Sul
treno
“Non lo so, Lily. È che non penso di piacergli. Sì,
beh, davvero intendo.”
“Rosie...”
“No, no, fammi finire adesso. Ma insomma, hai visto
com’è andata, no? È stato tutto magnifico, per carità, il che è incredibile se
pensi che è Scorpius Malfoy, e che ci
siamo sempre odiati, o almeno così pareva fino a ieri sera... Però quello che
voglio dire è che non può durare. Insomma, è ovvio che non può durare! L’ha
capito pure Pix, figurati! Ci hai visti anche tu, Lily. Siamo troppo, troppo
diversi. Lui è un Malfoy, Lily. Ed è un Serpeverde. Ed è arrogante, e viziato,
sì. Soprattutto viziato. E
diciamocelo: è un bastardo quando ci si mette. Mentre io?! Io sono soltanto
Rose Weasley, la secchiona antiestetica, l’imbranata, il Prefetto. E sono una
Grifondoro. Perciò, vedi anche tu che non poteva funzionare, Lily. Siamo
così...”
Si bloccò per un istante, con la bocca dischiusa a
formare una piccola o e le mani
strette sul grembo, assaporando ogni aggettivo che le venisse in mente,
scartandolo quando poi non colmava le sue aspettative, fino a trovare
l’aggettivo per lei più idoneo a descrivere il concetto.
“...inconciliabili.”
Ecco – pensò con un sorriso amaro, di quelli che
difficilmente riesci a smaltire – aveva trovato la parola esatta a chiarire il
suo punto di vista.
Perché alla fine era sempre stato quello il
problema, era inutile continuare a girarci attorno. Loro due erano
inconciliabili – inconciliabili
inconciliabili inconciliabili – per questo non erano mai andati veramente
d’accordo. Le battute sarcastiche e le risate di scherno, poi, non erano state
altro che mattoni ad aggiungersi al muro antisfondamento che, di giorno in
giorno, avevano issato tra di loro.
“Oh, Rosie!” Si perse in un profondo sospiro Lily,
gettando le braccia attorno al collo della cugina e stringendola caldamente a
sé. “Sei sempre così disfattista.”
“Realista, Lily. Sono solo realista.”
“Sarà.” Concesse con una smorfia di disappunto la
rossa, sciogliendo la stretta per ritornare al suo baule, ai piedi del quale la
aspettava una fila disordinata di panni buttati a casaccio. “Ma rimane comunque
il fatto che ti ha baciata e questo, vuoi o non vuoi, significa per forza
qualcosa.”
“Forse era solo ubriaco.”
“A me sembrava lucidissimo.”
“Forse gli hanno lanciato contro un Confundus.”
“Non mi pareva confuso.”
“Magari è impazzito.”
“Magari lo voleva?”
Rose ci pensò su per un istante. Un lungo, penoso
istante. Alla fine giunse alla conclusione che Scorpius Hyperion Malfoy
semplicemente non poteva voler baciare lei, Rose Sophie Weasley. Era contro
natura, ecco. Era impossibile.
“Sì.” Sbuffò. “Certo, Lily, certo.”
≈♦≈♦≈♦≈
L’Hogwarts Express sferragliava veloce lungo i
binari che avrebbero ricondotto i suoi passeggeri a King’s Cross, a casa per
trascorrere il Natale, ormai prossimo, in famiglia.
“Non state fermi sul corridoio. Ognuno vada a
sedersi nelle proprie cabine. Forza!”
Come sempre Rose non poteva godersi gli splendidi
paesaggi che, silenziosi, si susseguivano all’esterno, immersa nel suo incarico
di Prefetto. Di solito accettava di buon grado i propri compiti e ci si metteva
a svolgerli di buona lena. Quel giorno si sentiva stanca, spossata e anche un
pochino avvilita.
“Ciao Rose!” La salutò allegramente una del quinto
anno, a cui aveva dato qualche suggerimento per Trasfigurazioni.
