Quella
sera Sasuke aveva dovuto prepararsi da mangiare da solo, cosa al
quale era abituato. Aveva dovuto imparare presto a farlo siccome
Akiko andava spesso in missione lasciandolo a casa da solo. Veramente
all'inizio gli preparavano da mangiare, ma poi crescendo aveva
imparato a fare da solo e ad essere più indipendente. Lui e
Akiko
non erano particolarmente bravi in cucina, non avevano il talento e
nemmeno la passione di Mikoto, ma se la cavavano bene e sicuramente
non sarebbero morti di fame.
Quando
arrivò l'ora di andare a dormire, Sasuke si
cambiò e, dopo essere
uscito dal piccolo bagno che si trovava tra la sua stanza e quella di
Akiko, si soffermò a fissare la porta. Se era rientrata non
l'aveva
sentita. Le aveva lasciato qualcosa da mangiare per quando sarebbe
tornata perché non sapeva se sarebbe rientrata per cena.
«
Akiko! » provò a chiamarla. Silenzio. Nessuna
risposta. Si diresse
allora nella propria stanza pensando di essere solo. Era strano che
non fosse ancora rientrata, era tardi non era da lei stare fuori
così
tanto e, quando accadeva, solitamente lo avvertiva.
"Possibile
che sia successo qualcosa? C’è stata un'emergenza
e non ha potuto
avvertirmi?"
si chiese tra sé e sé. La sua camera era simile a
quella di Akiko:
entrambe avevano una finestra sulla parete a sinistra del letto e
c'era una porta a vetro che conduceva ad un balcone. Veramente quella
della quindicenne era un po' più grande essendo la camera
patronale.
A lui non importava se la sua fosse più piccola, non aveva
bisogno
di chissà quanto spazio e poi riteneva di non potersi
lamentare.
Si
era appena sistemato sotto le coperte quando sentì un
rumore:
qualcuno stava aprendo la porta di
ingresso.
Pensando che si trattasse di Akiko non ci fece caso, spense la luce e
poggiò la testa sul cuscino.
«
Sasuke. »
Aprì
gli occhi e si sedette voltandosi verso la soglia, dove era comparsa
Akiko. Lei gli sorrise ed entrò nella stanza senza chiudere
la
porta.
«
Spero di non averti svegliato. Non era mia intenzione. Volevo solo
ringraziarti per avermi preparato la cena. » disse
intrecciando le
dita delle mani in grembo. « Ora vado. Domani ti diplomerai e
incontrerai il tuo nuovo maestro. Hai bisogno di riposare. »
aggiunse e fece per uscire, ma si bloccò. Sasuke
fissò la soglia
confuso e una grande rabbia lo invase quando vide la persona che era
apparsa.
«
Buonasera. » disse Itachi, sembrava calmissimo, come se il
fatto di
trovarsi lì fosse stata la cosa più normale del
mondo. Accecato dal
rancore che provava per lui, il bambino saltò giù
dal letto.
«
Cosa sei venuto a fare qui? » chiese arrabbiato. Itachi
estrasse la
spada e infilò la lama nello stomaco di Akiko. Il sangue
schizzo sul
pavimento e addosso ad Itachi. La ragazza tossi, dalla sua bocca
fuoriuscì del sangue e cadde in ginocchio.
«
Akiko! » urlò Sasuke sconvolto. La stanza era
immersa nella semi
oscurità e gli occorsero alcuni
secondi
per rendersi conto che si era trattato di un sogno e che fosse da
solo. Non c'era nessuna traccia della presenza di Akiko o di Itachi.
Il suo respiro era affannoso, era in un mare di sudore e il suo cuore
batteva all'impazzata.
«
Sasuke, che succede, tutto bene? » si voltò verso
la porta e si
calmò alla vista di Akiko perfettamente illesa. Indossava
una
canottiera e dei pantaloncini corti. I suoi capelli erano un po' in
disordine e stranamente non c'era Sniky con lei.
