You'll never be alone

di Clodie Swan
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Introduzione

Questa fan fiction è stata scritta in collaborazione con Daffodil, che si è occupata del POV di Jughead.

Entrambe siamo fan di Riverdale e della coppia Betty e Jughead. Abbiamo ritenuto che questi due personaggi avessero molto da dire e meritassero un approfondimento e così abbiamo deciso di descrivere i momenti che li portano ad innamorarsi. Cosa hanno provato i due ragazzi prima di quel bacio inaspettato? Abbiamo rispettato a grandi linee la trama della Prima Stagione, prendendoci qualche piccola libertà e cercando di conoscere meglio questa coppia.

Desidero ringraziare con tutto il cuore Daffodil per la cura che ha dedicato nel descrivere l'introverso Jughead ed i suoi affascinanti monologhi interiori.

Da parte mia ho cercato di esplorare la maturazione di Betty, mentre affronta i suoi problemi, lasciarsi alle spalle la sua cotta infantile per Archie e scoprendo un sentimento più forte e ricambiato per Jughead. Spero che vi diverta leggere questa fan fiction quanto noi ci siamo divertite a scriverla.


 


 

Capitolo 1

The beginning of the end
 

Everything looks darker
When you close your eyes
When you close your eyes

What were we thinking?
Back at the beginning
The beginning of the end

                                                                            Klergy e Valerie Broussard

 

POV BETTY
di Clodie Swan

Betty finì la frase sul suo diario e scrisse la parola “punto”. E non lo fece solo in senso letterale. Ormai aveva capito che era inutile sperare ancora, Archie non avrebbe corrisposto i suoi sentimenti, doveva farsene una ragione. Non gli era sfuggito come aveva guardato Veronica e anche se tra loro non c’era stato granché, lui non avrebbe mai guardato lei nello stesso modo. Almeno sarebbero rimasti amici, quello la consolava. Non avrebbe sopportato di perdere anche quello. Ora doveva fare altro, tenere la mente occupata e non c’era cosa più importante che di indagare sulla terribile morte di Jason. Il fidanzato di sua sorella. Doveva scoprire che cosa fosse accaduto veramente. Avrebbe riaperto il Blue and Gold e avrebbe fatto la giornalista investigativa. Le sarebbe servito un supporto ovviamente, qualcuno che sapesse scrivere, amasse i gialli e fosse interessato all’argomento. Le veniva in mente solo una persona…

 

POV JUGHEAD
di Daffodil

 

La gradinata del campo di football era fredda. Le ultime goccioline di pioggia stavano cadendo dalle nuvole plumbee. Sopra le montagne all'orizzonte uno squarcio di pallido celeste stava lottando per emergere. Erano più o meno due settimane che non si vedeva un raggio di sole e cominciava ad essere stufo di quel freddo che lo penetrava attraverso la camicia di flanella a scacchi, causandogli le mani fredde e dei brividi lungo la schiena. Il vassoio vuoto della mensa giaceva accanto a lui….
Dalle grandi cuffie che portava sulle orecchie usciva a tutto volume il sound inimitabile di The Beginning of the End di Klergy e Valerie Broussard, aveva bisogno di annullarsi, di dimenticare la sua vita, di sentirsi leggero e fluttuare in compagnia degli arpeggi elettrici.

Si era appollaiato nel suo posto preferito.

I Bulldogs non si stavano allenando, il campionato era ancora lontano sul calendario. Sulla verde erba curata giaceva solitaria ancora qualche lattina di birra: testimonianza del ballo del sabato passato. Il silenzio lo avvolgeva, mettendo in risalto la sua musica.
Era appena iniziato un nuovo anno scolastico e lui era già indolente: Archie era disperso non si sapeva bene dove, per tutta l’estate aveva fatto il misterioso, anche se qualcosa lui aveva subodorato, ma era troppo anche per quello che lui ancora considerava il suo migliore amico. Mantle e gli altri idioti non perdevano occasione per triturargli le palle in tutti i modi possibili.

E poi c’era lei...

Lei: la sola che catturava sempre i suoi occhi, che intravedeva anche in mezzo alla folla di studenti sovreccitati; lei con la sua iconica coda di cavallo, i colori pastello dei suoi vestiti e quegli occhi verdi che gli stritolavano il suo povero cuore. A Los Angeles era sbocciata come un fiore a primavera. Si passò la mano sul volto, imponendosi di smetterla con quei pensieri equivoci e che facevano male solo a lui. Nella tasca del giubbotto di jeans il suo cellulare emise una breve vibrazione….


 

 


 


 


 


 


 


 





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