Cenere, lapilli e cuore

di Tale Vivo
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Cenere, lapilli e cuore

 

 

 

Ai piedi del vulcano la pelle tocca la roccia.
Ai piedi del vulcano la lava non scotta.
Ai piedi del vulcano l’aria è ancora buona.

 Mi manchi come al fiume manca l’acqua.

Scalo la pietra e la pelle si fa nera.
Scalo la pietra e il caldo si sente.
Scalo la pietra e la fuliggine mi attende.

 Mi manchi come all’albero manca la clorofilla.

Dalla cima saluto il mondo.
Dalla cima rido in faccia alla vita.
Dalla cima il cuore esplode nel petto.

 Mi manchi come al vulcano manca il magma.

 Un’eruzione e tu non c’eri più.

Un salto e io sono con te.








 

 


Questa storia partecipa alla “Challenge delle Parole Quasi Intraducibili” di Soly Dea con la parola araba ya’aburnee: la speranza che la persona che ami viva più a lungo di te, così da risparmiarti il dolore di vivere senza di lei.
Ho sviluppato il tema in una situazione post mortem della persona amata e l’impossibilità di andare avanti senza di lei.





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