«
Ho avuto un incubo. Mi dispiace, non volevo svegliarti. »
disse. Non
era da lui chiedere scusa. Akiko si passò una mano tra i
capelli
scuri e lisci che le arrivavano fino a metà schiena. Sapeva
che li
teneva lunghi per via di una sua particolarità: era in grado
di
allungarli ed usarli come arma, ma per poter usare
quell'abilità era
importante che non fossero troppo corti.
«
Non importa. Cerca di non pensarci più, va bene? »
il tono della
sua voce era dolce.
«
Si, notte Akiko. » augurò posando la testa sul
cuscino e dandole le
spalle.
«
Notte. » rispose l'altra per poi uscire e chiudere la porta
dietro
di sé. Il ragazzino tirò un sospiro, si
rigirò sotto le coperte e
si mise a fissare il soffitto. Aveva come l'impressione che sarebbe
stato difficile dimenticare quello che aveva sognato. Quanti incubi
aveva fatto come quello? Troppi per poterli contare.
Si
svegliò relativamente presto dopo aver dormito solo poche
ore a
causa dell'incubo. Alla fine aveva capito che doveva essere stato il
suo stesso urlo a rompergli il sonno.
Quando
entrò in cucina, Akiko era seduta a tavola a sorseggiare il
contenuto della sua tazza,
probabilmente
latte. Questa volta Sniky era sulle sue spalle. A Sasuke il serpente
non dispiaceva. La
maggior
parte delle persone avevano un cane o un gatto, loro invece avevano
un serpente come animale domestico e quel pizzico di
originalità gli
piaceva, sebbene Sniky non fosse quel genere di animale.
«
Sei riuscito a dormire dopo esserti svegliato? »
domandò non appena
si sedette. Posò la tazza sul tavolo e appoggiò i
gomiti
intrecciando le dita delle mani. Lo fissò attentamente:
conosceva
quello sguardo, era quello che faceva quando era determinata a
scoprire quello che combinava o pensava. Non si sarebbe arresa
facilmente, doveva dirle la verità o raccontarle una bugia
convincente altrimenti chissà quando lo avrebbe "mollato".
«
Ho dormito solo due o tre ore. » confessò versando
del latte nella
tazza che aveva di fronte. Akiko
aveva
preparato la tavola per entrambi.
«
Cosa hai sognato stavolta? » chiese, l'espressione
impassibile non
aveva abbandonato il suo viso e
continuava
a fissarlo con il suo sguardo penetrante decisa a carpirgli ogni
segreto.
«
Ho sognato Itachi che ti uccideva. » rispose. Non aveva
nessun
motivo per nasconderle la verità. Lo sguardo di Akiko si
addolcì e
tolse i gomiti dal tavolo.
«
È stato solo un incubo. Una cosa del genere non
accadrà mai.
L'incubo ha solo portato in superficie una tua paura che non si
concretizzerà. » disse con calma, prese la tazza e
si alzò.
«
Ha sterminato il nostro clan! Potrebbe benissimo uccidere anche noi!
» esclamò infastidito dal fatto che lei
sottovalutasse in quel modo
la questione. Akiko era in piedi davanti al lavandino e gli dava le
spalle intenta a lavare la tazza.
«
Credo che se avesse voluto ucciderci lo avrebbe già fatto.
Sarebbe
stato più facile farlo cinque anni fa, quando eravamo solo
dei
bambini. » rispose asciugando la tazza e riponendola al suo
posto.
Aveva ragione: sarebbe stato più facile, ma Itachi non
ragionava
come le altre persone.
"Mi
ha detto di diventare più forte e di affrontarlo quando
avrei avuto
il suo stesso potere." pensò
consapevole
che per ottenere lo stesso potere del fratello avrebbe dovuto
uccidere il suo migliore amico. Lanciò un'occhiata ad Akiko:
stava
rimettendo il latte nel frigorifero. "Uccidere il proprio
migliore amico" ripeté mentalmente.
«
Sasuke, a cosa stai pensando? » chiese la ragazza
distogliendolo dai
suoi pensieri. Adesso anche Sniky lo stava fissando con i suoi
piccoli occhi.
«
Penso alla mia squadra: mi chiedo chi saranno i miei compagni e il
mio maestro... » mentì alzandosi dalla sedia. I
suoi occhi caddero
sull'orologio appeso ad un muro della stanza: era quadrato e c'erano
scritti solo quattro numeri: il tre, il sei, il nove e il dodici,
mentre gli altri erano sostituiti da dei punti.
