Una situazione difficile

di mydaimonissnake
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Derrik era seduto alla sua scrivania già da un po’. Avrebbe dovuto fare i compiti, ma non riusciva a concentrarsi. Era troppo preoccupato per suo fratello.

Erano passate ben due settimane da quando l’aveva sorpreso a fumare erba e da allora non si erano parlati quasi più. David passava la maggior parte del tempo fuori casa, chissà dove e con chi. Forse Derrik aveva esagerato a sgridarlo in quel modo, ma vedere il suo gemello fumare l’aveva sconvolto.

David era sempre stato il più giudizioso tra loro due. Invece ora, oltre a fumare: rispondeva male a mamma e papà, non rispettava il coprifuoco e non si curava più nemmeno di fare i compiti.

Derrik non ricordava quando era stata l’ultima volta che aveva visto suo fratello seduto al posto che occupava ora lui.

La camera che condividevano non era abbastanza grande per contenere due scrivanie, così ne avevano solo una. Quando erano bambini la usavano insieme, Derrik ricordava con nostalgia i tempi in cui prendevano due sedie e le mettevano praticamente attaccate l’una all’altra, per farle stare entrambe davanti la scrivania.

Man mano che crescevano però la cosa si faceva sempre più improponibile. Continuavano ad urtarsi con i gomiti e David si lamentava che non poteva studiare se lui teneva la musica così alta che passava dalle cuffie. Suo fratello non riusciva a capire come lui potesse studiare solo ascoltando musica a tutto volume.

La musica gli impediva di distrarsi con quello che aveva intorno, e soprattutto con i suoi pensieri.

Eppure oggi nemmeno questo metodo sembrava funzionare. Il pensiero di Dave era costantemente presente. Suo fratello soffriva e lui non sapeva che fare, e come aiutarlo.

Di parlare con i suoi genitori non se la sentiva. Sembravano già così preoccupati e così insicuri su come comportarsi con questo nuovo modo di fare di David, e poi farlo avrebbe significato tradire suo fratello, che al contrario lo aveva sempre coperto, in ogni occasione.

Avrebbe voluto poter andare da Jack a chiedere consiglio, come aveva sempre fatto, ma Jack era in coma e chissà se e quando si sarebbe risvegliato.

In un moto di rabbia scaraventò tutti i suoi libri per terra, ma l’accesso d’ira gli passò subito, e il dolore per l’intera situazione che stava vivendo lo investì di nuovo con forza.

Disperato si appoggiò con le braccia alla scrivania, vi abbassò la testa e pianse.




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