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Prefazione:non
so come definire questa storia. Diciamo che è nata
dall'amore che provo per Shin (peccato che sia innamorato di me Nd
Julia Peccato che tu ora stia per andartene Big Bang Attack!! Nd
Sirya che polverizza Julia con il colpo di Vegeta) diciamo che non
ha assolutamente senso. Va beh, sta a voi giudicare.
CERCANDO
UN'ILLUSIONE
Si affacciò alla finestra. La
città sotto di lui si estendeva nell'Occhio del diavolo a
perdita d'occhio, avvolta dalle ultime luci del sole, che si
apprestava a compiere il giro che avrebbe portato dopo qualche
minuto all'approssimarsi della Sera e al regno della
Luna.
Sospirò. Quella città era la Croce del
Sud. Era la sua città.....
La capitale del suo
impero...
Un impero conquistato a caro prezzo...
Migliaia
di persone innocenti erano morte e migliaia erano state ridotte in
schiavitù...
Ma neanche lui era rimasto immune a quel
prezzo.
Sentiva le sue mani sporche di sangue. Il sangue di
migliaia di uomini, donne e bambini morti a causa sua......
E
nelle orecchie udiva ancora i loro gemiti. Gli sembravano tuoni...
E rimbombavano con la stessa intensità, come appunto i
tuoni durante un temporale...
E tutto questo per
lei...
Julia...
Solo per lei aveva tradito la sua
amicizia per Kenshiro, solo per lei aveva deciso di indossare una
maschera da tiranno spietato sul cuore.
Solo per
lei...
Desiderava che lei vivesse da regina...
Desiderava
avere un po' dell'amore che lei provava per Kenshiro...
Ma
non era servito a nulla.
Lei non lo amava......
E mai lo
avrebbe amato, malgrado tutte le sue attenzioni e le sue
premure...
E ogni volta che la guardava mentre suonava l'arpa
sentiva una dolorosa sofferenza trafiggergli il cuore...
Era
così bella... Eppure così lontana... E i suoi occhi
tristi gli ricordavano ancora una volta il peso delle vittime del
suo impero.....
– Julia… – mormorò
Shin rientrando nel palazzo e allontanandosi dalla sala del trono.
Voleva solo dimenticare... Dimenticare il suo dolore...
Ad un
tratto una melodia lo scosse dalle sue meditazioni. Era una
melodia triste e sembrava quasi accarezzare la sua
sofferenza.
-Proviene dall'harem. Ma chi starà
suonando?- si domandò incuriosito il giovane guerriero di
Nanto.
A passi svelti si recò nel suo harem.
Era
un'ampia, ma sobria stanza. V'erano molte donne, tutte giovani e
bellissime. Sacerdotesse dell'amore, donne con cui cercava di
dimenticare l'amore disperato che nutriva per Julia. Meretrici di
una dea letale e sensuale, Afrodite, signora dell'amore e della
bellezza.
Alcune stavano dipingendo, alcune ricamando, due
leggendo e una suonando.
Vedendo il giovane le donne si
inchinarono, pronte a trasformarsi in meretrici sensuali, in
dispensatrici di illusioni.
Un mezzo sorriso sfiorò le
labbra del giovane combattente.
– Andate. –
ordinò pacatamente Shin.
Le donna accennarono un
inchino e si allontanarono.
– Tu vieni con me. Porta
anche la tua lira.-ordinò rivolgendosi alla ragazza che
stava suonando.
Insieme i due uscirono dall'harem e si
recarono nelle stanze private del giovane re, stanze grandi, ma
sobriamente arredate.
Per un po' Shin fissò la
ragazza.
Era una giovane di ventun anni, alta, snella,
flessuosa, con lunghi capelli neri e occhi azzurri. Come lei...
Julia... La donna che tanto amava...
-Come ti chiami? –
domandò poi cercando di scacciare, almeno per qualche
istante, il pensiero di Julia dalla sua mente.
– Mirya,
mio signore… – rispose la ragazza.
–
Mirya... Suona per me. – mormorò poi il ragazzo.
–
Capisco signore. Lei è alla ricerca di un'illusione...
Vuole dimenticare l'amore che prova per Julia. – rispose la
ragazza.
Cosa? Come aveva fatto a capire cosa cercasse? Quale
dono misterioso aveva quella ragazza dagli occhi azzurri come
zaffiri?
-Signore, le meretrici dell'amore devono capire cosa
desidera un uomo. Devono capire se desidera solo divertirsi o se è
alla ricerca di un amore che non c'è.-rispose con un
semplice sorriso la ragazza e, immediatamente, iniziò a
suonare la sua lira. Una melodia dolcissima si sparse nell'aria,
simile a quella che Orfeo cantò nell'Ade per incantare gli
spietati sergenti dell'Oltretomba e convincerli a restituire la
sua amata Euridice.
– Grazie Mirya. Grazie a te per un
istante ho creduto di essere felice. Per un istante ho creduto di
aver dimenticato.Sei una persona speciale. – mormorò
Shin.
