Pokémon Ranger: Tracce di Luce

di Khailea
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Decine di giovani Ranger sono oggi radunati per l’ambita cerimonia di premiazione che conferirà a due fra i più capaci il ruolo di Ranger dei Cieli, un grado ottenibile solo da coloro che l’hanno realmente meritato scalando la classifica di Pokémon Ranger e che assegnerà loro il compito di salvaguardare la convivenza pacifica tra Pokémon ed esseri umani non solo in terra, ma anche in cielo tramite Pokémon in grado di volare.
Come ormai da tradizione la cerimonia si sarebbe tenuta alla Federazione Ranger, un luogo di grande importanza che vide la nascita di questa importante professione e che ha visto al suo interno il plasmarsi di alcune delle figure più importanti dei Pokémon Ranger. Le promesse ed i loro familiari erano tutti radunati sul tetto del palazzo, in un giardino interno nascosto sotto la folta chioma di un grande albero, mentre la presidentessa Edvige ed il professor Frenesio tenevano il discorso di premiazione.
-Oggi non siamo qui solo per assegnare un nuovo rango a due giovani promesse, ma per celebrare l’impegno di tutti voi, che proteggete il legame tra persone e Pokémon.-
La presidentessa, un’anziana signora dai capelli grigi ed i vispi occhi azzurri, ma ancora pieni di energia, si trovava sopra un piccolo palcoscenico assieme al professore, dallo sguardo severo e dai capelli ed i baffi bianchi, vestito perennemente con un camice.
-Il ruolo che vi verrà assegnato non ridurrà le vostre responsabilità, e nemmeno renderà le cose più semplici, ma se siete arrivati fino a qui è perché siete individui coscienziosi il cui rispetto nei confronti del bene comune è tale da far sì vi prodighiate al massimo delle vostre forze.-
Il discorso del professore come al solito fu particolarmente lungo. L’uomo aveva sempre avuto una tendenza a lasciarsi andare nel parlare, e vista l’occasione la presidentessa per una volta sembrava intenzionata a lasciarglielo fare.
Gli ospiti lo ascoltavano con ammirazione, pendendo dalle sue labbra, ma solo perché non erano già abituati a sentirlo, coloro infatti che ci lavoravano da tempo avevano imparato a distinguere nei suoi discorsi i concetti più importanti, e potevano così rilassarsi e distrarsi. Questo valeva in particolare per gli Assistenti, figure di supporto dei Pokémon Ranger che tramite dei grandi computer posti in ciascuna base potevano dare informazioni ai Ranger ed aiuti di ogni tipo.
Tra i presenti c’era perfino il Top Ranger Viola, una donna bellissima dai capelli e gli occhi verdi, conosciuta per la sua impareggiabile abilità nel volo; proprio da lei è nata la squadra dei cieli, in quanto grazie al suo contributo è stato possibile svolgere più facilmente numerose missioni.
Invece i ragazzi alle spalle dell’uomo per una volta ascoltarono ogni singola parola. Non importava se non sarebbero stati accettati, il fatto fossero lì significava un giorno avrebbero ottenuto la promozione, ma l’onore rimaneva alto.
Finalmente, dopo almeno mezz’ora di discorso, il professore si voltò verso di loro.
-Ed ora, è il momento di svelare chi è stato scelto per il ruolo di Pokémon Ranger dei Cieli. Voi due, fatevi avanti.- disse infine indicando un ragazzo ed una ragazza dalla fila. Un corso di applausi si levò dalla platea e dai loro compagni, felici per i due giovani che quasi non poterono credere alle loro orecchie. La ragazza sobbalzò dalla gioia, mentre trovò con lo sguardo i volti fieri dei suoi familiari.
Assieme all’altra persona nominata si spostò verso il centro del palco, vicino alla presidentessa ed al professor Frenesio, che come fu vicina però le sussurrò imbarazzato.
-Ehm, chiedo scusa per la domanda…ho gli occhiali un po’ appannati, sa fuori fa molto freddo mentre qui tendono sempre ad alzare troppo la temperatura…sei un ragazzo o una ragazza?-
La ragazza lo guardò sorpresa, ma non si offese per la domanda; effettivamente i suoi occhiali erano terribilmente opachi.
-Sono una ragazza.- sussurrò lei cercando di non farsi sentire, anche se forse parlò fin troppo piano.
-Dunque sei una ragazza?-
-Sì.-
-Bene, bene, chiedo ancora scusa per l’equivoco…- rispose lui annuendo, alzando poi la voce. -Che il vostro coraggio possa condurvi verso le vette più alte, e che il vostro amore per la pace guidi sempre i vostri cuori. Da oggi, siete Pokémon Ranger dei Cieli.-
 