“Ciao Tracy.” Mormorò appena, persa in tutt’altri
pensieri.
Non l’aveva ancora incontrato. Quella mattina, dopo
che Lily aveva finito di fare i bagagli, erano scese di fretta in Sala Grande e
a quel punto aveva dovuto preoccuparsi solo del suo ruolo, senza potersi
esimere. Perciò tutto rimaneva in sospeso alla sera precedente e adesso, quel
non sapere, la stava semplicemente uccidendo. Una parte di sé desiderava solo
potersi specchiare di nuovo in quel grigio e scoprire cosa ne sarebbe stato di
loro, ora. L’altra parte, avvolta in uno spesso strato di vigliaccheria, aveva
paura persino ad entrare nella stessa stanza dove c’era lui.
E se le avesse detto che era stato uno sbaglio? Se
l’avesse ignorata? Se l’avesse beccato baciare un’altra?
Non poteva sopportarlo.
Non l’avrebbe sopportato, no. Ma era anche troppo
intelligente per non sapere che era così che dovevano andare le cose. Due mondi
tanto diversi non erano fatti per incontrarsi, l’aveva sempre saputo. Era stato
un errore, ne era a conoscenza. Eppure...per un istante, ecco, le era sembrato giusto, soltanto questo.
Ridicolmente giusto.
“Voi del primo anno, non dovreste essere qui!
Ritornate ai vostri post-”
Non riuscì a terminare la frase. Una mano era
sbucata fuori all’improvviso dallo scompartimento alla sua sinistra – quello
che non aveva neppure degnato di uno sguardo – e, acciuffandole il polso,
l’aveva tirata con veemenza all’interno dell’abitacolo. Pensando di essere la
vittima di una qualche stupida burla da parte, probabilmente, di suo fratello,
Rose si voltò di scatto verso la presenza che percepiva dinanzi e si preparò
alla ramanzina del secolo.
“Ma che diavolo ti prende? Sono un Prefetto io, ho degli obblighi e tu non puoi-”
Per la seconda volta nel giro di pochi secondi, si
ritrovò col fiato sospeso e il cuore martellante nel petto.
Non era suo fratello. Era Scorpius Malfoy. Quello
che l’aveva baciata la sera prima e che lei aveva provato ad evitare per tutta
la mattina.
“Non posso cosa?” Domandò vagamente incuriosito, un
sopracciglio inarcato e l’aria scanzonata impressa sul viso.
Il fiato di lui le alitava leggero sul viso
ricordandole quanto vicino le fosse
in quel momento. Istintivamente, più per un automatismo involontario che per
paura, Rose provò ad arretrare ma con orrore si rese conto di non avere vie di
fuga. Scorpius doveva aver chiuso la porta del compartimento nel momento di
spingerla dentro, togliendole così possibilità di dileguarsi.
“Io, non...tu...pensavo che...” Non sapeva che dire,
il che era assurdo considerato che – in classe come nella vita – Rose sembrava
sempre preparata su tutto.
Sentiva la bocca asciutta e il latte alle gambe, ma
non fu niente, niente quando avvertì
la mano di lui posarsi con nonchalance sulla porta alle sue spalle, proprio
all’altezza del suo viso.
“Che c’è, Weasley? Perso le parole?” La studiò con
acceso interesse Scorpius, curvando la schiena verso di lei in modo da portare
i visi sullo stesso livello.
Fu la molla di cui la ragazza ebbe bisogno per
riprendersi. Perché di lei si potevano dire tante cose giuste – che era goffa,
antiestetica, insicura -, tuttavia nessuno avrebbe mai potuto accusarla di
viltà. Se c’era una sfida da cogliere, Rose Weasley la prendeva a braccia
aperte, senza preoccuparsi del dopo. Una vera Grifondoro. Un’autentica Weasley.
