Per lettori di passaggio: una tizia che
ha teletrasporto a volontà se ne sta centocinquant'anni
segretata
dall'amatissimo padre (che nel frattempo si strugge, porello)...
perché, di preciso?
Scritta per la Double drabble challenge
di Graffias: due temi a scelta da un set tutto postale su cui
scrivere due drabble collegate, o due doppie drabble, o due triple
drabble. Scritta anche con in testa l'autopromptato
“Grafomania”
per Quel certo non-so-che @ True Colors. Soprattutto, con in testa
End of Ages.
Disclaimer:
Gli avvenimenti narrati sono frutto di fantasia. Non intendo dare
rappresentazione veritiera del carattere delle persone descritte
né
offenderle in alcun modo. Se possibile, anzi, il tutto è da
intendersi come tributo di affettuosa stima.
Anche lo struzzo è un uccello del
deserto
And I left my
comfort to
find me.
And even as I took my
first step away from Tomahna,
my shoulders ached, for
the burden I bore.
Deep prophecies and
weighty destinies.
Il punto in fondo alla
spirale
(lettera stropicciata)
Padre,
recita una grafia sottile, tutta slanciata in avanti in cerca
dell'ignoto.
Ho disceso
infine la spirale. Camminavi al mio fianco, come Gehn camminava al
mio fianco, come Ti'ana camminava al mio fianco. Ma giunti al fondo,
a D'ni, correvate tutti in direzioni opposte, sicuri del vostro
destino.
È buio e io
non trovo neanche me stessa.
Così vedo
due sentieri di fronte a me. Uno porta in alto, verso la superficie.
Alla fine mi attendi tu, seduto su una pietra piatta. Piango sulle
tue ginocchia mentre mi carezzi i capelli e mi racconti lo scopo che
era evidente da sempre e non ho saputo vedere.
L'altro
porta ugualmente verso la superficie. E ugualmente mi attendi tu, ma
sei in piedi, con una mano aperta e il palmo rivolto verso il basso.
Una mano sotto cui poggiare la testa e piangere: sapevi da sempre che
non c'era uno scopo eppure mi hai lasciata andare a cercarlo.
Una terza
via resta nel buio delle rovine e le nasconde tutte.
Perdonami,
padre.
Jeff Zandi la
trova per caso cent'anni dopo, accartocciata in un vicolo franato: si
dice che non pertiene alla Restaurazione e se la ficca discretamente
in tasca, all'altezza del cuore.
Cresce un albero sulla
soglia di casa
(lettera con inchiostro
sbavato)
In quel momento, a sua insaputa, Yeesha
non era lontana.
Ora compare alle porte di Tomahna con
un boato sordo, disperso dai grandi spazi dell'altipiano, ed
è di
nuovo sola sotto un cielo carico di nubi. Stringe una lettera come se
fosse sua figlia.
Padre adorato, aveva scritto al
buio, muovendo la penna a fatica sotto il peso della pietra che la
sovrastava. Cresco un albero malato, con radici di catene.
È un
albero di fallimenti dalle mani di una fallita.
Non sopporto la sua vista.
Per questo cammino lontano da te: lo
vedrei riflesso nei tuoi occhi, invece dell'uccello del deserto che
ricordavi. Troverei la delusione dove non posso sostenerla.
E cadrei, o cadresti tu, con le
spalle ricurve per un fardello che non hai dimenticato. O cadremmo in
due. Sono forte, ma non ho la forza per sorreggerci entrambi. Sono
debole, ma non sono umile.
Nei miei sogni, ti abbraccio.
Nei miei pensieri, ti abbraccio
sopra a un deserto fiorito.
La appoggia sul terreno e la ferma con
un sasso, lasciando il suo destino al caso, o al Creatore.
Quello che sente prima di tornare al
buio del Legame è la prima goccia pietosa di tempesta.
C'è tutto il mio cuore e qualche
lacrima, qua dentro.
@ titolo: il vero uccello del deserto,
ribatto e sottolineo a reti unificate, è un roadrunner. Lei
ce l'ha
dipinto sul petto grosso così.
Lo struzzo, invece, è quell'animale
che suo padre imita benissimo quando vede un problema che lo riguarda
stagliarsi all'orizzonte. Se buon sangue non mente...
@ cronologia: la prima lettera risale
ai primissimi tempi di Yeesha in Caverna, quando non era ancora
successo un accidenti, ben prima dell'incontro con Calam. La seconda
ai primi anni '90, quando era emotivamente una pezza per piedi.
@ tempesta: è pietosa perché se Atrus
avesse trovato un messaggio del genere l'avrebbe stroncato sul colpo,
pover'uomo. Credo che Yeesha se ne renda anche conto, motivo per cui
delega a terzi la sorte della lettera.
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