L'insano affascinante

di Kyaelys
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Penso che brucerò,

 [con la prossima sigaretta],

anch’io mi spegnerò

[schiacciata addosso ad un muro],

con un’ ultimo respiro di fumo.

 

 

 

L’insano affascinante non mi vide,

[nemmeno un anno dopo],

 

restavo incerta ai lati della sua percezione,

veleggiavo come un’ombra;

[incorporea].

 

 

 

 

L’insano affascinante aveva multipli aspetti;

[simili ma differenti].

 

A volte m’appariva come un bambino,

un’amico,

un fratello.

Talvolta era invece inavvicinabile,

e inavvertitamente mi attraeva,

e diveniva simile ad una droga

 [per il mio subconscio].

 

 

C’erano giorni in cui la sua memoria veniva messa da parte,

[lasciavo cadere la sua lapide con noncuranza

ai margini del campo visivo],

 e mi alzavo al tramonto ridendo di qualche povero passante

che mai avrebbe compreso ciò che mi legava all’insano affascinante.

 

 

Ogni due mesi,

poi,

ne dipingevo lo sguardo [sempre differente]

sul soffitto della camera d’una casa sconosciuta,

 

[e qualcuno,

il giorno successivo,

 lo copriva di bianco,

quale ignoranza!]

 

L’insano affascinante, avrebbe detestato quel colore!

 

E allora,

come avessi un demone alle spalle,

[ma c’era un demone nel cuore!]

 correvo a ricoprire quell’orrido candore!

Ed era tutto rosso, come il mio sangue.

 

E grigio, di fumo, della mia anima.





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