Come
formiche verso un formicaio, uomini
e donne sciamano verso le loro case
e
nei loro pensieri si mescolano attesa, speranza e paura.
Mentre
risuonano le esplosioni di radi fuochi d’artificio,
attendono,
vanamente trepidanti, il richiamo dell’anno nuovo.
Al
passaggio di consegne dell’orologio, esplodono in gioie
domestiche
e
si scrollano il peso di un anno doloroso.
Sul
mio sussidiario delle elementari, lessi un brano (non ricordo di
chi), che raccontava questa curiosa leggenda: l’anno nuovo ha
una particolare voce, che può dire se sarà un anno
luttuoso, lieto o senza infamia e senza lode.
Se
si sente, allo scattare della mezzanotte, un suono simile a quello di
una locomotiva, l’anno sarà senza infamia e senza lode.
Se
il suono è un lamento, l’anno sarà sventurato.
Se
il suono è un canto , l’anno sarà lieto.
Ovviamente,
causa rumori o insensibilità umana è quasi impossibile
sentire questa voce e, secondo il brano, ci riesce chi fa un mestiere
che porta all’isolamento.
|