Crisalide
Sei Rin, e pensi che gli occhi di Sesshomaru-sama siano bellissimi.
Lucidi e brillanti, ti ricordano dei gioielli: due pietre d'ambra
chiara spaccate a metà da una sottile pupilla animale.
Non ti piace quando li chiude. Allora il suo volto sembra appassire un
poco, perdere colore. La mezzaluna sulla fronte e i segni violacei ai
lati del viso si stagliano con violenza sulla sua pelle
lattea, e i capelli chiari sono troppo argentati e freddi. In quei
momenti il suo pallore immortale ti mette a disagio: lo fa sembrare
vecchio.
Non come gli ometti rinsecchiti e rugosi che si vedono ogni tanto nei
villaggi, no; in lui risiede l'anziana possanza della montagna. Sembra
eterno nel suo impassibile silenzio, ma viene pian piano levigato
dalle carezze della pioggia sottile. Anche se il mondo intorno a lui
non se ne accorge, il suo profilo aspro si addolcisce, lentamente,
lentamente...
Così lentamente che ne sei turbata. Allora percepisci,
indistinti, i contorni del baratro che vi separa.
Ti accorgi che il suo tempo non scorre in fretta come il tuo, e che le
sue dita bianche e affusolate terminano con degli artigli, e non con le
tue unghie tonde e sporche di terra.
Alle volte ci pensi e piangi. Ma poi lo baci comunque, allungandoti
per raggiungere la sua guancia. Lo fai perché quei
baci e i sorrisi che ogni tanto gli rivolgi senza nessun motivo sono
pioggia che lo leviga. Sono pietre gettate nel baratro. Non sembra, ma
pian piano lo riempiono, almeno un po'. Lo intuisci con la chiarezza
con cui senti il sole sulla pelle.
E lui risponde a quei semplici gesti d'affetto a modo suo, senza mai
perdere quel fondo di distacco che lo contraddistingue. Sposta appena
il suo sguardo intenso e selvatico, e regale, sul tuo volto di
ragazzina, e c'è una piega serena nel modo in cui ti guarda.
Non è il riflesso del tuo amore, ma una pacata
curiosità. Sei felice di essere ancora in grado di
stupirlo, o interessarlo.
Ha iniziato a farti delle domande, una cosa un tempo molto rara.
Parlate delle stagioni, e quelle sono chiacchiere
leggere e piacevoli. Ogni tanto però scavate più
a fondo, e allora scopri nella tua bocca cose che non avresti mai
pensato di dire a nessuno, e nelle tue orecchie parole che
stonano col tono freddo di Sesshomaru-sama. Anche quelle sono pietre, e
tu ne sei così profondamente lusingata che quando succede ti
senti sbocciare. Amica dei fiori, i vecchi compagni dei lunghi
pomeriggi passati aspettando, sei convinta di aver sentito abbastanza,
origliando ai loro cuori fragili, da conoscerne bene i sentimenti.
Ogni tanto ti chiedi se riuscirai mai a farlo anche con Sesshomaru-sama.
Da un po' di tempo fai un sogno ricorrente che lo riguarda. Nel sogno
sei ancora una bambina, e Sesshomaru-sama si sta chinando su di te per
cingerti col suo unico braccio.
Dopo la gioia iniziale per quell'inaspettata dolcezza vieni presa da un
dubbio frenetico, terribile: se abbracciarlo di rimando con una sola o
entrambe le braccia, o ancora se non rispondere affatto a quel gesto.
Non riesci a deciderti, indietreggi per non farti prendere, ma
Sesshomaru-sama si sta avvicinando in fretta e sai che sarà una scelta fondamentale, decisiva...
Non ricordi mai come finisce quel sogno, ma l'urgenza di compiere una
decisione rimane a lungo anche dopo che ti sei svegliata. Allora guardi
in alto, inquieta.
Ci sono volte in cui il sole tramonta, inumidendo l'orizzonte d'un
arancione intenso, mentre dall'altra parte del cielo una pallida luna
domina già il suo blu. In quegli istanti a metà
fra il giorno e la notte hai l'impressione di camminare sul confine di
qualcosa.
Anche adesso ti senti così.
***
Uhm. Volevo dare voce a quell'ansia sottile che mi viene pensando a questi
due, e al loro possibile futuro. I problemi son sempre gli stessi, la lontananza di fondo e la sproporzione tra gli affetti.
Tra parentesi... Wow! Erano due anni che non finivo qualcosa e lo
pubblicavo!
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