Diabolicamente noi

di shimichan
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03. Letto
 

Quando anche la forza dei suoi fianchi perde intensità, Robin rovescia il capo all’indietro in una posizione che mette in risalto l’elegante linea della gola. Zoro ne approfitta per poggiarci le labbra, sentire sotto la lingua gli ansiti che la tengono viva trasformarsi in affanno e risalire a cercarle la bocca.
Vi trova un gemito gentile, mentre i muscoli si stringono un’ultima volta per regalargli lo stesso sollievo.
«Anf. Anf. Quindi era a questo che miravi?».
 
 
[Un’ora prima]
 
«Altro giro?».
Robin soppesa l’offerta. Sarebbe il terzo. Due è un buon numero. Semplice, tondo, quasi una cortesia. In fondo non capita spesso che Zoro spartisca una bottiglia. È il tre ad essere problematico, specie se le parole del libro che ha davanti cominciano a perdere nitidezza e il sorrisetto sulle labbra dello spadaccino inizia a sembrarle accattivante.
«Sei stranamente propenso alla condivisione stasera, Zoro».
«Te l’ho detto. Non amo bere da solo e poi non sei tu che critichi sempre le mie maniere, Robin?».
Il modo in cui pronuncia il suo nome le si fissa sui sensi con troppa facilità. E pazienza se la sua è una scusa – bere da solo un problema? Quando mai? – e le maniere cui allude riguardano ben poco il rum e molto più la biancheria sdrucita nel suo armadio…
«L’ultimo» concede.
«Assolutamente».
 
 
Zoro si solleva e le afferra il tallone ancorato ai lombi, stupendosi di trovarci aggrovigliati gli slip. Nella fretta deve essersi dimenticato di sfilarglieli. Rimedia e li lancia lontano dove lo sguardo rassegnato di Robin non arriva.
Poi si prende qualche secondo per guardarla, cercare in quel volto accaldato la donna che solo un’ora prima piegava la testa verso un libro e non contro il pavimento.
«In verità volevo farti smettere di leggere». Vorrebbe aggiungere che il sesso è stato un piacevolissimo imprevisto, ma Robin si tende sulla sua bocca, imprimendoci un bacio e un principio di risata.
«Fufufu. Non serviva il rum. Quel libro l’ho già letto almeno un paio di volte».


 
[330 parole]
 
«Comunque sono onorata che tu abbia voluto condividere la tua ultima bottiglia con me».
«Ultima...ultima...che cosa?!?»









 
Angolo Autrice

...E rieccoci!
Si è passato talmente tanto tempo che è meglio non pensarci, ma sono viva e lo Zorobin con me!
Alla prossima!


 




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