E, in quanto tale, era stato del tutto naturale che lei divenisse l’avversaria
prediletta di Scorpius, un Malfoy ed un Serpeverde. Una specie di sfida
generazionale a cui nessuna delle due contrade avrebbe mai rinunciato.
Con un movimento rapido, Rose scivolò lungo il
fianco sinistro del ragazzo e lo superò, dando poi le spalle al finestrino per
scontrarsi con un nuovo, divertito Scorpius.
“Punto uno, Malfoy, non ho perso le parole. Sei tu che non mi dai il tempo
di parlare. Punto due, io avrei un lavoro da svolgere lì fuori, nel caso non te
ne fossi accorto.”
Come primo incontro post-bacio, doveva ammettere che
lasciava alquanto a desiderare. Lily aveva prospettato una riconciliazione
romantica e strappalacrime, dove si correvano incontro e si abbracciavano sullo
sfondo di una sorridente Hogwarts, mentre il resto degli studenti si animavano
in fischi d’ammirazione. D’altro canto, sua cugina aveva una certa radicata
tendenza per le storie melense e, dunque, non faceva veramente testo.
E poi loro due si dissociavano dalla massa, in
qualche modo.
“Sai che noia...” Alzò gli occhi al cielo Scorpius,
in risposta, negli occhi grigi un misto di piacere e irritazione, una mano
aggrappata alla griglia portabagagli sulla sua testa.
Come da aspettativa, Rose se la prese al commento e
mise su un broncio infantile.
“Bene.”
Sussurrò, a denti stretti, gettandogli sguardi dardeggianti mentre si
apprestava a sorpassarlo, di nuovo, ma stavolta diretta verso la porta del
compartimento. “Se le cose stanno così, meglio che vada.”
Tuttavia, prima che lei potesse infilarsi
nell’apertura del suo braccio sinistro, Scorpius aveva lasciato andare la
spranga di ferro e le aveva bloccato la fuga, frapponendo il suo braccio tra
lei e la porta. Di scatto, risentita, Rose girò il collo con una tale energia
da avvertire una fitta di dolore lancinante che le fece inumidire all’istante
gli occhi. Eppure non pianse, né si massaggiò la parte indolenzita. Ad un
tratto i loro volti erano così vicini che nessun’altra emozione riusciva a
distrarla dal battito feroce del suo cuore e dall’ondata di calore divampata
nel petto. E tutto ciò che continuava a ronzarle in testa, erano i baci che si
erano scambiati, la sera prima. E il sapore delle sue labbra, che le era rimasto
ancora addosso, dolceamaro. E la sicurezza della sua stretta,
straordinariamente forte e dolce insieme.
Si mordicchiò il labbro e si diede della stupida
quando, in un battito di ciglia, si rese conto della piega dei propri pensieri.
Il discorso di quella mattina, quello che aveva
fatto a Lily, era fin troppo vivido per fingere che non esistessero tutti gli
ostacoli elencati.
“Devo chiederti una cosa.” Statuì ad un tratto
Scorpius, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. “Una cosa sola e giuro
che ti lascio andare.” Aggiunse subito dopo, notando l’incertezza sul viso
della ragazza.
Seppure con una certa titubanza, Rose annuì piano,
ancora indecisa, ma fu sufficiente affinché lui ritirasse il braccio, lasciando
al suo posto solo un gran vuoto, per accasciarsi stancamente sul sedile alla
sua destra.
“Ho un problema, Weasley.” Esordì a quel punto lui,
la voce melliflua e il ghigno dei Malfoy impresso a fuoco sulle labbra.
“Riguarda una ragazza.” Aggiunse quasi subito, osservando di sottecchi la sua
reazione e sorridendo compiaciuto nel vederla irrigidirsi.
“Non vedo come io possa aiutarti.” Osservò con voce
acuta Rose, evitando per un soffio di mordersi il labbro per non dargli
soddisfazione.
Una ragazza... Ovvio. Come aveva potuto illudersi
tanto? Una ragazza una ragazza una ragazza. Che stupida, le veniva da piangere.