«
Potresti avere la mia stessa maestra: Ayame. Mi sono trovata molto
bene con lei, anche se
sfortunatamente
non possedeva lo Sharingan e non ha potuto aiutarmi su quel fronte
però posso aiutarti io a perfezionare la nostra
abilità innata. »
disse. Le sue labbra si curvarono in un piccolo sorriso e gli
posò
le mani sulle spalle guardandolo negli occhi.
«
Devo andare. Noi diplomati dobbiamo arrivare in anticipo. »
disse
dandole le spalle ed uscendo dalla cucina. Sarebbe stato lui a
leggere il discorso del diploma e non poteva assolutamente arrivare
in ritardo.
Durante
il tragitto verso l'Accademia, Sasuke ripensò a quanto aveva
desiderato che quel giorno arrivasse: era deciso a diventare un
grande ninja e un giorno avrebbe ucciso suo fratello per vendicare lo
sterminio del suo clan.
"Akiko
pensa solo al villaggio, alle missioni. Non condivide il mio
desiderio di vendetta."
Pensò e non riusciva a capire com'era possibile. Eppure
anche lei
odiava Itachi per quello che aveva fatto, ma evidentemente non quanto
lui perché altrimenti avrebbe solo pensato a come vendicarsi.
Arrivato
all'Accademia, si soffermò a guardare per un istante lo
striscione
che era stato appeso sulla porta d'ingresso: congratulazioni ai nuovi
diplomati. Abbassò lo sguardo e sentì delle voci
alle sue spalle.
«
Non riesco ancora a crederci che ce l'abbiamo fatta. Mi chiedo chi
sarà il nostro maestro... » disse un ragazzino
eccitato. Gli
sembrava che si chiamasse Kiba e appartenesse al clan Inuzuka. I
membri di quel clan usavano i cani in combattimento. Quello di Kiba
aveva la pelliccia bianca ed era abbastanza piccolo da poter essere
tenuto in braccio o addosso dal padrone. Il loro stretto legame gli
ricordava un po' quello che Akiko aveva maturato con il suo serpente.
«
Si, nemmeno io, hai sentito di Naruto? » chiese un altro a
Kiba. «
A quanto pare ieri sera ha rubato un rotolo proibito e invece di
punirlo lo hanno promosso. Incredibile! » esclamò
suscitando
l'interesse di Sasuke che però fece finta di nulla ed
entrò
nell'edificio.
"Se
è vero quello che ha detto, allora è possibile
che Naruto diventi
un mio compagno di squadra."
Pensò.
La cosa non gli piaceva per niente. Non gli importava quello che
aveva detto Akiko sull'aiutare i compagni affinché
migliorassero,
Naruto era un idiota e l'ultima cosa che voleva era finire in squadra
con lui.
«
Sasuke, sei pronto per il discorso di diploma? » a fargli
quella
domanda era stato il suo maestro Iruka.
Assorto
nei suoi pensieri non si era accorto di non essere più solo
nell'atrio della scuola. Iruka sorrideva, aveva una specie di
tatuaggio sotto agli occhi o forse era una cicatrice? Non era del
tutto sicuro e nemmeno gli importava.
«
Si, sono pronto. » rispose con voce fiera, era orgoglioso del
fatto
che avrebbe letto lui il discorso e del fatto che era diventato un
Genin. Adesso doveva solo diventare più forte e un giorno
avrebbe
ucciso Itachi.
«
Akiko verrà alla cerimonia? Ho sentito dire che è
diventata Jonin.
Sai, anche lei è stata una mia
allieva.
» rivelò. Si, in effetti ricordava che glielo
aveva detto. Pareva
che la sua fosse stata una delle prime classi ad averlo come maestro,
gli aveva parlato molto bene di lui dopo aver saputo che era
diventato pure il suo insegnante. All'epoca lei aveva da poco finito
l'Accademia e lui l’aveva
appena iniziata.
Le cose erano molto diverse allora.
