Fight it back
"A doubtful friend is
worse than a certain enemy.
Let a man be one
thing or the other,
and we then know
how to meet him."
- Aesop -
Fight
it back
Maggio, 2025
Il dolore è una rete biancastra e pulsante; un grumo di
nervi accartocciato in se stesso, vespe impazzite che pungono e pungono e pungono e...
"Claire."
La sua voce che ruggisce, qualcosa che si agita sotto la pelle - dentro, dove le
è impossibile raggiungerlo.
"Claire."
Unghie che strappano - lenzuola di carta, fili traslucidi, gonfi di
rosso.
Sangue. Quello è il mio sangue.
"Tenetela ferma!" urla qualcuno.
"Il virus! Il virus sta prendendo il sopravvento."
Non sono malata, vorrebbe urlare.
Non ho niente, vorrebbe gridare.
Sto bene, vorrebbe riuscire a dire, ma la lingua le si
è
arrotolata giù per la gola, secca come una foglia d'autunno.
"Sedatela! Sedatela adesso."
E non
è il suo corpo che
salta - che si protende verso una donna dagli occhi troppo
grandi e troppo azzurri.
Non sono sue le mani che le artigliano le guance,
strappandole dalle ossa.
Non sono sue le frasi che vengono vomitate tra mura
asettiche e grigie.
"Ti ucciderò, troia. Ti ucciderò."
Non sono sue le gambe che la spingono oltre il bordo del
lettino, piantandosi nel costato di un medico e sfondandoglielo.
Niente di tutto questo è reale. Io non sono un mostro. Io
non...
"Claire."
Non...
La sente, la percepisce.
L'annusa.
Claire si volta - una bocca irta di denti, dal braccio mozzato piccoli
tentacoli che imitano l'arto perso; sotto la pelle una luce malata,
simile ai tramonti africani che insanguinavano i suoi incubi.
Uroboros.
Alex libera il Progenitore e affonda.
Maggio, 2025
Sono morta?
No.
Dovrei esserlo.
Non puoi.
Cosa sei?
Chi sei?
L'ombra muta davanti ai suoi occhi - si tende fino agli estremi
dell'orizzonte, brulica.
Vibra, si protende verso il basso, verso l'alto - diventa trasparente,
assume poi i contorni distorti di un uomo, spalle larghe, braccia
muscolose.
Chris.
Sì; posso esserlo, se vuoi.
No. Non sei mio fratello.
L'ombra-Chris sorride, snuda denti marci e tra i quali colano fili di
bava nerastra e collosa.
Oh, abbiamo una coraggiosa qui.
Fottiti.
L'ombra ride,
ed è un suono osceno, che le fa venir voglia di piangere e
urlare.
Preferisci questa forma?
Ed è Leon quello che le tende la mano, pelle gialla e sulla
quale esplodono vesciche infette di pus e sangue.
È Barry, una bocca troppo grande e un unico occhio morto con
il quale guardarla meglio -
catturarla.
È sua madre, la testa divelta dalle lamiere della macchina:
suo
padre, il ventre squarciato e dal quale fuoriescono intestini simili a
stelle filanti.
È Sherry, un ammasso grumoso di ossa e muscoli che luccicano
sotto il riverbero di una luce fantasma.
È se stessa, poi di nuovo Chris - volti morti, impressi
nella memoria come schizzi di materia grigia e...
"Claire."
No. Non tu. Non puoi portarmi via anche lei.
Mani fresche sulla fronte, lungo le guance: un respiro caldo tra i
capelli, un'altra ombra al suo fianco - più densa,
più
forte.
Sei sempre stato un parassita schifoso.
L'ombra-Chris arretra e uggiola la sua disperata resa.
Maggio, 2025
"Uccidimi."
"No."
"Non voglio diventare una di loro."
"Non succederà."
Dita pallide, chiuse ad artiglio attorno al suo polso.
"Devi essere tu a farlo. Non Chris. Non Leon. Non lui."
Silenzio.
"So che mi odi. Che detesti la mia famiglia, ma..."
"Non morirai."
Claire le riserva un'occhiata dubbiosa, tragicamente
speranzosa sotto il velo dell'agonia.
"Non oggi,
Claire Redfield."
Tra le sue braccia l'Uroboros diventa una quieta marea nerastra e priva
di forza.
Maggio, 2025
"Degna."
Il battito simmetrico di un cuore mai domo, attorno al capo una corona
di fuoco - dietro le palpebre chiuse tutta la tenacia di una
sopravvissuta a Raccoon e ai suoi orrori.
Alex lo affianca, esangue - fantasma in un luogo di morti
e ricordi.
"La piccola Redfield e il suo sporco
DNA."
Wesker scivola sul profilo addormentato di Claire - tace.
"Tu e le tue stronzate,
Albert."
L'Uroboros viene purgato dal corpo di Claire come un intruso molesto e
indegno.
Maggio, 2025
"Come hai fatto?"
"Non ha importanza."
"Voglio saperlo."
"Non lo capiresti comunque."
"Provaci."
Alex chiude la sua cartella clinica con uno scatto secco, unghie
sbeccate agli angoli, per la prima volta nude, senza smalto.
"Il virus è un Progenitore-derivato. Un sottoposto del virus
madre. Ho preso dei virioni del Progenitore, li ho svuotati e
riprogrammati per neutralizzare l'Uroboros e sorvegliarlo. O meglio: ho
sostituito alcuni dei loro geni in modo che che si replicassero nelle
cellule infette. Devi ritenerti fortunata ad essere così
compatibile con il Progenitore e il suo corollario. Ad Albert
è
quasi esplosa una vena in testa dal nervoso nel saperlo."
Claire trattiene una risata spezzata - Albert? E poi cosa? Ci
prenderemo un caffè insieme e discuteremo del tempo?
- snuda i
denti, ingoiando quel suono a metà.
"Quindi sono ancora infetta?"
"E lo sarai per sempre, Claire Redfield."
"Fino a quando?"
Alex alza un sopracciglio, inclina il capo verso destra.
"Fino a quando il virus riuscirà a contenerlo?"
"Non lo so."
"Rincuorante."
"Non voleva esserlo."
"E se un giorno dovesse vincere? Se l'Uroboros..."
"Ti neutralizzerò."
Claire inspira con forza, annuisce; Alex torna a studiare i suoi valori
ematici in silenzio.
Maggio, 2025
"Non lo voglio vedere."
Alex solleva appena il viso verso di lei, sospira.
"Tuo... fratello. O quello che è."
"Nemmeno lui ci tiene, Claire."
"Bene."
"Bene."
Claire rimescola il budino alla vaniglia con il cucchiaino, ne mette in
bocca una porzione generosa, schiacciandolo contro il palato.
Alex sospira con più forza a quel suono molliccio, digrigna
i denti.
"Se stai per dirmi che mangio come un camionista di cinquant'anni
arrivi tardi: Leon non perdeva occasione per farmelo notare."
Silenzio.
"E poi questo budino fa schifo."
Altro, irritato silenzio.
"E mi prude il braccio."
Claire scosta la carta stagnola dalla cotoletta, arriccia il naso.
"È fritta?"
"No; cotta al forno. Non puoi mangiare cibi pesanti. Non ancora."
La tocca con la punta dell'indice, ne stacca un pezzo, masticandolo con
calma - separando l'impanatura dalla carne.
"Sono morti?"
Alex le dedica ora la sua completa attenzione, occhi inondati di rosso,
stanchi -
globi lattiginosi che galleggiano in orbite infossate,
livide.
"Non lo so."
Claire distoglie lo sguardo da una donna consumata dai suo stessi
desideri.
Maggio, 2025
Un rollio delle spalle - su e giù, su e giù.
Dita che si aprono e chiudono in pugni feroci, il primo al plesso
solare, il secondo a frantumare la milza - splotch, una bolla
di sangue
che esplode e collassa.
Alex le mostra come combattere con la nuova protesi - un fascio di
nervi e muscoli che colpisce, schiaccia, ruggisce.
Morde, Alex, e Claire nota come ci sia qualcosa di spiccatamente
sessuale nel suo modo di lottare - una curva che non
è solo
forza bruta e tecnica, ma carne e desiderio.
Una vibrazione che le fa venire voglia di voltarsi e scappare.
L'infetto cade a terra in un suono amorfo, molliccio; Alex inspira,
espira - snuda i denti.
"Stimolerà il nervo periferico della parte amputata." le
dice, e la sua voce è distante, lontana.
"Questo fornirà le sensazioni tattili al cervello, che le
trasmetterà poi all'arto fantasma."
Claire sbatte le palpebre una, due volte - galleggia.
"Le lenti a contatto funzioneranno come una sorta di realtà
virtuale; un Oculus Rift, possiamo definirlo."
Alex s'inclina verso di lei, le solleva di scatto il mento - annusa.
"Le due percezioni insieme forniranno una visione globale all'encefalo,
facendoti percepire l'arto come tuo."
Claire tace, perduta - cosa
mi sta succendo?
Il virus, le replica Alex, ma le sue labbra rimangono
piegate nella stessa smorfia irritata di prima, il virus ti sta parlando.
No.
Oh, sì, Claire; quelli che senti sono gli ormoni liberati
dalle
femmine infette da T-Phobos. Servono a distrarre la preda.
Claire scuote la testa e la nebbia si dirada di colpo - strappata via
dalla sua coscienza come una pellicola umida e appiccicosa.
"Benvenuta tra di noi, Claire."
Alex si piega in avanti, le mani sporche di sangue sulle ginocchia, le
pupille nulla più che capocchie di spillo.
"Come si sta dall'altra parte dello specchio?"
Claire inspira con forza e tace.
Maggio, 2025
"Devo sapere se sta bene."
Alex le dà le spalle, sugli schermi un mondo che muore - lucine
rosse che diventano sempre più numerose di ora in ora.
"È mio fratello."
Sfoglia un plico di documenti, lo appoggia sulla scrivania vicina.
"Dov'è?"
Click: scrive qualcosa a bordo pagina, lo sottolinea con un gesto
brusco, incisivo.
"Alex."
Le lancia sul letto un fascicolo sottile, chiuso in una carpetta verde.
Claire ne studia la curva stanca delle spalle, quella zoppicante della
gamba destra - sotto gli occhi le sono di nuovo ricomparse macchie
livide e febbrili.
"Alex." ripete, ma la sua voce si perde contro la porta chiusa della
stanza - nella sua solitudine.
Tra le sue dita Christopher Redfield combatte una guerra che non
è destinato a vincere.
Giugno, 2025
"Abbiamo perso la Francia."
"E l'Italia."
Alex scruta lo schermo con una voracità logora, stanca.
Wesker l'affianca, dietro le lenti scure occhi attenti, vivi.
"Anderson ci invierà il nuovo rapporto tra un'ora."
E sono lontani, Albert e Alex - stelle divise di uno stesso cielo.
Alex rimane nel suo spazio, Wesker non esce dal proprio - parole
aggrovigliate a pensieri molesti, scomodi.
"Bene." gli dice.
"Bene." replica lui, quieto -
troppo.
L'Inghilterra pulsa in un ultimo,
disperato ansito di vita e infine cede anche lei il passo
a Chimera e a tutti i suoi orrori.
Giugno, 2025
Claire fissa ciò che è rimasto del suo braccio -
un
moncherino a metà: un pugno di carne rattrappita sulla quale
viene innestata una protesi artificiale che la fa sembrare un T-1000
all'avanguardia.
Apre e chiude le dita, non sente alcuna differenza - nell'orbita
sinistra il chip di connessione rileva il movimento, spedisce
l'immagine al cervello.
"Fra alcuni mesi sarà pronta quella definitiva."
Claire annuisce, piega il gomito, scivola con i polpastrelli meccanici
sul lenzuolo - cotone,
le suggerisce il cervello;
cotone egiziano.
"Poi potremo cominciare con l'addestramento serio; nel frattempo mi
occuperò personalmente
della tua riabilitazione."
"Preferirei qualcun altro."
Alex digita qualcosa sul tablet bianco, non dà segno
d'averla sentita.
Claire appoggia il braccio meccanico sulla coperta, le cerca gli occhi
- alza un sopracciglio.
"Mi hai sentita? Non voglio averti come allenatrice. Non dopo l'ultima
volta."
Alex annuisce un paio di volte, si esibisce in un sorriso sgradevole -
che non promette nulla di buono.
"Come vuoi, Claire: manderò qualcuno di più... adatto al ruolo."
"Tu vuoi fregarmi."
"Assolutamente no."
Claire indurisce lo sguardo, Alex amplia il sorriso: i fantasmi del
passato non tacciono mai.
Giugno, 2025
Non è invecchiato di un giorno.
Claire si umetta le labbra, trattiene la voglia di sfregarsi la punta
del naso con il dorso della mano.
"Che scherzo di pessimo gusto."
Inclina il mento nella sua direzione, mostra un profilo che il tempo ha
solo indurito, non scalfito.
"No, davvero: che presa
gigantesca per il culo."
Sposta il peso da un piede all'altro, fissa i lacci rosa schocking
delle sue Nike Free TR8.
Rialza lo sguardo, studiandolo con un misto di curiosità e
repulsione.
"Chi l'avrebbe mai detto che un bagno nella lava è
più salutare di un weekend alle terme, eh?"
Qualcosa la colpisce come una scudisciata - non nel corpo, ma nella
mente.
Cosa...?
Si erge tra le sue cellule, grottesco - pulsante, nerastro, caldo.
Le avvolge una per una, soffocandola - costringendola quasi in
ginocchio.
No, dicono i suoi occhi, non lo farò.
E non cede, Claire; non arretra.
Flessa in se stessa, piegata in avanti - crudele copia di una Jill
Valentine che non esiste più - Claire digrigna i denti,
attacca,
i Redfield e tutto il loro
sciocco coraggio.
La massa nerastra si solleva, respingendola - contrastandola.
"Figlio di puttana."
Nessuna espressione sul quel viso strappato alla morte - neppure la
piega derisoria che si era aspettata.
"Figlio di puttana." ripete, e torna a respirare - i capelli
appiccicati alla nuca, gocce di sudore lungo la schiena, tra le
scapole.
Albert Wesker le rivolge lo stesso sguardo arrogante con il quale
l'aveva accolta a Rockfort Island.
Giugno, 2025
"Sei una stronza."
"Dimmi qualcosa di nuovo, Claire."
Claire si indica l'arcata orbitale rotta, la tumefazione viola che si
espande fino alla tempia come un tentacolo grottesco e grasso.
"E non parliamo del pranzo che mi ha fatto vomitare sul pavimento della
palestra."
"Ah, giusto. Uno spettacolo disgustoso."
Claire sgrana gli occhi, si esibisce in un'espressione comicamente
oltraggiata.
"Parole sue, non mie."
Alex incrocia le braccia al petto, appoggiandosi con i fianchi allo
spigolo della scrivania.
Claire la fissa senza paura, nell'iride una vena rossastra
d'irritazione e rancore.
"Sai, non ho mai avuto il piacere d'incontrare così spesso
come
Chris tuo fratello, ma una cosa l'ho imparata in tutti questi anni."
Alex apre le dita davanti a sé in un gesto derisorio - dimmi,
piccolo Cappuccetto Rosso; ti paiono ancora così grandi i
miei
denti? - attende.
"Quando uomini del genere picchiano così forte
non è mai
la persona che hanno davanti quella che vogliono colpire."
La pupilla di Alex si
spegne, quella di Claire brucia: la
verità cade e schiaccia.
Luglio, 2025
"Avrei preso il suo corpo se fosse stata compatibile."
Wesker tace, osserva dal monitor di sorveglianza Claire flettersi verso
il pavimento per la quarantesima volta.
"Se il T-Phobos l'avesse trovata adatta non avrei esitato."
Claire inspira dal naso, espira dalla bocca - piccoli sbuffi d'aria
regolari, quieti.
Alex lo fissa di sbieco, annusa un grumo di rabbia solido come roccia.
"Che ironia sarebbe stata, uhm?"
Wesker abbandona la sala controllo in silenzio.
Luglio, 2025
Due estranei: questa l'impressione che Claire ha di loro.
Alex è rigida,
meccanica nei gesti - nel modo in cui flette le gambe, la schiena.
Wesker trattenuto
- pulsante di una rabbia sorda che le schiaccia il cuore e la gola a
ogni battito.
Alex le allaccia il braccio artificiale a ciò che resta del
suo, gesti rapidi, precisi.
Wesker osserva entrambe, occhi nudi, scoperti - ferali.
"Hai indossato le lenti?"
"Le porto sempre." mormora Claire, lanciando occhiate preoccupate oltre
la spalla di Alex.
"Bene."
Alex arretra di qualche passo, solleva il mento.
"Come lo senti?"
Claire apre e chiude le dita bioniche, ne saggia la consistenza, la
forza.
"Come se fosse mio."
Alex annuisce, Wesker tace - e quel silenzio parla, le ricorda
la corrente di un fiume in piena.
Claire gli cerca gli occhi, vince ogni dubbio - stuzzica la
bestia che riposa sul fondo della grotta.
Apre la bocca - la
ragazzina. Tua figlia.
Vostra figlia - la richiude.
Wesker dilata le narici e fiuta la sua incertezza.
Luglio, 2025.
"Conoscevo suo fratello."
Claire si sfrega l'asciugamano sulla nuca, studia l'uomo da sopra la
spalla sudata.
"Lavorava per me. Per lui."
L'ha sempre fatto, in fondo. Raccoon. Russia. Africa. New York.
L'uomo inclina il mento verso destra, sorride con ciò che
gli rimane - labbra masticate dalle fiamme e pelle flaccida.
"È un piacere conoscerla, signorina Redfield."
"E lei sarebbe?" sibila Claire, stanca dei mostri sotto al letto, al
suo fianco - nel cuore.
Anderson le tende la mano destra - due dita mancanti, cicatrici
rossastre e gonfie - e mostra l'unica cosa di lui ancora rimasta
integra: il coraggio.
Luglio, 2025
"Salvalo."
Alex si volta di scatto, le rivolge uno sguardo sorpreso - stanco.
Claire si avvicina alle decine di schermi che invadono la stanza,
indica il più in alto a sinistra.
"Salvalo."
Wesker tace, studia il profilo di Chris schiacciare sotto
lo stivale da
combattimento la testa di uno degli infetti - le grida di Leon,
l'addome sanguinante di Rebecca.
Claire sale i tre gradini che la separano dalla piattaforma, non perde
di vista suo fratello nemmeno per un secondo.
"Salvalo." ripete, ossessionata - vorace "Me lo devi."