– Se vuole l'illusione continua. – sussurrò
la ragazza. Felino sguardo da pantera, seduzione allo stato puro,
venata da una innocenza limpida come l'acqua di fonte.
Shin
per un po' rimase immobile. Era la prima volta che una donna si
proponeva a lui in questo modo. Lui era sempre stato un
seduttore... Ma l'unica donna che avesse mai amato, Julia, non lo
amava... Avrebbe desiderato anche solo un po' ricevere lo stesso
amore che, seppur illusoriamente, Mirya gli stava dando... Ma non
lo avrebbe avuto...
– Fammi dimenticare Julia, almeno
per un po'. – chiese.
Un mezzo sorriso sfiorò le
labbra di Mirya che, immediatamente, prese tra le mani il viso di
Shin e posò le sue labbra sulle sue. Un lieve bacio che ben
presto divenne più impetuoso e passionale.
Dopo un po'
la ragazza si staccò da Shin e, con mani abili, gli sfilò
l'elegante casacca viola che indossava e iniziò a
carezzargli con abili movimenti l'ampio torace, godendo dei
soffocati gemiti di piacere che uscivano dalla bocca del giovane
guerriero. Certo, l'amore di Shin per Julia non sarebbe mai
mutato, ma per una notte anche lei avrebbe avuto un'illusione.
L'illusione di ricevere amore da Shin. Un amore che mai avrebbe
potuto avere...
Perchè lei era innamorata di Shin. Lo
amava davvero tanto... Si era innamorata di lui fin dal primo
momento in cui l'aveva visto... Ed il suo, lo sapeva, era un amore
impossibile... Perchè lei era una sacerdotessa di Venere,
una dispensatrice di illusioni... E le dispensatrici di illusioni
non devono mai innamorarsi! Mai! Alle dispensatrici di illusioni
non è concesso di provare amore. Loro dovevano solo usare
l'amore. Perchè l'amore è potere...
Ad un
tratto sentì la mano destra bloccata da una forte, ma
gentile presa.
Era stato Shin a bloccarla.
Aveva preso
la sua mano e aveva iniziato a baciarla. Lenti baci sulle sue dita
affusolate.
Poi l'aveva attirata a sè contro il suo
petto e le aveva dato un bacio sulle labbra, poi sul collo,
lasciando lente scie di lava infuocata che fecero inarcare il
collo di Mirya.
Poi le aveva abbassato la leggera veste di
seta che indossava, rimanendo piacevolmente impressionato dallo
splendore del corpo della giovane. Spalle splendide, curve, ma
dolcemente forti e un seno che sembrava fatto di alabastro.
–
Sei una ragazza molto attraente. – mormorò
fissandola con i suoi splendidi occhi viola.
– Una
dispensatrice di illusioni deve essere bella. – rispose
Mirya semplicemente, prendendo per mano il giovane guerriero e
costringendolo a stendersi su un gigantesco letto protetto da un
baldacchino viola.
Iniziò a baciarlo sul collo. Lenti
baci simili a carezze di fuoco che fecero fremere il combattente
di Nanto.
Poi abbandonò il viso e iniziò a
baciarlo sul petto ampio e possente, anche se snello, godendo dei
soffocati gemiti del giovane. Maliarda etera... Sacerdotessa di
amore dal profumo di lussuria...
Poi iniziò a
spogliarlo, lentamente, senza che lui facesse nulla per impedirlo.
Anzi, godeva nel sentire quel corpo sinuoso sopra il suo... Godeva
nel sentire quelle mani gentili sul corpo... Sentiva quelle mani
ovunque. Sul suo torace... Sul suo addome... Sulla sua
virilità...
Gli procuravano un piacere immenso. Un
piacere dolcissimo...
Un sorriso divertito comparve sul volto
di Shin.
Bloccò le mani di Mirya e la costrinse
dolcemente a stendersi sotto di sè.
– Perchè?
– chiese la ragazza.
-Per ringraziarti. Mi hai reso
felice, anche se solo per un istante.-rispose il guerriero.
Per
un po' la fissò.
Poi, con un gesto lento, le tolse la
veste mettendo in evidenza un ventre piatto, gambe lunghe e snelle
che sembravano di marmo.
Iniziò a baciarle i seni.
Prima uno e poi l'altro, godendo della morbida setosità
della pelle della ragazza.
Poi li succhiò..
Lentamente, dolcemente. E si inebriò dei gemiti di Mirya,
che chinò la testa, come incapace di sopportare un piacere
troppo intenso.
Immediatamente le sue labbra scesero sul suo
addome. Baci, baci e ancora baci. Poi arrivarono alla sua
femminilità. Lenti baci su quel fiore di loto che si
apriva.
Dopo un po', sempre con la stessa dolcezza, le
allargò le lunghe gambe ed entrò in lei. Prima
lentamente, poi con più forza. Insieme raggiunsero
l'estasi. E insieme raggiunsero l'illusione, illusione di un amore
che sarebbe durato una notte soltanto.
FINE
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