«
Si, due mesi fa. » rispose, ricordando di essere stato un po'
invidioso. Si era ripromesso più volte che non sarebbe stato
da meno
rispetto a lei o ad Itachi, ma per quanto si impegnasse aveva
perennemente l'impressione di essere centinaia di passi dietro di
loro.
«
E tu adesso ti sei diplomato... sembra ieri che ero stato assegnato
alle vostre classi... » disse con una punta di malinconia
nella
voce. « Vai nella sala principale, è lì
che si terrà la cerimonia
e alcuni dei tuoi compagni sono già arrivati. »
continuò.
«
Maestro, è vero quello che dicono? Che Naruto ha rubato un
rotolo
proibito e hanno deciso di
promuoverlo?
» domandò subito prima che l'uomo uscisse nel
giardino.
«
Si, è vero. Naruto ha sbagliato, ma è stato in
grado di
padroneggiare la Tecnica della Moltiplicazione Suprema del Corpo.
Perciò abbiamo deciso di promuoverlo. »
spiegò e per Sasuke fu
alquanto difficile nascondere il proprio stupore. Non riusciva a
credere che il suo compagno di classe, che non era nemmeno in grado
di eseguire una tecnica basilare come quella della Trasformazione,
avesse fatto una cosa del genere.
«
Immagino che meritasse la promozione allora. » disse, anche
se poco
convinto. Continuò a camminare nel corridoio diretto alla
stanza che
gli aveva indicato il suo ormai ex-maestro.
Quattro
suoi compagni di classe erano già arrivati: due erano in
piedi a
chiacchierare felici mentre due ragazzine erano sedute. Riconobbe
immediatamente i capelli rosa di Sakura e quelli biondi di Ino,
facevano parte del suo gruppo di ammiratrici. A lui le ragazze non
interessavano: era troppo preso dal suo desiderio di diventare
più
forte e di vendicarsi per pensare a loro.
Mentre
si sedeva su una sedia in fondo alla sala, si augurò che
nessuna
delle due si sarebbe accorta di lui. Non aveva nessuna voglia di
ritrovarsele appiccicate e vederle litigare su chi dovesse sedersi
vicino a lui o anche solo per rivolgergli la parola. Sperava che la
cerimonia iniziasse presto e che la sala si riempisse prima che
avessero il tempo di accorgersi di lui.
Ben
presto incominciarono ad arrivare le persone. Nessuno, a parte le
ragazze, sembrava realmente
accorgersi
della sua presenza. La cosa non gli dava fastidio, non aveva nessuna
voglia di mettersi a
chiacchierare
con qualcuno.
«
Sasuke. » sentì la voce di Akiko. Gli aveva posato
una mano su una
spalla. « Sei emozionato? » chiese. Stranamente
indossava quella
specie di giubbotto verde che si mettevano tutti quelli che avevano
il grado di Chunin o Jonin e che, da quello che aveva potuto vedere,
era munito di tasche che permettevano di contenere rotoli o altre
cose utili a un ninja.
«
No, desidero solo prendere il copri fronte, pronunciare il discorso e
andarmene. » rispose augurandosi che i suoi ex-compagni di
classe
non l’avrebbero importunato. Prima di poter tornare a casa o
andare
da qualunque altra parte sospettava che avrebbe dovuto conoscere il
suo maestro e i suoi compagni di squadra, in verità.
“Che
poi perché ho bisogno di avere dei compagni di squadra?
Posso
benissimo farcela da solo.”
il pensiero di avere dei compagni lo infastidiva, si augurava solo
che non avrebbero avuto la brillante idea di metterlo in squadra con
Naruto, probabilmente ci sarebbe stata almeno una ragazza nel loro
gruppo. La maggior parte delle squadre sembrava averne una. “Spero
che si tratti di Hinata, è debole, ma era l’unica
a non avere una
cotta per me e non rischierò che mi stia appiccicata tutto
il
tempo.”
Sembrava che l’Erede del Clan Hyuga fosse la sola ragazzina
della
loro classe ad essere immune al fascino che invece, per sua sfortuna,
conquistava tutte le altre o forse la verità era che fosse
troppo
timida per farsi avanti? Era possibile, dal momento che arrossiva per
ogni minima cosa, però aveva il dubbio che avesse una cotta
per
Naruto e cosa mai poteva vederci in quel biondo era un vero mistero.