"Io non ti devo nulla."
ribatte Alex, nella sua voce una nota rabbiosa - consapevole.
Claire le scocca un'occhiata veloce, inchiodandola sul posto.
"Tu mi devi tutto, Natalia. Tutto."
"No."
La protesi si abbatte sulla plancia dei comandi in un pugno tremante,
la deforma, facendone saltare alcuni pezzi.
"Brutta... brutta troia stronza."
Leon afferra Rebecca per le spalle, cerca di trascinarla via da sotto
un cumulo di infetti - crack crack crack, plotch: ossa
spezzate, organi
che si srotolano dal suo torace come stelle filanti.
"Li uccideranno."
Alex inspira con forza,
vibra - si piega poi verso il microfono, preme il pulsante
di accensione.
"Squadra Delta, mi ricevete?"
Rumore statico, silenzio.
Click.
"Affermativo."
Alex si umetta le labbra, scivola con lo sguardo su Albert - una statua
d'oro e nero.
"La vostra posizione."
"41 gradi e 51.0018 minuti nord; 87 gradi e 39.003 minuti ovest."
Alex annuisce, chiude gli occhi.
"L'istituto di biotecnologie Alexander; dovreste trovarvi nelle sue
vicinanze."
"Affermativo, ma'am; come dobbiamo procedere?"
Alex inspira, Claire con lei.
"L'agente Chris Redfield e Leon Kennedy sono sul posto, così
come la dottoressa Rebecca Chambers: fornite loro copertura di fuoco
totale. Ripeto, fornite loro copertura di fuoco totale dall'alto."
Claire insegue con lo sguardo Chris aiutare Leon, la barba incolta, gli
occhi pieni di troppo.
Si aggrappa allo schienale della sedia lì vicino, lascia che
le
ginocchia l'abbandonino - crolla,
e trattiene un singhiozzo patetico.
"Li vediamo, ma'am, ma per la dottoressa Chambers non c'è
più nulla da fare. Cristo, sta vomitando le sue stesse
interiora."
Claire chiude gli occhi, preme i denti tra loro fino a quando il dolore
non le punge il cervello, i pensieri.
Alex deglutisce, stringe il microfono tra dita fredde, pallide.
"E gli agenti Kennedy e Redfield?"
"La stanno trasportando fuori, signora." ribatte il mercenario 3A7,
la sua voce un timbro monocorde, assente "Un veicolo della Blue
Umbrella li sta aspettando, ma non possiamo permettere che..."
"Abbattetela."
Claire si sposta i capelli dalla fronte, tra i denti fili di sangue e
saliva - nello stomaco un grumo solido e pesante.
"Sarà fatto, ma'am."
Click.
Alex raddrizza le spalle, la schiena; Wesker la fissa in silenzio,
quieto, quasi la vedesse per la prima volta.
Dallo schermo 4A Rebecca grida
- un infetto da virus G che le strappa lo stomaco, quella
che sembra essere la milza.
Chris riesce a toglierlelo di dosso con un colpo secco del calcio del
fucile - scarico - trascina Rebecca come se la mutazione non le stesse
già deformando il volto, ciò che è
rimasto del
busto.
L'elicottero con a bordo la squadra Delta entra nel campo visivo delle
telecamere dell'istituto, spara - un ventaglio di proiettili e cordite
che costringe gli infetti ad arretrare.
A morire.
Leon solleva lo sguardo -
li vede - e nei suoi occhi Alex può leggere
una sola, muta domanda.
Perché siete qui? Come ci avete trovato?
"Le loro radio sono fuori uso." mormora Albert.
"Lo so."
Claire si porta le gambe al petto, libera un respiro asimmetrico - tra
le ciglia fuoco e lacrime.
"Sono incoscienti, ma non stupidi."
Alex tace, accoglie l'accusa di Albert - ingoia un veleno che ormai non
ha più sapore.
3A7 prende la mira - ce
l'ho, signora - aspetta una sua conferma.
Alex schiaccia il pulsante del microfono - spara - lo
richiude, osserva.
3A7 calcola la velocità del vento, quella del soggetto - colpisce.
La testa di Rebecca scatta all'indietro, sgranandosi in una corona di
sangue e osso.
Chris piega il viso verso destra, lungo gli zigomi cervella e residui
mollicci; Leon apre la bocca, quasi inciampa nei suoi stessi piedi.
"Obiettivo abbattuto, signora. I soggetti sono arrivati al veicolo
incolumi."
Leon strattona Chris - dobbiamo
andare! Adesso! - attorno a loro le mascelle degli
infetti, i loro gemiti affamati.
"Seguiteli fino a quando non saranno rientrati alla base di Chicago; da
lì in poi lasciateli al distaccamento Alfa."
"Sarà fatto, signora."
Claire osserva suo fratello contorcersi tra le braccia di Leon, cadere
in ginocchio - essere poi caricato a forza sulla jeep.
Wesker si alza, lisciandosi una piega immaginaria dei pantaloni neri.
Alex china il capo, si nasconde dietro un groviglio di capelli
biondissimi e sottili.
Rebecca fissa tutti loro da un solo, accusatorio, occhio bianco e
lattiginoso.
Luglio, 2025
La luce bluastra del laptop si distende lungo le pareti della stanza,
sul soffitto; Alex segue gli intricati disegni che crea sopra di lei,
tace.
Al suo fianco Albert è un respiro quieto, regolare: un virus
placido, che ha tramutato la rabbia in una sorda rassegnazione.
"So che non stai dormendo."
Una notifica interrompe il silenzio, le dice che il mondo sta morendo -
mutando.
Alex intreccia le dita tra loro, addosso ancora i vestiti del giorno
prima - sulla pelle un odore stanco, pesante.
Chiude gli occhi, allunga il virus verso quello di Albert - gli si
avvolge attorno come una bambina sola e spaventata.
Wesker rimane immobile, un profilo nudo sotto le lenzuola, rigido.
Alex sa che se allungasse la mano e lo toccasse sarebbe caldo,
spigoloso - una pelle sfregiata da cicatrici che raccontano la disfatta
di un dio, la sua pietosa
rinascita.
Si volta verso la sua schiena, protende il braccio verso di lui -
socchiude la bocca e...
La paura è l'unico sentimento che non era mai riuscita a
vincere.
Luglio, 2025
L'amore è una fregatura.
L'amore è un dolore continuo, costante - una
ferita che sanguina sempre, senza requie.
L'amore non sono farfalle nello stomaco o ridicole passeggiate lungo la
spiaggia - no.
L'amore è un silenzio che sa sempre di troppo, una
disperazione che spegne la mente, sfibra il cuore.
L'amore lacera - distrugge.
L'amore ci lascia
lì, inermi; rotti e scomposti tra le nostre
stesse macerie.
E noi diciamo grazie.
Sorridiamo, esibendoci in smorfie rosse di sangue, bianche di morte.
Abbracciamo il nostro carnefice, schiudendogli la nostra vita - tutto
ciò che abbiamo.
Claire si ferma dietro la porta del laboratorio socchiusa, trattiene il
respiro.
Il pianto di Alex è così umano da farla sentire
un mostro senza pietà.
Luglio, 2025
"Avrei potuto salvarla."
"No: non più."
Chris si porta i pugni sporchi di sangue alle tempie, digrigna i denti.
"E cosa ne vuoi sapere tu, rookie?"
Leon indurisce lo sguardo, la lingua.
"Raccoon City. Tall Oaks. Lanshiang."
La jeep sterza a sinistra, sobbalza.
Leon si sporge in avanti, tende i muscoli del collo, quelli delle
spalle.
"Io ci sono sempre stato, Chris."
Colpi di fucile, sopra di loro un elicottero della Blue Umbrella li
segue da ore - fende l'aria, la cacofonia degli infetti.
Chris socchiude un occhio, gli riserva uno sguardo obliquo,
accusatorio.
"Certo; a insabbiare fatti, nascondere prove, proteggere corrotti."
"E a salvare il culo a tua sorella."
Chris scatta - colpisce Leon dritto al mento, carica un montante al
plesso solare che lo rovescia di lato, togliendogli il respiro.
E insiste, Chris - non gli concede tempo, opportunità.
Per Jill, morta con il suo nome sulle labbra, negli occhi.
Vado da lui,
Chris; grazie di tutto.
Per Barry, tra le dita una speranza già putrida.
Lei è viva, Chris: ne sono sicuro. Claire sa.
Per Piers, un sogno e un futuro schiacciati in pochi istanti.
Onori il BSAA, capitano. Lo faccia per me. Per noi.
Per Luciani, Sheva, Raccoon City - se stesso.
Ehi, sembra proprio che siamo arrivati alla fine, partner.
Leon gli blocca il piede, affonda le dita nel cuoio del pesante stivale
da combattimento - spinge, ribaltandolo all'indietro.
Sempre il solito Chris.
Per Rebecca - ancora viva tra le sue dita, nella memoria della pelle.
Non cambi mai, eh, Christopher?
Kennedy cerca di colpirlo al torace, non ci riesce - scarta di lato
Redfield, sputando un grumo di saliva e sangue.
Si fissano dagli estremi dell'abitacolo, bestie feroci in trappola -
animali braccati, uomini sconfitti.
"Non l'ho uccisa io, Redfield."
"Non è morta."
Silenzio.
Vado via per un po', Chris.
La verità condannerà entrambi.
Luglio, 2025
"Non era un'operazione autorizzata dal BSAA; e nemmeno dalla Blue
Umbrella."
"Lo immaginavo."
"Tuo fratello è stato contattato dalla dottoressa Chambers
due giorni fa. L'agente Kennedy l'ha seguito fino a Chicago."
"E la sede di Washington?"
Alex sfoglia un paio di pagine dal plico che stringe tra le dita, si
ferma alla terza.
"L'agente Birkin e Muller erano a capo del distaccamento in loro
assenza."
Claire annuisce un paio di volte, distratta.
Infila l'indice nel tessuto lacerato dei pantaloni, piega le labbra in
una smorfia a metà.
"C'è forse qualcosa che vuoi dirmi, Claire?"
"Uhm?"
Alex chiude con uno scatto secco la cartella beige e nera, resiste
all'impulso di sollevarle il mento a forza.
"Non mi piace ripetermi."
"No." replica poi Claire, sollevando lo sguardo e fissandola "Nulla.
Sono solo un po' stanca."
"L'apocalisse può essere... spossante."
"Ti interesserà sapere che è sano e salvo. Ed
è ancora lo stesso stupido idealista che ricordi."
Claire alza un sopracciglio, tace - la soppesa, riservandole
un'indagine scomoda e del tutto privata.
Nel petto - tra le costole - il cuore di Alex è un battito
asimmetrico e spaventato.
Agosto, 2025
Aveva già visto Alex combattere.
Aveva studiato le sue mosse, imparato le sue tattiche - subito i suoi
colpi.
La prima squadra si apre a ventaglio, la seconda subito dietro, armi
spianate e nessun proiettile sprecato.
Alex è una treccia d'oro e rosso davanti a lei, Wesker un
profilo nerissimo e predatorio - elettrico.
"Infetti da virus C e A; alcune decine da virus T, due da T-Abyss.
Sapete come bonificare l'area." ripete Alex, indossando il casco
protettivo.
"Sparate ai sopravvissuti infetti; risparmiate gli altri e
controllateli con lo scanner. Bambini, donne, anziani, non ha
importanza. Nessuno deve essere esente da questa unica e semplice
regola."
Alex regala loro uno sguardo gelido, privo di compassione.
"Neppure voi stessi."
Wesker imbraccia il fucile - un Heckler & Koch K433,
rivestimento
ad assorbimento di infrarossi, sistema a sottrazione indiretta di gas
con pistone a corsa corta e otturatore rotante con geometria
ottimizzata - annusa l'aria,
la malattia.
La sincronia con la quale affrontano la prima ondata d'infetti li rende
uno spettacolo grottesco nella sua perfezione.
Agosto, 2025
Claire lo sente.
Qualcosa si arrotola vicino all'ombelico e tira - la strappa
fuori dalla propria pelle.
Le spalle toccano quelle di Wesker - è così caldo
- il
braccio agisce ancora prima della mente - spara, Claire, e
non permette
loro di guadagnare altri metri.
Alex è subito al suo -
loro - fianco, divelle la colonna vertebrale a un infetto,
squarcia il petto a un altro.
Un filo rovente le scende giù per la gola, divampa -
liquido, maestoso.
Claire si toglie la maschera protettiva dal viso - non respiro - la
sclera s'inietta di sangue - liberati.
Liberati, e torna a casa - e
quel qualcosa grida, esplode.
Progenitore.
Il cuore di Claire batte in sincrono con quelli di Alex e Wesker.
I suoi pensieri si rincorrono con i loro - inseguono quelli di Alex, si
fondono con quelli di Albert.
Uno dei soldati urla - abbatte un bambino e la sua maglietta di
Superman logora.
Ed è un dolore sordo quello che le annebbia la vista - una
malinconia così pesante da imprigionarle i polmoni, la
bocca.
È il pianto disperato di una bambina appena nata - Eve - la
consapevolezza d'essere tutto - mai
l'unica.
"Morirai."
"No."
"L'Uroboros fallirà; e tu con lui."
Claire inspira - cordite e fumo - percepisce le dita di Alex sul torace
- a destra! Vai a
destra! - e quel qualcosa
esegue,
cane fedele, soldatino sposato alla causa
la porta subito davanti a Wesker - muscoli che si flettono
all'indietro, il cozzo del suo pugno chiuso contro la tempia di un
infetto.
Claire socchiude gli occhi - mani adunche, vecchie; il buio vuoto di
una canna di pistola, Nadine, pareti bianche, laboratori silenziosi.
Sherry.
"Mi piace il tuo rossetto; la mamma dice che sono troppo piccola per
mettermelo."
L'auricolare bisbiglia, Wesker ruggisce
- un suono che si riverbera anche nel suo petto, tra le costole.
Le sue ginocchia si piegano, il suo corpo rotola per terra - si rialza,
ma la sua mente è intrappolata in un luogo che non esiste
più.
Raccoon City. Sushestvovanie.
Alex snuda i denti, graffia, strappa - allarga le braccia, le richiude
con uno scatto secco, schiaccia divora conquista.
Ansiti nascosti tra lenzuola nere e rosse, una sensazione umida tra le
cosce, sulla bocca.
Claire rabbrividisce - cosa...?
- spalanca poi gli occhi all'improvviso - fa male - brucia,
"Non posso perdere! Non contro di te! Chris!"
respira carne combusta e metallo fuso.
Africa.
Conficca le dita nelle orbite marce di una signora di
mezz'età -
le protesi al seno ridicolmente esposte dalla pelle cadente, un filo di
perle al collo raggrinzito - affonda, uccide.
"La Tricell è caduta, Master Alex. Mi dispiace."
Socchiude le labbra, Claire - un gemito non suo, l'eco di un grido
già morto - la determinazione dei martiri nella mente, la
stanchezza delle donne deluse nel cuore.
"Devo andare via per un po', Eve."
E s'irradia in ogni angolo del suo essere quel qualcosa - la sovrasta,
spegnendo coscienza, ragione.
"No, non è vero. Natalia è morta, morta! Sono io,
Albert: sono Alex."(1)
Claire contrae la mandibola così forte da spaccarsi due
molari,
incespica nei suoi stessi piedi - si ritrova schiacciata tra la schiena
di Wesker e quella di Alex.
"Cosa cazzo le succede?"
"Sta svenendo."
"Magnifico: un'altra Redfield buona a nulla."
Stronzo, vorrebbe dirgli, figlio di puttana. È
stata tutta colpa tua.
Tutto.
Anche il dolore di Alex.
Il Progenitore striscia verso di lei, sollevandosi sulla punta d'una
coda rostrata e nerissima.
Occhi obliqui, rossi - che sanguinano e mostrano.
Claire Redfield.
No... non sei reale.
La testa del Serpente sobbalza, quasi ridesse.
Oh, lo sono, piccola Redfield. Sono tutto ciò che ha
importanza. L'alfa e l'omega. L'inizio e la fine.
Claire cade - il fucile che rotola di lato, le palpebre pesanti,
stanche.
Il Serpente la studia con un misto di curiosità e
divertimento,
lascia saettare la lingua biforcuta tra i denti un paio di volte - si
flette verso di lei e...
Buio.
Agosto, 2025
"Porca puttana."
3A7 scavalca un compagno caduto, conficca il coltello nel collo di un
infetto, evita una carcassa che cerca d'afferrarlo per la caviglia.
"Cosa cazzo è?" grida nell'auricolare Brian, il pilota
dell'elicottero che li sorveglia dall'alto.
3A7 lo ignora, accelera - cosce che si flettono verso l'alto, muscoli
tesi, spasticizzati in un ritmo forsennato, feroce.
"La novellina: quella rossa lagnosa che si sono portati dietro i capi.
Deve essere lei la causa di tutto questo casino."
Una bambina gli salta sulla schiena, 3A7 l'afferra per la nuca,
spappolandogliela - fili scuri tra le dita, sul bavero del giubbotto.
"Merda!" bercia un'altra volta Brian, inclinando l'elicottero di un
paio di gradi "Ne stanno arrivando altri da sud e sono belli grossi."
Nel cielo troppo azzurro l'elicottero è una bestia nerastra
e lucida - un calabrone rumoroso e ingombrante.
3A7 non molla la presa, solleva lo sguardo - li cerca, li vede.
Alle spalle di Claire Redfield si schiude una bocca nerastra e irta di
denti.
Agosto, 2025
Cos'è tutto questo?
Loro.
Non è possibile.
Il Serpente si arrotola sulle proprie spire, inclina il capo verso
destra - le sorride.
Claire si porta una mano al petto, ansima - dondola prima in avanti,
poi indietro.
Fa male.
È quello che provano.
Claire lo fissa con occhi sgranati, enormi.
Sempre?
Sempre.
Le urla di Alex sono una nenia senza fine.
Agosto, 2025
Alex stringe le labbra in una linea sottile, coglie il profilo di 3A7
farsi sempre più vicino.
Wesker l'affianca, intrappola un tentacolo nel pugno chiuso - schiaccia,
riducendolo in poltiglia.
"Non sarebbe dovuto succedere."
Wesker estrae la Samurai Edge, colpisce in fronte un uomo in calzoncini
giallo senape - evita un secondo tentacolo, poi un terzo.
"Le nostre emozioni devono averla... soverchiata."
Albert tace - dilata le narici, fiuta l'adrenalina di Claire, il suo
disagio, persino una lieve traccia di ferormoni.
3A7 calpesta le dita di una ragazza in camicia azzurra, li raggiunge
scivolando lungo una piccola cunetta d'ossa e macerie.