Ma doveva mantenere un contegno, perché era sicura non avrebbe sopportato
sentire la propria autostima a pezzi oltre al cuore.
“Weasley, Weasley, Weasley.” Sghignazzò vagamente
divertito lui, scuotendo il capo con superficialità. “Non dovresti essere la
strega più brillante di Hogwarts? Umpf. Te lo chiedo perché, fino a prova
contraria, sei una donna.”
Per una qualche bizzarra ragione, l’osservazione la
fece palpitare e, immediatamente dopo, arrossire, costringendola a girare
appena la testa per non doversi far vedere così da lui per lui.
“Va avanti.” Borbottò quindi, sperando e pregando
affinché si sbrigasse con quella agonia.
Scorpius, per tutta risposta, parve rifletterci
sopra ancora un paio di minuti, gli occhi incollati sul fianco della ragazza
con la stessa intensità di un fuoco che arde, prima di abbassare appena il capo
e sospirare. Il ghigno malizioso che non osava scivolare dalle sue labbra.
“Ci sarebbe questa ragazza.” Esordì dunque,
completamente assorto nel filo dei propri pensieri ma non così tanto da non
notare il movimento brusco delle mani di Rose mentre si stringevano a pugno. “Una
ragazza, ecco, speciale. Non so se
sai cosa intendo.”
Era ovviamente una provocazione e, per questo, lei
dovette contare mentalmente fino a dieci per non mollargli un pugno in pieno
viso.
“Una che non ha paura di niente, che ha sempre la
risposta pronta e che non si fa certo troppi problemi ad indossare vestiti
indecenti. Una che si arrabbia per un nonnulla, soprattutto con me, senza sapere che la trovo
estremamente carina quando imbroncia le labbra.” Scorpius alzò il capo,
sogghignando apertamente adesso, eppure per nulla intenzionato a desistere.
La vide impallidire paurosamente e si convinse, non
a torto, di aver centrato appieno il bersaglio.
Perfetto.
“Una specie di secchiona, ecco. Hai presente il
tipo, no?”
Stava ridacchiando?!
Rose era fuori di sé dalla rabbia.
Come si permetteva di umiliarla a quel modo? Credeva
fosse tutto un gioco? Miseriaccia, l’aveva baciata!
Non sarebbe dovuta andare così, non avrebbe dovuto dirle quelle cose, non
avrebbe dovuto parlare di un’altra, non...
Ma era Scorpius Malfoy, in fin dei conti. Che si era
aspettata? Che le dichiarasse amore eterno? Per un bacio?!
Sospirò pesantemente e, con una punta
d’inquietudine, che dietro tutto il suo rancore si celava soltanto un mare di
cocente delusione.
“Beh, anche se pensavo fosse impossibile, sono
piuttosto sicuro di provare qualcosa verso questa ragazza.” Stava nel frattempo
dicendo Scorpius, la voce calma di un professore che spiega la lezione del
giorno ad una classe di alunni attenti, incurante della ferita a cuore aperto
che ogni sua parola le stava provocando. “A dire il vero, credo di essermene
innamorato.”
Una maledizione Cruciatus, sì, avrebbe fatto meno
male.
La bomba era scoppiata infine, lasciando dentro di
lei solo un’enorme, duratura voragine. Avrebbe dovuto bloccarlo prima ed
illudersi che non le importasse niente di uno come lui. Adesso che il cuore
bruciava così ferocemente e il respiro le si era mozzato nel petto, era
infattibile pensare di non essersi fatta niente. Si sentiva menomata, ma non di
una parte esterna, del corpo. Era più un qualcosa interno che le era stato
tolto con brutalità da semplici, all’apparenza innocue parole.
Aveva bisogno di andare via di lì. Sentiva le
lacrime spingere lungo gli spigoli degli occhi e non voleva farsi vedere
piangere da lui. Sarebbe stato troppo, troppo mortificante, non avrebbe retto.
