L'armonia
del caos
Dieci,
nove, otto...
La
bottiglia di champagne stretta nella
tua mano, i tuoi amici che levano in alto i loro calici, l'adrenalina
che incendia l'aria come le note delle canzoni sulle quali avete
ballato per tutta la sera; da quanto tempo non assaporavi un tale
senso di libertà?
Sette,
sei, cinque, quattro...
Ti
guardi intorno e incroci gli occhi di
lui, che si passa una mano tra i riccioli biondi
e ti
indirizza un sorriso che ti manda lo stomaco in subbuglio.
Tre,
due, uno...
Il
tappo salta in aria, il salotto si riempie di urla entusiaste e dalla
finestra spalancata giungono gli scoppi dei primi fuochi d'artificio.
Ti
trovi circondata dagli abbracci dei tuoi amici – sei
così felice
di averli qui dopo aver passato tre settimane reclusa nella tua
stanza – e poi c'è lui che,
brillo quanto te, ti afferra
per la vita e ti poggia sulle labbra un bacio rovente.
A stento ti
rendi conto che qualcuno ti ha strappato via lo champagne dalle mani;
sorridi mentre ricambi il bacio, mentre accogli nella tua bocca il
sapore della rinascita, dell'aspettativa, della speranza di una vita
in cui la solitudine non ti sarà più compagna
fedele.
La musica
torna a far tremare le pareti e voi vi fate strada tra corpi
danzanti, nuvole di fumo e bottiglie abbandonate sul pavimento,
diretti verso la tua stanza.
Questo è il caos che hai sempre
disperatamente amato e che ti è mancato come l'aria; un caos
che ha
il suono e la forma dell'armonia, il caos di una notte di sangue e
istinto che ti affonderà gli artigli nella carne e ti
renderà di
nuovo viva.
Quando
apri gli occhi al mattino, l'altro lato del letto è vuoto e
il
lenzuolo freddo sotto le tue dita.
L'emicrania sembra spaccarti in
due la testa mentre ti trascini in salotto e ti lasci cadere sul
divano, accogliendo negli occhi la tristezza che impregna l'aria.
L'armonia del caos è andata in pezzi e intorno a te
giacciono i
frammenti di una notte effimera, gli avanzi di un banchetto concluso
troppo in fretta che ti ha lasciato un sapore dolceamaro sulla punta
della lingua; le macchie di vino sul ripiano della credenza, il
tavolo ricoperto di bicchieri e fazzoletti accartocciati, gli aloni
di cenere di sigaretta sul pavimento. Negli angoli sono accatastate
decine di bottiglie, vuote come il tuo corpo nuovamente orfano di
calore umano.
Dalla finestra spalancata giungono il silenzio e un
vento gelido che ti accappona la pelle; inizi a tremare e ti
raggomitoli su te stessa, trattenendo le lacrime. Non sai quanto
tempo passerà prima di rivedere i tuoi amici, prima di
rivedere lui.
L'aspettativa
che la notte scorsa ti ha fatto brillare gli occhi è
scomparsa;
anche quest'anno – come tutti gli altri anni in cui le
persone che
amavi hanno camminato al tuo fianco solo per lasciarti sola al
momento meno opportuno – è iniziato con la
promessa di una
solitudine che non smetterà mai di esserti compagna fedele.
*
NdA
Il contest a
cui partecipo richiedeva di
scrivere una FlashFic ambientata nella notte di Capodanno. Fin
dall'inizio sono stata convinta di voler scrivere una storia dai toni
non solo festosi ma anche malinconici, ispirata al senso di vuoto e
solitudine che si prova nel risvegliarsi soli dopo una notte di
festa, in preda ai postumi di una sbornia. (Postumi che in alcuni
casi possono includere stati di ansia e depressione)
Il
mio prompt era la parola “Disordine”
e ho deciso di renderla con il sinonimo “Caos”,
conferendovi dei
significati sia concreti sia astratti/simbolici.
Avendo poco
spazio a disposizione, non ho dato un'identità precisa ai
personaggi
né una precisa collocazione spazio-temporale alla vicenda.
L'interpretazione è libera e ognuno può vederci
ciò che vuole; per
esempio, il senso di solitudine provato dalla protagonista non
è
necessariamente un riferimento alle sventure che un po' tutti stiamo
patendo in questo 2020 ma potrebbe benissimo essere interpretato come
tale.
Ringrazio chiunque lascerà una recensione e, visto che
siamo in tema, auguro a tutti buone feste e un 2021 migliore
dell'anno appena trascorso!
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