Lo spettro di una nuova fobia

di inu_ka
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Germi, virus, batteri, sporcizia, malattie… era questo che Shirotani osserva in quella piazza, quella moltitudine di gente per lui rappresentavano solo una morte certa.
In quel posto, provava solo terrore, angoscia e oppressione; sentiva che a breve avrebbe smesso di respirare.
La sua misofobia lo aveva condotto anche all’agorafobia.

Quel giorno, aveva litigato con Kurose e, involontariamente, era finito lì; in altre circostanze non si sarebbe mai sognato di andarci. Soprattutto in periodo natalizio.
In quel momento, pregava solo che qualcuno lo venisse a salvare, non voleva uno qualunque, ma desiderava solo il suo Kurose.
Era pietrificato; la gente passava frenetica e in continuazione lo sfioravano, toccavano e lo spostavano per poter passare. Tutti stavano lasciando su di lui tanti invisibili esseri disgustosi che erano pronti a divorarlo.
“ Kurose, ti prego… salvami!” Pensò, ma nessun Kurose era lì a salvarlo.

Improvvisamente, sentì qualcuno che lo stringeva, non provò disgusto per quel contatto, ma solo piacere, sicurezza e salvezza.
- Shirotani, ci sono qui io. Ti salverò, non temere. - Pronunciò una voce, soffiando nel suo orecchio.
Shirotani, pianse; il suo salvatore era arrivato. Quella piazza gremita di persone non lo terrorizzava più. Al suono di quelle parole, la sua agorafobia era svanita, adesso, in quel posto c’erano solo lui e il suo amato Kurose.

Tornarono a casa, dove l’unica persona che lo avrebbe toccato e di cui non avrebbe mai avuto ribrezzo, era Kurose.
Kurose aveva promesso che lo avrebbe guarito dalla sua misofobia e, chissà, forse con essa sarebbe sparita anche la sua agorafobia, ma in ogni caso, misofobia o no, nessuno doveva permettersi di toccarlo come faceva lui.
Insieme a Kurose, lui non avrebbe mai più avuto il terrore di quei luoghi così affollati. Un giorno avrebbe detto addio a tutte le sue paure e, di sicuro, entrambi avrebbero riso per tutte le reazioni esagerate che aveva avuto per molti anni.
Shirotani sperava di arrivare al più presto al nono punto della lista, per ora era al settimo punto. Il traguardo non era molto lontano, sebbene ci fosse ancora il decimo punto da definire.

Shirotani guardando fuori dalla finestra della sua stanza, vedeva il via vai frenetico delle persone e desiderava, anzi sperava, che il prossimo natale anche lui fosse in mezzo a quella folla in preda alla frenesia di cercare il regalo perfetto per Kurose; per quest’anno era andata, il regalo lo aveva acquistato su internet, non era ancora pronto ad affrontare tutta quella calca.
Kurose, vedendo il suo partner concentrato a osservare l’esterno dalla finestra, si era avvicinato e lo aveva stretto forte, poggiando la testa sulla spalla, sussurrandogli: - Non preoccuparti, l’anno prossimo ci saremo anche noi lì in mezzo- .
Shirotani trasalì. Kurose lo aveva letto nel pensiero.
Ogni giorno ringraziava il momento in cui aveva incontrato il suo uomo. A volte, si ritrovava a ringraziare mentalmente suo padre, il fulcro della sua misofobia, perché senza di quella lui non avrebbe mai incontrato Kurose. D’altronde la lista dei dieci punti non sarebbe servita a niente se non fosse affetto da quella stupida fobia.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Ecco un nuovo piccolo sclero su ten count. Amo la coppia Shirotani/Kurose. Mi è venuta in mente questa nuova fobia che poteva collegarsi alla misofobia.
Arrivederci
baci Inu_ka




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