“M- Mi fa p- piacere per t- te.” Biascicò perciò,
mettendo fondo all’ultimo brandello di forza rimastole in corpo per non venire
sconfitta dinanzi a lui. “A- Adesso v- vado.”
Non riuscì ad aggiungere altro, sarebbe scoppiata in
lacrime prima.
Tuttavia, nel momento stesso in cui allungò un passo
in direzione della porta, qualcosa le ostruì il passaggio. Qualcosa come le
gambe di Scorpius che, con estrema nonchalance, aveva appoggiato i piedi sul
sedile di fronte, sbarrandole la fuga.
Dimenticandosi per un istante delle lacrime, della frustrazione
e dell’umiliazione, facendo leva solo sull’orgoglio Grifondoro, Rose si voltò
di scatto verso di lui e, guardandolo per la prima volta da quando era iniziato
il monologo, si premurò di gettargli addosso le peggiori occhiate di fuoco del
suo repertorio. Prima la deprimeva e poi le impediva di andarsene? Il tutto
condito da quel suo odioso, odiosissimo sorrisino, quello che riusciva sempre
ed inevitabilmente a mandarla in bestia.
“Fammi passare o giuro che ti do un pugno, Malfoy!”
Urlò quasi, preda dei più bassi istinti omicidi.
L’aveva ferita. Non l’avrebbe mai ammesso dinanzi a
lui, ma l’aveva fatto. Perciò, adesso, doveva
lasciarla andare.
Al che, con lo stoico aplomb made in Malfoy,
Scorpius sorrise beffardo, con le labbra e con gli occhi, conquistando un’aria
selvatica che avrebbe indotto chiunque ad abusare di lui seduta stante.
Beh, chiunque eccetto una a cui aveva appena,
inavvertitamente, spezzato il cuore.
“Merlino, Weasley, come fai a dire che sei
intelligente?!” Scosse il capo, melodrammatico, quasi se lo stesse chiedendo
sul serio. “Davvero non hai capito di chi
sto parlando?”
“Non sono certo fatti miei!”
“Io dico di sì, invece.”
“No, no dannazione! E fammi passare!” Lo spintonò
con le ginocchia sulle gambe distese, ormai schiava di un’ira incontrollata.
Era così presa dall’atto di pressarlo per far
crollare la barriera che, quando lui tolse senza preavviso le gambe, si ritrovò
direttamente in caduta libera verso la pavimentazione fredda dell’Hogwarts
Express. Per istinto Rose chiuse gli occhi, aspettando solo il momento in cui
il suo viso avrebbe toccato dolorosamente il rivestimento, ma dopo parecchi
secondi si rese conto che niente del genere era ancora successo e, scavando più
a fondo sulla questione, si accorse anche di qualcosa che le stringeva solido
la vita.
Spalancò gli occhi e un senso di vertigine le si
aprì nello stomaco quando, subito dopo, si sentì tirare su dalla stessa cosa
che ancora la sorreggeva. Non aveva certo bisogno di un genio della lampada per
sapere di chi si trattava, visto che nello scompartimento c’erano solo lei e lui. Ciò nonostante, quando i suoi occhi
incrociarono il grigio inossidabile di quelli di Scorpius Malfoy, il cuore le
fece una capriola e lo stomaco le si contorse tutto.
“Rose...”
Un formicolio la percorse nell’udire il suo nome
pronunciato da quella voce baritonale. L’aveva chiamata per nome. Lui non la
chiamava mai per nome.
Ma era l’ennesima illusione con cui avrebbe dovuto
fare i conti, lo sapeva bene. Perché lui si era innamorato di un’altra. Una che
non era lei. Una che avrebbe potuto baciarlo senza paura di venire respinta,
come avrebbe tanto voluto fare in quel momento. Per questo, seppur con enorme
fatica e dolore, si divincolò dal suo abbraccio. Anche se adesso le sembrava
stupendo restarsene lì al sicuro, dopo ne sarebbe stata male. Molto male.
