Leggi tra le righe

di mercurioingocce
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Tremuli bagliori tra coltri di smeraldo
filtrano impercettibili come raggi divini
illuminano e abbagliano i nostri timidi passi,
e una gradinata si rivela dall’alto dei lumi.
 
Sfiorami le dita e ti condurrò oltre le nubi
dove il sole fonde col nostro immaginario,
la luna veglia sui miei indicibili pensieri,
un’allodola cinguetta quel che non oso.
 
Ma son sola ed afferro solo l’invisibile,
lenzuola disfatte e fogli vaganti,
sperante che un giorno ti portino queste parole
al contempo vuote ed appariscenti.
 
Leggi tra le righe e comprenderai
ciò che io sono incapace d’imprimere,
ritroverai in essi il battito del cuore
ricordi e palpiti in mezzo alle virgole.
 
E tra le linee percepirai tutto quell’amore
che io mai sarò in grado di dipingere:
sono cosciente di non possedere quel dono
di nutrire l’opera con la fertilità della mente.
 
Perché questi tratti sono soltanto l’involucro
di notti insonni e schizzi ben custoditi,
pieghe alle pagine e frasi trascritte
canzoni col tuo nome e passati rivissuti.
 
Un giorno t’accompagnerò sotto le loro chiome,
ti terrò anche la mano, se tu lo vorrai,
sapendo che hai la chiave di questi segreti scomparti
allora lì sì, sarò più libera che mai
 
svuotata di un peso che mesi ha azzannato
il mio inesperto sentimento, al silenzio obbligato.
E se il mio nome un giorno non ti provocasse gaiezza
ti prego, permetti ad esso di scomparire quietamente;
 
non sopporterei se al suo suono scoppiasse una bufera,
e le nuvole venassero tristemente l’azzurro
e, anche se fosse, una nave salperebbe
e getterebbe l’ancora in tuo perenne soccorso.

 
Se l’accetterai, benché la bandiera rimarrà calata.




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