Eureka
27 gennaio 1980
Trevor giunse a casa di Mike con un enorme sorriso stampato
sul viso acerbo.
Il suo migliore amico aveva appena compiuto dodici anni e
lui aveva pensato a un regalo speciale per lui, un dono che sicuramente
l’avrebbe aiutato a fare la musica che tanto gli piaceva.
Trevor sapeva che Mike era un tipo strano – i suoi genitori
glielo dicevano sempre e in verità non erano
d’accordo che lo frequentasse, con
tutti i bravi ragazzi che ci sono a Eureka; però
lui gli voleva bene, erano
cresciuti insieme e in un certo senso era come se fossero gemelli.
A breve anche Trevor avrebbe compiuto dodici anni, mancavano
pochi giorni, ma in quel momento gli importava soltanto rendere felice
Mike.
Era la prima volta che decideva lui cosa regalargli, dato
che fino al compleanno precedente ci aveva pensato sua madre.
Continuando a sorridere con entusiasmo, batté il cinque
all’amico e lo spintonò dentro casa, dirigendosi
in salotto com’era solito
fare.
In casa Patton era sempre il benvenuto, nessuno lo
rimproverava se diceva qualche parolaccia o se camminava scalzo con i
piedi
sudici; del resto Mike poteva farlo e di conseguenza potevano farlo
anche i
suoi amici.
«Che cos’è quello?» chiese il
padrone di casa, indicando il
sacchetto che Trevor teneva in mano.
«Un regalo per te!» esclamò
l’altro impaziente, scostandosi
alcune ciocche di capelli mossi dal viso.
«Cosa mi ha comprato tua mamma?» scherzò
Mike, strappandogli
di mano la busta di carta un po’ stropicciata.
«Stavolta l’ho comprato io con la
paghetta!»
«Ah sì? Vediamo un
po’…»
Trevor osservò l’amico scartare il suo dono,
tenendo
d’occhio la sua espressione perché lo conosceva
troppo bene e si sarebbe reso
conto di ogni sua minima reazione.
Mike, lasciato cadere l’involucro, aggrottò la
fronte ed
esaminò l’oggetto che teneva in mano: era un
bellissimo quaderno pentagrammato dalla
copertina verde acceso, su cui aveva scritto il nome
dell’amico con un
pennarello indelebile nero.
«Trev, scusa… ma cosa me ne faccio?»
domandò il festeggiato
perplesso.
«Guarda che questo serve per scrivere la musica!»
Si
avvicinò all’amico e sollevò la
copertina, rivelando un sacco di fogli pieni di
pentagrammi. «Vedi queste righe? Ci scrivi le note ed
è fatta!»
«Ah. E tu ci riesci?» domandò Mike,
lanciandogli un’occhiata
in tralice.
Trevor si strinse nelle spalle. «Beh, no.»
«Nemmeno io.»
Il più piccolo si grattò la nuca con fare
pensoso. «Possiamo
sempre imparare, no?»
«Forse…»
«Ma ti piace? Quando fai quella faccia da culo non ti
sopporto» sbottò Trevor.
Mike lo afferrò per le ciocche mosse e castane e lo
strattonò appena. «Come mi hai chiamato,
ragazzino?»
Entrambi scoppiarono a ridere e presero a fare la lotta,
ruzzolando sul tappeto e rischiando di andare a sbattere contro il
tavolino di
fronte al divano.
Proprio in quel momento, la madre di Mike fece ritorno a
casa e si schiarì la gola. «Ehi, voi due!
Smettetela subito di fare casino,
altrimenti niente torta!»
Mike lasciò andare la felpa dell’amico e
scattò in piedi. «Finalmente!»
strepitò.
La donna si diresse verso il tavolo della cucina e appoggiò
il vassoio che conteneva il dolce. «Avete fame,
criminali?» domandò.
«Io ho sempre fame!»
esclamò Mike.
«Anche io!» concordò Trevor, pregustando
il momento in cui
il suo palato sarebbe stato invaso da dolci sapori.
«Ecco qua, per i tuoi dodici anni la nonna ha preparato per
te una torta al caffè!» disse entusiasta la madre
di Mike.
