A Carmaux,
amica buona e
paziente,
con cui condividere
scleri,
shipping compulsivo
e
un sacco di passioni
ed emozioni.
Buon compleanno, ti
abbraccio forte ♥
Che cos’è il nero?
Joe, accompagnato da suo padre, zampetta impaziente verso la
piscina più piccola.
È felice perché oggi Monica lo porterà per la prima volta
nella vasca dei grandi, visto che ormai sa rimanere a galla e trattenere il
respiro se va sott’acqua.
L’istruttrice li raggiunge e li saluta con quella voce che
sorride – come ama definirla Joe.
«Pronto per oggi?» chiede la giovane, prendendo la mano del
bambino di sette anni.
«Sì! Che bello!»
Harold sorride intenerito in direzione del figlio, poi sposta
lo sguardo sull’istruttrice. «Grazie. Vado a fare un paio di commissioni e
torno tra un’oretta.»
«Certo, non preoccuparti» la rassicura lei.
Poco dopo, lei e Joe sono seduti sul bordo della piscina più
grande e il bimbo strepita perché non vede l’ora di buttarsi in acqua.
«Piano, con calma. ricordati che qui non si tocca bene come sempre.
Devi tenerti al bordo, almeno all’inizio.»
Lui inclina il capo verso sinistra e ascolta i suoni che lo
circondano: voci di altri bambini e di persone adulte, acqua che schizza, musica
in lontananza. L’aria odora di cloro, è umida e familiare. A Joe non sembra di
essere in una vasca diversa, fatta eccezione per il bordo che è un po’ più
ruvido.
Monica scende in acqua e gli prende delicatamente le mani.
«Vieni» suggerisce.
Joe si lascia andare, ormai non ha più paura dell’acqua e
vuole dimostrare di essere grande e capace di nuotare dappertutto.
Rabbrividisce per il freddo, però sul suo viso delicato e
arrotondato si è dipinto un sorriso raggiante.
Monica indietreggia un poco e lo aiuta ad aggrapparsi al
bordo. «Non possiamo fare il giro di tutta la piscina come abbiamo fatto in
quella piccola, perché questa è enorme e l’acqua diventa molto alta in alcuni
punti. Però puoi trattenere il respiro come ti ho insegnato e scendere a controllare
dov’è il fondo» spiega pazientemente la ragazza.
«Sì!» Joe annuisce con vigore, poi prende fiato e si
immerge, tenendo le mani strette al bordo ruvido; poco dopo riemerge e scoppia
a ridere. «È vicinissimo!» esclama.
«Hai ragione!» Monica ridacchia in quel modo gentile e dolce
che il bimbo ormai conosce bene.
Proprio in quel momento, uno schizzo improvviso colpisce
entrambi in pieno viso e Joe, con l’intento di ripararsi, lascia la presa sul
bordo e per un attimo rischia di finire sott’acqua.
Monica è subito accanto a lui e lo sostiene per un braccio.
Una risata cristallina e irritante raggiunge le orecchie del
bambino cieco, facendogli storcere il naso; anche Dylan ride in quel modo
quando lo prende in giro o gli fa qualche scherzo.
«Martin!» strilla la voce di una donna. «Com’eravamo rimasti
d’accordo? Anche se sai già nuotare, devi comportarti con educazione!»
L’istruttrice sospira appena. «Tu sei Martin, il nuovo
allievo? Piccolo, la tua lezione non è in questa corsia.»
«Perché no?» gracchia il bambino, trotterellando nell’acqua
e continuando a schizzare tutt’attorno a sé.
Joe, infastidito, sta per mettersi a piangere e si nasconde
nell’abbraccio di Monica. «Smettila!» mugola.
«Martin, datti una calmata!» esclama ancora la donna fuori
dalla piscina.
«Piccolo, questa corsia serve a Joe» riprende Monica. «Lui
non può stare insieme a tutti gli altri, ora. È la prima volta che entra in una
piscina grande e ha bisogno di stare tranquillo. Lo capisci?»
«No! Perché lui ha una corsia tutta sua? L’ha comprata?» chiede
ancora Martin in tono impertinente.