"Brian sarà qui tra quaranta secondi esatti; ho avviato la
procedura d'estrazione." annuncia con voce spenta, attutita dalla
maschera protettiva.
Si volta, regala a Claire un'occhiata asettica, critica.
"Sempre che quei tentacoli le rientrino dal buco dal quale sono usciti."
Alex libera una risata aspra come i suoi pensieri.
Agosto, 2025
Non respiro.
Lo so.
Sto morendo?
No; non possiedi questo lusso.
Claire cerca un appiglio nei propri pensieri - una rabbia che
sconvolge, un desiderio che annichilisce.
Loro... oddio, mi viene da vomitare.
Puoi farlo; ho visto di peggio.
Cerca gli occhi del Serpente, trova quelli di Wesker - pupilla
uncinata, contratta.
"L'incantevole Claire Redfield." cantilena, e la sua voce ha una nota
dolce, sbagliata.
Claire soffoca un conato, si stringe le braccia sotto al seno - preme.
Queste... queste cose che sento. Sono loro? Alex e... lui?
"Sì." le risponde il Serpente, e possiede adesso il profilo
di Alex - bellissimo, giovane.
Si china su di lei il serpente-Alex, sotto la pelle pallida squame
nerastre e lucide.
Le prende il mento tra le dita, sorride - due soli denti, canini lunghi
e aguzzi, fatti per uccidere e avvelenare.
"Non pensavi, vero? Non hai mai immaginato come fosse essere il villain
della storia, uhm?"
Claire apre la bocca, ne esce un suono patetico - sfibrato.
Questo non è... non è umano.
Niente in loro lo è.
È... è folle.
Il Serpente muta un'altra volta pelle - mai sostanza.
Le tocca la fronte con dita fredde, sottili.
Claire incrocia lo sguardo di una ragazzina uguale a lui - che ha
già visto, conosciuto.
"Dormi, Claire Redfield. Dormi, e ricorda solo ciò che deve
essere ricordato."
Claire chiude gli occhi, il virus si spegne; fuori, il suo corpo crolla
al suolo, inerte.
Agosto, 2025
Le femmine sono le più pericolose della specie;
così aveva detto William quella notte.
Sai, Al, ci ho pensato a lungo, aveva confessato,
intrecciando le dita davanti al viso, e sono giunto a questa
conclusione.
Guarda il soggetto 2B, si era poi giustificato, allungando
il braccio alla sua destra.
Una femmina di mantide infettata da virus T: guardala e dimmi cosa
vedi.
E Wesker si era voltato; l'aveva fissata dritta in quei globi verdastri
e mollicci - l'aveva studiata mentre concludeva la copula e strappava
la testa del maschio a morsi voraci.
E si era ricordato dei cerberi - delle femmine che ululavano nelle loro
gabbie, i maschi prostrati, sbavanti, eccitati.
Aveva riportato alla mente i primi licker - corpi traslucidi,
muscolosi; due soli cromosomi dividerli da loro.
I creatori.
Ferormoni, aveva mormorato Birkin, affascinato dal movimento delle
mandibole della mantide.
Ne producono una quantità enorme; dominano, Al.
Aveva cercato il suo sguardo, sul fondo della pupilla una luce malsana,
ossessionata.
Sono capaci di ridurre un maschio della specie in ginocchio; di farlo
sacrificare per loro. Di farlo copulare fino alla morte. Di tutto, Al.
Le femmine sono la chiave; lo sono sempre stata.
Cranck.
La mantide aveva schiacciato ciò che rimaneva del maschio,
l'ooteca orrendamente piena - una vescica pulsante, biancastra.
William aveva liberato una risatina estasiata, si era lasciato andare
contro lo schienale della poltrona.
Le femmine, Al. Ricordalo.
Davanti a lui Alex apre la bocca e libera il grido più
terrificante che abbia mai sentito.
Agosto, 2025
In un alveare non possono esistere due regine.
Vespa crabro è il suo nome in latino; il più
grosso vespide europeo.
Il preferito da William.
3A7 trascina Claire per le spalle, osserva preoccupato Wesker snudare i
denti - contrarre i muscoli del collo fino a quando non diventano
cordoni grotteschi e nodosi.
Alex allarga le braccia, rovescia la testa all'indietro - e
c'è
un odore strano nell'aria; qualcosa che supera il puzzo di
decomposizione e fumo.
Che lo rende duro lungo la spina dorsale, tra le gambe.
"Cosa cazzo succede?" urla Brian nell'auricolare, e 3A7 non ha una
risposta da dargli perché non lo sa; non ne ha alcuna fottuta
idea.
Gli infetti barcollano sui loro stessi piedi, si fermano; compiono poi
un movimento a semicerchio, si schiudono.
Li lasciano passare.
Alex ansima, rivoli di saliva ai lati delle labbra - fili di sangue che
le fuoriescono dalle orecchie, dal naso, tra le cosce.
"Capo..."
Wesker emette un suono sordo, di gola.
"Quando minacciata, la femmina di vespa può liberare ingenti
quantità di ferormoni che informano dell'attacco in corso
gli
eventuali altri calabroni in zona, talvolta provocandone l'intervento
in gruppo; lo sapevi, Al?"
3A7 richiude la bocca di scatto, stringe le spalle di Claire - smette
persino di respirare.
E scatta, Wesker - squarta un infetto che aveva osato avvicinarsi ad
Alex, ne pesta con il tallone un altro, spappolandogli la testa.
Fa esplodere sotto le sue dita organi, bulbi oculari - si tinge di
rosso e nero, pelle marcia che gli si attacca addosso come un sudario.
3A7 posa lo sguardo su Alex, madida di sudore - la treccia bionda
disfatta, la sclera iniettata di sangue.
"Fottute B.O.W. di merda." mastica Brian, spostando l'aria sopra di
loro con le pale dell'elicottero.
"Salite." gratta Alex - una voce ruvida, nemmeno più umana
"Noi vi raggiungiamo subito."
3A7 assicura Claire alla corda lanciata verso il basso da uno dei
soldati, la strattona - tiratela
su! - si aggrappa al quinto piolo
della scaletta.
Alex deglutisce, richiude lentamente le braccia - tocca appena Wesker,
e 3A7 lo vede rabbrividire come un giunco scosso dalla tempesta,
fissare Alex con uno sguardo che quasi lo induce a pisciarsi addosso.
La brama di un predatore che non si fermerà fino a quando
non
riposerà nell'incavo delle viscere della sua vittima.
Alex gli sfiora la fronte e ordina.
Agosto, 2025
"Portatela nella sua stanza; chiedete ad Anderson del dottor. Kwabs.
Lui sa cosa fare."
3A7 annuisce, troppo stanco per fare altro - troppo teso anche solo per
obiettare.
Brian appoggia la fronte alla cockpit dei comandi, libera un solo,
lunghissimo singulto.
Alex si dirige verso le scale con passi rigidi, scomposti - stringe le
cosce tra loro, si passa più volte la lingua sulle labbra.
Troppo. È stato troppo.
Un gradino, due gradini - arriva agli ascensori, preme il pulsante di
chiamata.
Wesker l'affianca, un respiro asimmetrico - che ha già
sentito.
Cerberi. Licker. Hunter. Tyrant: null'altro che bestie che vivono,
fottono, combattono. Muoiono.
Le porte metalliche si aprono, li lasciano entrare - Alex si ferma,
cerca il piano giusto, ma i numeri le si accavallano davanti agli
occhi, indecifrabili.
Wesker allunga il braccio oltre la sua spalla, le circonda il polso con
dita sporche di sangue e terra -
stringe.
Sotto la pelle il Progenitore è gonfio di parole non dette e
voglia.
Agosto, 2025
Il primo affondo non fa male; forse dovrebbe, ma non è
così.
Per quanto sia brusco e improvviso è troppo umida - pronta -
perché gliene faccia.
Alex geme, si lascia sollevare contro le porte chiuse - respira l'odore
metallico dell'adrenalina, quello pungente del sudore d'entrambi.
Schiude le cosce, cerca un contatto più profondo - fino a
quando non sente le ossa protestare sotto la pressione.
Wesker le preme il pollice nella piega del collo, morde - sangue sotto
la lingua, tra i denti.
Alex gli artiglia la nuca, strattona - incide piccole mezzelune nella
pelle scoperta delle spalle, marchia.
Ed è il virus a parlare per loro - lasciami entrare, Alex.
Lasciami passare. - a condurli.
Alex gli blandisce il viso con labbra morbide, languide - emette una
serie di suoni sottili, avidi.
Lo bacia quasi volesse
divorarlo, affonda, Albert, quasi volesse ucciderla.
Si allontana dalla realtà, Alex - rovescia il capo
all'indietro, chiude gli occhi.
Wesker si muove tra i suoi fianchi con movimenti violenti, nulla a
dividerli - un cuore gonfio, pieno d'entrambi.
Alex inspira con forza, percepisce i ferormoni rimasti raggiungere il
loro picco - strapparla
dalla propria coscienza.
Intreccia le dita a quelle di Albert, cadono entrambi - e diventa
liquida, Alex; tra le cosce, dietro le palpebre.
Lacrime pesanti di tristezza e desiderio.
Le spinte di Albert la portano a un orgasmo che si riverbera nel suo
petto come un assolo di morte.
Agosto, 2025
Le percorre la curva del collo in punta di lingua, denti scoperti,
labbra umide.
Alex intreccia le dita nei suoi capelli, morbida - arrendevole sotto di
lui, contro la sua pelle.
Scivola con gli occhi lungo le pareti della stanza - il suo studio -
socchiude le palpebre, il cuore.
E fa le fusa il Progenitore, un suono di gola che Albert libera contro
il suo seno, attorno all'ombelico.
Alex s'inarca all'indietro, coglie uno scampolo di luce - lo schermo
del suo telefono che s'illumina al ritmo delle chiamate di Anderson.
Allunga le dita verso il soffitto, le chiude in un pugno chiuso - geme, e lascia che
la frenesia faccia il suo corso.
Come una febbre: un virus.
Albert ne studia i movimenti con una pupilla arrotondata dalla voglia,
piena - l'iride un blando filo rosso che la circonda senza convinzione.
Alex gli appoggia le mani sulle spalle e lo spinge tra le sue cosce
senza alcuna incertezza.
Agosto, 2025
"Vaffanculo." mastica Joseph, premendo compulsivamente il tasto di
richiamata "Vaffanculo, vaffanculo e vaffanculo."
3A7 sospira, si siede, lasciando ciondolare le mani scorticate tra le
gambe stanche.
"Stronzi di merda."
"Non dovresti parlare così di loro." ribatte debolmente il
mercenario, indicando le telecamere che spuntano dagli angoli della
stanza.
Anderson alza il dito medio rimasto della mano destra, lo punta poi
verso la telecamera.
3A7 gli rivolge un'occhiata ammonitrice, estrae una barretta ai cereali
dalla tasca posteriore dei pantaloni.
"Cosa ne facciamo di lei?"
Anderson sposta lo sguardo su Claire - occhi inquieti sotto le palpebre
chiuse, livelli di endorfine alle stelle - appiattisce le labbra in una
smorfia irritata.
"La controlliamo; ed evitiamo che quella merda nerastra le esca anche
dal culo."
"Sei proprio un poeta raffinato, eh Joseph?"
Anderson snuda i denti, ride - un suono sgradevole, che gratta.
"Bruciare vivo pare la cura a ogni tipo di pessimismo, 3A7."
Il mercenario solleva la barretta al suo indirizzo e sorride.
Agosto, 2025
Dove mi trovo?
Ovunque.
Non è una risposta.
Il virus-Serpente inclina il muso verso di lei, pare sorridere.
Lo è: sei tu che non sai coglierla.
Claire affonda in una sostanza molliccia e torbida - solleva un piede,
poi l'altro.
Voglio uscire.
Puoi farlo: non ti sto trattenendo qui.
Allora perché non ci riesco?
"Perché non vuoi."
Claire si volta, il respiro morto nel petto, la bocca asciutta.
Excella la fissa dall'alto delle sue Prada dorate, sembra ridere di lei
- della sua sciocca paura.
"Io... ti conosco."
"Oh, lo so: immagino che i file di TerraSave e del BSAA abbiano molto
da dire su di me."
"Eri la donna di Albert Wesker."
Excella si stringe nelle spalle, le rivolge uno sguardo annoiato -
occhi così azzurri da ricordarle un cielo estivo e caldo.
"In un certo senso; certo, me lo scopavo, ma viste come sono andate le
cose posso dire con assoluta
certezza che no, non ero la sua donna. Non
nel senso romantico del termine."
"Chris mi ha parlato di te."
"Ne sono lusingata." ribatte, avvicinandosi "E il virus di te, Claire Redfield."
E muta, Excella: vibra,
si dilata, esplodendo in una nube nerastra e tossica.
Claire tossisce, scuote le mani davanti a sé - cosa...? - riapre
gli occhi.
Jill la fissa da un ricordo con la quieta consapevolezza dei morti.
Agosto, 2025
Alex apre gli occhi, aspetta che il proprio corpo senta - riconquisti
spazio, dimensione.
Piccoli crampi lungo i polpacci, le braccia; punture dolorose al centro
della schiena, tra i capelli.
Alex apre la bocca, la richiude di scatto.
Mi viene da vomitare.
Inspira con forza, cerca di regolarizzare la contrazione del diaframma
- fallisce.
Rotola di lato, atterra malamente sui palmi delle mani, sbatte il
gomito sinistro, un ginocchio.
Mi manca l'aria.
Le ferite bruciano
- striature rossastre che gridano
tutta la loro indignazione, esigono
attenzione.
Alex dilata le narici - cuoio e bergamotto - si rialza, appoggiandosi
allo stipite della porta del bagno e cercando la luce a tentoni.
La pupilla rimane stretta - non
vedo niente - e quando preme
l'interruttore alla sua destra ne rimane accecata, è
costretta a
spegnerle nuovamente.
Merda.
Incespica nei suoi stessi piedi, si accascia sopra il lavandino,
tossendo.
Digrigna i denti, percepisce un fiotto di bile e saliva risalirle
l'esofago, premere.
Alex chiude gli occhi, prova a resistere - non ci riesce.
Il virus langue - stordito;
sotto le unghie sangue rappreso e terra, tra le cosce fili biancastri e
asciutti.
"Merda." ripete, cercando di riprendere fiato "Mi sa che questa volta
ho esagerato."
Un nuovo conato rischia di sbilanciarla in avanti, qualcuno la
trattiene per le spalle, spostandole i capelli di lato.
Alex getta un'occhiata dietro di sé, schiocca la lingua
contro
il palato - in bocca il sapore metallico dell'adrenalina e quello aspro
dei ferormoni.
"È colpa tua." mormora, fissandolo "Lo è sempre
stata."
Wesker le blandisce la fronte in punta di dita e tace.
Agosto, 2025
Claire protende le mani davanti a sé, tremanti.
"Jill."
La Valentine inclina il mento nella sua direzione, tra le costole un
bagliore rossastro - al centro del petto vene bluastre e gonfie.
"Mi sei mancata, Claire."
"Tu... sei morta?"
Jill annuisce, abbozza un sorriso triste - opaco.
"Quando?"
"Nel 2006."
Claire sgrana gli occhi, scuotendo la testa.
"No... no. Chris ti ha salvata. Ti ha trovata."
Jill si alza, un corpo ora integro, ora scomposto - tibia e perone
spezzati,
la spina dorsale che protunde dalla schiena come un grottesco
arco biancastro e rosso, il viso
spappolato, molliccio e cadente.
"No, Claire: non l'ha fatto. Sono morta quella notte,
addosso al suo peggior nemico."
Claire aggrotta le sopracciglia, si rifiuta di vedere - comprendere.
"E dovevi vederla, Claire."
s'intromette Excella, percorrendo le spalle
di Jill con l'indice "Dovevi vedere che meraviglioso
Picasso era, la
nostra
Jill. Rotta, divelta. Una bambola inerte, senza più
anima, volontà."
Gli occhi di Excella brillano, malevoli; la fissano in tralice, sorridono.
"Ma si è impegnato tanto
il nostro Albert, non è vero,
Jill? Era come... ossessionato
dal riportarti indietro. E l'ha fatto.
Ci è riuscito. Ha resuscitato una morta. Chi fa questo, se
non
un dio?"
Claire percepisce la lingua seccarsi contro il palato, il cuore un
rullio asimmetrico nel petto - in gola.
Jill la fissa, inerte - mortamortamorta.
"È in arresto
cardiaco da ore."
"Riprovate."
"Dottor. Wesker, il
soggetto è clinicamente morto."
"Ho detto di riprovare."
"Il BSAA..."
"Senza il P30 è
nulla, la nostra Jill." motteggia Excella, affiancandola.
Claire sposta lo sguardo sulla Valentine, la cerca - non trova niente.
"Il P30 la teneva in vita. Il P30 le permetteva di respirare,
camminare, esistere:
senza, Jill era niente di più di un sacco
di carne privo d'anima."
"Hai pianto per lui!" grida Claire "Hai salutato Barry! Gli hai detto
che avresti voluto una festa per il tuo rientro al BSAA! Hai chiesto di
vedere la tua tomba... hai... mi hai parlato, Jill. Hai ricordato."
conclude, protendendosi verso di lei - supplicando una risposta, una
qualsiasi.
"E poi sono scappata."
Silenzio.
"Sono tornata in Africa e là il mio corpo ha trovato riposo."
Claire arretra, inorridita - incredula.
"Dio. Dio,
cosa ti ha fatto Wesker?"
"Niente."
Tutto.
Ed esplode
il passato nella mente di Claire - il virus dispiega davanti
a lei frammenti di vita come carte di un mazzo senza più
croupier.
L'attraversa
la figura di Wesker - un profilo nerissimo e disperato, il puzzo di
morte una patina fetida che mai l'abbandonava.
Vibra quello
di Alex, un viso deformato dalla sofferenza - troppe parole morte sulle
labbra, nel cuore.
Piange Excella, un amore calpestato - stritolato nella morsa di un uomo
spietato, solo.
Basta.
Claire grida - strappa,
e sono le mani di Jill a stringersi attorno ai suoi polsi, deboli come
quelle di un uccellino.
"La donna-uccello ti
chiamano, no?"
"Claire."
"Vattene. Tu non sei Jill. Non
puoi esserlo."
Una carezza lungo la guancia - un addio.
"Lo amavo, Claire. L'ho sempre fatto."
Claire apre gli occhi, la vede - capelli castani incorniciare un viso
giovane, luminoso.
Jill sorride, morbida - uguale a quella di una vita prima.