Trevor si rabbuiò. «Non so se posso mangiarla, i
miei
rompono quando gli chiedo di assaggiare il caffè»
spiegò, chinando un poco il
capo.
«Che rammollito, ma lasciali perdere! Mangia questa torta,
altrimenti mi offendo.» Mike lo incenerì con lo
sguardo e si sedette a tavola,
sfregandosi le mani. «Dai, mamma!»
«Datti una calmata» lo rimproverò lei,
recuperando un
coltello.
Trevor sorrise appena e annuì, decidendo che poteva ignorare
le raccomandazioni dei suoi genitori quando era a casa del suo migliore
amico;
del resto, se la madre di Mike gli permetteva di mangiare un dolce con
il
caffè, poteva farlo anche lui.
Non appena la donna tagliò alcune fette di torta, Mike ne
afferrò subito una e cominciò a mangiarla con
voracità, ignorando completamente
tutto ciò che lo circondava mentre i suoi occhi scuri si
illuminavano di gioia.
A Trevor quelle reazioni facevano un po’ paura, ma ormai
conosceva
Mike e sapeva che per lui era tutto normale.
Quando il festeggiato finì di mangiare, afferrò
una seconda
fetta; prima di portarsela alle labbra, guardò Trevor negli
occhi e sorrise.
«Tu non mangi?»
«Sì, sì che mangio.»
«Ah, Trev… grazie per il regalo.»
«Anche se non ti serve a niente?»
«Sì che mi servirà, prima o
poi…» Mike ridacchiò e prese un
altro boccone di torta. «Questa cosa è da orgasmo,
cazzo!»
Trevor aggrottò la fronte e lanciò
un’occhiata alla madre
dell’amico, sperando che non avesse sentito
l’imprecazione del figlio. «Che
stai dicendo?»
Mike gli fece l’occhiolino. «Te lo
spiegherò quando anche tu
avrai dodici anni!»
😊 😊 😊
AUGURI MIKE
*_____*
Gente,
quest’anno ho deciso di dedicare una piccola raccolta
a Mike e Trevor, alla loro amicizia e al loro legame che esiste da
sempre!
Il punto
è che mi piace troppo quello che c’è
tra loro, li
considero come anime gemelle (anche se non in senso romantico,
ovviamente XD) e
il fatto che alla fine siano sempre stati insieme anche a livello
professionale
mi fa capire che sono uniti da qualcosa di veramente speciale,
difficile da
trovare e da mandare avanti.
Ecco
perché oggi pubblico il primo capitolo di questa
raccolta – dato che il signor Patton compie la bellezza di
cinquantatré anni
(ma davvero? o.o) – e il 30 pubblicherò il secondo
in onore del compleanno di
Trevor ^^ entrambi, comunque, sono nati nel 1968!
Beh, che ne
pensate di questi due quando avevano – o quasi –
dodici anni? Mike che esulta per la torta al caffè
è un meme AHAHAHAHAH XD
E Trevor che
cerca di essere sempre un bravo ragazzo, di
obbedire, ma alla fine si sa che non è sempre facile,
specialmente se si ha un
amico come Mike… eheheheh!
Il regalo di
Trev, comunque, è stato dolcissimo *-* anche se
Mike non se ne farà mai una mazza di quel quaderno
pentagrammato, dato che – a
meno che non abbia imparato a farlo di recente – non ha mai
saputo scrivere né
leggere la musica “come tutti i musicisti
fanno”… e niente, ecco a voi il
regalo più inutile della storia! XD
Il titolo della
raccolta fa ovviamente riferimento alla
cittadina nord californiana da cui provengono i due e dove sono
cresciuti!
Per quanto
riguarda la
foto che vedete in cima al capitolo, ovviamente Mike e Trevor non
avevano dodici anni, ma mi piaceva quello scatto "tematico" per via del
foglio e del pennarello che il cantante tiene in mano :D ringrazio
Evelyn per averla trovata per me su Pinterest :3
Spero che la
storia sia risultata comprensibile e leggibile
anche se non si conoscono i personaggi ^^
Grazie a
chiunque sia giunto fin qui, sono veramente felice
di aver scritto questa bazzecola e spero che anche il prossimo capitolo
vi
piaccia!
E ancora
tantissimi auguri di buon compleanno a quel folle
genio di Mike Patton ♥
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