Seduzione o pazzia?

di Mary Evans
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Era un sabato sera come tanti altri.
Mi ero organizzato con degli amici per una delle nostre solite uscite, ed ero appena arrivato sotto il palazzo di Marika, quando ricevetti una decina di messaggi privatamente.
Sbiancai.
Con scuse più o meno palesi mi stavano dando tutti buca, e ai miei occhi si rese sempre più chiaro un piano che aveva un che di diabolico: farmi restare da solo con Marika.
Proprio in quel momento lei uscì dal portone del suo palazzo, vanificando i miei piani di fuga: era bella, Marika, un corpo niente male davvero che sapeva come valorizzare con abiti che non lasciavano niente all'immaginazione.
Era davvero un peccato che fosse totalmente fuori di testa.
Iniziai mentalmente a maledire i miei migliori amici, che probabilmente in quel momento se la stavano ridendo alla grossa, e mi ripromisi di fargliela pagare.
Mi stampai in volto la migliore faccia da poker del mio repertorio e sbloccai la portiera dell’auto per permetterle di salire.
Mi bastò vederla sorridere per capire che era a conoscenza del piano per farci rimanere soli: indossava una minigonna nera che più che altro era una cinta tanto era mini, e un top nero scollato semitrasparente dal quale fuoriusciva un reggiseno in pizzo dello stesso colore.
Che poi il perché lo indossasse era davvero un mistero, considerato che aveva più seno fuori dalle coppe che dentro, ma vabbè.
La salutai senza entusiasmo, eppure dovetti tenere a freno il mio amichetto quando per darmi un bacio sulla guancia mi mise le tette in faccia.
Mio dio... Poteva un essere umano cadere così in basso?
Cercando di darmi un tono avviai la macchina e partimmo verso il locale che avevamo scelto con quei decerebrati dei nostri amici. Marika era la sola a parlare, aveva la tendenza a non aspettarsi mai veramente una risposta, e io preferii concentrarmi unicamente sul navigatore, tuttavia d'improvviso incappammo in un traffico assurdo e io mi ritrovai costretto a spegnere la mia macchina in mezzo alle altre, e a rispondere ad una domanda che in verità non avevo proprio sentito.
Nemmeno il tempo di girarmi verso di lei per chiederle di ripetersi che la vidi senza top, unicamente con il reggiseno, mentre mi prendeva la mano ferma sul cambio per farsi toccare le tette.
Spalancai gli occhi e mi ritrassi contro la portiera del guidatore.
Con un sorriso che lei riteneva malizioso, ma che io giudicai da pazza, la vidi chiedermi un parere sul suo reggiseno.
Io ero senza parole e, vedendo che non reagivo, lei mi chiese impaziente se ci tenessi a vedere anche le sue mutandine coordinate.
Neanche il tempo di risponderle che si era già abbassata la gonna, mostrandomi come, a dispetto delle sue parole, le mutandine non le indossasse proprio!
Abbozzó un 'ops' intimidito prima di gattonare sensualmente verso di me, che nel frattempo ero rimasto ancora totalmente impietrito contro la portiera senza la minima idea di come comportarmi.
Ci aveva già provato spudoratamente con me altre volte, ovviamente, pur sapendo del mio totale disinteresse per lei.
Una volta ero così sbronzo che me la scopai senza nemmeno sapere chi fosse.
Mi svegliai nella sua camera da letto, circondato da foto che mi ritraevano nei momenti più disparati della giornata, con lei in mezzo la stanza che mi guardava spiritata con una revolver in mano in attesa di giocare alla roulette russa.
Appena riuscii a connettere i neuroni finsi un attacco asmatico grave e riuscii a convincerla a chiamare mio fratello per farmi venire a prendere.
I miei amici erano scoppiati a ridere quando raccontai loro l'accaduto, non credendo alle mie parole, ovviamente, e questo era il risultato: dare una seconda possibilità a Marika per loro era necessario...
Ritornando al presente, Marika mi aveva raggiunto e si era posizionata a cavalcioni su di me.
«La mia patata vibra per te.» mi sussurrò sensualmente all'orecchio, e fu allora che il mio corpo ancora in stato di shock decise di agire: aprii di scatto la porta del guidatore e mi ritrovai a cadere con la schiena sull'asfalto; lanciai Marika via da me ancora svestita, e ci volle poco prima che gli uomini presenti nelle auto intorno a noi iniziassero a bussare per lo spettacolo che era stato loro offerto.
Immaginai che Marika si fosse rifugiata al sicuro nell'auto, vista la sua mise, ma sinceramente non mi fermai a controllare.
Ero troppo impegnato a correre lontano da lei, facendo slalom tra le auto.
I miei amici ne ridono ancora.

 

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Tratto da storie vere… avere amici maschi è davvero uno spasso certe volte XD





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