Salve a tutti!
Avevo deciso di scrivere
una storia con Death Mask ed Aphrodite, ma poi ho pensato di rendere
protagonista un Saint non sempre descritto: Shura di Capricorn.
Quindi ricapitolando
questa mia storia è una Death Mask/Aphrodite vista dal punto
di vista di Shura!
Un grazie speciale a chi
leggerà e commenterà!
Essere un guerriero al servizio di Athena-Sama era un grande onore, ma
poteva rivelarsi terribilmente complicato,
Essere Gold Saint presentava grandi responsabilità ed enormi
sacrifici.
Era una vita ricca di sofferenza, dolore ed angoscia.
Era una vita sul filo del rasoio.
La vita di un Gold Saint poteva spegnersi come se niente fosse da un
momento all'altro.
Tuttavia, molti tra i Gold ritenevano che questa fosse l'unica vita
degna di essere vissuta: vivere intensamente e morire per un ideale di
pace e giustizia.
Questo era il premio per guerrieri quali i Gold Saint.
Essere Shura di Capricorn era ancor più complicato.
Il guerriero spagnolo aveva vissuto una breve vita ricca di rimorso e
dolore, ancor più dei suoi colleghi: era stato unico
superstite della sua famiglia, massacrata davanti ai suoi occhi ingenui
da uomini armati di spada; per tragica ironia era divenuto il Gold
Saint che combatteva con l'ausilio di una spada nel braccio; era stato
crudelmente ingannato da uno dei suoi amici, Saga di Gemini, e
costretto ad uccidere l'eroe dei suoi sogni fanciulleschi, Aiolos di
Sagipter; era morto a causa di un ragazzino, Shiryu di Dragon, non che
sentisse accredine nei suoi confronti per aver protetto la sua Dea,
quella Dea che lui non era mai riuscito a proteggere e salvare; era
stato additato come traditore in più di un'occasione, quando
era tornato a nuova vita ed ora era ancora vivo con l'illusione di
vivere ancora a lungo.
Questo poteva essere il riassunto di una vita infernale passata a
combattere fin dai primi anni, non che lui sentisse mai il bisogno di
lamentarsi in fondo la sua vita era uguale a quella dei suoi compagni e
forse anche migliore per certi versi.
Shura doveva, a differenza dei suoi colleghi, affrontare
quotidianamente due cicloni, due cataclismi: Aphrodite di Pisces e
Death Mask di Cancer, i suoi due migliori amici.
I due baldi giovani non avevan niente di meglio da fare che litigare un
giorno sì e l'altro pure da quando avevan stretto amicizia e
in particolar modo da quando era diventato lampante l'affetto, il
sentimento speciale e potente, che nutrivano l'uno per l'altro.
A volte Shura pensava che i due stessero insieme solo per litigare e
movimentare così le loro esistenze, questo suo pensiero non
veniva mai rivelato ai due protagonisti poichè troppo
permalosi.
Fin qui andava tutto bene, Shura doveva solo sopportare il fatto che i
suoi due amici fossero una coppia e questo a volte era una seccatura,
ma i due valenti guerrieri si recavano dopo queste liti dal loro
taciturno amico.
Shura in quei momenti rimpiangeva di non essere stato misantropo anche
da bambino, infatti con il tempo il suo carattere introverso era
nettamente peggiorato, facendo sì che egli si rinchiudesse
sempre più in sè stesso.
Il povero spagnolo era così costretto a sopportare entrambi
senza neppure affettarli con Excalibur.
Torniamo all'inizio di questa storia.
Il bel guerriero moro della Decima Casa era tranquillo all'interno
delle sue stanze private ed innocentemente si stava dedicando al suo
beneamato silenzio, come sempre durante quegli anni che l'avevan visto
abitare in quella Casa, visto che anche il suo vicino di Casa non
pretendeva compagnia.
I corti capelli scarmigliati e scuri venivan di quando in quando
agitati da un lieve venticello primaverile, che rompeva il caldo
torrido e raggiungeva la sua Casa sopraelevata.
Il guerriero spagnolo era ben abituato al clima caldo della Grecia,
così simile a quello della sua patria natia e quindi si
godeva sia il calore sia il periodo di pace e tranquillità
interiore ed esteriore.
Il Mondo era in pace e la guerra contro Hades era un lontano ricordo e
ciò significava che i Saint di Athena potevan rilassarsi e
dedicarsi alle loro occupazioni predilette.
Shura era tranquillo e deciso a continuare a stare in pace si era
rintanato nelle sue Sale Private per leggere un bel libro.
*Il Problema Della Felicità*
Era immerso nel silenzio e nella concentrazione, quando d'improvviso
sentì dei passi risuonare nei Corridoi.
Shura, sentiti i passi, sbiancò e deglutì
istintivamente: niente lo terrorizzava come "quel" rumore di passi.
