dispiacerebbe voltarti
verso il muro? Il fatto che mio nonno ti abbia autorizzato a farmi la
guardia non significa che puoi vedere mentre mi cambio! –
La piega sul
cappello si
allargò, ma ruotò lentamente di 360 gradi. Non
avrei mai
avuto la certezza che quel coso non potesse vedermi, tanto valeva
mettermi in una vetrina e fare lo spogliarello per chiunque.
- Ah, volevo
ricordarti che
oggi avrai l’esame di ammissione…- riprese la
vocina,
impregnata di soddisfazione personale.
Rapidamente mi
sfilai la
camicia da notte e indossai la prima veste che mi capitò
sotto
mano, inforcai gli occhiali e mi precipitai giù dalle scale
a
chiocciola di legno. L’ultima cosa che avrei voluto avere era
un’altra conversazione di prima mattina con
l’irritante
Cappello Parlante, soprattutto prima della svolta più
importante
della mia vita. Avrei dovuto dire a mio nonno che era ora di cambiarlo,
magari sarei riuscita a liberarmene senza troppa fatica.
“Ce la
farò, l’importante è fare un
po’ la sostenuta…”
Arrivai nella
stanza
circolare che tanto mi era familiare più sudata di prima,
con la
netta sensazione che i miei capelli cespugliosi fossero messi peggio
del solito.
“Forse
perché non li hai nemmeno pettinati?” mi dissi
ironicamente.
Mio nonno,
seduto come sempre
con i gomiti sulla scrivania lucida e le punta delle dita intrecciate,
mi squadrò con sorpresa.
-
Lauren…come mai sveglia così presto? –
Gli lanciai
un’occhiata piccata, sedendomi davanti a lui e cercando
invano di dare una forma ai miei capelli.
- Mah, non
saprei,
nonno… - esordii con sarcasmo – forse mi sentivo
abbastanza riposata da alzarmi all’alba dopo essere stata
sveglia
fino alle due di notte per cercare il dannato cane di qualcuno!
–
Le mie parole
grondanti
veleno furono ricambiate da un sorriso luminoso che si estese agli
occhi azzurro cielo. Occhi che ovviamente mi ero guardata bene
dall’ereditare.
- Sono contenta
per te,
Lauren…proprio la giornata adatta, dato che tra poco dovrai
sostenere gli esami per stabilire in quale anno potremo inserirti!
–
- Ma dai? Me ne
ero proprio
dimenticata! – borbottai, tormentando senza pietà
l’unghia del mio mignolo destro.
Mio nonno non
rispose, ma
potevo sentire il suo sguardo tentare di penetrare la mia mente per
scoprire cosa mi stesse passando in mente e perché non
avessi
ancora chiesto uno straccio di colazione.
“Ah,
è
così? Non otterrai facilmente quello che
vuoi…” mi
dissi tra me e me, abbastanza forte da farmi sentire. Era quello che
volevo, sentii mio nonno sobbalzare.
- Perdonami
l’intrusione, Lauren, ma dato che i tentativi di dialogo tra
di
noi sembrano non funzionare volevo cercare un approccio
migliore… -
Lo osservai con
sguardo
vacuo, come se fossi impermeabile alle sue parole. Odiavo la sua
flemma, la sua calma innata, il suo essere pacato anche nelle
situazioni peggiori. Come quando ero riuscita a farmi espellere da ben
tre Scuole di Magia, non aveva fatto una piega. Insopportabile.
- Dimmi, Lauren,
è questo che pensi di me? Che sono insopportabile?
–
Sostenni con
freddezza il suo
sguardo gentile, era solo colpa sua se ero finita nella sua patetica
scuola situata in un patetico posto con un patetico clima dotato di
un’umidità alle stelle.
- Penso che non
ho voglia di
fare nessun esame e che se sono così fortunata come dici
dovresti mettere una buona parola per me ed evitarmi questo
strazio…anzi, per non fare favoritismi, perché
non mi
espelli anche te? –
- Credo tu
sapessi l’importanza di una buona istruzione… -
- Certo, hai
ragione…
- cercai di ritrattare con classe – Senza esami non pretendo
di
essere messa al settimo anno, come invece dovrei, mi basterebbe anche
il primo…nonostante la mia voglia di passare i prossimi
sette
anni al fianco di ragazzetti immaturi e petulanti non sia proprio la
mia massima aspirazione! –
Dissi tutto con
una
sincerità disarmante che però non fece
l’effetto
desiderato. Mio nonno si alzò in piedi e si
avvicinò per
accarezzarmi con affetto i capelli. Anche questo era tremendamente
disarmante.
- Lauren,
capisco quello che senti…so quello che stai cercando di
dirmi… -
Scattai in
piedi,
sottraendomi alle sue mani e riuscendo nella mirabolante impresa di
strapparmi l’orlo della veste. Con un gesto di bacchetta me
la
riparò prima che potessi replicare, scossi la testa come si
usa
fare davanti ai casi disperati.
- Avanti, cosa
sto cercando di dirti secondo te? –
Non avrebbe mai
indovinato, ne ero praticamente certa.
-
Mmm…forse mi stai
consigliando di cambiare il Cappello Parlante perché ti
sembra
solo uno scocciatore inutile? –
Arrossii
fugacemente, ma ripresi subito il controllo.
- Come ti
è venuta in
mente un’idea simile, nonno? Io sto cercando di dirti che sei
Albus Percival Wulfric Brian Silente, Preside di questa Scuola, e non
hai nemmeno lontanamente pensato di aiutare tua nipote ad evitare una
sessione di esami prettamente inutile ammettendola come chiunque altro!
–
“Salvata
in corner” mi dissi.
Mio nonno
allargò bonariamente il suo sorriso e mi
scompigliò di nuovo i capelli.
- Bene, allora
sono contento che tu e il Cappello abbiate fatto amicizia! Sono
orgoglioso di voi! –
Un
attimo…io e il Cappello? Amicizia? Mio nonno mi aveva forse
fregato?
- Ma
veramente… -
- Non
riuscirò mai a
indovinare quello che ti passa per la testa, eh, Laurie? Ora ti
conviene scendere a fare colazione, tra poco dovrai conoscere i tuoi
nuovi professori e far vedere quello che sai fare! –
Mi spinse con
delicatezza
fuori dalla stanza, dopo avermi infilato in mano la mia bacchetta e il
mio manico di scopa. La porta si richiuse con un leggero clic dopo la
mia uscita.
Sì,
era riuscito a fregarmi per la prima volta.
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