La
mia prima incursione nel noir per un Contest notturno... ecco cosa
succede quando per scrivere un racconto hai tempo dalle 21:30 di
sera, alle 05:00 del mattino.
Buona
lettura... spero.
AlbAM
Il
primo piatto cucinato da me
Purtroppo
non ero mai stato bravo in cucina, la vera cuoca era mia moglie,
aveva tutti quei coltelli di varie misure, ognuno adatto ad un taglio
diverso. Ricordavo le sfuriate continue quando cercavo di aiutarla.
"Santo cielo, così rovini tutto! Vattene via, sei
inutile in cucina!"
Qualunque
cosa facessi mi criticava, non andava mai bene niente.
Alla
fine però, dopo quindici anni di matrimonio, anzi di galera,
ero riuscito a liberarmi di lei.
Non
mi sentivo così felice da quando mio padre mi aveva portato
per la prima volta allo stadio.
Sorrisi
ripensando a quello che era successo poche ore prima, non avevo
nessun rimorso per quello che avevo fatto, in fondo non era stata del
tutto colpa mia, anche se dovevo ammettere che avevo provato
un'incredibile soddisfazione nel sentire quel tonfo sotto la
macchina.
Recuperare
il corpo martoriato prima che quello stronzo del mio vicino potesse
accorgersi di qualcosa e decidere che l'unico modo per distruggere le
prove del mio misfatto era cucinarlo e mangiarlo con gli amici, era
stata una decisione che non aveva impegnato il mio cervello per più
di cinque secondi.
E
ora finalmente avrei potuto mangiare un piatto interamente cucinato
da me, senza che lei potesse criticarmi ogni dieci secondi.
Che
soddisfazione!
Mentre
tagliavo nervosamente la carne non riuscii a fare a meno di chiedermi
se lei avrebbe apprezzato l'aggiunta di zenzero.
Sicuramente
no, in effetti che c'entrava lo zenzero con l'arrosto?
Ma
in fondo non m'importava, lei non non poteva più criticarmi,
ero libero di fare quello che volevo e io adoravo
lo zenzero.
Mi
fermai un attimo a osservare il coltello che avevo in mano,
sicuramente avrebbe criticato anche la scelta di una lama seghettata,
avrebbe detto che come al solito stavo rovinando tutto, che stavo
stracciando la carne, che esteticamente sarebbe venuto uno schifo e
che avrei fatto una figura di merda con i miei amici.
E
per quanto riguardava il contorno?
Per
carità, potevo sentire quella sua insopportabile voce stridula
commentare disgustata "Ma come ti viene in mente di usare il
parmigiano? Avresti dovuto usare il pecorino, sei il solito
incapace!"
La
grande cuoca, quella che non aveva nemmeno passato la prima selezione
per Master Chef Italia!
Me
l'aveva menata
per anni con la storia che era stata eliminata subito solo perché
non aveva conoscenze e che il programma era sicuramente truccato.
Dio,
che pesantezza di donna.
Ma
ormai era finita, lei non mi avrebbe più tormentato.
"Sai
che ti dico, brutta stronza?" pensai osservando il parmigiano
sciogliersi lentamente dentro il forno caldo e adagiarsi dolcemente
sulle patate. "Me ne sbatto delle tue ricette gourmet di
merda, a me piace il parmigiano!".
Il
suono del campanello mi distolse dai miei pensieri, mi pulii le mani
ancora sporche di sangue e andai ad aprire.
Carlo,
il mio avvocato nonché migliore amico da quando eravamo
all'università, entrò canticchiando.
"Che
profumino, stai arrostendo qualcosa?" domandò con aria
affamata.
"Sei
in anticipo!" constatai nervosamente.
Carlo
mi sorrise, aprì la sua ventiquattrore e buttò un
fascicolo di documenti sul tavolo del salone.
"Pensavo
che da single la festa ti sarebbe sembrata ancora più bella!"
commentò allegramente, indicando i documenti.
"Giovanna
è stata di parola, è passata a firmare le carte del
divorzio poco fa, sei ufficialmente un uomo libero!"
Lo
fissai senza parole, sapevo che Giovanna aveva accettato di firmare,
avevo organizzato la cena con Carlo, Francesco e Davide, gli amici di
tutta la vita, proprio per festeggiare il lieto evento, ma mai mi
sarei aspettato che lei sarebbe passata addirittura entro il
pomeriggio.
Finalmente
ero davvero libero!
"A
proposito di arrosto, il tuo vicino poco fa mi ha fatto due palle
così con la triste storia del suo prezioso gallo da monta
scomparso, non sarà mica finito nel tuo forno?" scherzò
Carlo indicando la cucina.
Gli
rivolsi lo stesso sorriso di Anthony Perkins nel finale di Psycho
"Odiavo quello stupido gallo, hai idea di cosa significhi
svegliarsi tutti i santi giorni alle quattro del mattino per colpa di
un pollo arrapato?"
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