Aveva riconosciuto, difatti, dal rumore il proprietario e
ciò significava solo una semplice cosa: guai in arrivo o
meglio la sua pace era destinata a finire presto...prestissimo.
Shura, con molta calma e rassegnazione, mise a posto il libro e gli
occhiali per la lettura e si preparò ad accogliere il suo
amico.
Sapeva che niente e nessuno l'avrebbe salvato da quella situazione,
tanto valeva affrontarla prima possibile.
Con un rumore assordante, il bellissimo guerriero della Dodicesima Casa
spalancò ed entrò negli appartamenti di Shura.
Shura osservò con un'occhaita superficiale il bel guerriero:
i capelli morbidi, ricci, biondissimi lasciati sciolti sulle ampie
spalle, la pelle candida del viso con le gote lievemente arrossate, gli
occhi azzurri splendidi e lampeggianti d'ira repressa.
Il giovane svedese era in preda ad una rabbia feroce ed intensa.
Shura fissò quegli occhi, solitamente allegri, incupiti
dalla rabbia e si chiese come potesse l'italiano irritare il giovane in
quel modo senza temere le conseguenze.
Lo spagnolo conosceva bene il biondo e sapeva bene che il suo carattere
era opposto a quell'aspetto efebico ed effeminato.
Il carattere del biondo era un misto, infatti, di presunzione,
orgoglio, permalosità ed era molto, ma molto vendicativo.
Shura, mentre lo guardava, riflettè che il suo amico
prediletto poteva senza alcun dubbio esser paragonato ad uno squalo
bianco: bello, sinuoso ed elegante, ma altrettanto pericoloso e letale.
Un altro aspetto del carattere del biondo svedese era
l'impulsività e la tenacia, che ancor di più
faceva risaltare la sua somiglianza con il feroce abitante degli abissi
marini.
La successiva mossa del biondo distrasse Shura da quei pensieri:
Aphrodite si era seduto con grazia ed eleganza su di una poltrona,
sulla quale si sedeva sempre...era la sua preferita.
Era incredibile come Aphrodite di Pisces riuscisse ad imprimere sempre
una certa grazia ed eleganza ai suoi movimenti, una grazia sempre
controllata e calcolata, nonostante la palese rabbia intensa.
Shura nuovamente paragonò il suo amico biondo ad uno squalo,
in fondo anche quell'animale aveva una eleganza naturale nel movimento.
In tutto quel tempo i due amici eran rimasti in silenzio, quindi Shura
decise di parlare e chiedere il motivo di tutta quella rabbia, visto
che comunque Aphrodite non avrebbe parlato senza un incentivo per il
troppo orgoglio e neppure se ne sarebbe andato prima di aver detto
tutto quello che doveva dire, non avrebbe mai ammesso nè
cominciato un piccolo discorso per sfogarsi senza un incoraggiamento.
Shura ricordava bene quando, a causa dell'ennesima lite, Aphrodite era
entrato nelle sue Stanze.
Shura quella volta si
era limitato ad ignorarlo ed Aphrodite era rimasto seduto sulla
poltrona che preferiva in silenzio, profondamente irritato e risentito.
Al tramonto era giunto
Death Mask ed i due "fidanzatini" avevan cominciato ad urlarsi
reciprocamente insulti in greco antico e moderno, svedese ed italiano,
creando un poutpourri di lingue fastidioso per le orecchie di chiunque
nei paraggi.
Dopo un paio d'ore di
puro inquinamento acustico, uno scarmigliato, sudato, spettinato e
trafelato Milo era entrato nella Casa dello Spagnolo, chiedendo di dare
requie alle orecchie del Grande Tempio e dicendo che quello schiamazzo
inumano stava decisamente irritando il silenzioso ed algido Gold Saint
dell'Undicesima Casa, Camus, il ragazzo di Milo stesso.
Quella sera il povero
moro era andato a letto con un mal di testa feroce, dopo aver ripulito
il pavimento dalle sue suppelletili, finite a terra poichè
la "tenera coppietta" aveva cominciato a bombardarsi con le sue cose.
La cosa più
straordinaria di quella giornata era che alla fine Shura stesso era
finito a far da giudice alla contesa.
Gli altri due se l'eran
talmente presa con lui per la sua decisione di cercare un compromesso,
che per tre settimane non gli avevan neppure parlato, cosa assai
gradita alle orecchie dello spagnolo.