«
La cerimonia sta per iniziare, credo sia meglio che tu raggiunga i
tuoi compagni e che io mi sieda al mio posto. » disse
allontanandosi. La guardò dirigersi verso le file di sedie
davanti.
I parenti degli allievi avevano dei posti riservati, compresa Akiko
anche se lei non era realmente una sua parente. Era solo
un’altra
persona del loro clan che era sopravvissuta al massacro. Alzandosi,
la vide fermarsi per parlare con il maestro Iruka e anche che le sue
compagne di classe la guardavano... male. Sospettava che fossero
gelose di lei e non ne capiva bene il motivo, ma non gli importava.
Raggiunse
il resto dei diplomati e, nemmeno due secondi dopo il suo arrivo, Ino
e Sakura incominciarono a bisticciare su quale delle due dovesse
mettersi in fila vicino a lui. La discussione andò avanti
per cinque
minuti, senza che le due se ne accorgessero qualcun altro aveva preso
il loro posto e, alla fine, si ritrovarono in fondo.
Uno
alla volta vennero chiamati per ricevere un copri fronte. Quando lo
ebbero tutti, Sasuke pronunciò il discorso dicendo quanto
era fiero
di essere diventato un Genin del Villaggio della Foglia e parlando
dell’Accademia. Il discorso durò circa cinque
minuti e alla fine
tutti i presenti applaudirono mentre lui, dopo aver ringraziato per
l’attenzione, si riunì ai compagni.
«
Sei stato grandioso! » esclamò Akiko sorridendo.
Si era avvicinata
a lui subito dopo la fine della
cerimonia.
Sniky, come al solito, sembrava indifferente con la sua testa
poggiata sul petto della sua
padrona...
no, compagna quello era il termine più adatto
perché lui non era un
normale animale
domestico.
«
Akiko! » esclamò la sua ex-maestra avvicinandosi.
« Ciao, Sasuke,
mi dispiace che non sarai uno dei miei allievi. Ho sentito parlare
molto bene di te. » aggiunse sorridendo al ragazzino.
Seguì un
breve silenzio, poi continuò. « Voi due sembrate
parecchio simili:
entrambi così riservati e pensierosi. »
«
Da quello che ricordo molti membri del nostro clan erano
così...
sembra che sia una caratteristica che ci accomuna tutti, oltre allo
Sharingan. » affermò la quindicenne.
«
Scusate, ma devo raggiungere gli altri. » disse per poi
allontanarsi. Non era interessato a passare del tempo con gli altri
ragazzini che erano appena diventati Genin, voleva solo allontanarsi
da quelle due. Non gli piaceva parlare o sentire dei discorsi a
proposito del suo clan. Gli provocava una gran tristezza.
«
Quella non è Akiko Uchiha? » sentì
qualcuno chiedere, a parlare
non era stato uno dei nuovi ninja bensì uno shinobi che
doveva avere
più o meno la stessa età di Akiko insieme ad un
compagno.
«
È molto bella e ho sentito dire che è pure molto
forte. Due o tre
giorni fa è rientrata da una missione di Livello A. Una
missione in
solitaria. Gira voce che preferisce fare tutto da sola. »
disse
l'altro.
«
Bella quanto arrogante. » commentò il primo.
«
La verità è che ti secca perché tu
vorresti andare in missione con
lei solo per avere l’opportunità di dormirci
insieme e per farti
bello ai suoi occhi. » ridacchiò il secondo.
Entrambi scoppiarono a
ridere e Sasuke preferì allontanarsi perché aveva
come la
sensazione che se avesse continuato ad ascoltare i discorsi di quegli
stupidi avrebbe finito per arrabbiarsi.
Finita
la cerimonia Akiko aveva deciso di andare al cimitero del villaggio
c'erano delle persone con il quale sentiva il bisogno di "parlare".
Era perfettamente consapevole che non avrebbero potuto
risponderle,
ma le piaceva pensare che avrebbero potuto sentirla in qualche modo.