"Non ha fatto male. Non
subito, almeno"
Claire deglutisce, coglie un movimento dietro le spalle di Jill -
Excella e il suo piede che scandiscono un tempo all'ultimo giro.
"Per me è finita, Claire, ma non per te."
Rafforza la presa attorno ai suoi polsi, risale lungo la curva dei
gomiti.
"Non per loro."
Claire apre la bocca - Jill
- Excella è più veloce - tic
toc, tic toc, dobbiamo andare, bella addormentata - e
tutto sfuma,
di
disperde come cenere al vento.
La coscienza è una lama che l'attraversa senza
pietà.
Agosto, 2025
Nero e bianco - bestia e bestia.
Alex tira il bavero del blazer che indossa, sotto niente - pelle
nuda e ancora umida.
Pettina i capelli con le dita, un viso pulito, pallido - labbra rosa,
morbide, che Wesker ricorda ansimare
il suo nome, blandirlo,
stringerlo.
La osserva passarsi l'indice sotto l'occhio destro, tirare verso l'alto
l'angolo - inclinare il mento verso il basso e studiarsi.
Attorno all'ombelico si allarga una rete di capillari rotti che si sta
riassorbendo minuto dopo minuto - sul seno sinistro un morso che ha
lasciato invece un'impronta violacea e tumefatta.
Scivola dentro un paio di Louboutin nere, suola rossa; strattona i
bordi del blazer, all'anulare sinistro lei - una fascia
in oro bianco e
ossidiana.
Le femmine sono le
più pericolose della specie, Al.
Alex si volta, lo fissa - e qualcosa
si agita dentro di lui, ringhia e
uggiola e si
prostra poi al suolo, lui,
signore e dio di tutto.
"Andiamo, Albert?"
Wesker la segue senza alcuna incertezza.
Agosto, 2025
Per un istante rimangono a fissarsi in silenzio.
Per un momento - un respiro - Claire lo fissa come se non lo
riconoscesse.
Chi diavolo sei?
Poi la consapevolezza le inonda gli occhi, la bocca - brutto figlio di
puttana - e la rabbia la rende rossa lungo gli
zigomi, sulle
guance.
"Che cazzo mi avete fatto?"
"Nulla." la interrompe la voce di Alex, fredda "Il virus ha solo
mostrato una parte delle sue potenzialità."
Claire gira di scatto la testa verso di lei, strappandosi la flebo dal
braccio.
"Stronzate."
"Redfield."
Claire alza il pugno verso di lei, snuda i denti.
"Ho visto, Alex."
Wesker tace, attende.
"Vi ho visto."
continua poi Claire, spostando la sua attenzione su
Wesker.
Silenzio.
"Non capisco di cosa tu stia parlando."
Claire libera una risata aspra, rancorosa.
"Deve essere stato bello vomitare le propria interiora, eh, Alex?"
Alex inspira, solleva il mento - i capelli raccolti all'indietro e
ancora umidi sulle punte.
"Chissà quanto ti sei divertita
a vivere nell'ombra mentre
lui si scopava Excella."
Wesker si flette verso Claire - attacco
- viene preso in contropiede
quando la giovane Redfield si volta, puntandogli il dito contro.
"E Jill. Jill,
morta. Uno zombie, ecco cos'era. E tutto per Chris. Per
farlo soffrire."
Alex incrocia le braccia al petto, premendosi le unghie nell'incavo dei
gomiti.
Claire trema,
si scioglie poi in un singulto stanco - esausto.
"Mi fate schifo."
Wesker continua a studiarla in silenzio, lancia un'occhiata di sbieco
ad Alex.
Claire si porta le ginocchia sotto il mento, nascondendovi il viso.
"Fuori. Non voglio vedervi. Non voglio sentirvi. Spero
che tutta questa
merda vi si rivolti contro."
Wesker sta per dire qualcosa quando Alex lo precede - nella sua voce
una nota feroce, colpita.
"L'ha già fatto, Claire."
mormora, tra le parole una
sfumatura
rossastra e piena di rabbia "E quando succederà a te -
quando la
dignità ti sarà strappata come un
giocattolo
senza
importanza - quando vedrai davvero,
allora potrai dirmi chi
è il
mostro della storia. E chi l'eroe."
Claire inspira, espira; cerca d'ignorarla - non ci riesce.
Alex si dirige verso l'uscita, Wesker la segue - spettatore di una
tragedia in più atti.
Nella mente di Claire il virus sussurra
e le mostra le mani adunche di
un vecchio che si era preso
tutto.
Agosto, 2025
"Devi averli fatti incazzare di brutto."
Claire si fissa le mani congiunte in grembo, tace.
Anderson rompe la caramella tra i molari, gliene offre una - Grapehead.
"Quanti giorni sono che ti evitano? Sei? Sette?"
"Non abbastanza." mugugna tra i denti serrati, spostandosi una ciocca
di capelli dietro l'orecchio.
Joseph abbozza un sorriso sbilenco, si siede - intreccia le dita
restanti tra loro.
"Sai, sei un piccolo parodosso, Claire Redfield."
Claire posa lo sguardo sul muro bianco davanti a sé,
persevera nel suo silenzio.
"Il dottor. Wesker vuole contenerti;
un'elegante metafora per
anestetizzarti e chiuderti in una cella di crioconservazione."
Dita nere nel petto,
volti bianchi sopra di lei - acciaio e metallo ai
polsi, contro la schiena.
"La dottoressa Korda no."
"Jillian."
Grida umide,
gorgoglianti - supplici.
"Aspirate."
"Dottor. Wesker,
c'è troppo sangue."
"Spostati; faccio io."
"Dice che sei più utile da sveglia; che sarebbe solo uno
spreco
inutile di spazio buttarti là dentro a tempo indeterminato."
"Dottoressa Fayer, il
soggetto è rimasto clinicamente morto
per
ore; un recupero anche solo parziale è praticamente
impossibile."
Occhi trasparenti, dita
veloci - pratiche
- che affondano tra le
costole e tirano, tirano e...
"Come...?"
"La piastra."
Un peso sul cuore -
pupille dilatate, un respiro che raggiunge i
polmoni in singhiozzi spezzati.
"Collegate."
Un formicolio tra i
seni, lungo l'addome - in gola, dove un piccolo ago
fora la pelle e...
Anderson inclina il mento verso destra, la studia.
"Conoscevi Natalia Korda, no?"
"C'è polso!
C'è battito, dottor. Wesker."
"No." mormora poi Claire "Non so chi sia."
"Jillian."
"Davvero? Strano." ribatte Anderson, estraendo un tablet dalla tasca
interna della giacca "In questa foto mi pare siate tu e lei il giorno
del suo diploma, se non sbaglio."
Il dolore esplode -
frantuma i pensieri, le ossa.
Jill inarca la schiena
all'indietro, afferra la prima cosa che incontra
- la mano di Wesker, il bavero del camice di Alex.
Claire getta un'occhiata sfuggente alla sua destra, deglutisce.
"Jill."
Un gemito sommesso -
disperato.
Alex le circonda il
polso con le dita, la guarda - lungo le guance
lacrime grosse, pesanti di sangue e terra.
"Mi sto sbagliando, Claire?"
Jill apre la bocca, la
richiude - torna dalla morte solo per cadere tra
le braccia spietate del mostro della storia.
Da un momento mai esistito Natalia Jill
Alex le sorride senza alcuna
allegria.
Settembre, 2025
Non stanno andando benissimo, vero?
Roscoe si siede al suo fianco, arrotolando la lunga coda attorno al
corpo.
No.
Immagino sia per colpa mia.
I tuoi genitori non sono mai state persone facili.
Eve annuisce, sfiora una margherita bianca e bianca - respira.
E lei?, domanda, indicando la ragazza dai capelli rossi, Lei
com'è?
Roscoe sposta lo sguardo su Claire, dilata appena le narici.
Lei è... coraggiosa.
Oh. E può aiutarli?
Non lo so, Eve: non lo so.
Eve si raggomitola contro la sua pelliccia e tace.
Settembre, 2025
"Eve."
Mani fredde, unghie corte - pulite.
"Eve, puoi sentirmi?"
Il virus tace,
un grumo nerissimo e solido sospeso sopra sua figlia
come una spada di Damocle.
L'elettrocardiogramma le rimanda una linea costante, regolare: quella
d'encefalo attiva senza particolari picchi, anomalie.
"So che sei lì dentro."
Cresce, Eve - assomiglia ogni giorno di più a
suo padre.
Alex si solleva sulle ginocchia, la studia con un'intesità
dolorosa - gli zigomi spigolosi, il naso dritto, forse un po' troppo
lungo per un viso così regolare.
Eve continua a respirare - sessanta battiti al minuto, saturazione al
novantasei percento - i capelli talmente chiari da essere quasi
bianchi.
Come lei.
La donna-uccello.
Alex le sfiora una guancia con le nocche della mano libera, preme le
labbra in una linea sottile, rigida.
"Eve." la chiama - ancora.
Wesker osserva tutto dalle telecamere di sorveglianza e si chiede
quando.
Settembre, 2025
Torna indietro.
Torna a un tempo in cui sorridevi da una foto a colori sbiaditi.
Torna a quando Elaine è morta con le dita rattrappite
attorno alle sbarre della tua culla. (2)
Torna a quando Isaac ti aveva regalato un orsacchiotto bianco e beige e
tu avevi riso
- ti eri afferrato i piedi proprio come Eve da piccola,
ribaltandoti all'indietro sul copriletto pervinca.
Torna a un'altra bambina - una nata poco dopo che il primo umano
orbitò nello spazio attorno alla terra.
Torna a San'ka,
il diminutivo con la quale la chiamava Astra - sua
madre.
Torna a quei fili rossi che i cinesi dicono governino tutto - morbidi
come promesse, spietati come la realtà nella quale vivi.
Wesker studia il viso di Aleksandra,
quello aristocratico di Astra,
lontano dalla povertà che adombrava la Russia degli anni
sessanta.
Nel loro sangue una maledizione più forte di qualsiasi
virus.
Settembre, 2025
"Io dico che non ne hai le palle."
Claire si raccoglie i capelli in un nodo spettinato sulla cima del
capo, piega le labbra verso il basso - sposta una gamba all'indietro,
l'altra in avanti.
"Ti spacco il culo, 3A7."
Il mercenario si porta una mano al petto, fintamente offeso.
"Oh no, no,
Claire, non farmi male."
"Io dico che mi supplicherai
di smettere."
Negli occhi di 3A7 brilla una luce pettegola,
che Claire conosce bene.
"Oh, ma piantala. Porco."
Wesker scivola oltre la porta socchiusa senza fare alcun rumore.
Settembre, 2025
Alcuni giorni il mondo sopravvive - resiste; altri, un po' meno.
Alex cerca il corpo di Albert, sulla pelle l'uno dell'altro le parole
che nessuno dei due ha il coraggio di pronunciare.
Si arrotola contro il suo fianco, piccola serpe bianchissima e
velenosa.
Solleva le ginocchia verso il petto, le mani chiuse a pugno sotto il
mento - difesa,
protezione.
Wesker le blandisce una guancia in punta di dita, osserva l'Africa
crollare - nulla più che un grumo d'infetti e
baluardi della
Blue Umbrella che lottano, senza sosta.
Senza riposo.
E non c'è più nulla di Natalia Korda in lei -
nulla, se
non una mortalità sospesa, a scadenza.
Il trigger del virus è la morte: lo è sempre
stata.
Albert rafforza la presa attorno alle spalle di Alex e ingoia ogni
altro pensiero.
Settembre, 2025
Ogni tanto le guarda ancora.
Ogni tanto le estrae dalla tasca interna del giubbotto in kevlar e le
fissa come se potessero fornirgli una risposta - una qualsiasi.
Leon dorme contro il portellone della jeep e quando Chris solleva lo
sguardo incontra quello indagatore di Jake - il suo.
"È mio padre."
Silenzio.
"Ne sono sicuro."
Chris dispiega tre foto stropicciate, ne liscia un angolo consunto - la
ragazzina e il suo
sciocco sorriso verso quello che presumono essere
Albert Wesker; la donna che aspetta fuori dal Gritti Palace una Jaguar
XE nera; la stessa donna e la ragazzina in un café a Parigi.
Sherry intreccia le dita a quelle di Jake, stringe - e Chris
può
vedere il sentimento che traspare da quel gesto, la confidenza.
Sotto la pelle sfregiata da cicatrici vecchie e nuove il suo cuore
batte un solo, patetico
singulto.
Ottobre, 2025
La routine. L'abitudine. Piccoli rituali che ci definiscono, tenendoci
ancorati a una realtà altrimenti impossibile.
È così che Claire ogni mattina si alza alle sette
in
punto e inizia la sua sessione d'esercizi - tre serie da venti di
addominali, due serie da dieci di flessioni, studio e pratica della
sincronia tra l'impianto ottico e il braccio prostetico.
È così che Alex ogni mattina beve un
caffè nero,
poi un secondo mentre legge il rapporto di Anderson, controlla i
parametri vitali di Eve, cancella dalla lista mondiale i paesi caduti
preda dell'infezione.
È così che Wesker trascorre due ore in palestra,
mezz'ora
sotto la doccia e il resto della giornata fuori con le squadre
d'esplorazione e il suo mercenario preferito, 3A7.
Claire sospira, li fissa - scuote la testa.
"Non possiamo andare avanti così."
Wesker lascia ciondolare il casco protettivo tra le dita, le rivolge
uno sguardo in tralice da sopra la spalla.
Claire incrocia le braccia al petto, solleva il mento.
"È ridicolo che
l'unico interlocutore che abbia sia
Anderson. E
3A7, o come diavolo si chiama. Cristo, mi sembra d'essere tornata ai
tempi in cui Chris portava a casa i suoi commilitoni e dovevo sorbirmi
le loro battute di merda sulle donne e sul governo."
"Ci scuserai signorina
Redfield se il tuo intrattenimento non
è
tra le nostre priorità al momento: ricordo chiaramente che
hai
detto di non volerci più vedere. O sentire." ribatte
Wesker,
monocorde.
"Il mondo sta morendo."
Anche mia figlia,
vorrebbe rispondere Alex, ma tace, e continua a
fissare la popolazione del Brasile accalcarsi attorno alle navi della
Blue Umbrella, mutare.
"E la colpa è vostra."
"No." sibila Alex, alzandosi.
Wesker le rivolge uno sguardo interrogativo, percepisce la sua rabbia -
la sua tristezza.
"No, Claire." ripete "Non lo è. Non questa volta."
"Non ti credo."
Alex allunga la mano dietro di sé, preme - e tutti gli
schermi vengono invasi da una sola, nuova, immagine.
Claire socchiude la bocca, incredula - incerta.
"Chi..."
"Eve." la precede Alex "Il suo nome è Eve."
Claire ne studia il viso aristocratico - la riconosce dalle
foto che le
aveva mostrato Barry - percepisce ogni pezzo trovare il proprio posto,
collimare con
una precisione quasi dolorosa.
"Ed è mia figlia; mia e di Albert."
Wesker irrigidisce i muscoli del collo, la linea della mandibola; Alex
gli rivolge uno sguardo stanco - sconfitto.
Claire si avvicina, fissandola; Eve stringe a sé Roscoe e
sostiene il suo sguardo fino alla fine.
****
Beware, beware, be skeptical
of their smiles, their smiles of plated gold.
Claire gli rivolge uno sguardo teso - curioso.
Lo fissa dalla soglia della sala controllo con una tazza di
caffè in mano, i piccoli incisivi bianchi tormentare il
labbro
inferiore fino a farlo sanguinare.
Allunga verso di lui il braccio, piega la bocca in una smorfia che
dovrebbe
essere un sorriso - patetico.
"Spero ti ci affoghi, Wesker."
Albert risponde con una risata quasi
offensiva.
Deceit so natural,
but a wolf in sheep's clothing is more than a warning.
La prima volta insieme è una bestemmia, qualcosa
che il
destino
doveva aver studiato come un contrappasso crudele e ironico.
Claire getta la pistola a terra, afferra il fucile e prende la mira -
spara, la
piccola Redfield, e in quella smorfia concentrata
c'è tutto Chris e il suo dissennato coraggio.
Il braccio prostetico
brilla, si
flette al ritmo dei colpi con i quali
massacra tutto ciò che incontra - una valchiria di sangue e
pelle.
Wesker schiaccia la
testa di un infetto tra le dita, schegge d'osso
lungo gli zigomi, tra i capelli.
Claire gli getta un'occhiata di sfuggita, allontana da sé un
infetto con il calcio dell'arma - rotola di lato, scivolandogli tra la
gambe e spalancandogli poi la nuca in un foro rossastro e combusto.
"Muovi quel culo mutante!" grida, e si lancia in avanti, urtandolo "Non
ho alcuna intenzione di morire qui!"
Wesker snuda i denti, la trattiene all'indietro, mandandola a sbattere
contro il proprio fianco - estrae la Samurai Edge e spara a bruciapelo
a un bambino divorato dalla vita in giù.
Claire libera un sibilo sfiatato, scostandosi un ciuffo di capelli
dalla fronte sudata.
"Merda."
Wesker tace, bollente -
pupille ridotte a nulla più che
fessure nerastre e selvagge.
"Dobbiamo muoverci."
Un passo, due passi; Claire si volta, lo guarda.
"Wesker."
Silenzio. Un rantolo nel mezzo di quel grumo di viscere e organi -
polvere e
fango.
Claire si umetta le labbra, tesa; rafforza la presa sul fucile, piega
leggermente l'indice attorno al grilletto.
"Wes..."
Albert ringhia
e la supera senza dire una parola.
Black sheep, have you any soul?
No sir, by the way, what the hell are morals?
"Allora? Come è andata con il grande e potente Oz?"
la
prende in giro 3A7, allungandole una bottiglietta d'acqua.
Claire ne beve un generoso sorso, piega le labbra in una smorfia
disgustata.
"Come al solito: mutismo persistente e qualche ringhio poco amichevole."
"Oh be': almeno non ti ha ancora staccato la testa dal collo."
"Non credo che la dottoressa Korda la prenderebbe bene."
Il volto di 3A7 si scurisce, assume un'espressione interdetta -
indecisa.
Claire lo fissa con la coda dell'occhio, si ferma.
"Non si è ancora ripresa."
3A7 annuisce, pensieroso - preoccupato.
"Lo farà mai?"
Davanti a loro Wesker è un profilo nerissimo e arido di
risposte.
Jack Chris, be nimble, Jack
Chris, be quick
Jill's a little whore and her alibis are turning tricks.
