A Feminine Affair: The maid's bet

di Donatozilla
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“Chi me lo ha fatto fare?”.
 
Questa era la domanda che si stava facendo James. Chi gli aveva fatto indossare un vestito da maid nero in modo da umiliarlo? Oh già… Ora ricordava.
 
Tutto per una stupida scommessa…
 
Il giorno prima…
 
Era una giornata come tutte le altre. Era iniziata in maniera normalissima, con lui e il suo migliore amico Mike che si stavano dirigendo verso scuola. Poi tutto è andato a rotoli quando hanno iniziato a parlare della partita di quella sera.
 
“Dimmi James, guarderai la partita di stasera?” chiese Mike all’amico. “Oh, intendi la partita tra il Nalim e l’ Ilopan? Ovvio che sì! Non me la perderei per nulla al mondo!” “Grande. Sono sicuro che il Nalim vincerà la partita” disse Mike sorridendo. “Il Nalim? Senza offesa, ma parliamo dello stesso Nalim? Che non vince alcuna partita da tempo immemore?” “H-hey! Ho sentito dire che si sono allenati duramente per questa partita! Sono sicuro che vinceranno”.
 
“Pfff. Sì, certo. È più probabile che a vincere sia l’Ilopan. Il Nalim non ha nessuna possibilità di vittoria” “Tu dici?” continuò Mike inarcando un sopracciglio “Se per questo neanche l’Ilopan è tanto meglio. Come il Nalim è da tempo che non vince una partita” “Beh, non è che contro il Nalim ci voglia una squadra esperta per vincere. Anche una alle prime armi basterebbe. Quindi sì, sono sicuro che il Nalim ha la vittoria in pugno”.
 
Mike sussultò quasi come se quella frase lo avesse offeso. Il suo sguardo si fece determinato e disse “Io invece dico che il Nalim vincerà questa partita e che l’Ilopan verrà sconfitto totalmente” “Oh? Vuoi scommettere?” disse James con aria di sfida. “Sì, è una scommessa! Se la squadra che noi tifiamo perderà… allora uno di noi dovrà vestirsi da maid”.
 
Come in quei cartoni comici, per un attimo parve che il rumore di un disco si fermasse in maniera brusca. “Come scusa?” ripeté James dopo aver processato ciò che aveva detto Mike. “Hai sentito bene. Se una delle squadre che noi tifiamo perderà nella partita di stasera allora uno di noi dovrà vestirsi da maid per tutta la giornata di domani. Che dici ci stai? O forse… hai paura di perdere?” continuò lui porgendo la sua mano a James.
 
Quest’ultimo osservò la mano dell’amico per qualche secondo, ponderando sul da farsi. Gli strinse poi la mano dicendo con un sorriso “E va bene, accetto la scommessa! Preparati a vestirti da maid amico mio!”.
 
Ora…
 
“Quella frase è proprio invecchiata male…” pensò James. Era così sicuro della sua vittoria. Era così sicuro che l’Ilopan avrebbe vinto quella dannata partita e che si sarebbe gustato Mike in abiti da maid. Eppure, per qualche crudele scherzo del destino, fu il Nalim a vincere la partita. Si ricordava ancora chiaramente lo shock nel vedere l’Ilopan perdere. Si ricordava chiaramente la chiamata di Mike dopo la fine della partita, con Mike che rideva a crepapelle e vantandosi di come il Nalim fosse stato capace di vincere la partita e che lo scherniva di come il giorno dopo si sarebbe dovuto vestire da maid.
 
James non aveva neanche la forza di rispondergli o di mandarlo a quel paese a causa dello shock.
 
James quella stessa mattina andò a casa di Mike, il quale gli aveva detto che gli avrebbe dato il costume da maid. Quando chiese come mai ne avesse uno, Mike si rifiutò di rispondere. James si ripromise che non avrebbe mai cercato di investigare sulla vicenda, onde evitare situazione imbarazzati.
 
Ma alla fine… non poteva essere più imbarazzante della situazione in cui si trovava ora. Vestito da maid. In messo alla strada. Con la gente che lo guardava tra lo stranito, arrossato e imbarazzato. “Mike giuro su dio che una volta che giornata finisce ti ammazzo!” pensò fra sé e sé James.
 
“Ma cosa abbiamo qui?” chiese una voce alle spalle di James che si voltò e vide dinnanzi a sé un ragazzo della sua stessa età (tra i 17 e i 18 anni) ma che era decisamente più alto del normale, con capelli castani, con addosso una giacca di pelle nera e dei jeans grigi. “Uh… salve?” disse James un po’ intimidito dall’aspetto del ragazzo. “Salve a lei. Cosa ci fa una dolce ragazza come te qua in giro?”.
 