Aveva
da poco lasciato l'Accademia quando incrociò due ANBU che
parlavano
sul lato della strada. Stava per attraversare per continuare il suo
cammino e non rischiare di disturbarli, ma poi uno dei due
pronunciò
il suo nome.
«
Quella ragazza sarà anche affascinante, ma non so se
c'è da fidarsi
di lei... » commentò il secondo che aveva i
capelli biondi legati
in un codino che le ricordava quello che spesso aveva Itachi. Uno dei
motti della ragazza era: chi si fa i fatti suoi campa cent'anni,
tuttavia era difficile a volte dare retta a quel proverbio, in
particolare quando le persone parlano di te.
"Sono
l'argomento della conversazione, quindi in un certo senso sono affari
miei."
pensò e, sentendosi la coscienza pulita, si nascose dietro
ad un
muro vicino e appoggiò la schiena contro la parete mentre
con gli
occhi scuri fissava i due shinobi.
«
Akiko Uchiha è una grande kunoichi: ha già
portato al termine
diverse missioni di Livello A, due delle quali da sola e gode della
protezione dell'Hokage e di Danzo. » rispose l'altro.
«
Quella ragazza somiglia in maniera pericolosa ad Orochimaru. Va in
giro per il villaggio con quel
maledetto
serpente. Lo sai che ha un laboratorio? » chiese. Orochimaru
era un
ninja traditore della
Foglia
che aveva fondato un villaggio dopo essere andato via da Konoha. Era
stato costretto ad andarsene dopo che l'Hokage aveva scoperto che
faceva pericolosi esperimenti.
«
Non puoi paragonarla a quel serpente! » rispose il biondo e
lei gli
fu grata per averla difesa. « Akiko non è
pericolosa. Lei studia le
tecniche, ha inventato nuovi veleni e antidoti. Ha fatto solo cose
utili per il villaggio. Non pensa solo al suo tornaconto personale e
soprattutto non usa cavie umane e non tiene segrete le sue ricerche.
» continuò. Vero, lei faceva tutto alla luce del
sole. Il Terzo le
aveva consentito di accedere al laboratorio segreto di Orochimaru e
in questo modo lei aveva ampliato le sue conoscenze ed era riuscita a
sfruttare alcune delle scoperte di quel ninja per il bene del
villaggio.
«
Bisogna tenerla d'occhio e accertarsi che si comporti bene. L' ultima
cosa del quale abbiamo bisogno è una versione femminile di
Orochimaru. » affermò il primo e su questo punto
il secondo
sembrava concordare con lui.
«
Hai ragione ed è per questo che c'è sempre
qualcuno che la
controlla. Difficilmente potrebbe fare
qualcosa
senza che l'Hokage lo venga a sapere »
Sapeva
che la tenevano d'occhio e non le importava. Non faceva nulla di
male: teneva al corrente Hiruzen delle sue ricerche, delle sue
scoperte, dei suoi successi dei suoi fallimenti. Godeva di una
discreta libertà. La differenza principale tra lei e
Orochimaru era
che lui aveva fatto tutto per ambizione e potere senza farsi scrupoli
mentre lei lo aveva fatto per il bene del villaggio e per poter
aiutare gli altri ninja. La sua mente andò indietro nel
tempo a due
anni prima.
Inizio
Flashback
Quel
pomeriggio Akiko e Sasuke si stavano allenando insieme. Lo facevano
ogni volta che ne avevano occasione e di solito lo facevano nel campo
di allenamento più vicino al bosco che si trovava vicino ad
un
piccolo ruscello.
«
Para il colpo e reagisci! » esclamò la ragazzina
per poi tentare di
colpire Sasuke al petto. Lui lo parò con il braccio e
tentò di
colpirla alla pancia, ma lei schivò il suo attacco.
« La velocità
può aiutarti, ma rischi di stancarti più
velocemente e ti conviene
sconfiggere in fretta l'avversario. » lo avvertì.
Presi
com'erano dal combattimento, nessuno dei due si accorse dell'arrivo
di una persona che incominciò a guardarli in silenzio.
I
due continuarono a combattere ignari di essere osservati. Solo dopo
mezz'ora Sasuke si accorse del loro ospite.