Eve osserva. Eve tace.
Fissa quell'unico filo rosso che attraversa il suo mondo bianco e
assente, ascolta.
Cos'è?
Roscoe si lecca una zampa, concentrato.
Lo sai, Eve.
No. Non lo so.
Non vuoi saperlo;
è diverso.
Eve si porta le ginocchia al petto, trattiene le lacrime, il dolore.
Perché?
Perché deve fare così male?
Cosa?
Eve libera un respiro tremulo, gonfio di tristezza.
Vivere.
Roscoe appoggia la zampa a terra, scuote la coda nell'aria immota,
fendendone il silenzio.
Lungo la piana candida quella bava rossastra continua a strisciare
verso di lei, inesorabile.
So could you,
tell me how you're sleeping easy.
Si siede al suo fianco - come sempre.
Le prende la mano sinistra tra le proprie - come sempre.
Legge gli ultimi esiti degli esami - come sempre.
Saturazione al novantasette percento, frequenza cardiaca di
sessantacinque battiti al minuto, ECG ed EEG nella norma.
Le pettina i capelli all'indietro con le dita, ascolta il suo respiro
sfiorargli la pelle tenera del polso.
E dorme, Alex.
Come Eve.
Dorme, e il virus con lei.
"Albert."
Scosta appena il lenzuolo che la ricopre, svelando un corpo
perfettamente rigenerato - cicatrici vecchie e nuove cancellate,
purgate.
Stringe, Wesker, e si chiede perché?
Perché solo lui il virus trattenga qui, in questo mondo
morto -
perché anche
la prima volta l'abbia abbandonato
in un abisso
nero e bituminoso, senza speranza.
Inspira, lasciando ciondolare la testa tra le spalle.
Nella sua mente Alex è morta troppe volte
perché
tutto questo abbia un significato diverso dalla sconfitta.
****
Ottobre, 2025
Eve Wesker è uguale a suo padre.
Eve Wesker galleggia davanti ai suoi occhi come una dea caduta, una
bambina strappata -
una ragazzina a metà.
Eve Wesker sussurra -
un mormorio continuo e che la tiene sveglia la
notte.
Claire cerca gli occhi di Alex, non ha il coraggio di affrontare quelli
di Wesker.
"Cosa le è successo?"
È morta,
sta per rispondere Alex, ma il virus le racconta
una verità diversa - dolorosa.
E colpisce,
il Progenitore.
Afferra Claire per la gola e diventa un vecchio deforme e adunco -
diventa paura, vergogna.
Grida, il
Progenitore, ed è una donna aggrappata alla culla
di
un bambino quella che promette vendetta - morirai! Morirete tutti!
Piange, il
Progenitore; una bambina sola nella sala d'aspetto di un
ambulatorio medico, dall'altra parte della stanza un bambino uguale a
lei - tra le dita un biscotto al cioccolato e vaniglia.
Claire crolla in ginocchio, ansima - soverchiata, schiacciata.
Hai voluto la
verità? Eccola, la prende in giro
l'ombra-Chris.
Hai voluto sapere cosa
si nascondesse dietro il ruolo del villain, e ti
ho accontentata.
Non così.
Non c'è altro
modo.
Continui a ripeterlo, ma
deve esserci.
Alex la fissa, piega appena il capo verso destra - un uccellino
curioso, una serpe pronta ad attaccare.
Claire digrigna i denti,
afferra tutte quelle memorie e le smembra - le
attraversa, facendole a pezzi, impedendo loro di avvolgerla e
stritolarla.
Wesker dilata le narici, arriccia le labbra - Flehmen e la sua
animalesca smorfia.
Li stai uccidendo.
Io? Io sono l'unica ragione per la
quale sono ancora qui, su questo
osceno globo che chiamate mondo.
No; tu sei l'unica
ragione per la quale non vivono mai - muoiono e
basta.
L'ombra-Chris flette i muscoli delle braccia, avanza - perde scaglie di
pelle a ogni passo.
Non sei mio fratello.
Alex espande il proprio virus, entra in contatto con quello di Claire -
vede.
Non sei nulla.
La pelle di Claire si tinge d'arancione, erutta - globi
luminescenti
che si muovono inquieti, sanguinano dai bordi delle ferite slabbrate,
enormi.
Alex assume una posizione difensiva, Albert d'attacco - i loro virus
serpenti che espandono tutto il loro
mostruoso potere, spalancano
fauci, stillano veleno a ogni respiro.
Non per me.
Nella stanza qualcosa
esplode - un vago odore di putrefazione e terra,
dolciastro sotto la lingua, giù per gola.
Stairway to the Sun.
Claire si rialza, il virus che arretra
- scivola sotto la pelle, tra le
costole.
Alex la studia, titubante; Wesker schiocca la lingua contro il palato,
annusa -
adrenalina e sudore.
Alle loro spalle Eve osserva il suo mondo tingersi di tutti i colori
possibili e dilatarsi.
Ottobre, 2025
La verità è un peso.
La verità fa male; uccide.
La verità non rende mai libero nessuno.
Claire ascolta ogni singola parola, assorbe il loro veleno - la loro
agonia.
Alex racconta la loro storia come se fosse un misero elenco sulla
già lunga lista di tragedie della vita, negli occhi una luce
distaccata, assente.
Wesker tace, le braccia incrociate al petto, lo sguardo fisso su Claire
- sulle piccole microespressioni che le animano di tanto in tanto il
viso.
La verità la rende più simile ai mostri della
storia di quanto vorrebbe.
Novembre, 2025
"Mi piaceva."
Chris tace, chino su ciò che resta della lapide di Claire.
"Tua sorella, intendo."
"Lo so."
"Era una cazzuta."
Redfield piega le labbra in un sorriso a metà, ricorda - le
sue
spalle bruciate dal sole, quella piccola manciata di lentiggini sul
petto, vicino al collo.
Ricorda la prima volta che era caduta dalla bicicletta, quella in cui
gli aveva rotto il suo gioco preferito solo per dispetto.
Ricorda il modo in cui l'aveva stretto a sé quando un
ufficiale
di Raccoon City gli aveva comunicato che i loro genitori avevano avuto
un incidente in auto - sei
tu Christopher? - la forza con la quale
aveva reagito.
"Siamo rimasti soli,
Claire."
Jake lo affianca, socchiude la bocca, il respiro che si addensa in
piccole nuvolette trasparenti.
Chris intravede con la coda dell'occhio i pesanti anfibi affondare
nella terra bagnata, la punta sbucciata di quello di sinistra.
"Non hanno mai trovato il suo corpo; solo la sua mano sul tagliere
della cucina."
"Credi che sia là fuori?"
A mangiare e divorare e vivere.
"No."
Jake posa lo sguardo sulla nuca di Chris, attorno a loro un cielo
grigio, freddo e piatto come l'acciaio.
Chris stringe le dita in pugni chiusi, ingoia la tristezza, la
speranza.
"Non ha importanza,
Chris: noi Redfield resistiamo, sempre. Insieme."
Davanti a Jake il viso di Claire
vibra e si sovrappone a quello di
un'altra donna storia.
Novembre, 2025
Uno, due, tre, quattro, cinqueseisetteottonovedieci.
Claire abbassa il busto verso il pavimento, un braccio dietro la
schiena, l'altro ben teso davanti a sé.
Undici, dodici, tredici, quattordiciquindicisedicidiciassettediciotto,
fili rossi lungo le guance, sulla fronte.
Snuda i denti, continua a contare - mai abbastanza.
Alex la fissa dall'altra parte dello specchio, solleva il mento -
ascolta se stessa sgretolarsi a ogni respiro.
Avvicina la tessera magnetica al lettore vicino, aspetta che la luce
diventi verde - entra, e Claire le riserva uno sguardo indagatore,
interrogativo.
"Andiamo." le dice solo, slacciandosi i primi bottoni del blazer nero
"Credo sia ora che tu conosca mia figlia."
Claire si blocca a metà del movimento di flessione e le
rivolge l'occhiata più idiota
che Alex abbia mai visto.
****
How you're only thinking of yourself,
show me how you justify.
3A7 osserva la scena come a rallentatore, troppo basito per fare
altro.
Anderson quasi
si soffoca con la caramella alla pesca che stava
masticando, il suo nuovo hobby anti-fumo.
"Sei una testa di cazzo."
Claire si protende in avanti, gli mostra il pugno chiuso - quello del
braccio prostetico, ovviamente.
"Sei... inutile."
Anderson decide che è più saggio ingoiarla quella
dannata
caramella, prima che la situazione si metta davvero male.
"Te ne stai qui ad autocommiserarti mentre lei muore."
La pupilla di Wesker si assottiglia,
brucia.
"Mentre Eve muore e..."
Il primo colpo la spedisce dritta oltre il divano in pelle bianca, il
secondo le stacca di netto la protesi dal gomito.
Claire rotola ai piedi di Anderson, frena la propria caduta con il
moncone del braccio rimasto.
"Merda." sibila 3A7, indeciso se frapporsi tra il suo capo e Claire.
Wesker le è subito addosso, scrollandola come un gattino
bagnato
e patetico
- incassa il calcio a gamba tesa con il quale Claire cerca
di liberarsi.
"Per chiarirti una cosa, Redfield."
mastica Wesker, il profilo a pochi
centimetri dal suo, tra i denti un rantolo affamato - ferito.
"Alex può trovarti gradevole:
come si trova accettabile un
residuo umano oppure un cane randagio."
Claire gli pianta la mano sana nella spalla, spinge - si
contrae,
sgranando gli occhi quando percepisce le sue dita afferrarle il
ginocchio e premere.
"Ma io no."
Schiaccia,
Albert, frantumandole la rotula, parte della tibia - la
studia
mentre deforma il volto in una smorfia di dolore, la trattiene
contro di sé, dietro le palpebre socchiuse un'esplosione di
puntini bianchi e luminosi.
Anderson mantiene la posizione, ammonisce 3A7 con lo sguardo - no.
Wesker lascia andare Claire, una massa liquida di sangue e muscoli
scoperti - che ancora non cede,
cerca di regolarizzare il respiro,
incanalare e dominare il
dolore.
La blocca al suolo con un piede, insegue una vecchia cicatrice - quale
spalla era, Claire? La destra o la sinistra? Non ricordo bene.
- snuda
i denti quando Claire gli afferra la caviglia, fissandolo senza paura.
"Puoi anche ammazzarmi, stronzo;
non cambierà la
verità.
Sei un vigliacco,
che preferisce dare la colpa agli altri piuttosto che
a se stesso. E le due donne che giacciono otto piani sotto di noi ne
sono la prova."
3A7 trattiene il respiro, Anderson arretra impercettibilmente -
immagina già gli schizzi di sangue e materia cerebrale
macchiargli la camicia, il collo - il virus di Albert frusta l'aria, il
silenzio.
Le loro menti.
E per alcuni istanti rimangono semplicemente così: Claire
con le
dita rattrappite attorno alla sua caviglia, Wesker che preme e preme e
preme e...
La clavicola cede,
la spalla si rompe -
da un cordolo rosato eruttano
nuovamente sangue e memorie.
Raccoon City, Rockfort
Island.
Claire perde conoscenza, si affloscia sull'impiantito - pallida,
bagnata dall'adrenalina e dal sudore.
Wesker la fissa per quelli che paiono minuti, volta loro le spalle.
"Portatela in infermeria; dite a Kwabs di ripararla."
3A7 le si avvicina, rapido - viene bloccato a metà del gesto
dagli occhi di Wesker, pozzi liquidi di fuoco e rabbia.
"La prossima volta che ti viene anche solo in mente di
proteggerla ti
faccio divorare vivo dai mold. Sono stato chiaro?
Silenzio.
Tra le sue braccia Claire è pesante come tutte le
verità mai accettate.
Telling all your lies like second nature,
listen, mark my words: one day (one day)
Kwabs schiocca la lingua contro il palato, sospira.
Sposta lo sguardo su Joseph, chiede - si gratta lo spazio tra il
polsino della camicia e l'orologio.
"Una divergenza d'opinioni con il dottor. Wesker."
"Uhm."
"Una forte divergenza."
Kwabs studia poi Claire - il respiro irregolare, la fronte sudata.
"La rotula andrà sostituita; le ha letteralmente
polverizzato la
patella. Non potrei ricostruirgliela nemmeno se volessi."
Si china verso la gamba ferita, sfiora con i polpastrelli la massa
disordinata di muscoli e tendini che sporge dalla concavità
rossastra - le rivolge un'occhiata in tralice quando emette un lamento
un po' più forte degli altri.
"La tibia avrà bisogno di un impianto, mentre per la
spalla..."
prosegue, spostandosi verso l'alto "ci vorrà un lavoro di
taglia
e cuci."
Anderson incrocia le braccia al petto, alza un sopracciglio.
Peter sposta appena un lembo di pelle, controlla lo stato superficiale
della frattura - clavicola scomposta, cuffia dei rotatori lacerata.
"Quell'uomo è folle."
"Lo scopri solo adesso?"
Kwabs si sposta gli occhiali verso la radice del naso, flettendosi
verso Claire, e da quella posizione Joseph riesce a intravedere i primi
capelli grigi che gli adornano la nuca.
"No: intendo matto. Pazzo come un cavallo. Idrofobo. Fuori come un
balcone."
Si porta l'indice alla tempia, ruotandolo un paio di volte per
sottolineare il concetto.
"La dottoressa Korda è una donna crudele; spietata e senza
morale, ma non è matta."
Si rialza, cercando sul tavolo alle sue spalle una siringa e
scartandola.
"Glielo leggi negli occhi, Joseph: il dottor. Wesker non sta bene.
Psicologicamente parlando."
"Non credo lo sia mai stato."
Diazepam, 15 mg; Claire libera un miagolio spento, socchiude gli occhi,
li richiude - scivola in una sedazione preoperatoria.
"Sano, intendo."
Peter sfiora con il pollice il polso di Claire, annuisce un paio di
volte, assorto.
Anderson sospira, massaggiandosi le tempie.
"Puoi sistemarla, Peter?"
Kwabs solleva lo sguardo, lo inchioda sul posto - sul fondo dell'iride
scura un monito e un rimprovero.
"Posso. E lo farò. Ma cosa succederà se?"
Se quella strana
ragazzina che nascondono nel ventre dell'azienda non
dovesse svegliarsi?
Se toccasse invece alla
dottoressa Korda non riemergere mai
più dal mondo dei sogni?
Anderson fissa il volto esangue di Claire e tace.
You will pay, you will
pay,
karma's gonna come
collect your debt.
Si scollano una a una le tue maschere.
Cadono a terra in un plotch amorfo e liquido - filamenti mollicci di
pelle e carne.
Tenti di trattenerle tra dita contratte e combuste - no - ma scivolano
via come polvere.
La stanza ti soffoca, chiudendoti nel suo abbraccio bollente e nerastro
- fuoco giù per la gola, nelle narici, fino al fondo dello
stomaco.
Respiri, e al tempo stesso non lo fai; cerchi uno specchio, una
superficie riflettente - qualcosa che ti restituisca un'immagine
fidata, corretta.
La gamba sinistra ti cede miseramente, facendoti urtare il tavolino di
caffè - crack; vetro rotto e parole consumate.
Cadi, e ti premi ancora più saldamente il palmo delle mani
sul viso - nononono.
Sulle labbra il sapore del sangue; sotto la camicia tesa un groviglio
di viscere esposte e membrane traslucide.
E rimani immobile, una statua che si sta sciogliendo a ogni respiro -
cera che scava e svela.
Qualcuno ti tocca una spalla, stringe - fresca, rassicurante.
Albert.
Digrigni i denti, liberi un sibilo sfiatato - un serpente messo
all'angolo e morente.
Capitano.
Schiudi le dita dietro alle quali ti sei nascosto, li vedi - troppi,
tutti.
Ah, il buon vecchio Al.
Il grido che trattieni in fondo al petto preme e squarcia.
Aware, aware, you stalk
your prey
with criminal mentality.
Claire dorme.
Lo fanno tutti un po'
troppo spesso ultimamente, no, Albert?
Il P30 dondola sul fondo della fiala, pigro - indolente.
Si chiede se funzionerebbe.
Con Jill l'aveva fatto;
la tua Monnalisa. Il tuo personalissimo e
grottesco Picasso.
Si chiede se il suo corpo accetterebbe l'intrusione; se potesse anche
solo sopportarla.
Jill ci era riuscita. Oh, certo, aveva urlato, si era dimenata come se
avesse il fuoco nelle vene - e l'aveva anche gridato, no?
Uccidimi. Uccidimi, ti prego.
Si abbassa al suo stesso livello, sfiorandola appena con la punta del
naso.
Lacrime grosse, pesanti; un viso sfigurato, schiacciato -
Perché non mi hai lasciato morire; perché?
L'ago della siringa scivola nell'incavo del gomito,
Alza le braccia, Jill. Muovi le gambe, Jill. Parlami, Jill.
preme,
Combatti, Jill. Obbedisci, Jill. Muori, Jill.
l'estremità interna dello stantuffo comincia a muoversi e...
Crack.
La siringa si sgretola tra le sue dita, sotto i polpastrelli; il P30
gli cola lungo il polso, cade in gocce rossastre e appiccicose sul
lenzuolo.
Claire lo fissa, le labbra premute in una linea aspra, sottile.
Wesker ricambia lo sguardo, la pupilla dilatarsi impercettibilmente.
A un respiro di distanza entrambi, per la prima volta, si vedono per
quello che sono: macerie di un mondo ormai morto.
****
Novembre, 2025
Nel ventre della bestia riposa la principessa senza sogni.
Eve Wesker ha diciotto anni e pochi mesi - un viso aristocratico, un
po' troppo duro addosso a una ragazzina di quell'età.
Eve Wesker respira appena, ma la sua stessa esistenza rompe ogni
silenzio.
"Cosa le è successo?"
"La Saurian Corporation."
"Hanno sperimentato su di lei?"
"Sì."
"Il virus Chimera."
Alex sfiora il polso di sua figlia, annuisce.
"Non era programmata."
Claire continua a studiare Eve - il pallore delle guance, la linea
piena delle labbra.
"Non è nata per essere un'arma biologica."
Ciglia lunghe, quasi bianche; sotto, occhi da lupo, artici.
Uguali a lui.
"E per quanto ridicolo suoni, è successo e basta."
Claire si avvicina, allunga una mano verso Eve - la lascia
lì, sospesa a metà.
Incerta.
"Noi tyrant dovremmo essere sterili. La morte cellulare che precede
l'attivazione del Progenitore e il successivo cambio di temperatura
corporea dovrebbero inattivare la spermatogenesi e una corretta
ovulazione."
