20 – Sorrow
Lo sguardo di Niklas era vuoto, Imperscrutabile. Maël si morse un labbro fremendo, non voleva ammettere che fosse colpa sua, lo aveva perso di vista pochi secondi, il tempo di un flebile battito d’ali e lo stupido ragazzo aveva toccato quel medaglione stregato.
La porta si spalancò e Mikhail entrò con irruenza nella stanza e si precipitò accanto al suo migliore amico, dopo aver constatato lo stato di salute di Niklas si voltò furente verso Maël. «Cosa diavolo è successo… Dicevi che lo avresti tenuto d’occhio… Se pensavi che fosse pericoloso non dovevi certo permettergli di seguirlo… Non…»
Maël alzò gli occhi al cielo «Sono un cacciatore, non una balia ragazzino, se voleva venire sapeva che sarebbe stato a suo rischio e pericolo… Dare la caccia alle fate non è una passeggiata, lo sapeva bene! Quelle orride creature amano incantare normali oggetti di uso comune per i mortali… Lo avevo avvertito, ma lui ha pensato bene che toccare tutto potesse essere una buona idea…»
Mikhail ringhiò fumante di rabbia, Maël gli sorrise divertito, ma quella rabbia, quello sguardo lo ferivano più di quanto volesse ammetterlo. Non lo riconosceva, lo aveva scordato eppure… anche se il loro passato era evidentemente svanito, dal loro nuovo incontro l’antipatia che era emersa in Mikhail era parecchio evidente.
Maël stava per aggiungere qualcosa ma Mikhail era tornato a dedicarsi all’amico. Stava scrivendo con una penna sui pantaloni di Niklas, lo sguardo vuoto, la mente povera di pensieri. La mano correva veloce segnando strani simboli che Maël riconobbe all’istante. Era ammirato dalle capacità di Creatore di coniare straordinarie parole di magia, la sua potenza aumentava di giorno in giorno. Se solo avesse avuto meno scrupoli sarebbe potuto diventare il più grande creatore mai esistito… o meglio, tornare ad essere il più grande creatore mai esistito.
Ma quella era un’altra vita, si disse Maël tra sé e sé, in quella in cui si ritrovava imprigionato le sue ali erano spezzate e Mikhail aveva smarrito dalla mente tutto ciò che pareva averli legati un tempo.
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