Burning Desire

di Aliseia
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Fandom: Da Vinci’s Demons
Genere: Romantico - erotico
Rating: Mature audience
Personaggi: Leonardo Da Vinci, Girolamo Riario

Note alla serie: questi sono semi fictional characters, i protagonisti di una serie TV. Solo a quella e alla sua trama fantasy si fa riferimento per queste vicende, che non hanno alcuna pretesa di verità storica.
Note alla storia: Slice of life. Un risveglio.
Dediche: A Miky: è bello risvegliarsi in G’s Arms. È per te, con qualche giorno di ritardo.
A Abby, che segue le mie storie con una premura di cui le sono grata.
Disclaimer: I personaggi e i luoghi presenti in questa storia in gran parte non appartengono a me ma a David S. Goyer, agli altri autori della serie e a chi ne detiene i diritti.
 
 
Burning Desire
 
You ask me where I've been?
I been everywhere
I don't wanna be no where but here (Come on tell me boy)

I've got a burning desire for you, baby
(I've got a burning desire, come on tell me boy)
I've got a burning desire for you, baby
(I've got a burning desire, come on tell me boy)

Burning Desire – Lana Del Rey
 
Lo guardò, le spalle al fuoco che incendiava una ciocca di capelli traendone riflessi vermigli. Gli aveva raccontato nel dormiveglia di quel mattino di tanti anni prima, nel Nuovo Mondo… la prima immagine a rapirlo era stata un fiore. Un fiore di un rosso così intenso, così sensuale, quale non aveva mai visto nemmeno nelle campagne toscane.
Girolamo sollevò un braccio, alzando un’ombra su quelle spalle morbide e invitanti. Da mordere. Ma superando la tentazione afferrò soltanto quella ciocca in fiamme, stringendola tra le dita per non lasciarla andare. Il gesto provocò un piccolo, risentito lamento. Leonardo si voltò e ricadde pesantemente sul letto, tra le braccia dell’altro. «Mi vuoi?» chiese.
«Sempre.» mormorò Girolamo già senza fiato.
«E cosa vuoi di me, anima o corpo?» scherzò Leonardo.
«Voglio tutto.» sussurrò Girolamo già ansimando.
«E come mi vuoi, angelo o diavolo? Crudele o sottomesso? Uomo o donna…»
«Ti voglio su di me, intorno, come se fossi l’aria.»
Leonardo capì e sorrise. Facendo leva sulle ginocchia scese lentamente sul suo amante che, già pronto, gemette piano nel penetrarlo. Poi l’Artista, che avevo il capo riverso e gli occhi chiusi, prese a muoversi, le labbra tenere che s’increspavano in smorfie tra dolore e piacere, i muscoli incredibilmente disegnati sul ventre: mobili, frementi, a immolarsi in quell’offerta d’amore che rendeva più sonori i suoi lamenti. Fu Girolamo però a lanciare il primo grido e a quel primo segnale di resa, senza darsi vinto, artigliò le natiche di Leonardo per sentirlo meglio su di sé. Completamente suo eppure vincitore, come una prostituta che molto meglio del suo amante conosca l’amore, come una vittima che divenga carnefice proprio mentre si offre. I movimenti dell’Artista si fecero più veloci e spietati, gli occhi di Girolamo sempre più enormi e liquidi, le labbra inquiete erano sul punto di mormorare le parole… Ma Leonardo gli chiuse la bocca con un bacio. «Te lo devo da tanto tempo. Sono stato l’ultimo a capirlo ma a dirlo sarò il primo. Io…»
Gli occhi d’ambra si riempirono di lacrime. «Non vale, Artista. Io solo potrei, perché lo so da tanto… ma non ne sono degno. Perciò io non parlerò perché non oso. Tu non parlerei, perché non devi.»
Vennero insieme con grande passione, ma prima che Leonardo potesse stringere il suo Conte tra le braccia, questi era già fuori della stanza. Fantasma dell’alba livida, coi pantaloni indossati in fretta e il torace ancora nudo dell’angelo caduto.
 




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