Il corpo perso

di Jean Valjean
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Quanto mi piaceva quella linea

che dalla vita arrivava al fianco

e i due solchi scolpiti sulla pancia

poco sopra l'ombelico piatto.

Le mie gambe lunghe e affusolate

attiravano gli occhi in estate,

lo sapevo, su loro si posava

lo sguardo degli uomini per strada

ed anche sulla curva della schiena

che da sempre ha forma di clessidra.

Ed ora che tutto sta cambiando

mi manca rivedere il mio riflesso

e temo che non sarà più lo stesso

nemmeno dopo nato il bambino.

Tal pensar mi pesa come colpa,

mi rendo conto d'essere egoista,

“Sei sempre bella” dice il moralista,

ma ho paura d'aver il corpo perso.





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