 
 
 
 
 
Due anni dopo, Regione di Oblivia.
-IN CIELO-
 
 
 
 
Il cielo quel giorno era splendido.
Chiaro e limpido, sembrava un luogo di assoluta pace, dove niente poteva arrivare a disturbare la serenità che si era creata. Una soffice coltre di nuvole faceva da prato sotto i Pokémon che vi volavano pochi metri più in su. Un piccolo stormo composto da tre Pidgey stava volando liberamente in questo paesaggio, muovendo con pacatezza le piccole ali, fino a quando qualcosa non li spaventò, costringendoli a disperdersi.
Una figura ben più grande di loro fece capolino, rossa e bianca dalle grandi e ali, che si muoveva a zig-zag nel cielo mentre schivava delle grandi sfere verdi. Sembrava spaventata, e volava quanto più velocemente poteva, ma i suoi inseguitori erano molto più vicini di quanto potesse immaginare.
Si trattava di due figure, un uomo ed una donna, vestiti entrambi con un giubbotto ed un cappello verde mela e dei pantaloni marroni, con pesanti stivali neri. Non stavano volando grazie a dei Pokémon, ma utilizzavano due strani macchinari metallici, composti da un disco rotondo alla base con due aste ai lati, che usavano per gestire la direzione e la velocità.
Sulla punta del muso avevano anche dei piccoli cannoni, con cui stavano sparando al Pokémon rosso.
-Iuuuh!- urlò l’uomo esagitato, come se fosse stata la cosa più divertente avesse mai fatto.
-Basta adesso, fatti catturare!- urlò l’altra, più furiosa ed impaziente rispetto a lui. -Non serve a nulla scappare, riusciremo comunque a prenderti!-
-Che pellaccia dura!- commentò il collega, mentre accelerarono ancor di più per raggiungerlo, ma il grido di uno Staraptor li fece voltare.
-E…e tu chi saresti?!-
Davanti ai due, in sella al Pokémon, c’era la figura di una giovane ragazza dalla carnagione nivea di appena ventitre anni, dai capelli castano chiaro tagliati a caschetto, anche se alcune ciocche erano più lunghe di altre, tenuti fermi grazie a degli occhialini rossi da aviatore, che in quel momento le nascondevano sotto le lenti i vispi occhi marroni. Indossava una divisa composta da una cortissima giacchettina rossa ed un top con pantaloncini azzurri, mentre il collo era coperto da una sciarpa gialla che svolazzava per via della velocità a cui si muoveva. Alle mani portava infine dei guanti azzurri ed al polso destro un apparecchio utilizzato dai Ranger per comunicare tra loro e catturare i Pokémon.
-Occhialetti rossi e sciarpa gialla…- borbottò l’uomo guardandola perplesso.
-E lo Styler di cattura al braccio!-
Il dettaglio notato dalla collega fu essenziale per far capire anche all’uomo chi avevano davanti, ed entrambi serrarono i denti, tesi per la piega la situazione aveva preso.
-Non c’è dubbio…un Pokémon Ranger!-
-“Il nemico si prepara a lanciare un Pokémon all’attacco. Cattura il Pokémon per calmarlo.”- la voce robotica dello Styler comunicò alla ragazza la prossima mossa del nemico. In realtà erano già due anni che svolgeva quel lavoro, quindi sapeva bene come comportarsi, ma visto un recente aggiornamento degli Styler questi avevano ripreso a dare delle istruzioni come se fosse stata la prima cattura del Ranger.
Nel momento in cui il Pokémon si avvicinò alla Ranger si creò attorno a loro una grande sfera rosa che delimitò il campo della cattura, una linea di margine dalla quale non si poteva uscire a meno che il Ranger non fosse stato sconfitto, o se avesse catturato il Pokémon.
-“Disegna degli anelli attorno al Pidgey con la punta dello Styler.”-
Grazie all’avanzamento della tecnologia degli Styler era diventato molto semplice catturare i Pokémon perfino da quell’altezza. La Ranger doveva controllare costantemente il volo dello Staraptor per evitare venisse ferito, e questo aggiungeva una certa difficoltà rispetto alle catture sulla terra, ma per quanto riguardava i movimenti della cattura era piuttosto semplice. Lo Styler era piccolo quanto un orologio, ma aveva al suo interno un computer che teneva traccia di tutte le catture e aveva varie incredibili funzionalità, e tramite una punta retraibile era capace di estendere i sentimenti di amicizia della persona al Pokémon, in modo potessero legare.
Catturare il Pidgey fu molto semplice, bastarono quattro anelli. Per ogni cattura lo Styler otteneva un po’ di energia che gli permetteva di aumentare le proprie capacità se venivano raggiunti determinati livelli. A causa dell’aggiornamento lei era nuovamente al primo, ed aveva solo 10/10 tacche di energia.
Lo Styler era direttamente collegato alla persona che lo utilizzava, se lo Styler o la Linea di cattura, ovvero la traccia di energia azzurra che fuoriusciva dalla punta e che trasmetteva i sentimenti di amicizia, subiva un urto allora anche la persona veniva ferita, e viceversa se questa subiva un danno lo aveva anche lo Styler.
Se la tacca raggiungeva lo zero l’apparecchio si rompeva, ma le condizioni della persona variavano da lotta a lotta, anche se poteva subire danni piuttosto gravi.
Quello però era il rischio del mestiere, e ciascun Ranger era pronto a correrlo.
Per ogni cattura effettuata se era la prima volta quel Pokémon veniva preso lo Styler lo segnava all’interno del Navigatore, un sistema di catalogazione dei Pokémon che aiutava a conoscerli; sempre a causa dell’aggiornamento il suo era resettato.
Comparve sullo schermo dello Styler l’immagine del Pidgey, con alla sua sinistra i seguenti dati; Gruppo: Volante – Poké Tattica: Volante – Mossa: Taglio 1.
Sotto questo c’era poi una breve descrizione che diceva “Lancia delle potenti trombe d’aria contro l’avversario.”