"Eppure eccola qua."
Alex posa lo sguardo su Claire - sul volto un'espressione meravigliata,
stupita.
"Eve Wesker."
Silenzio.
"Era già nata quando ti sei uccisa sull'isola, vero?"
Alex si umetta le labbra, tace.
Claire riporta la mano al fianco, inclina il mento verso di lei - occhi
quieti, pieni di risposte.
"Mia madre è morta quando avevo solo qualche anno
più di lei."
Alex rimane immobile, ascolta.
"Chris dovette lottare per mantenere l'affido; entrò nei
militari propro per quello."
Sotto il lenzuolo il petto di Eve si alza e si abbassa, si alza e si
abbassa - vive in un mondo a metà.
Claire stringe il bordo del letto tra le dita, china il capo - ricorda.
"Voleva diventare un gelataio da piccolo, sai? Aprire
un'attività a Raccoon e andare persino in Italia per
imparare a
farlo. Il gelato, intendo. Il suo preferito era quello al pistacchio."
Alex trattiene una risatina nervosa - non sa perché, ma
l'immagine di Redfield vestito tutto di bianco le scatena una reazione
ilare, quasi inconsulta.
"Piantala." l'ammonisce Claire, ma è troppo tardi; Alex si
gira
di lato, le spalle che sussultano - una risata soffocata contro la
manica del blazer.
Claire aggrotta le sopracciglia, sbuffa.
"Tu e tuo fratello avete rovinato tutto. E Spencer. E l'Umbrella. Un
sacco di gente, alla fine."
"Oh, lo so." ribatte Alex, prendendo fiato "Perché Raccoon
è adesso cenere! Un buco schifoso sperduto nel mezzo dei
monti
Arklay. Una cazzo di città fantasma! Niente più
puzzolenti tavole calde o provinciali troiette di merda! Niente di
niente!"
Si siede, lasciando ciondolare le mani in mezzo alle cosce - e ride,
Alex.
Ride di se stessa, di Albert, di tutto ciò che hanno
sacrificato per...?
Claire la osserva crollare, andare in pezzi insieme a quella risata -
un suono acuto, che si riverbera tra le pareti della stanza e rimbalza,
diventa il rantolo morente di una bestia ferita a morte.
Le dita tra i capelli spettinati, labbra spezzate in un ghigno insano,
esagerato; Claire scopre i denti e l'accompagna fino al fondo di quella
risata.
Dicembre, 2025
Essere figlio di Albert Wesker è un peso.
Jake sbatte il pugno chiuso sul tavolo, rovescia tazze vuote, il taco
di Sherry.
"Hai rotto le palle, pel di carota."
Luciani indurisce lo sguardo, non arretra.
"Sei solo un piccolo stronzetto; un figlio di puttana. Letteralmente;
perché ci vuole coraggio a scoparsi tuo padre."
Sherry gli intrappola il polso in una morsa supplice, umida
d'adrenalina e salsa di chili verde.
"Parker."
"No." ribatte Luciani, puntandogli il dito contro "No, Chris. Sai che
ho ragione."
"Niente di tutto questo è colpa sua."
Ma è sordo, Parker - accecato da un dolore che s'irradia
lungo il petto, tra le costole.
"Ah no? Il mondo sta andando a puttane e guarda caso chi riemerge dalla
lava di un vulcano? Suo padre."
"Non ne siamo certi, agente Luciani."
"Oh, adesso anche il DSO ha diritto di parola?"
Leon ignora la provocazione, appoggia un piede contro il muro - lo
fissa, vuoto di sentimenti e pietà.
"L'ha sempre avuta, e ben più di voi quattro coglioni del
BSAA."
Chris inala bruscamente, trattiene Parker per una spalla - scuote la
testa.
"So che Sheva..."
"No, non lo sai!"
Luciani si sottrae alla sua stretta, scivola con lo sguardo sopra
ognuno di loro - nemici, mostri.
"Non lo sai, Chris." mormora, premendosi le dita sulle palpebre chiuse.
Due giorni dopo il suo nome si aggiungerà alla
già lunga lista di caduti per il dovere.
Dicembre, 2025
È morbido tra le sue cosce, Albert - quieto, appagato.
Alex lo trattiene contro di sé - in sé - con i
talloni
premuti sul fondo della schiena, il viso nascosto contro la sua spalla.
Respira, Alex, e libera un suono contrariato quando Wesker scivola di
lato, continuando a cercarlo con la punta delle dita.
Si arrotola attorno al suo corpo, umido e caldo - nudo.
Socchiude un occhio, osserva la neve cadere - ricoprire la
città e gli edifici sbeccati dalla guerra di bianco e bianco.
Vestita di nulla, piena di troppo - Alex si lascia incantare da un
momento distante, nel quale può essere altro.
Wesker accoglie il suo profilo contro il proprio, lascia che si modelli
lungo le sue asperità - contro gli spigoli di un uomo rotto,
spezzato.
E questo sono, Albert e Alex; oggetti danneggiati, esperimenti falliti.
Bambini rovinati, adulti corrotti.
L'iride di Albert tinge di rosso la neve e ogni altro pensiero.
Dicembre, 2025
Eve chiude gli occhi, estende il virus oltre.
Roscoe respira piano al suo fianco, una carezza calda lungo la guancia.
E vede, Eve.
Un albero di Natale storto e un po' rachitico - palline rosse e
bianche, una renna di panno lenci.
Una bambina che ride, sugli zigomi un pugno di lentiggini e nello
sguardo la stessa dissennata gioia del bambino che chiama fratello.
Un Saruk ferahan annodato a mano, candelabri accesi - minacciosi nella
loro solidità.
Dita fredde, angoli bui - un abete enorme, tinto d'oro e sangue.
Una spirale bianca e rossa lungo le mura della stanza - Umbrella - due
sconosciuti - fratello.
Musica che s'intreccia al silenzio della sua mente - Jingle bells,
jingle bells, jingle all the way. O, what fun it is to ride in a
one-horse open sleigh - profumo di biscotti allo zenzero e cannella.
Note pesanti, che cadono - un adagio sostenuto che incalza, insegue.
"Vuoi suonare qualcosa per noi, Alexandra?"
"Tua madre odiava quella sonata."
Eve s'inclina leggermente in avanti, aggrotta la fronte in
un'espressione concentrata - tesa.
"Beethoven dedicò quest'opera alla sua alunna prediletta, la
diciannovenne contessa Giulietta Guicciardi. Si dice ne fosse
segretamente innamorato."
Un grumo di nausea e sensazioni sgradevoli colpisce Eve alla bocca
dello stomaco - lo dilania, rendendolo molle e viscido dall'interno.
Eve inspira, piega l'aria - la realtà, e si ritrova viva,
tra di loro.
Con loro.
Sua madre arriccia il naso quando Claire le mette davanti un vassoio
ripieno di bignè di tutti i colori, suo padre la ignora
semplicemente - beve un sorso di caffè.
Eve trattiene il respiro, tace - Roscoe un pupazzo di pezza inerte ai
suoi piedi.
Si umetta le labbra, resistendo all'impulso di toccarli - di liberare
il Progenitore e il suo potere, un grumo nerastro e rovente che da
tempo sta erodendo le sue difese.
Lasciami uscire. Lasciami andare, Eve. Liberaci.
Sua madre si stringe nelle spalle, ne prende uno - lo mastica piano, ma
attraverso il virus Eve può sentirne il sapore dolce sotto
la
lingua, contro il palato.
Sbatte le palpebre un paio di volte, tra le ciglia lacrime che non
piangerà - non può.
Si volta, e gli occhi di suo padre la trovano - la fissano - e per un
attimo ne è sicura.
Mi sta vedendo.
La pupilla di Albert si restringe, il respiro si accorcia - il virus
esplode, la sovrasta in una marea di sentimenti contrastanti e
nerissimi.
Sua madre si blocca a metà del gesto di prendere un secondo
bignè, Claire le rivolge uno sguardo interrogativo - Alex?
Ehi,
Alex... - si paralizza anche lei, sgranando gli occhi.
Sei... Eve?
Il virus di suo padre la sfiora ed Eve scappa.
****
You sink your teeth into the people you depend on,
infecting everyone, you're quite the problem.
"Non mi fai paura."
Wesker la fissa con la stessa vacuità dei lupi - dei morti.
Claire deglutisce, non cede terreno - non arretra.
Proprio come le ha insegnato Chris.
La spalla lesionata è stretta al collo, tra le dita
minuscole
ferite raccontano quella notte - quando il fantasma di Jill aveva
gridato, più vivo che mai.
E si schiudono le fauci della bestia, si arricciano sui denti,
scoprendoli - minacciando.
"Ne ho avuta. Molta. A Raccoon. A Rockfort. Davanti a te."
Silenzio.
"Non più, Wesker."
E lo sputa quel nome - risale la gola, graffia sulla lingua, cade.
Claire alza il moncone verso di lui, lo tende - pelle rossastra e che
si arrotola verso il gomito.
La guerra non risparmia né i villain né gli eroi
della storia.
You better run and hide,
I smell the blood of a petty little coward.
"Come hai fatto?"
Claire si asciuga il sudore dal viso, alza un sopracciglio.
"Con il capo; come hai fatto?" specifica 3A7, indicando oltre la sua
spalla.
"A fare cosa?"
3A7 schiocca la lingua contro il palato, incrociando le braccia al
petto.
"Tre mesi. Tre mesi che non vi riempite di botte a vicenda. Che non
urlate. Che collaborate."
Il mercenario s'inclina verso di lei, sul volto un'espressione piccata
- curiosa.
"Claire Redfield: non gliel'avrai mica data, vero? Perché se
bastasse quello per rabbonire uno come lui... be', allora mi sa proprio
che ho sbagliato mestiere."
La risata di Claire fuga ogni altro dubbio.
Jack Chris, be lethal,
Jack Chris, be slick
Jill will leave you
lonely dying in a filthy ditch.
Non sei l'uomo di cui Chris mi aveva sempre raccontato, vorrebbe
dirgli.
Non sei il mostro che mi aveva mostrato il corpo spezzato di Jill,
vorrebbe proseguire.
Non sei quello che mi aspettavo, la triste ammissione.
"I parametri vitali stanno calando."
Wesker inclina il viso verso Alex, tace.
"Il battito è sceso a una frequenza di trenta al minuto;
saturazione ossigeno sotto il settanta percento. Fibrillazione
ventricolare sempre più accentuata. La dottoressa Korda si
sta... spegnendo, in mancanza di un termine migliore."
Claire rimane immobile, studia il viso esangue di Alex, quello teso di
Wesker - sconfitto.
"Forse con..."
Wesker alza la mano verso il dottor. Kwabs, lo ferma.
"Fuori."
Kwabs tentenna solo qualche secondo, annuisce - la supera, scoccandole
un'occhiata preoccupata.
Claire sta per seguirne l'esempio quando lo vede.
Lo sente.
Il battito di Alex si azzera bruscamente, la saturazione scende -
collassa, liberandosi in un rantolo sfiatato, fragile.
Claire si volta, Alex muore - di nuovo, ancora.
Sempre.
Wesker le sfiora appena le dita appoggiate sul lenzuolo, un viso
inespressivo - un virus che urla,
e colpisce Claire dritta in faccia.
"Adesso aspettiamo." le dice, rispondendo a una domanda che non si era
neppure accorta di pensare.
Lei l'ha fatto per me.
La lunga veglia ha inizio.
So could you
tell me how you're
sleeping easy.
Le sembra di essere tornata indietro a quando aveva undici anni e Chris
al fianco - i loro genitori lenzuoli bianchi e rossi.
Anderson le ha mandato qualche messaggio, 3A7 è comparso
solo per accompagnare il dottor. Kwabs.
Sposta il peso da un fianco all'altro, posa lo sguardo su Wesker -
immobile.
Ed è surreale
la situazione in cui si trova - fogli di
realtà scollati l'uno dall'altro.
"Sono passati quattro giorni." mormora, e la sua voce è
secca - un crepitio morto, stanco.
Wesker tace, stringe la mano di Alex tra le proprie - gelide entrambe.
"Vuoi..."
Claire inspira, quasi
ride a quello che sta per dire.
"Vuoi qualcosa da bere?"
Gli occhi di Wesker sono braci esauste e spente.
****
Gennaio, 2026
"Mi manca."
Il vento scuote i capelli di Alex, trasporta con sé l'odore
dei morti e della cenere.
"Chris."
Claire si appoggia al bordo del portellone dell'elicottero, chiude gli
occhi.
"Se lo troviamo, non ucciderlo."
Alex intreccia le dita sul fucile a pompa, inclina il mento verso di
lei - aspetta.
Claire riapre gli occhi, cerca i suoi - ignora lo sguardo scettico di
Wesker.
"Quello è compito mio."
3A7 si abbassa la visiera protettiva sul volto, aggancia la maschera
antigas.
"Glielo devo."
Alex tace e si prepara al lancio senza risponderle.
Gennaio, 2026
Ci sono fantasmi che camminano tra noi ancor prima d'essere morti.
Spettri d'esistenze mai vissute, ombre di scelte mai compiute.
Rimpianti,
li chiama Claire.
Sono rimpianti,
le aveva detto una sera d'estate sul tetto della Blue
Umbrella, e tutti noi
ne abbiamo, Alex.
Errori, il
nome con il quale li aveva evocati Albert.
Non avrei dovuto
commetterne, l'ammissione a denti stretti; non con te.
Miami è un muro d'acqua e cemento attorno a loro - sabbia
bianca e rossa.
3A7 è l'ultimo a scendere dall'elicottero, alle sue spalle
due squadre d'assalto - delta e bravo.
"Uh, la Florida." chiosa, scrocchiandosi le dita "Avrei sempre voluto
andarci in vacanza."
"Per il clima?" ribatte Claire, sarcastica.
"No." sogghigna lui, puntandole l'indice contro "Per le donne."
"Porco."
"Al suo servizio."
Claire ridacchia, si volta - incontra loro, contratti l'uno sull'altro,
piegati dalle voci di troppe memorie.
Gli occhi di Wesker la tagliano come fosse nulla più di una
cavia particolarmente reticente.
Gennaio, 2026
"Puoi comandarli?"
"No."
"L'altra volta l'hai fatto."
Alex inspira, dilata le narici - annusa.
"Maschi; almeno l'ottanta percento degli infetti sono maschi."
"Quindi puoi."
sottolinea Claire, stirando le labbra in una linea
sottile.
"In teoria."
"E in pratica?"
"Dipende quanto tu voglia ritrovarti in mezzo a una folla d'infetti
eccitata e su di giri."
Claire arriccia il naso, mette fuori la lingua in una smorfia infantile
- schifata.
"Alla peggio?"
Wesker emette un suono asciutto, freddo.
"Centinaia di zombie affamati e in preda alla frenesia alimentare."
"Ah. E alla meglio?"
Wesker ricarica il fucile con un colpo secco del braccio - clack, arma
il cane, sblocca il dente di ritegno del fermo cartuccia.
"Non vuoi davvero saperlo, Claire."
3A7 ricorda la sensazione di strappo al centro del petto - quella
pesante, dura, tra le cosce - e deglutisce.
Gennaio, 2026
"Ripetimi perché siamo qui!" bercia 3A7, colpendo con il
calcio della pistola la nuca di un infetto.
"Per recuperare da un laboratorio della Saurian una ricerca specifica
su Chimera."
"Il buon vecchio divide
et impera."
Claire usa la schiena flessa di 3A7 come base d'appoggio, rotola di
lato, tagliando i piedi a una donna di mezz'età.
"Una cosa del genere."
3A7 si rialza, pulendosi la manica sinistra - controllando che le
protezioni abbiano retto.
Davanti a loro Wesker e Alex combattono - danzano, agli occhi
di
Claire.
Nei mesi li ha studiati - ha
imparato.
I loro corpi sono armi, strumenti - plasmati per essere
nient'altro che
involucri, mezzi.
Con i loro corpi ingannano, rassicurano, affascinano: sempre in ordine,
sempre efficienti, sempre al posto giusto.
La nostra immagine deve
essere senza difetti, le aveva confessato una
volta Alex, perfetta,
immacolata.
Fuori puliti e dentro
pieni di merda, eh?, le aveva replicato allora
Claire, arrabbiata - ferita.
Alex le aveva sorriso, stendendo appena le labbra sul viso pallido.
Una cosa del genere,
Claire. Una cosa del genere.
"Claire!"
Il mondo era diventato buio e rosso.
****
How you're only thinking
of yourself,
show me how you justify.
Due settimane. Quattordici giorni.
Claire si passa una mano tra i capelli, sbadiglia: appoggia i piedi
sulla sedia attigua, rovista tra i bicchieri vuoti abbandonati nel
sacchetto vicino al letto.
"Sai, pensavo mi avresti spedito a calci in culo fuori di qui molto
prima."
Wesker tace, chino su un corpo che non muore,
non vive.
"Immagino sia merito del virus se non si decompone, giusto?"
Silenzio. Altro, ostinato silenzio.
"Ti sta crescendo la barba."
Il gocciolio del rubinetto adiacente, qualche passo frettoloso nel
corridoio.
"E hai le occhiaie."
Wesker si umetta le labbra, ignorandola.
"Stai diventando vecchio."
Il virus di Wesker si agita, colpendo Claire - facendola sussultare
sulla sedia.
"Ahia. Quanto sei permaloso."
Il silenzio è un po' meno pesante di prima.
Telling all your lies
like second nature,
listen, mark my words:
one day (one day).
Chris fissa il fondo della scatoletta di tonno, incassa la testa tra le
spalle - stanco.
"Ho mangiato di peggio."
Sherry sospira, incrociando le braccia al petto e rimanendo con lo
sguardo fisso fuori dalla finestra.
"Il mondo sta finendo, Redfield; non credo troverai molto di meglio
là fuori."
"Vuoi stare un po' zitto?" lo riprende Leon, la barba incolta, i
capelli raccolti in una coda sulla nuca.
"Perché, altrimenti cosa mi fai, crine dorato? Mi
uccidi di
noia?"
Kennedy gli scocca un'occhiata malevola, sceglie di tacere - tutti lo
fanno davanti al dolore di Chris.
Sherry gli si avvicina in punta di piedi, sneaker spaiate sotto un paio
di jeans sdruciti - una beige, una blu.
"Chris." mormora, appoggiandogli una mano sulla spalla "È
viva. Ne sono sicura."
"Non puoi saperlo."
"No." ribatte Sherry, decisa "No, ma la Claire che ha affrontato
l'apocalisse per me ed è tornata indietro non si fa certo
mettere al tappeto così facilmente."
