Leonardo

di Argyros Singh
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Leonardo si risveglia al centro della scena.
 
Leonardo
Sono di nuovo qui, alla Città della Notte! Ma come è stato possibile? Forse è stata la consapevolezza che non è cambiando cielo che si può trovare la pace, ma cambiando se stessi. E poi… oggi, sì, oggi mi attende un processo, che muterà forse il mio destino e quello di ogni libero inventore!
 
Entrano Michele, Ludovico e tutti gli altri abitanti. Confabulano tra loro.
 
Ludovico
Eccovi, dunque, mastro Leonardo! È così che io, il magnifico Ludovico, giudicherò voi e mastro Michele, in questa disputa che ha minato la pace della città. (rivolgendosi ad Michele) Michele, volete dunque mostrarci le prove che avete raccolto?
 
Michele
Certamente, magnifico Ludovico! (estrae il registratore) Questo, cittadini, è uno strumento in grado di raccontarvi la verità dei fatti, così come è uscita dalla bocca di colui che è qui, davanti a voi, colpevole di aver ideato pensieri malati, che mettono a rischio la sicurezza di tutti noi. (avvia la registrazione, ma escono solo le parole di Ludovico, che raccontano del suo desiderio di manipolare i cittadini per mantenere il potere. Michele interrompe bruscamente; breve pausa, in cui i presenti commentano sotto voce) Io… non capisco. Cittadini, è chiaro a tutti come Leonardo abbia praticato un sortilegio!
 
Leonardo
(per nulla sorpreso) Non un sortilegio, amati cittadini, ma una dea, che ho chiamato Nemesi, in grado di attuare la giustizia. Uno strumento invisibile, che agisce su un piano sottile, e che bisogna utilizzare con profondo rispetto. L’inventore Michele diceva il vero: il suo strumento non rivela altro che la verità dei fatti, fatti che egli stesso ha contribuito a stravolgere, in accordo con nientemeno che il magnifico Ludovico.
 
I cittadini accusano Michele e Ludovico. Sale la tensione. I due colpevoli si avvicinano, terrorizzati.
 
Leonardo
Calmatevi, cittadini, non è così che voglio che vada a finire! Ascoltatemi, ve ne prego. (ritorna il silenzio) Per troppo tempo noi inventori abbiamo creato strumenti spinti dal desiderio di soddisfare due generi di persone: i governanti, che ci chiedevano strumenti di piacere per soddisfarvi e strumenti di morte affinché non foste mai davvero solidali gli uni con gli altri; e voi cittadini, che privi di un nobile obiettivo cedete agli impulsi più bassi. (pausa) Per troppo tempo mi sono lamentato di voi e della vita in generale, senza accorgermi che ero proprio io, in qualità di inventore, ad avere il dovere di proporre un’alternativa. Doveva finire il tempo delle recriminazioni e dovevo rimboccarmi le maniche. Scoprii così che nella mia mente, nella mente di ognuno di noi, risiedono grandi ideali, che sono alla base di ogni nostra tensione verso il bene.
 
Ludovico
(ritrovando il coraggio) Quello che voi proponete è irrealizzabile! Ci state suggerendo di vivere di parole e non di fatti.
 
Leonardo
Direi che di fatti ne avete avuti a sufficienza quest’oggi. Vi dimostrerò invece come gli ideali possano tramutarsi in splendide invenzioni per il bene pubblico. Così, anziché continuare a produrre armi, vi propongo la costruzione di strutture in grado di determinare il corso delle acque; vi propongo invenzioni che vi permetteranno di muovervi tanto nel cielo quanto nei fondali marini; vi propongo ancora di ricostruire il cotonificio e di utilizzare i macchinari che io stesso ho perfezionato. E, infine, vi mostrerò quella che per me è la migliore creatura mai venuta al mondo: l’arte.
 
Leonardo esce di scena in modo inaspettato. I presenti mormorano; molti appaiono entusiasti.
Michele e Ludovico cercano di convincere gli abitanti che Leonardo sta mentendo loro, distogliendo l’attenzione dalle sue colpe. Leonardo rientra in scena con una lira d’argento.
 
Leonardo
Vi dimostrerò la grandezza insita nella mia proposta. Credetemi quando vi dico che l’arte è lo strumento in cui collaborano bellezza e ragione, nel realizzare un meccanismo che è il riflesso del più grande motore dell’universo.
 
I presenti si pongono a semicerchio intorno a Leonardo, il quale suona alcune melodie, affascinando tutti. Entra Gaia, ma solo Leonardo riesce a vederla.
 
Leonardo
(rivolto a Gaia, con sorpresa e gioia) Non riuscii a realizzare la macchina per il volo che avevo sognato, ma insegnai agli uomini a volare con le proprie menti.




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