 
Eh?
 
Aveva sentito bene?
 
Lo aveva appena chiamato… ragazza?
 
Oh. Già. Il vestito da maid.
 
“Uh… mi spiace deluderti signor…” tentò di dire James ma fu interrotto dall’individuo. “Per favore” disse  “Chiamami Leonard” “Oooookay Leonard….” Continuò nervoso James “Ma vedi… credo ci sia stato un grosso malinteso…” “Oh ti assicurò baby, che non c’è assolutamente nessun malinteso”
 

 
BABY?!
 
“C-come mi hai chiama…” “Per favore, non parlare dolce fanciulla. È forse il destino che ha voluto che ci incontrassimo” interruppe nuovamente Leonard. “Ci… ci siamo letteralmente incontrati per caso” disse James con occhi sbarrati.
 
Leonard mise un dito sotto il mento di James in modo da fargli alzare il volto. “Ti sbagli mia cara, è stato il destino. Solo esso sarebbe capace di far incontrare un ragazzo affascinante come me e una ragazza così bella come te” “Per quanto gradisca che tu adori la mia bellezza, vorrei soltanto dire che…”. Fu interrotto da Leonard che gli mise una mano sulla bocca. “Basta parlare. Lasciamo che siano le nostre azioni a parlare”. Tolse la mano dalla bocca di James e avvicinò il volto al solo per poterlo…
 
BACIARE?!
 
“Oh te lo puoi scordare!” disse James iniziando a correre via lasciando Leonard con un pugno di mosche. Il ragazzo si guardò intorno spaesato per poi vedere James correre via. “NON FUGGIRE MIA AMTA!” urlò Leonard lanciandosi all’inseguimento di James.
 
“NON SCAPPARE MIA AMATA! Perché FUGGI DAL TUO VERO AMORE?” “AMATA?! AMICO, TU SEI FUORI DI TESTA!” urlò James  spintonando i passanti in modo da poter fuggire da quell’energumeno che, senza neanche accorgersi dei poveri passanti a terra spintonati da James, li schiacciava durante la sua corsa.
 
“ZIO, SEI PAZZO O COSA?!” “Sì AMORE MIO! PAZZO D’AMORE PER TE!” “DIO MIO CHE HAI CHE NON VA IN QUELLA TESTA?! Urlò James prendendo di forza altri passanti e lanciandoli contro Leonard il quale, come se fosse un muro di mattoni, veniva colpito dalle persone lanciatogli contro ma invece di farsi male faceva male a loro.
 
L’inseguimento si prolungò per tutta la città, con James e Leonard che causavano vari incidenti in cui andava a finirci di mezzo ei poveri passanti indifesi. Un vero e proprio massacro. James entrò in un vicolo e si fermò subito quando vide di trovarsi dinnanzi un vicolo cieco. Era in trappola.
 
“Uff… ufff… eccoti… amor mio”. La voce di Leonard fece voltare di scatto James, che si ritrovò l’inseguitore che entrava nel vicolo respirando affannosamente a causa della corsa. “Mi hai fatto… anf… faticare parecchio… uff… ma ora… posso finalmente mostrarti tutto il mio amore” disse Leonard avvicinandosi a James che si guardava intorno terrorizzato. Era in trappola. Non poteva fare più nulla per difendersi.
 
A meno che…
 
James si colpì in testa con schiaffo, scioccato dalla sua steesa stupidità. Perché non ci aveva pensato prima?
 
“SONO UN MASCHIO DANNATO IMBECILLE!” urlò James. Glielo avrebbe potuto dire sin dall’inizio, evitando tutto quel casino dell’inseguimento… diavolo si sentiva proprio stupido.
 
“…prego?” chiese Leonard. “Ho detto che sono un maschio razza di testa vuota! Non sono una femmina! Ho semplicemente perso una scommessa e ho dovuto indossare questo stupido vestito da maid per tutta la giornata!”.
 
Passò qualche secondo di silenzio, nel quale James e Leonard si limitarono a guardarsi in volto. “Meh” rispose semplicemente Leonard “Un buco rimane pur sempre un buco” “EHHHHHHHHH?!”.
 
Mike, nel mentre, osservava il tutto da fuori il vicolo. Aveva seguito James per tutto il tempo e aveva visto il suo incontro con Leonard, quest’ultimo che ci aveva provato con l’amico e il seguente inseguimento. E doveva ammetterlo… il tutto era stato esilarante.
 
“Questa cosa è decisamente migliore di qualsiasi serie TV. Ohhhh come sono felice di aver fatto questa scommessa” rise Mike mentre osservava James che, dopo aver preso un bidone della spazzatura, aveva iniziato a pestare Leonard.




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