La voce della musa

di mercurioingocce
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Sottili luccichi d’inchiostro,
una piana bianca sotto il mio tocco.
La mia mano scorre, traccia, fiorisce,
è tutt’uno con la mente,
ed ella emerge.
Emerge dalla polvere, si erge dal grigio.
La sua pelle s’arrossisce, diventa concreta.
Volteggia nell’aria, porge i suoi occhi;
all’opera sono destinati, impalpabili.
Sfioro la sua gote, l’aria m’accoglie
Scompare, riappare, ride beffarda.
Ha lo sguardo di bosco, l’incendio divampa,
fiammeggiante, turbante, irreale,
Il fumo m’assale ed annega il respiro.
Scie nere colano dal mio ingegno
e si dispongono in danze ordinate.
Il fiore è sbocciato nella sua meraviglia:
la carne si è cristallizzata, gli occhi son fieri,
e la solitudine mille volte la rende più cara.
 
Il bocciolo si è svelato dal profondo dell'artista,
le muse l’hanno protetto e si sono rivelate.
Lei si è mostrata, le angosce sono impresse,
ma le masse saranno ora degne di carpire i suoi segreti?





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