Visto il Pokémon non era selvatico ma apparteneva a qualcun altro i sentimenti di amicizia furono sufficienti solo a permettergli di andarsene, ma a quanto pare non fu l’unico a riuscire a fuggire. Il Pokémon rosso infatti poté approfittare della situazione per dileguarsi tra le nuvole, sotto al frustrazione dei due tizi.
-Accidenti! Non solo ha catturato Pidgey, ma ci ha fatto anche sfuggire la preda!- sbraitò l’uomo furioso. -Tanta maestria nella cattura pur se in mezzo alle nuvole…un grattacapo mica da ridere!-
-Peccato che qui nella regione di Oblivia non ci sia affatto bisogno di Ranger come te!-
-Per cui, prendi questo! Cannone al plasma!-
Disse l’uomo premendo un pulsante dall’asta del macchinario, e subito dopo una serie di sfere verdi furono lanciate contro la Ranger, che seppur sorpresa riuscì ad evitare quel primo attacco.
Aveva sentito parlare di quelle macchine, ma non credeva fossero capaci di tanto. Era stata mandata lì perché la Federazione aveva captato tramite i radar degli strani movimenti in cielo, non appartenenti a dei Pokémon, e sospettavano potesse trattarsi di una nuova organizzazione criminale. Lei era stata mandata a controllare la situazione, ma non si sarebbe mai aspettata di trovare una cosa simile davanti a sé.
Chi erano quei tizi, e perché stavano inseguendo quel Pokémon?
Purtroppo, non era il momento migliore per pensarci.
-Arrendetevi e consegnatevi volontariamente!- urlò la ragazza cercando di farli desistere, anche se sapeva sarebbe stato inutile.
-Non ci credo! Hai schivato i miei attacchi!- disse l’uomo sbigottito, guardandola.
-Questo Ranger è un osso duro! Non abbiamo altra scelta! Attacco doppio!-
-“Rilevo una forte emissione d’energia. Manovra Staraptor per schivare gli attacchi nemici.”-
La faceva sentire una recluta ogni volta le dava consigli simili, ma non poteva fare altrimenti.
-Forza Staraptor, vedrai che ce la faremo.- disse la ragazza preparandosi, ma tenere d’occhio due nemici in quel modo non era certo semplice.
Riuscì a schivare il primo colpo al plasma della donna, ma quello dell’uomo le colpì di striscio il braccio, causandole una bruciatura e la perdita di un punto nell’energia dello Styler.
-Ghk!-
Faceva male, ma non troppo, ed almeno stava capendo come evitarli al meglio. Non riuscivano a seguire direttamente tutti i suoi spostamenti, e come dei pivellini non provavano nemmeno a colpire il punto che pensavano avrebbe raggiunto, ma quello in cui si trovava.
Approfittando di questo riuscì ad evitare anche quella schiera di colpi successivi.
-Accipicchia! La batteria del cannone al plasma è scarica!- guaì l’uomo guardando la collega, premendo ripetutamente il pulsante, ma lei non si trovava certo in una posizione migliore.
-Anche il mio non va più! L’abbiamo usato troppo per spaventare la nostra preda…-
-Non ci rimane che lo scontro corpo a corpo!-
-Fermi lì!-
Una voce familiare alla Ranger, ed il grido di un altro Staraptor, interruppe la donna.
-Pensavate fosse da sola? Dovrete vedervela anche con me!-
Un ragazzo all’incirca dell’età dell’altra Ranger le si affiancò, avevano la stessa identica divisa ed anche il colore degli occhi e dei capelli era molto simile, anche se questi li aveva a spazzola per tutti i voli che conduceva.
Era vero, non era sola, con lei c’era Martino, il ragazzo assieme al quale aveva ottenuto la nomina due anni prima. Da allora erano stati assegnati allo stesso reparto ed avevano coltivato una buona amicizia ed una reciproca collaborazione, anche se il ragazzo tendeva un po’ a lanciarsi troppo nella mischia senza pensare.