A ben pensarci, era tutto così assurdo, illogico!
Aveva sempre detto di odiarlo, lei per prima. Mentre ora? Si disperava perché
le aveva appena confessato che quel bacio, lo stesso bacio che per lei aveva
coinciso con la fine delle bugie e lo stravolgimento di un’intera vita...beh,
quel bacio non era niente per lui. Niente.
Era innamorato di un’altra. Di un’altra. Una che non era semplicemente lei.
“Devo andare.” Sussurrò appena, con voce rotta, dandogli
di scatto le spalle e marciando veloce verso la porta dello scompartimento.
Uscire. Doveva uscire di lì. Era la priorità del
momento, poi avrebbe trovato un posto dove poter abbandonare la maschera di superiorità
che si era calcata in testa e lasciarsi andare ad un pianto liberatorio.
“Sei tu.”
Non era sicura di aver sentito bene. La mano ferma
sulla maniglia e ogni emozione persa nei meandri del suo petto. Si voltò
appena, lentamente, timorosa di cadere in tranello.
“C- Come?”
Scorpius era lì, le mani nel pantalone della divisa
e lo sguardo fisso su di lei. Sorrideva, come non faceva spesso. Lo stesso
sorriso sincero che le aveva rivolto la sera prima.
“Quella ragazza.” Spiegò brevemente lui. “Sei tu.”
Quale
ragazza?, fu la prima cosa che le venne in mente, ma si
trattenne dal porgergli la domanda all’ultimo secondo. Tutto il discorso di
poco prima si stava delineando nella sua mente, adesso, ma con forme e
significati diversi. La ragazza con la risposta pronta, la secchiona, quella
che non ha paura di niente e che indossa abiti indecenti...non era un’altra.
Era lei. Era lei lei lei lei lei.
Sorrise senza neppure accorgersene. Le labbra si
erano arricciate da sole e gli occhi, brillando, ne avevano seguito rapidamente
l’esempio. Era lei...le sembrava così assurdo!
“Davvero?” La domanda le sorse spontanea, impregnata
di una sana genuinità.
Scorpius abbassò il capo, appena, senza smettere di
sorridere, per poi ritornare a fossilizzare il grigio dei suoi occhi in quello
castano di Rose. “Davvero.” Confermò, sicuro.
“Ma io...io pensavo che...e tu...” Tentennò ancora
per qualche istante Rose, il sorriso appena smorzato dai mille dubbi che le si
erano affacciati alla mente.
Tuttavia, prima di riuscire ad esprimere
coerentemente i propri dilemmi, Scorpius si era già fatto avanti,
riavvolgendola con abilità tra le sue rassicuranti braccia.
All’improvviso, il calore di cui si era sentita
privare, era ritornato con prepotenza nel suo petto, avvolgendole con dolcezza
il cuore sbatacchiato da un battito frenetico e incontenibile.
“Sei tu, Weasley. Mi sono innamorato di te.” Ripeté con naturalezza; una
naturalezza che nessuno si sarebbe mai aspettato da lui in tale ambito. “Credi
sia un problema questo per te?”
La domanda la lasciò a bocca aperta per una manciata
di secondi. Poi scosse il capo e negò con fermezza. Non si era mai soffermata a
pensarci troppo, ma conosceva già la risposta. Era sempre stata lì, dopotutto,
lampante e vivida dinanzi ai suoi occhi. Solo che non aveva mai avuto il
coraggio – di cui era sempre andata fiera, sempre, e che aveva deciso di dare
forfait proprio stavolta – di andare a leggerla.
“No. Direi di no.” Rispose, decisa, prima di alzare
il capo verso di lui e baciarlo, come il suo cuore bramava da tanto, tantissimo
tempo.