«
Terzo Hokage. » disse sorpreso. Akiko si girò
verso l'uomo a pochi
metri di distanza.
«
Chiedo scusa se vi interrompo, però ho bisogno di parlare
con Akiko
» disse. Lei annuì e si voltò verso il
bambino.
«
Io devo andare. Tu allenati a lanciare i kunai o vai a casa.
» disse
per poi dirigersi verso l'Hokage. « C'è qualche
problema? »
domandò chiedendosi se lei Sasuke avevano combinato qualche
guaio.
Riteneva alquanto improbabile che Sasuke potesse aver fatto qualcosa
che spingesse l'uomo a venire a parlare con lei.
«
No, nessun problema. Volevo solo sapere come procedono le tue
ricerche con lo Sharingan e mostrarti una cosa. »
affermò
incamminandosi lungo il limitare del bosco.
«
A rilento. » rispose lei, pensando che quella fosse la
risposta più
giusta da dare. « Sto cercando di capire cosa può
esattamente
causare problemi alla vista, in particolare voglio evitare la
cecità
dovuta ad un uso prolungato dello Sharingan Ipnotico. »
spiegò. Il
Terzo teneva le mani dietro alla schiena mentre camminava.
«
Se Tsunade fosse qui forse potrebbe aiutarti, è un grande
ninja
Medico. » commentò. « Madara aveva perso
la vista e aveva cercato
invano qualcuno che potesse dargli una mano, ma è anche vero
che
parliamo di un centinaio
di anni fa. Nel frattempo abbiamo fatto nuove scoperte e la medicina
è migliore rispetto ad allora. » aggiunse.
« In ogni caso il posto
che desidero mostrarti è nel bosco. » disse
cambiando argomento.
Hiruzen
la condusse in mezzo agli alberi. Non stavano seguendo un sentiero e
la ragazzina si chiedeva se sarebbe stata in grado di tornare
indietro da sola. Camminarono per circa mezz'ora.
L’aveva
condotta fino ad un punto del bosco dove si trovava una buca _molto
grande, qualcuno aveva sistemato la terra per formare delle pareti e
c’era una scala ricavata nel terreno che conduceva ad una
porta
sulla quale erano disegnati due serpenti.
«
Mi scusi, ma dove siamo? » chiese confusa mentre
raggiungevano la
porta. Senza rispondere, Sarutobi la aprì ed entrarono in
una stanza
sotterranea che aveva tutta l’aria di essere un laboratorio.
C’erano dei grandi scaffali che ricoprivano interamente le
pareti a
destra e sinistra, un tavolo con tutto il necessario per fare degli
esperimenti e quelli che sembravano essere quaderni e fogli.
«
Questo era il nascondiglio di Orochimaru. Sono anni che nessuno mette
piede qua dentro dopo che lui è scappato dal villaggio.
» spiegò.
Akiko aveva sentito parlare di lui: aveva tradito Konoha e aveva
eseguito degli esperimenti orribili anche sulle persone.
«
Continuo a non capire perché mi ha portata qui. »
disse guardandosi
attorno. C’era poca roba lì dentro e per essere un
posto
abbandonato da anni sembrava stranamente ben pulito.
«
Conosco bene la tua sete di conoscenza, i tuoi studi sulle tecniche e
sulle abilità, in particolare sullo Sharingan. »
affermò. « Anche
lui aveva incominciato in questo modo: all’inizio studiava,
voleva
accrescere le sue conoscenze, ma poi la sua ambizione lo ha portato a
commettere delle orribili atrocità e quando me ne sono
accorto non
ho potuto permettergli di continuare. » raccontò
avvicinandosi al
tavolo.
«
Non ha provato prima a parlargli? » chiese avvicinandosi a
sua
volta, così facendo notò una porta in fondo alla
stanza che prima
non aveva notato e altri scaffali più piccoli con dei
cassetti.
«
Ho provato a convincerlo a fermarsi. Speravo di risolvere la cosa nel
modo più pacifico possibile... non volevo arrivare ad uno
scontro.
Uno che avrei potuto vincere, ma... » tacque e lei lo
fissò
perplessa.