Prima si erano momentaneamente divisi per cercare di coprire un raggio maggiore nella ricerca, ma doveva averla ritrovata facilmente grazie al segnale dello Styler.
-Accidenti! Da dove sbuca quest’altro Ranger?!- disse l’uomo ancor più agitato di prima.
-Il cannone al plasma è andato…ed è pure sbucato un altro Ranger! Mi dispiace, ma mi sa che non ci resta che filarcela!-
-Fermi dove siete! Neanche voi siete da soli!-
Una terza voce fece capolino nella conversazione, ma stavolta non era di una persona amica.
Il due di furfanti era stato raggiunto da un’altra persona, un uomo alto e snello vestito con una giacchetta rossa senza maniche, che guidava un veivolo dello stesso colore.
Probabilmente era un loro superiore, visto gli altri due erano identici.
Tra i suoi capelli biondi, pettinati di lato in modo gli nascondessero in parte gli occhi azzurri, era presente una ciocca rossa, ed aveva un’aria nettamente più pericolosa rispetto ai colleghi, per non dire anche spocchiosa in un certo modo.
-Capo?! Siamo inseguiti dai Pokémon Ranger!-
-Quello lo vedo anch’io!- rispose lui bruscamente, guardando poi i due Ranger. -Non ne avevo mai visti volare in cielo però. Occhialini rossi e sciarpa gialla…guarda quante arie si danno questi Ranger del cielo! Siete solo dei bambocci!-
-Ehi! Come ti permetti!-
-Calmati Martino.-
La ragazza cercò di mantenere la situazione sotto controllo, anche se si sentiva ugualmente offesa. L’uomo in risposta continuò a ridacchiare divertito, vedendo di aver toccato un nervo sensibile.
-Fate ridere i polli!-
-Ma senti! Sono io che mi sto sbellicando dalle risate a guardare questi due imbranati che non riescono a fermare i “bambocci”…e pensare che tu sei il loro capo!!!- rispose Martino furioso, riuscendo ad irritare l’altro.
-Ma come osi?! Non pensare di passarla liscia dopo quello che hai appena detto! C’è uno sport proprio perfetto per i piccoli sbruffoncelli come te! Il paracadutismo senza paracadute!- in quell’esatto secondo l’uomo spinse uno dei pulsanti sul proprio macchinario, e la Ranger capì subito cosa stava per fare. -Prendi questo!-
-Martino!-
Una scarica di colpi al plasma rosa puntò direttamente contro il ragazzo, che preso dalla sorpresa non riuscì a spostarsi in tempo.
-AAAARH!-
Spaventato Mattia lanciò un urlo preparandosi all’urto, che però non arrivò mai. La sua compagna senza nemmeno pensarci si era spostava davanti a lui, in modo da proteggerlo e ricevere il colpo.
Fu più doloroso di prima, venne colpita al petto, allo stomaco ed alle gambe; sentì un forte dolore in ciascuno di questi punti, e delle bruciature che dolevano ancor di più sotto il vento che soffiava sulla sua pelle.
Senza che potesse fermarsi la ragazza cominciò a precipitare, ignara del destino che le sarebbe toccato.
Nel frattempo i tre individui e Martino erano ancora nel cielo, ed il ragazzo aprendo gli occhi si guardò attorno confuso.
-Eh? Cos’è successo?-
-Fare scudo a un compagno con il proprio corpo…un gesto commovente anche per un Ranger…- borbottò il capo dei due tizi, guardando verso la direzione dove la ragazza era caduta. -Peccato che non potrai ringraziare chi ti ha salvato al vita, perché sta precipitando in mare.-
Quelle parole scioccarono il ragazzo, che sbiancò guardando verso il basso.
-Che cosa?! Sta precipitando in mare per avermi difeso?!-
-Bene bene. Pare proprio che tu abbia molta fortuna. Vorrà dire che diventerai il nostro porta fortuna!-




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