Ad un tratto, mentre assaporava il sapore delle
labbra di Scorpius e si lasciava accarezzare dalle sue mani esperte, in uno
sprazzo di lucidità Rose si rese conto che tutti gli ostacoli con cui si era
riempita la bocca quella mattina, con Lily, non erano altro che delle mere
stupidaggini dettate dalla paura disperata di avere il cuore a pezzi. Perché
non importava chi fossero. Non importava dove fossero, o in che Casa fossero
capitati. Non importava niente ora che era con lui e sapeva, con sicurezza, che
i suoi sentimenti avevano trovato riscontro in lui.
Ed era tutto ciò che contava, alla fine.
≈♦≈♦≈♦≈
“Dov’è Scorpius?” Regina era entrata con l’orgoglio
di una leonessa nello scompartimento, gettando rapide occhiate alle compagne di
concistoro.
Samantha Thompson, la più vicina a lei, fu la prima
a scrollare le spalle, disinvolta. “Credevamo fosse con te.” Sbatté le palpebre,
accavallando le gambe e mettendo così in mostra più di quanto fosse opportuno
mostrare.
Se Regina Spencer era la sovrana indiscussa delle
Serpi, Samantha poteva benissimo considerarsi l’erede al trono, o qualcosa di
molto simile comunque. Ciò nonostante non aveva mai osato scalare la vetta e,
di conseguenza, scavalcarla. Per questo Regina aveva imparato a fidarsi di lei,
quasi come ad un’amica per certi versi.
“No, non è con me.” Replicò la mora, apparendo per
un istante smarrita, prima di ridarsi un contegno e assumere l’espressione
altera di sempre. “Ci vediamo dopo.” Aggiunse solo, richiudendo la porta prima
che qualcuna potesse dire o fare qualsiasi altra cosa.
Aveva una vaga idea di dove potesse essere Scorpius
e con chi, in particolare, ma il pensiero le era così sgradevole che lo scacciò
quasi subito. Quello della sera prima si era trattato di un capriccio, si
disse. Un capriccio che non avrebbe avuto futuro, perché lei era Rose Weasley,
insomma! Era sciatta, saccente, anonima. Una so-tutto-io in piena regola. Non
era il tipo adatto a Scorpius Malfoy, no di certo. Lui aveva sempre preferito
altro genere di ragazze. Per lui, ecco, ci voleva una ragazza avvenente,
carismatica, sfacciata...una come lei.
Perciò Rose Weasley avrebbe fatto meglio a mettersi
l’anima in pace una volta per tutte e a farsi da parte, per lasciare spazio a
chi meritava di stare con Scorpius.
Stava ancora rimuginando su simili pensieri senza
perdersi d’animo nella ricerca del ragazzo, quando sentì qualcosa frusciarle di
fianco e, l’attimo dopo, vide Albus Potter davanti a lei, con le braccia aperte
a sprangarle la strada.
“Che vuoi?” Gli domandò, guardandolo dall’alto in
basso con aria superiore.
Lui sorrise, sfrontato. “Se continui ad accogliermi
così calorosamente, finisce che mi monto la testa, Regina!”
Lei fece una smorfia nauseata in risposta. Il loro
era un rapporto abbastanza particolare, a dire il vero. Né nemici, né amici.
Regina lo sopportava solo perché era amico con Scorpius e Al...beh, lui non si
faceva certo tanti problemi a sbatterle in faccia quello che pensava di lei,
ecco.
“Non dirmi che sei ancora offesa con me per il
commento di ieri sera.” La scrutò divertito Al, inarcando un sopracciglio per
dare enfasi maggiore alla cosa.
“Tsk. Sai che me ne importa.” Replicò Regina,
risentita, ma lui non parve prendersela.
“Meglio così. Non sia mai che mi cacci dalle tue
grazie!” Alzò gli occhi al cielo il moro, sardonico.
“Non sei mai
stato nelle mie grazie.”
“Oh.” Parve deluso per un istante, tuttavia lo
scintillio di buonumore nei suoi occhi smeraldo parlava perfettamente per lui.