Leon annuisce, palpebre gonfie, negli occhi un groviglio d'emozioni -
rabbia, delusione,
rassegnazione.
Jake si morde l'unghia del pollice, osserva Chris posare la propria
mano su quella di Sherry e stringere;
fuori, il cielo si tinge di
polvere e sangue.
You will pay, you will
pay,
karma's gonna come
collect your debt.
Non sa cosa le stia succedendo.
Non vuole saperlo.
Claire rimane immobile alle spalle di Wesker, vibra - e con lei
il
virus sonnecchiante.
Alex non respira, non muore; semplicemente se ne sta lì,
come un
oggetto - una statua che il tempo non ha assolutamente scalfito.
Qualcosa si
scalda al centro del suo petto - si arrotola e si distende
al ritmo di un cuore confuso, agitato.
Claire inspira, percepisce il calore della pelle di Wesker - l'odore,
persino.
Cuoio e una nota
speziata, che non riconosce.
Allunga la mano verso di lui
No.
sfiora con la punta delle dita la nuca scoperta
No no no.
tocca i capelli ingrigiti dall'età, saggia la
consistenza - morbida, piena
- espira e...
"No." la raggiunge la sua voce - vecchia all'improvviso.
Sposta appena il mento verso destra, la fissa - occhi accesi,
sanguinanti.
"È il virus. Cerca conforto. Compagnia."
Claire (lo) ascolta - e quel
qualcosa gratta, uggiola, le rimbomba
nella testa, tra le costole.
Grida, ed è
così difficile non assecondarlo -
cedere.
"Non farlo."
Non toccarmi.
Claire si ritrae di scatto e libera un guaito patetico.
Maybe you'll change,
abandon all your wicked
ways.
L'abbandono è una dimensione comune a tutti loro.
Anderson si nasconde nella penombra del suo ufficio, ciò che
rimane della mano destra sotto il mento, lo sguardo fisso sul panorama
desolante di una città morta - che ancora brulica sotto
strati
di cemento e terra.
3A7 butta nel cestino la seconda bottiglia di birra - una Mayabe
ambrata, di Cuba - trattiene un rutto.
Lancia un'occhiata di sbieco a Claire, rannicchiata sulla poltrona poco
lontano.
Un grattacielo crolla in una nube di polvere e macerie, sparge
coriandoli grigi e neri - diventa l'ennesima ferita di un mondo ormai
allo stremo.
"Tre mesi." irrompe 3A7, la voce impastata - venata da una nota
polemica.
"Tre mesi e ancora nessun
fottuto progresso."
Anderson gli rivolge uno sguardo privo di sfumature, neutro; Claire lo
ignora, le ginocchia al petto, le braccia conserte.
"Siamo entrati in quella sede di merda per prendere quel materiale
virale del cazzo e
cosa ci abbiamo guadagnato?"
"Una possibilità." gli ribatte Joseph, alzando un
sopracciglio.
"Certo, come no: e quel branco di coglioni là sotto non sa
neppure pulirsi il culo senza la dottoressa Korda."
Claire rafforza la presa delle mani sui gomiti, tace.
"Vuoi provarci tu, agente?"
lo incalza Anderson, voltandosi verso di
lui.
3A7 scuote la testa, snuda i denti.
"Tre mesi, cazzo! Tre mesi e non cambia nulla!"
"Non può." sottolinea Joseph, irritato "La scienza non
è come scendere in campo e sparare; se..."
"E quell'altro stronzo
che se ne sta lì, impalato al suo
capezzale come manco una Penelope con il cazzo."
Claire sussulta, umettandosi le labbra - lo sguardo fisso sul sole
rossastro che tramonta oltre l'orizzonte.
Su di loro.
Anderson avanza, alza il pugno chiuso verso il mercenario.
"Il dottor. Wesker..."
"Non ha fatto niente
da quando è qui! Niente, a parte
berciare
ordini e scoparsi la dottoressa e ogni tanto degnare d'uno sguardo quel
vegetale di ragazzina seppellito nei piani inferiori!"
Anderson sgrana gli occhi - taci!
Per dio, taci, idiota! - il petto di
Claire si contrae, l'aria s'addensa,
tutto sembra schiacciarsi ed
è allora che le luci di sicurezza s'illuminano, gli allarmi
cominciano a suonare.
Anderson solleva il viso verso l'alto, 3A7 lo imita - dai monitor
immagini frenetiche, personale medico che fugge da tutte le parti,
grida sconvolte.
"Cosa...?"
Il ruggito che scuote i microfoni raggela tutti loro.
****
Gennaio, 2026
Il sangue le raggiunge il viso in uno spruzzo rosso e nero - scivola
sotto la lingua, negli occhi.
3A7 urla -
muove freneticamente il braccio su e giù, verso
la propria squadra.
Anderson mastica qualcosa negli auricolari crepitanti, Alex la fissa
senza realmente vederla - pupille enormi,
iridi trasparenti.
Claire apre la bocca, ne cola fuori una bava rossastra e appiccicosa -
non sua.
"Alex?"
Il grido di Wesker è lo stesso che suo fratello aveva
sentito
attraversargli le ossa mentre il vulcano se lo mangiava vivo.
Gennaio, 2026
Tigre nera;
così l'aveva chiamato William.
Un ragno; nulla più di un insetto molesto e fastidioso.
Un insetto che il virus
aveva reso sei volte più grande di
una B.O.W. normale.
Pensava fossero estinti.
Pensava che Raccoon City se li fosse portati tutti con sé
all'inferno.
Pensava che la mutazione fosse ormai obsoleta - inutile.
Le ginocchia si piegano, i piedi ruotano, le gambe fanno perno sui
talloni - il suo interno corpo si prepara allo scatto.
Non abbastanza.
Alex è più veloce.
Lo era sempre stata.
Alex lo anticipa, salta
- si protende verso Claire, frapponendosi tra
la sua schiena e le zampe del ragno.
Plotch. Crack.
Davanti a lui il costato di Alex si apre come un'inquietante aquila di
sangue.
Gennaio, 2026
"Merda!"
3A7 stringe la pistola tra le dita gelide, spara - snuda i
denti,
trattiene il conato che minaccia di risalirgli su per la gola e
macchiare tutta la maschera protettiva.
"Squadra delta, squadra delta! Avete recuperato il materiale richiesto?"
Colpisce una ragazzina vestita da punk, un ragazzo dai calzoncini
azzurri - fracassa il cranio a una donna dal cui petto pende un unico,
grottesco seno rifatto.
"Sì, ma abbiamo perso Tom e Bradley! E Mike non è
messo meglio."
3A7 si umetta le labbra, corre verso Claire - osserva come a
rallentatore il dottor. Wesker smembrare
il ragno - quattro delle sue
zampe che protundono orrendamente dalla schiena della dottoressa Korda.
"Ci penseremo dopo! Adesso muovete il culo; la dottoressa Korda
è a terra. Ripeto: la dottoressa Korda è a terra."
Il team bravo gli offre copertura di fuoco, davanti a lui Claire si
volta - lo cerca.
Nell'auricolare Anderson caccia la bestemmia più fantasiosa
che abbia mai sentito.
Gennaio, 2026
Claire la osserva cadere -
aprirsi davanti al suo viso come un osceno
fiore di sangue e carne.
La tuta protettiva si divide in due, il giubbotto in kevlar briciole ai
suoi piedi.
Alex allunga una mano verso di lei - un riflesso involontario - un
grumo di sangue sporcarle la maschera trasparente che le nasconde la
bocca, il naso.
Sotto la maglietta nera Claire riesce a scorgere le quattro zampe del
ragno che si contraggono e dilatano - crack: il processo xifoideo
divelto, le costole spinte all'infuori come ali d'ossa.
Il cuore di Alex batte di singulti sincopati, frenetici, visibili;
zampilla sangue da dietro un seno straziato, un polmone perforato.
Claire sbatte le palpebre una, due volte; le cerca gli occhi, trova uno
sguardo stupito - sorpreso quanto il suo.
"Alex." mormora prima che qualcosa
afferri il ragno e lo riduca a
niente - una poltiglia nerastra e accartocciata in se
stessa.
Gli occhi di Alex si spengono - muoiono
- 3A7 chiama il suo nome -
Claire!
In ginocchio, Wesker è la figura perfetta dell'eroe ferito a
morte.
****
Make amends and start anew again,
maybe you'll see.
"Dov'è?" sibila Anderson, frenetico "Dove è
finita?"
L'indice scivola da una telecamera all'altra, obiettivi che scorgono
solo un'ombra - un profilo fugace che lascia dietro di sé
impronte rossastre e umide.
"Sta venendo qui."
3A7 e Joseph si voltano all'unisono verso Claire, la fissano.
"Sta cacciando; posso sentirlo."
"E da uno a dieci, quanto è incazzata?"
Claire libera una risatina nervosa, si torce le dita tra loro - scuote
la testa in un gesto infantile, di diniego.
"Non è una questione di rabbia o meno, 3A7."
Solleva lo sguardo, sostiene la tensione che si è venuta a
creare nella stanza - in
loro.
"Il virus. Il virus l'ha riportata indietro. E, al momento, non
c'è ragione alcuna dentro di lei. È un grumo
biologico
d'istinto e fame."
Anderson aggrotta le sopracciglia, inspira con forza.
"La dottoressa Korda è... una B.O.W?" mormora
il mercenario,
esterrefatto.
Claire tace e lascia che la consapevolezza cada su di loro come un
macigno.
All the wrongs you did to me,
and start all over, start all over again.
Pulsa, il virus.
Batte, come il suo nuovo cuore.
E si sente viva,
Alex.
E ha fame,
Alex; un bisogno così feroce
da farle immergere
le
dita nel collo di un ricercatore e strappare
- la carotide un filo
molliccio che sotto la lingua ha un sapore ferroso, dolciastro.
Non c'è ancora ordine nel suo corpo - sincronia.
I cerberi si agitano nelle gabbie, alcuni infetti arrivano persino a
fracassarsi contro
le celle contenitive nel tentativo di raggiungerla.
Di averla. Di obbedirle.
"Alex."
Si volta, le labbra grondanti sangue, tra i denti brandelli di carne e
tessuto.
Inclina il viso nella direzione della voce che l'ha appena chiamata,
sorride -
il virus che miagola contento,
soddisfatto.
L'infetto che si trova davanti scivola tra le sue sinapsi e brucia.
Who am I kidding?
Now, let's not get overzealous here.
"Eccola!"
3A7 quasi rovescia dalla sedia Anderson, si protende verso lo schermo
tre, telecamera cinque.
Claire lo affianca, spia oltre la sua spalla la situazione - percepisce
Joseph fare altrettanto.
"Che cazzo... li ha
mangiati?"
Anderson tace, Claire invece annuisce, scostandosi una ciocca di
capelli dalla fronte.
"È il virus a chiederlo. Il virus è
un'entità
biologica vorace, egoista. Natalia mi
aveva spiegato che i processi
cellulari di tutti noi richiedono energia, ma quelli di una B.O.W.
molta di più; soprattutto se devono rigenerare ingenti
danni. E
la morte credo
rientri tra quelli."
"E quindi adesso si mangerà metà azienda?"
Claire si avvicina ulteriormente allo schermo, punta il dito verso una
figura alla sua sinistra.
"Wesker la fermerà."
Silenzio.
"Wesker riuscirà a farla ragionare."
La risata di Alex è un suono così mellifluo da
far accapponare la pelle a tutti loro.
You've always been a huge piece of shit;
if I could kill you I would.
Wesker la studia con attenzione, i muscoli tesi, il virus completamente
esteso verso di lei -
nudo.
"Sei carino."
chiosa Alex, le mani dietro la schiena, i piedi che
saltellano da una mattonella all'altra.
"Sei fertile."
si ferma poi, annusando l'aria.
"Uhm. Rettifico. Sei usabile."
"Non sono un oggetto."
Alex si ferma, la camicia bianca scura di sangue e vomito.
"Tutti siete
degli oggetti."
"Tutti chi,
Alex?"
Alex scuote la mano in un gesto stizzito, irritato; gonfia le guance,
lo fissa di sbieco.
"Tutti. Voi. Maschi. Indegni."
Wesker schiude le dita lungo i fianchi, si prepara - la percepisce
arrotolarsi come un serpente pronto all'attacco.
"Non è mai stato un tuo pensiero, Alex, ma di Spencer."
Gocce di sangue sull'impiantito, nell'aria solo il rantolo soppresso di
Alex.
"Spencer. Ricordi Spencer?"
Alex si umetta le labbra, sporcandosi di rosso la lingua, il mento.
"Hiro, Irma."
Un ringhio abbozzato, la pupilla che si restringe - diventa nulla.
Wesker avanza di qualche passo verso di lei, calpesta il braccio del
ricercatore - lo scavalca.
"Raccoon City. L'Umbrella."
Alex arretra, scuote la testa - nega,
sovrastata da un grumo di
emozioni contrastanti.
"William, Annette."
Libera un guaito spezzato, snuda i denti - l'iride un rosso
così profondo da essere quasi nero.
"Te ne andasti, Alex. Una mattina arrivammo nei laboratori e tu..."
"Aelita." mormora all'improvviso Alex, contratta in se stessa.
Solleva lo sguardo - ferito
- le dita piegate ad artiglio vicino alla
gola.
"La S.T.A.R.S." prosegue per lui "La... la missione."
Wesker si ferma, aspetta - ricorda con lei.
"Sei morto. E poi sei tornato. E poi sei morto ancora. Non smetti mai."
Alex deglutisce, chiude gli occhi.
"Terragrigia. Sushestvovanie."
Li riapre di scatto, inspira con forza - Stuart, esala.
"L'Africa. La Tricell."
Lo inchioda sul posto, soffia
- una bestia furiosa, una femmina delusa.
"Excella."
Wesker le tende la mano, attende - gli sembra di non aver fatto altro
da sempre.
Noi, Alex.
Il virus diventa memoria e taglia.
****
Gennaio, 2026
Sull'elicottero Alex si contrae come un insetto in agonia.
Sobbalza tra le braccia di Wesker, vomita a flusso continuo sangue e
nero, quasi
si stesse decomponendo dall'interno.
Mike supplica una pietà che 3A7 non ha tempo di concedere,
allungandosi invece verso il suo corpo martoriato dagli infetti fino a
rompergli il collo in un gesto secco, veloce.
Claire si percepisce distante, lontana; chiusa in uno stupore che
l'anestetizza, rendendola asciutta di parole e gesti.
Wesker sorregge la nuca di Alex, la osserva incurvarsi verso di lui
un'ultima, disperata, volta.
Con la mano destra stringe ancora il suo cuore tra le dita, preme -
cerca d'infondere vita a una donna che non c'è
già
più.
Alex muore e il suo virus si spegne come una lucciola stanca.
Gennaio, 2026
Claire si chiede se è questa l'assenza - quella vera.
"Cosa è successo là fuori?" le chiede 3A7, seduto
al suo fianco davanti allo studio del dottor. Kwabs.
"Io... Natalia è morta."
3A7 alza un sopracciglio, scettico.
"Se è morta perché
l'hanno portata in
rianimazione?"
Claire apre la bocca, la richiude - scuote la testa.
"Non lo so."
"Perché non è morta." li interrompe la voce del
dottor. Kwabs, stanca.
3A7 schiocca la lingua contro il palato, libera un fischio tra i denti
socchiusi.
"Un ragno gigante le ha aperto il petto in due, dottor. Kwabs: mi
vorrà scusare se sono
un po' dubbioso circa la sua diagnosi."
Kwabs si stringe nelle spalle, il camice sporco di sangue e arancione -
iodopovidone, probabilmente.
"Cosa vuoi che ti dica, 3A7: ho le mani d'oro, a quanto pare."
Claire china il capo e tace.
Gennaio, 2026
È successo qualcosa alla mamma.
Sì.
Sta male.
Il virus la proteggerà.
Il virus la ucciderà.
Roscoe inclina il muso verso Eve, tragicamente simile ad Alex mentre
smembra la
propria ovattata realtà.
Doveva succedere, Eve.
Non ancora.
Quando, allora?
L'orizzonte si tinge di rosso, il bianco sfuma - diventa
un'alba rosata
e infetta.
Tuo padre è con lei.
Io...
Vuoi andare anche tu, Eve? Vuoi tornare?
Il silenzio di Eve toglie respiro a tutto ciò che la
circonda.
Gennaio, 2026
Ha riaperto gli occhi un solo istante.
La ferita al costato una macchia di rosso sotto il lenzuolo sottile,
che si espande lungo il tessuto come una fitta rete di capillari.
Albert, ha
detto, sorridendo.
Albert, ha
invocato, chiudendo poi le palpebre in un sonno profondo e
senza sogni.
Wesker trascina la sedia vicino al suo letto, vi si lascia cadere sopra
- sulla pelle sangue (il
suo) e sudore.
"E se non dovessi tornare?"
"Allora aspettami."
La loro storia è solo un insieme di assenze e attese senza
fine.
****
But it's frowned upon in
all fifty states,
having said that, burn in
hell.
Davanti a cavalieri senza armatura crolla la donna - risorge la regina.
"Ce l'ha fatta." mormora 3A7, assorto "Ci è riuscito."
Anderson indossa il sorriso del politico, riordina i piani inferiori
con la voce del diplomatico - sì,
ne sono al corrente.
Certo,
nessun problema. Voglio tre squadre ai piani danneggiati, una per
settore. Conteggio delle vittime, potenziali infetti e smaltimento
totale del materiale virale - scivola in una vita che il
fuoco e la
malattia gli avevano portato via senza pietà.
3A7 ridacchia, nervoso; Claire osserva Alex sbilanciarsi in avanti,
afferrare la mano di Wesker per un flebile
momento - scostarsi,
oltrepassandolo.
Dentro di lei il virus di Alex
urla.
(Where are you, motherfucker? Ha ha!)
Giovane per sempre; (non)
viva, infine.
Alex studia il corpo di Natalia con la
pratica efficienza della
scienziata, contrae i muscoli dell'addome - percorre una linea
immaginaria dal collo al pube.
C'è ancora confusione dentro di lei - rabbia, delusione;
amarezza, desiderio.
C'è Eve, e il suo sonno senza fine.
C'è Albert, una figura costante - un ricordo che fa male, un
presente che non basta.
Ci sono altri nomi, altre storie - Barry; Moira. 3A7, Anderson. Claire.
"Non toccarmi."
"L'hai già fatto."
"Questo non lo rende più facile."
Wesker si scosta dalla parete dalla quale la stava osservando, inclina
il mento verso destra.