«No, è che Joe…»
«Sei un grandissimo maleducato, devi sempre farmi fare delle
figuracce! Esci dall’acqua e andiamo dal tuo istruttore» ordina quella che deve
essere la madre del bambino antipatico.
«No, io voglio sapere perché lui può stare qui e io no!»
«Joe non vede, Martin. Per questo ha bisogno di spazio, per
evitare di sbattere contro gli altri bambini mentre nuota» spiega pazientemente
Monica, ma Joe – ancora arpionato alle sue spalle – la sente irrigidirsi un
po’.
Martin si ferma e fissa l’altro bambino. «È per questo che
non mi guarda quando parlo? La mamma mi ha insegnato che è maleducazione non
guardare le persone in faccia!»
«Ma Joe è cieco, piccolo. Capisci adesso?»
«Quindi vede tutto nero?» chiede ancora l’altro,
avvicinandosi un po’ e facendosi più curioso e interessato.
«Questo non lo so. Perché non glielo chiedi?» Monica
accarezza piano il braccio del bambino che tiene ancora stretto a sé. «Ti va di
fare amicizia con Martin?»
«Mmh» mugola Joe, non troppo convinto. Non vuole essere
preso in giro, si sente un po’ triste perché quel bambino ha disturbato la sua
lezione di nuoto.
«Allora? Vedi tutto nero?» domanda Martin.
«Non lo so» mormora Joe. «Che cos’è il nero?»
L’altro bimbo scoppia a ridere, ma stavolta non è irritante
come prima. «È un colore. Non è molto bello, io preferisco il celeste.» Fa una
pausa e Joe avverte la sensazione del suo sguardo su di sé. «Celeste come i
tuoi occhi. Anche se sono strani, non guardano mai dalla stessa parte!»
«Davvero?»
«Sì. Quanti anni hai?»
Joe sorride. «Sette. E tu?»
«Cinque. E so già nuotare benissimo! Quando impari anche tu,
facciamo una gara? Ti prometto che non ti faccio sbattere!» propone Martin – la
sua voce è diventata più gentile e amichevole.
Così il più grande sorride apertamente e lascia andare le
spalle di Monica, rimanendo a galla per far vedere all’altro che è già capace
di fare qualcosa. «Sì, una gara, che bello!» esclama felice.
Monica gli picchietta sulla spalla. «Coraggio, adesso dobbiamo
fare lezione.»
«Martin, vieni fuori di lì e lasciali in pace!» interviene
ancora la madre dell’altro bambino.
«E va bene! Allora ciao!» strilla il più piccolo,
arrampicandosi su per la scaletta e balzando all’esterno.
«Ciao!» replica Joe.
Si sente più tranquillo perché in fondo quel bambino gli sta
simpatico e non voleva davvero prenderlo in giro. Sono diventati amici e non
vede l’ora di fare la gara con lui per dimostrargli che può vincere anche se i
suoi occhi non guardano mai dalla stessa parte.
E poi Martin ha detto che gli piacciono lo stesso perché
sono celesti, anche se Joe non sa che colore sia.
«Pronto?» lo richiama Monica.
Il bambino annuisce entusiasta e comincia a seguire
diligentemente le istruzioni della ragazza, felice e motivato a diventare
sempre più bravo.
😊 😊 😊
AUGURI CARMAUX *______________*
Ed ecco che finalmente sono riuscita ad accontentarti e a
far diventare realtà uno dei tuoi sogni più grandi (?): scrivere una kidfic sui
miei Martin&Joe che si conoscono per la prima volta in piscina!
In effetti loro possono benissimo essersi conosciuti da
piccoli e non ricordarselo affatto, quindi direi che la cosa è abbastanza
plausibile!
Povero Joe, direi che Martin da bambino era un vero
diavoletto, il tipico esempio di bambino che poi con la crescita si calma
tantissimo ;)
Spero che questo piccolo testo vi sia piaciuto, ma che
soprattutto la festeggiata di oggi l’abbia gradito *___*
Grazie a chiunque sia passato a leggere e, Carmaux, spero di
averti scaldato almeno un po’ il cuore e di averti regalato un sorriso :3
Alla prossima ♥
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