“Accidenti, questo sì che è un problema. Pensi che potrò mai entrare nelle tue
grazie?”
La stava prendendo in giro?
Lo guardò bieca. “No. Mai.” Rispose, tagliente. “E
adesso levati di torno, devo cercare Scorpius.”
“Scorpius? Credo sia andato da quella parte.”
Annunciò straordinariamente gentile Albus, indicandole con l’indice sinistro un
punto imprecisato oltre le sue spalle.
Regina lo scrutò a lungo, messa sulla difensiva
dall’improvviso cambiamento di toni. Poi, decidendo che poteva anche fidarsi
per una volta, annuì appena e, senza neppure salutare, gli diede le spalle.
Superò con fierezza una Corvonero dall’aria timida e si affrettò a raggiungere
il prossimo vagone. Tuttavia, prima di lasciare il presente, si concesse un
istante per gettare una veloce occhiata dietro di sé.
Albus aveva raggiunto la ragazza Corvonero, che se
Regina non ricordava male doveva chiamarsi qualcosa come Jesse Parker, e le
stava dicendo qualcosa di estremamente divertente, a giudicare dal modo in cui
lei stava ridacchiando. E per una frazione di secondo, una sola, la invidiò.
Non tanto perché stava parlando civilmente con lui, quanto perché stava
ridendo. Nessun ragazzo si era mai sprecato a far ridere lei, invece. Volevano
solo il suo corpo, anche se lei non si faceva certo tanti problemi ad offrirlo
a chi riusciva ad attirare la sua attenzione.
Poi, veloce come era arrivata, l’invidia scomparve e
rimase solo la certezza di essere migliore di ragazzine insulse come quella.
Migliore di tutte.
Quindi si voltò e, senza remore, abbandonò un vagone
per perlustrare il prossimo, senza notare uno sguardo smeraldino puntato sulla
sua schiena e senza sapere di essere appena stata deviata dalla direzione
giusta. Pochi scompartimenti dopo dal punto in cui Albus l’aveva bloccata,
difatti, Scorpius Malfoy stringeva caldamente Rose Weasley tra le sue braccia,
quasi non volesse lasciarla andare mai più.
The
End
Ancora una Scorpius/Rose, legata a Estetica, come alcuni di voi avranno
avuto modo di notare. Stavolta mi sono divertita a descrivere il post-ballo e
le paure di Rose, ma anche la pseudo dichiarazione di Scorpius e i consigli di
Lily. Un bel guazzabuglio, insomma! ^-^
Ho bazzicato un po’ su internet e, alla
fine, ho trovato un’immagine che rispecchia pienamente l’idea di Regina Spencer
che mi sono fatta. Vi lascio il link, come l’altra volta. E vi lascio anche
un’altra immagine di Albus, stavolta con un altro attore, che ultimamente ha
soppiantato l’idea di lui che mi ero fatta.
Regina Spencer
Albus Severus Potter
Infine, ma non ultimo, volevo
ringraziare tutte le magnifiche persone che mi hanno lasciato il loro parere a Estetica. Grazie, di cuore! *-* Siete
stati stupendi, stupendi davvero, a farmi sapere cosa ne pensavate. E spero
vivamente che farete lo stesso anche con questa specie di sequel, anche perché
ho in serbo ancora qualche one-shot legata allo stesso filo conduttore di
questa.
E poi volevo ringraziare anche tutti
coloro che mi hanno aggiunta a preferiti, a seguiti o che hanno semplicemente
letto la suddetta Estetica. Mi
farebbe piacere sapere cosa ne pensate anche voi, nonostante io apprezzi
enormemente di sapere che la mia storia sia rientrata tra i vostri preferiti. È
più di quanto mi aspettassi, dico sul serio! Grazie, grazie infinite anche a
voi!
Detto ciò mi congedo fino alla
prossima, gente! ^.-
Baci.
Memi J