Si avvicina, prendendole una ciocca di capelli tra il pollice e
l'indice - inspira, leccando
la curva pallida del collo, dove la
carotide pulsa.
La pupilla di Alex si restringe, riducendo il mondo a una fessura
nerastra e sottile; quella di Albert la imita, l'iride diventare una
corolla rossa e rossa.
La regina è morta; lunga vita alla regina.
Karma's gonna come collect your debt,
(She's a li—she's a li—she's a liar).
Claire le rivolge uno sguardo dubbioso - consapevole.
So cosa hai fatto,
le dicono gli occhi di Alex.
So cosa stavi per fare,
sussurrano i suoi gesti - misurati, eleganti.
"Mai." replica Claire, il braccio mozzato nudo, esibito ora con un
nuovo orgoglio.
Alex alza un sopracciglio, scosta la sedia dalla plancia comandi - e
nulla
è rimasto in lei di Natalia.
Non più.
Un blazer nero, fili d'oro alle orecchie, attorno al collo; Alex preme
con le unghie laccate di rosso nella fodera blu dello
schienale, la
fissa.
Wesker è al suo fianco e le riserva uno sguardo neutro -
ermetico.
Claire non arretra, non cede terreno - non far vedere al tuo nemico che
hai paura, Claire, le aveva insegnato Chris.
Alex persevera nel suo silenzio, la studia con un misto di
curiosità e irritazione - sonda, e Claire
può
percepire
le piccole propaggini del virus indagare, saggiare la
vulnerabilità del suo corpo, della sua mente.
Wesker si siede, trascrivendo i codici di accesso e avviando il sistema
di controllo e sicurezza.
"Non l'avrei mai fatto."
Bugiarda.
Claire aggrotta le sopracciglia a quell'accusa, piega le labbra in una
smorfia.
"Lo sai."
Guarda; guardami, e
dimmi che non è la verità.
Alex libera un respiro asimmetrico,
affonda - fruga tra le sue sinapsi
come un insetto vorace e incurante del dolore che provoca mentre
mastica.
Claire si sbilancia all'indietro, trattiene un gemito sorpreso -
comincia a sudare freddo lungo la schiena, sulle tempie.
Davanti a lei Alex non mostra alcuna pietà.
Karma's gonna come collect your debt.
Qualcosa è successo; qualcosa è cambiato.
3A7 rimane immobile sulla soglia della sala controllo, il rapporto
della recente missione di ricognizione a Washington nella mano destra,
quella sinistra lungo il fianco.
La dottoressa Korda è di nuovo tra loro da almeno tre
settimane
e indica qualcosa sui fogli sparsi davanti al dottor. Wesker.
Claire controlla l'inventario delle scorte - mancano cento litri
d'acqua alla sede in Ohio, e i biscotti, a quanto pare -
gli rivolge un
cenno di saluto veloce, sbrigativo.
"Non fare domande." lo sorprende Anderson, affiancandolo "Non ti
risponderanno comunque."
3A7 lo scruta, scettico.
"Cosa diavolo è successo mentre ero via?"
Joseph mette in bocca una delle sue tanto amate caramelle alla fragola,
la rompe sotto i molari - un'abitudine che gli ha lasciato addosso
l'apocalisse e la mancanza di nicotina.
La dottoressa Korda si volta, e 3A7 non può fare a meno di
notare quanto
sia cambiata - zigomi affilati, capelli così
chiari da essere quasi bianchi.
La morte le dona,
è il primo pensiero che gli attraversa il
cervello.
È una fottuta
arma biologica, il secondo, più
subdolo.
"3A7." lo apostrofa "Quello è il rapporto di Washington?"
"Sì."
La dottoressa Korda gli tende la mano - polsi sottili, dita leggere,
che avevano spappolato
il viso di un suo compagno dentro un ECH
progettato per resistere a oltre il 50% dei frammenti d'arma da fuoco.
"Ci sono novità."
Claire solleva il viso dalla massa di fogli che sorregge sulle
ginocchia, la dottoressa lo fissa, in attesa.
3A7 deglutisce, cerca gli occhi di Claire - così azzurri e
sinceri da
fare male.
"Mentre ripulivamo una zona, per la precisione il settore vicino al
Campidoglio, ci siamo imbattuti in un gruppo di sopravvissuti."
Anderson mastica la sua caramella, ne ingoia i pezzi - fruga nelle
tasche dei pantaloni alla ricerca di una seconda.
"Sei uomini, due donne e un bambino."
Wesker scrive un appunto a lato di un foglio, ruota la manopola di
controllo - scivola nel ventre della Blue
Red Umbrella.
"Quattro di loro sono stati identificati."
Claire si alza, le guance colorate di rosso, lo sguardo attento.
"Si tratta dell'agente Leon Kennedy, Sherry Birkin, Jake Muller e
Christopher Redfield."
Silenzio.
"Abbiamo provato a catturarli, ma hanno opposto resistenza. Il bambino
è morto nello scontro a fuoco, la seconda donna è
stata
ferita a una gamba."
Claire chiude le dita a pugno, se le porta sotto il mento - inspira con
forza.
"Li abbiamo persi."
"Ma sono vivi." mormora Claire.
3A7 inclina il viso verso di lei, annuisce.
"Dall'ultimo contatto ricevuto sì: e se è come
credo,
cioè che stiano provando a salvare i sopravvissuti, allora
saranno ancora in zona."
Claire sposta lo sguardo sulla dottoressa - perché?
- Wesker
si appoggia contro lo schienale della poltrona, tace.
"Grazie mille dell'informazione." lo rassicura la dottoressa Korda,
prendendogli di mano il fascicolo "Per adesso sei congedato, soldato."
3A7 batte tra di loro i talloni instintivamente, rivolge un'ultima
occhiata perplessa a Claire, si dirige poi verso la porta, Anderson un
profilo che non accenna a seguirlo.
"Ci vediamo dopo." gli dice soltanto "Credo proprio che la mia presenza
sia ancora
richiesta."
L'aroma di fragola e panna nel suo alito è così
forte da dargli quasi la nausea.
****
(Maggio, 2026)
Come on in, boy, said the skeletons sitting by her closet door;
dirty secrets, empty memories, and broken hearts across the floor.
"Me l'hai promesso."
Alex apre a ventaglio le foto scattate dalla squadra delta, le dispone
a semicerchio davanti a lei e Wesker.
Nella prima Leon spara,
i capelli più lunghi, raccolti in
una coda disordinata e sporca.
L'uomo al suo fianco si stringe in un giubbotto antinfortunistico
arancione malconcio, il viso congestionato dalla paura.
Wesker la liquida con un gesto noncurante della mano, passa alla
seconda e alla terza - un profilo uguale al suo, che affronta gli
infetti ridendo.
Jake Muller possiede la malinconica
bellezza della madre, gli zigomi di
Wesker - negli occhi da lupo la stessa scintilla che aveva animato
quelli di suo padre anni addietro.
Salta,
Jake, e dietro di lui Sherry trascina la donna colpita - e Alex
aggrotta le sopracciglia al pensiero di quanto sia uguale
ad Annette.
A William.
Claire s'intromette nel loro studio silenzioso, sparge le foto
rimanenti sulla plancia - ne indica una alla sua sinistra.
"Eccolo!" esala, concitata "È vivo."
Non è
infetto.
E colpisce, Chris.
Sul braccio indossa ancora il simbolo della Blue Umbrella, la barba
incolta, la stessa, cieca,
determinazione di sempre.
Abbatte,
Chris; l'eroe di cui tutti hanno bisogno, che il mondo non
dimentica.
Mai.
Claire imprigiona il polso di Alex in una morsa ferrea, il quadrante
del Cartier in oro rosa e quarzo che le incide il palmo della mano,
facendolo sanguinare.
"Me l'hai promesso." ripete, feroce - disperata.
Alex le cerca gli occhi, tace.
"Me lo ricordo, Claire."
Wesker picchietta con le nocche sul bracciolo della sedia, fissa il
volto di Chris - la curva dei bicipiti tesi, il modo in cui cerca di
proteggere il bambino ormai inerte.
"E onoro sempre una
promessa."
"Come con Neil?" la prende in contropiede Claire, rievocando vecchie e
scomode
memorie.
Alex indurisce lo sguardo, Claire lo sostiene - ed è la
risposta di Wesker a sorprendere entrambe.
"Manderemo una squadra di ricognitori. Li troveremo."
Alex e Claire si voltano, interdette.
Wesker continua a fissare le foto, assorto.
"E poi li andremo a prendere."
Inclina il mento verso Claire, negli occhi qualcosa che non
le piace
per nulla - indecifrabile, pericoloso.
"E guiderò io la missione."
"Non lo ucciderai." ribatte Claire, la parola più rapida del
pensiero.
"Non è mia intenzione farlo."
Wesker si alza, sovrastandola - gli occhi pozzi rossastri e infetti.
"In fondo, Claire,
sono un dio misericordioso. E farò
ciò che tuo fratello non è stato capace di fare."
Alex schiude le labbra in un sorriso - comprende.
"Salvarvi."
Claire appiattisce le labbra in una linea sottile e accetta.
(Maggio, 2026)
I was knocked out, heels over head,
so you dragged me by my feet to a ghost town, where you buried me.
No wonder no one heard my screams.
Chi sono?
Vecchie conoscenze dei
tuoi genitori.
Perché li
vogliono salvare?
Egoismo. Orgoglio.
Solitudine.
Sono indegni. Umani.
Roscoe si stiracchia nella luce lattiginosa di un'alba irreale,
passandosi la lingua sui canini.
Anche i tuoi genitori lo
erano.
Ma sono cambiati. Sono trascesi.
E io, Eve?
Eve si volta, manca un respiro - Stuart.
Tu... tu sei diverso.
Per il tuo cuore, Eve,
ma non per la biologia. Non per il virus.
Eve scivola con le dita su sabbia bianca e fine, tace; al suo fianco
Roscoe arrotola la coda attorno al corpo e strappa l'ennesimo istante
alla solitudine.
(Maggio, 2026)
Love's so alive, but it died in its sleep
and now that it's dead,
I live in your head and I will haunt your fucking dreams.
"Lo farai davvero?"
"Ho mai tradito la mia parola?"
"Sempre."
Wesker alza un sopracciglio, Alex beve un sorso di caffè,
stringendosi nelle spalle.
"Allora preparati a una simpatica
riunione di famiglia, Albert; non
credo Chris la prenderà molto bene."
"Non mi aspetto nulla di diverso da una crisi isterica in piena regola."
"Uhm; credo che sia più l'agente Kennedy il tipo da
strapparsi i capelli dalla rabbia, sai?"
Wesker libera una risata a metà, la studia in tralice - un
profilo nudo e morbido contro le asperità di una stanza
grigia e
nera.
Alex trova i suoi occhi, lo fissa - si allunga verso di lui, schiudendo
le gambe e sedendosi sulle sue cosce.
Umida, pronta.
Il perdono è la strada più lunga che abbiano mai
intrapreso insieme.
(Giugno, 2026)
No one will love you like I did, will treat you like I did,
so go on, wear that scarlet letter.
In fondo, Chris, sono un
dio misericordioso; questo gli aveva detto
Wesker a un passo dall'apocalisse.
Sto liberando il mondo,
ciò in cui credeva.
Jake solleva lo sguardo dalla lattina di pesce sciroppate che sta
mangiando, lo fissa - il viso reso ancora più affilato dalla
fame, occhi artici, da lupo.
Lui. Sempre e soltanto lui.
"Ho trovato della passata di pomodoro." annuncia Sherry scuotendo un
barattolo nell'aria umida dello scantinato.
"Forse sarà un po' acida, ma dovrebbe andare bene con le
lenticchie."
Jake le rivolge un sorriso caldo, sincero; Leon valuta la situazione
delle strade dal piccolo vasistas che hanno oscurato con degli stracci.
"Proprio come quel Capodanno a Bucarest, uhm, Supergirl? Io, te, un
piatto di lenticchie e un ghiacciolo su per il culo. "
Sherry ride,
e quel suono infrange il silenzio di morte che li
stritolava da giorni - ricorda a tutti che sono vivi, e
combatteranno
per esserlo anche domani.
Chris sfiora la tasca anteriore del giubbotto, dove la foto
stropicciata di lui e Claire al parco riposa - attende.
Il destino aspetta sul ciglio dell'abisso tutti loro.
(Luglio, 2026)
No one will love you like I did, will touch you like I did,
so good luck finding something better.
"Non lo fa per redenzione."
"Lo so."
"Non cerca la tua assoluzione; o la
sua."
Claire colpisce il sacco da boxe, saltella sulla punta dei piedi -
ansima, tergendosi il sudore con il dorso della mano sana.
"Non mi aspettavo nulla di diverso."
Alex distende le braccia lungo i fianchi, si avvicina.
"Ogni promessa è debito, Claire."
Il sacco si sposta in avanti, viene percosso ancora e ancora - Alex lo
ferma, facendo vibrare la catena a cui è appeso.
"Persino quelle di un Wesker."
Claire riprende l'allenamento senza dire un'altra parola.
(Agosto, 2026)
Run away, boy, if you couldn't tell, baby's got a thirst for blood.
A subtle system, wicked melodies, craving bullets from her gun.
Vorrebbe poter dire che non
funziona così.
Vorrebbe potersi illudere d'essere ancora la vecchia Claire - quella
tutta di un pezzo, che sapeva dove iniziavano le scelte sbagliate e
quelle giuste.
Vorrebbe non provare quell'insopportabile
sensazione d'assenza ogni
qualvolta la sbattono
fuori come un cane molesto e fastidioso.
Vorrebbe non dipingere se stessa come un puntolino nero che si arrotola
in un angolo e aspetta -
una bambina che richiama l'attenzione dei suoi
genitori urlando e strepitando.
Ma loro non sono i tuoi
genitori e la fibra di ciò che provi
assomiglia più a un'orgia continua di sentimenti
contrastanti e
violenti.
Claire si scherma dal sole di mezzogiorno, scocca un'occhiata in
tralice ad Alex.
La osserva allungare il viso verso la luce, bearsi di quel
calore come
un serpente sulla pietra.
E lo sente,
Claire; al centro del petto, lungo le membra - sotto la
pelle.
S'irradia tra le costole, su per la gola - brucia, e stritola
ogni
solitudine, ogni abbandono.
Chiude gli occhi, si focalizza su quella sensazione - lo
vede.
Riesce a disegnarne i contorni con la mente - il naso dritto, la bocca
piegata in una smorfia.
Sta parlando con Anderson e sotto
vi è un rumore soffuso,
quasi ronfante.
"Adesso sai." la interrompe la voce di Alex, lontana - morbida.
Claire riapre gli occhi, incrocia i suoi - azzurro e blu.
Abbiamo bisogno l'uno
dell'altro.
Il virus di Wesker le raggiunge la nuca e stringe.
(Gennaio, 2027)
So entranced they, follow every word, little spirals in their eyes,
catch a lover, turn an enemy just to watch them burn alive.
"Li abbiamo trovati."
"Bene."
"3A7 e la sua squadra ci hanno inviato le coordinate del rifugio poche
ore fa."
Claire annuisce, più vicina alla bestia di quanto voglia
ammettere.
"Partirete domani."
Solleva lo sguardo, smette di tormentare l'angolo della pagina del
libro che stava leggendo - La
tirannia della farfalla, Schatzing Frank.
Alex la fissa con occhi tranquilli, quieti.
Troppo.
"Dov'è la fregatura?"
"Non c'è."
"Bugiarda."
"Così mi offendi, Claire."
Claire digrigna i denti, chiude con uno scatto secco il libro.
"Chris è l'unica cosa che conta."
"Non l'agente Kennedy?"
Claire apre la bocca, la richiude - confessa.
"No."
Non Leon, non gli altri
sopravvissuti. Non il bastardo di Wesker, non
Sherry.
Solo Chris.
Alex sorride, negli occhi una scintilla divertita - vittoriosa.
Il mostro che le dimora nel cuore
ride alla sua sciocca
convinzione
d'essere ancora
la stessa ragazzina che aveva affrontato Raccoon City e
tutti i suoi orrori.
****
Il dolore ci rende uguali.
Il dolore è l'unica dimensione nella quale non siamo
né eroi né villain.
Claire affianca Wesker, lo sguardo perso oltre l'orizzonte, che indugia
sulle pale dell'elicottero che li sta aspettando come un grosso e
pasciuto calabrone.
Alex li raggiunge, ponendosi alla sinistra di Wesker - pantaloni
bianchi e una camicia nera a stringerle la vita, il seno.
Claire può percepirne il tenue calore, l'odore - un
miscuglio d'argan (Alex)
e cuoio (Wesker).
Wesker aggancia il fucile alle spalle, un M4A1-S con silenziatore, fa
un cenno d'assenso a 3A7 e alla sua squadra.
Alex solleva il mento verso l'alto, sfiora la mano fasciata di nero di
Wesker - ed è di nuovo una donna che chiede al suo compagno
di
tornare, non più la tetra regina di un mondo morto.
Claire inspira, si prepara al grande salto - a recuperare un fratello
che significa tutto.
Che ha tradito senza indugio alcuno.
Alex abbandona la mano di Wesker, arretra impercettibilmente - gli
regala un dialogo silenzioso e privato, nel quale Claire non
è
invitata.
"Io e Anderson vi seguiremo dalla sala controllo."
Claire annuisce, si abbassa gli occhiali protettivi sul viso - il cuore
un rullio furioso, preoccupato.
Wesker la studia in tralice, aspetta che lo superi - che si consegni
completamente
al mostro della storia.
Claire Redfield si spoglia dell'ennesima pelle che non le serve
più e trascende.
****
"E se mi odiasse per sempre?"
"Non puoi fare altro che accettarlo."
"Non ci riesco: è mio fratello."
"Anche Albert lo è."
"È diverso."
"No, Claire; non lo è."
"Lui non ti odia."
"Strano tu dica una cosa del genere."
"Be', odia
il genere umano, ma non te."
"E io cosa sono, Claire, se non umana?"
"Tu sei..."
"Un mostro?"
"No."
Non più.
"Quindi sono umana."
Silenzio.
"L'odio è un sentimento potente,
Claire; più
dell'amore.
Accettalo.
Fallo tuo. Indossalo come il vestito più bello.
Sarà sempre meglio che essere dimenticati."
Davanti al disprezzo di Chris - traditrice,
traditrice, traditrice
- le
parole di Alex saranno tutto ciò a cui Claire si
aggrapperà fino alla fine.
"Man should be better than monsters.
Ah, but who are the monsters?"
- Guillermo del Toro -
|