L'ira della tigre

di Fiore di Giada
(/viewuser.php?uid=695733)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


La quiete scende nel palazzo e io, per alcuni secondi, cammino attraverso il salone.
Poi, mi avvicino al caminetto e prendo Nandaka.
Fisso il mio riflesso nello smeraldo centrale, incastonato nell’elsa.
Sussulto. Il mio volto è scavato dall’angoscia e dall’assenza di riposo.
Il dolore monta nel mio cuore e si mescola alla rabbia sempre crescente.
Tante, troppe domande martellano la mia mente.
Che senso ha un tale potere? Può distruggere i miei nemici e donarmi l’invincibilità, ma non può salvare la vita di una persona a me cara.
Anzi, forse è la causa del suo attuale stato.
Ma perché ho accettato? A cosa è servito tutto questo? – urlo, rabbioso. Mi sento preso in giro.
Ho sacrificato la tua vita, Yanez, per ottenere quest’arma.
Il peso di questo orribile errore mi schiaccia l’anima.
Non voglio perderti, amico mio.
Eppure, sembra che io mi debba rassegnare all’inevitabile.
Tremo di dolore e di rabbia, poi lancio Nandaka. Non mi serve a nulla un’arma così potente, se tu sei prigioniero di un sonno innaturale, così simile alla morte.
Anzi, il possesso di questa spada mi disgusta, come se essa fosse infetta.
Ti odio! Avrei preferito morire, perdere il mio onore, tutto! Ma non te amico mio… Ovunque tu sia, non dimenticarlo. – grido. Non mi serve a nulla il potere, in qualsiasi sua forma, se il prezzo del suo possesso è il tuo sangue, Yanez.
Credimi, amico mio, se avessi saputo, non avrei mai compiuto un tale, immondo scambio.
Ma il passato non si può cambiare e io, mio malgrado, devo accettare le dolorose conseguenze delle mie azioni scriteriate.
Mi giro e ti guardo.
Sei ancora disteso su questo sofà, completamente immobile. Sembri un morto privo di calore.
Solo il respiro mostra la presenza della vita nel tuo corpo.
Non riesco a trattenere un singhiozzo. Non voglio pensare ad una simile possibilità.
Al solo pensiero, il mio cuore si strappa.
Eppure, è una possibilità concreta.
Tu, amico mio, puoi morire.
E, sopraffatto da questo pensiero, crollo ed esplodo in un pianto silenzioso.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3959925