Un
proiettile nemico mi colpisce alla spalla.
Vomito
sangue. Precipito.
Ma
non posso arrendermi.
Con
uno sforzo enorme, riesco a riprendere quota e a impedire a me e a
Kazuya una caduta rovinosa.
Stringo
i denti e cerco di ignorare il dolore. Il pilota di Daimos deve
essere salvato.
Lui,
che pure io ho odiato, desidera la pace tra terrestri e baamesi, come
me e mio fratello.
E’
disposto ad aiutarci, nonostante i nostri trascorsi non proprio
idilliaci.
Non
permetterò a quel bastardo di Guerroyer di ucciderlo.
–
Balbas,
lasciamo stare! Sei ferito! – urla lui, preoccupato.
Se
avessi la forza, riderei.
Lui,
che pure è stato mio nemico mortale, si preoccupa per le mie
condizioni fisiche?
E
non sta fingendo.
Pur
di non danneggiarmi, è disposto a prendere una strada lunga
per raggiungere la base.
No,
non posso lasciare questa impresa a metà.
Davanti
ad una tale limpidezza d’animo il mio proposito si rafforza.
Terrò
fede al mio onore di guerriero e darò il mio contributo alla
salvezza del mio popolo.
Non
renderò vano il sacrificio di mio fratello Himley.
–
No!
L’unica cosa che posso fare per il mio popolo è
riportarti a Daimovich e ci riuscirò! – urlo, deciso. So
che presto morirò, ma non mi importa.
La
mia vita, davanti ad uno scopo così elevato, nulla conta.
–
Balbas…
– sussurra Kazuya, stupefatto.
Sono
sorpreso dall’angoscia dei suoi occhi castani.
–
Amico…
Non preoccuparti. Sto solo facendo il mio dovere di guerriero
baamese. – rispondo. Cerco di rassicurarlo, ma è una
impresa pietosa.
Di
sicuro, si sarà accorto del dolore che mi dilania il corpo.
Pur
con fatica, riesco ad atterrare e a poggiare Kazuya sul terreno.
Ci
sono riuscito! Ce l’ho fatta!
La
sofferenza, però, non passa e irrigidisco il mio corpo,
cercando di dissimularla.
Lui
mi fissa e le sue labbra sono atteggiate ad un debole sorriso.
–
Grazie,
Balbas… – mormora.
A
differenza di tanti baamesi vigliacchi, lui conosce il sentimento
della gratitudine.
–
Il
destino del mio popolo è nelle tue mani… Vai, fatti
onore! – lo incoraggio.
Annuisce
e il suo sguardo risoluto si fissa nel mio.
–
Io
ti giuro che ucciderò Orban e Guerroyer con le mie mani. –
proclama, deciso.
Leva
il pugno in segno di sfida e io annuisco.
Che
situazione paradossale… Io ho trovato un valido e coraggioso
alleato in un nemico.
Ma
esiste ancora questa ridicola divisione?
Lui
si allontana e corre verso Daimovich.
Ad
un tratto, il mostro robotico lancia dell’esplosivo verso
Kazuya e lui deve buttarsi a terra per evitarlo.
L’attacco
però non cessa.
Con
un ultimo sforzo, corro verso Kazuya e mi posiziono davanti a lui.
No, non deve morire per mano di gente viscida come voi.
Lui
ha il mio stesso desiderio e, per questo, deve continuare a vivere.
Decine
di aghi piovono e si piantano nella mia carne e il sangue sgorga dal
mio petto.
Non
urlo. Non udirete nessun gemito uscire dalla mia bocca, vigliacchi!
–
La
pagherete cara… – sibilo. Se solo ne avessi la
possibilità, vi ucciderei con le mie mani!
Troppi
innocenti muoiono per colpa vostra!
Stringo
le mani attorno a questi aculei e li estraggo.
Con
più forza, il sangue zampilla.
No,
non piegherete il mio spirito.
–
Morte
ai traditori! – urlo. Morirò, ne sono cosciente, ma non
voglio sottomettermi alla loro crudeltà.
Preferisco
morire in piedi che vivere in ginocchio.*
Altri
aghi trapassano le mie carni.
Non
urlo.
Crollo,
debilitato,e il mio sguardo si posa sul volto di Kazuya.
Piange…
Per me?
Vorrei
sorridergli e dirgli che va tutto bene.
Ma
non ci riesco.
Chiudo
gli occhi e mi abbandono alla morte.
Vai
Kazuya.
E
sappi che il mio spirito ti aiuterà.
*)
Ho appena scoperto che questa frase è di Emiliano Zapata.
Sì,
in questa puntata Balbas mi ha davvero commosso. Ha mostrato un senso
dell’onore notevole e una forza di volontà da primato e,
per questo, gli ho dedicato una breve flash fic.
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