«
Non ha avuto il coraggio di battersi contro di lui? » era
stupita,
non riusciva a credere che il Terzo
avesse
avuto paura di combattere con colui che, a quanto aveva sentito dire,
era stato un uomo orribile, disgustoso e che aveva fatto del male a
chissà quante persone.
«
No, Orochimaru è stato un mio allievo e io non sono riuscito
a fare
quello che era giusto. » c’era
tristezza
nella sua voce e nell’espressione del suo viso.
«
Capisco. Quello che non capisco e perché mi ha condotta qui.
»
disse confusa. Hiruzen si voltò a
guardarla
e la fissò dritta negli occhi.
«
Perché non voglio ripetere due volte lo stesso errore. Ho
deciso che
continuerai i tuoi studi e voglio anche che leggi i documenti che
Orochimaru ci ha lasciato. Alcune delle sue ricerche possono tornarci
utili. » spiegò. « Non ti
lascerò agire indisturbata, come ho già
detto non voglio ripetere due volte lo stesso errore, quindi ci
sarà
sempre qualcuno a controllarti e potrai chiedere aiuto se ne avrai
bisogno. » aggiunse e lei annuì.
«
Va bene. » rispose sforzandosi di nascondere la propria
eccitazione,
non vedeva l’ora di scoprire cosa aveva scoperto Orochimaru,
probabilmente cose che lei ignorava.
«
Voglio che mi scrivi un resoconto una volta alla settimana. »
l’avvertì con tono severo Sarutobi.
«
Sarà fatto. » promise. Avrebbe portato avanti gli
studi di
quell'uomo e avrebbe presentato regolari
resoconti.
Solo che lei lo avrebbe fatto per il bene del villaggio e non solo
per sé stessa.
Fine
Flashback
Aveva
portato avanti le ricerche di Orochimaru: era rimasta scioccata
nell’apprendere la natura di una parte di esse. Aveva potuto
anche
scoprire delle informazioni che sarebbero potute tornare utili nel
caso un giorno sarebbero stati costretti a mettersi contro il
traditore.
“Akiko,
ti sei accorta che se ne sono andati?”
chiese il suo serpente distogliendola
dai suoi pensieri. In effetti i
due ninja erano spariti e non aveva più senso rimanere
nascosta.
“Si...
ehm andiamo anche noi.”
disse sistemandosi una ciocca dietro
all’orecchio e uscendo dal suo
nascondiglio.
Più
tardi Akiko era a casa seduta sul divano intenta a leggere un libro.
Sniky era accanto a lei
raggomitolato
su sé stesso. Sentì la porta aprirsi e
richiudersi e si drizzò in
piedi per poi correre verso la soglia di casa e sorrise al ragazzino
appena rientrato.
«
Chi saranno il tuo nuovo sensei e i tuoi compagni di squadra?
»
domandò.
«
Mi hanno messo in squadra con quell'idiota di Naruto e Sakura.
»
rispose. « E il mio nuovo maestro è arrivato in
ritardo. Siamo
stati gli ultimi a conoscerlo! » continuò. Il tono
della sua voce
era calmo e l’espressione sul suo viso impassibile, ma aveva
come
l’impressione che fosse arrabbiato. Lo guardò
dirigersi verso la
scala e salire velocemente al piano superiore.
“Iniziamo
male.”
pensò. Si sedette sul
divano, riprese il libro e lo aprì. “Andrà
tutto bene. Cosa mai potrà accadere di brutto in
fondo?”
aggiunse cercando di essere positiva.
“Stai
tranquilla vedrai che con il tempo diventeranno grandi amici.”
rispose il serpente. Non era tranquilla
e non solo perché Sasuke avrebbe presto preso parte a delle
missioni
che si sarebbero fatte via vai più difficili, ma anche
perché...
beh, perché era Sasuke e lo conosceva. Temeva che non
sarebbe
riuscito a lavorare in squadra e che lui e Naruto non avrebbero fatto
altro che litigare... E Sakura? Lei doveva sentirsi fortunata ad
essere in squadra con il ragazzo che le piaceva però non
avrebbe
assolutamente voluto essere nei suoi panni e nemmeno in quelli del
nuovo maestro di Sasuke.
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