La coppia si era
così dedicata ad assordare tutti i presenti alle Dodici Case:
-Mu aveva resistito tre
giorni alle continue invasioni dei due innamorati, poi era partito per
lo Jamir con Kiki;
-Aldebaran era riuscito
a resistere una settimana, poi i suoi nervi avevan ceduto ed egli si
era rinchiuso nella sua Casa e non era più uscito per
un'altra settimana, causa esaurimento nervoso;
-Saga e Kanon avevan
provato a prendere le parti dei due litiganti, poi Saga aveva mostrato
la sua seconda personalità e Kanon aveva nuovamente
manifestato l'insano proposito di conquistare l'Universo,
così eran scomparsi per un mese senza lasciare traccia. Si
sospettava fossero andati alle Terme;
-Aiolia era quasi
riuscito a prendere il posto di Shura in qualità di
confidente, ma dopo una litigata aveva discusso con Marin, che non
aveva approvato il consiglio del suo amato, quindi il Gold Saint del
Leone aveva smesso di far da paciere, preferendo la pace sentimentale
della sua relazione;
-Shaka, esattamente come
Mu, aveva resistito tre giorni, poi in preda ad attacchi isterici aveva
raggiunto il suo amato nello Jamir;
-Dohko si era rifiutato
di metter parola tra i due, adducendo il pretesto che non era compito
dei vecchi dare consiglio ai giovani e che questi ultimi dovevan
risolvere soli i loro crucci, altrimenti non avrebbero fatto
esperienza. Aveva, infine, trotterellato fino a Sion, nelle Stanze Del
Grande Sacerdote;
-Milo, avendo poca
voglia ed ancor meno pazienza per mettersi a far paciere, al primo
litigio aveva buttato fuori dalla sua proprietà i due
litiganti, scortandoli "gentilmente" alla porta con le Scarlett Needle
(inutile dire che i due giovani non si eran più presentati
alle porte della sua Casa);
-Aiolos aveva finto di
ascoltare i problemi sentimentali dei due una volta sola ed aveva
raggiunto Saga, poichè era l'unico a sapere dove si fosse
nascosto con il gemello;
-Camus, dopo aver
ascoltato con la solita calma ed il solito viso impassibile i problemi
e quel frastuono, aveva ottenuto due graziose statue di ghiaccio "a
forma" dei litiganti, che si sciolsero una settimana dopo liberando i
due giovani decisamente indolenziti.
Fu così che
Camus divenne l'eroe del Grande Tempio, ma questa è un'altra
storia.
Shura abbandonò quei ricordo e sospirò.
Raccolse il suo coraggio e parlò con voce chiara,
decisamente calma.
*Aphro, parla...c'è qualche problema? Io sono tuo amico e
non ti giudicherò male, se vorrai parlare con me.*
Aphrodite scrollò le ampie spalle candide ed assunse in viso
un'espressione strana: gli occhi lampeggianti, le labbra si strinsero
un momento.
*E' quello stronzo di un italiano. Non lo sopporto
più...è proprio un pezzo di merda, un vero
bastardo...*
Shura non rimase colpito nè in alcun modo sconvolto da
quelle espressioni poco fini: Aphrodite aveva un viso dolce e delicato,
ma quando si incazzava tirava fuori un vocabolario degno di uno
scaricatore di porto, solitamente invece aveva una padronanza di modi
degna di un perfetto gentiluomo.
Shura annuì, cercando di non sembrare comprensivo.
Nulla faceva infuriare Aphrodite come la compassione: per lui
comprensione o compassione significava pietà e la
pietà non era senza alcun dubbio per gli uomini bellissimi
com'era lui ed, inoltre, la pietà era solo per i deboli ed
Aphrodite di Pisces non era in alcun modo uno smidollato.
Shura, allora, provò a far ragionare il suo testardo amico.
*Aphro, non esagerare...ti pregherei di moderare le parole...lo sai che
non dona con la tua bellezza questo modo di parlare sboccato. Inoltre,
sai bene che in una coppia la responsabilità non
è di uno solo. Il soldato solo non fa la guerra.*
Aphrodite guardò Shura dritto nei suoi occhi d'ebano coi
suoi occhi azzurro cielo, come se stesse per infilzarlo con una delle
sue Bloody Rose, poi sospirò e decise che almeno un amico
doveva tenerlo vivo ed in buona salute.
*Hai ragione, Shura, ma stavolta è davvero colpa di
quell'italiano del cazzo. E' troppo geloso: insomma non sono mica una
sua proprietà, no?*
Shura ignorò la prima parte del discorso: ogni volta che
litigavano i suoi due amici si incolpavano a vicenda.
Decise saggiamente di concentrarsi sulla seconda parte.
*Aph, se non mi spieghi tutto dall'inizio della storia come posso
capire?*
Lo svedese accettò la tazza di the che lo spagnolo aveva
preparato e bevve tutto d'un fiato.
*Ieri sera io e quello scemo abbiamo deciso di uscire in solitario, per
questo motivo non ti abbiamo chiesto di venire con noi. Siamo andati in
un grazioso locale gay, ovviamente. Il locale era anche discoteca ed io
ho ballato un poco, sai quanto mi piace, mentre lui, come sempre
asociale, è rimasto a tracannare birra. Dopo aver ballato,
uno dei ragazzi lì presenti mi ha offerto da bere.
Io ho accettato volentieri e mi sono seduto al tavolo di quel ragazzo e
dei suoi amici, in fondo lui dice sempre che non stiamo insieme. In
ogni caso si è incazzato e ha preso a pugni quei ragazzi,
che in ogni caso non eran senza dubbio al mio livello estetico e
neppure al suo. Siamo andati via e siamo saliti in macchina. Lui
lì si è permesso di farmi una scenata di gelosia.
Mi ha continuato a dire che dovevo portare rispetto a lui e non far
più la figura della puttana che accetta da bere e le cose
offerte da altri. Ti rendi conto? Gli ho risposto subito che io non
sono di nessuno e tanto meno mi faccio comandare da un imbecille come
lui.*
Aphrodite guardò Shura in silenzio, dopo quel lungo monologo.
Lo spagnolo, durante il racconto non mosse un muscolo del viso, bevve
il suo the, rimpiangendo la pace nella sua Casa di poco tempo prima.
Appoggiò la tazza sul tavolo e si passò una mano
sugli occhi scuri e tra i capelli d'ebano, poi con lentezza disse.
*Dunque...provo ad immedesimarmi in Death Mask. Senza alcun dubbio ha
errato nell'insultarti, ma la gelosia è normale in un
carattere passionale come il suo. Devi tener conto anche delle sue
origini: gli italiani sono gelosi, in particolar modo i siciliani,
così almeno ho sentito dire. Sinceramente ritengo che
chiunque abbia la fortuna di averti sarebbe geloso. Guardati, insomma,
sei bellissimo, forte, simpatico, intelligente, quindi qualunque uomo
sarebbe pazzo a non esser geloso di te. Ritengo che tu ti saresti
arrabbiato anche nella situazione opposta, ovvero nel caso in cui lui
non avesse dimostrato un minimo di rabbia a quell'invito.*
Aphrodite aveva guardato Shura, inizialmente con una certa accredine ed
falsamente timido.
In quel momento i due amici sentirono un rumore di passi pesanti: Shura
si guardò attorno, cercando con lo sguardo le sue
suppellettili e temendo per il loro crudele destino, forse non
sarebbero vissuti a lungo nè avrebbero continuato ad
abbellire le sue Stanze fino a sera.
Poco dopo, la figura dell'italiano si stagliò potente sulla
porta.
Shura guardò l'altro suo migliore amico: il corpo imponente
e muscoloso, il petto ampio e virile, il sudore che scendeva copioso
dalla fronte, dopo la salita e per il calore, i capelli grigi, corti e
scarmigliati eran appicicati alla fronte ed al collo, gli occhi rossi
saettarono svelti da Shura ad Aphrodite.
Si vedeva che era ancora furente con il suo uomo ed, infatti, lo
sguardo si assotigliò irato, quindi Death Mask si
girò e fece per andarsene svelto.
Le braccia candide dello svedese meno robuste di quelle di Death Mask
avvolsero il petto muscoloso dell'italiano.
Aphrodite appoggiò la guancia alla schiena ampia dell'uomo e
disse.
*Muoviti, Death Scemo. Ti aspetto a casa mia. Hai da farti perdonar la
scenata di ieri sera, visto che sai che amo solo te, razza di idiota.*
Sussurrò tra il malizioso e l'ironico, sospirando
nell'orecchio di Death Mask.
L'italiano fulminò con lo sguardo lo svedese, che
ricambiò l'occhiata irata con una languida, che sciolse
l'uomo subito.
Gli occhi rossi si sciolsero e sorrise, annuendo.
I due fidanzati se ne andarono lasciando solo finalmente Shura.
Appena salutati i due amici, Shura sospirò e chiuse le sue
Stanze: qualsiasi cosa quei due avrebbero combinato quella sera, lui
non sarebbe stato disponibile quel giorno.
Shura sapeva bene che già il mattino dopo avrebbe dovuto
affrontare un cataclisma simile.
Lo spagnolo finalmente potè godersi la pace di quel
pomeriggio, prima dell'invasione e si rimise a leggere il suo libro.
Il silenzio era di nuovo nella Decima Casa.
Note Dell'Autrice:
Ho già scritto
che il motivo che mi ha spinto a scrivere era il mio desiderio di
vedere come Shura se la cava con quei due matti di Aphrodite e Death
Mask.
Spero che sia venuta
bene...personalmente penso di aver rispettato i caratteri di tutti e
tre i personaggi, ma siete voi i giudici.
Leggete e commentate per
favore...questa è la mia prima storia su questi personaggi,
perciò siate sinceri.
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